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BIR - Aggiornamento su situazione mondiale industria riciclo

Il BIR, che rappresenta le imprese del riciclo a livello mondiale, ha diffuso un nuovo aggiornamento relativo alla situazione dell’industria del riciclo, nei vari Paesi, nel contesto della pandemia, sulla base delle informazioni raccolte presso i propri associati.

La Cina ha revocato quasi tutte le restrizioni adottate per contrastare il diffondersi della pandemia, ma le fabbriche non hanno abbastanza ordini per operare a piena capacità, anche a seguito del calo generale dei mercati. Sebbene i prezzi del petrolio stiano lentamente risalendo dopo il forte calo, i costi di lavorazione degli scarti in plastica sono ancora superiori ai prezzi di rivendita. Allo stesso tempo gli acquirenti sono diventati sempre più selettivi sulla qualità degli scarti che comprano. Alcuni impianti di riciclo della plastica sono in procedura di fallimento e, in generale, quelle attive si sono attestate su una produzione di circa il 30-40% della capacità. Si pensa che probabilmente i problemi dal lato della domanda persisteranno, con diversi Paesi che si oppongono all'acquisto dalla Cina sia a causa dei timori per il virus che per tentare di ridurre la loro dipendenza da Paesi terzi (tale tendenza potrebbe cambiare radicalmente il panorama commerciale cinese negli anni a venire).

In India, le associazioni di categoria continuano a collaborare con il governo in merito alla congestione dei porti attualmente in corso al fine di ridurre l'impatto sul commercio internazionale. Tuttavia, alcuni operatori portuali non cooperano con gli ordini del governo di concedere deroghe per l'affitto delle aree. Nel complesso, le misure di blocco adottate dal governo indiano si stanno lentamente allentando, sebbene le fabbriche riaperte funzionino solo al 30-40% della capacità produttiva e stiano anche affrontando problemi legati a ritardi nei pagamenti e manodopera non in grado di tornare al lavoro. Tuttavia, l'aspettativa è che l'industria indiana diventerà pienamente operativa nelle prossime settimane.

Gli Stati Uniti continuano invece ad avere problemi relativi all’offerta a fronte della forte domanda. L'Agenzia per la Protezione Ambientale sta contribuendo a sollecitare i cittadini a continuare a riciclare, in particolare la carta. L’industria è molto preoccupata circa la propria responsabilità nel caso di esposizione al virus sul posto di lavoro e delle relative coperture assicurative. La questione è stata sollevata al Congresso ma non sarà affrontata e discussa prima dell’inizio di giugno. Per quanto riguarda esportazioni e controlli non si registrano problemi.

Il Canada, essendo molto dipendente dall’import/export, potrà avere una ripresa significativa quando verranno allentate le restrizioni adottate. Il Canada si sta comunque concentrando su una ripresa economica verde, con le imprese, che per accedere ai finanziamenti del governo, devono mostrare di possedere piani di sostenibilità adeguati. Al momento i porti sulla costa occidentale del Canada segnano una carenza di container.

In Europa si sta registrando una riapertura graduale in molti Paesi.

In Germania, l'industria sta riprendendo la produzione e le frontiere con il resto dell’UE sono state riaperte lo scorso 15 maggio, risolvendo così parte dei problemi logistici. Comunque circa il 35% dei membri tedeschi del BIR ha presentato domanda per gli aiuti di stato piuttosto che licenziare i propri dipendenti.

Il Regno Unito ha ridotto molte delle restrizioni previste. La principale criticità è legata alle vendite che non sono a livelli adeguati anche se la situazione sembra in leggero miglioramento. Per evidenziate la forte pressione a cui la pandemia ha sottoposto il settore dei metalli secondari, basti pensare che le immatricolazioni di auto nuove nel Regno Unito sono crollate del 97% ad aprile. Per la carta recuperata, il calo dei volumi raccolti ha contribuito a far aumentare i prezzi e ripristinare i margini. La raccolta sta lentamente riprendendo e con la riapertura dei confini dell’UE i prezzi dovrebbero nuovamente tornare a calare.

In Spagna, dove le infezioni da virus si concentrano in particolare intorno a Madrid, Catalogna, Castilla la Mancha e Castilla Leon, l'attività industriale è aumentata di circa il 15% nelle ultime due settimane. Le imprese di riciclo sono aperte ma i livelli di attività sono determinati dai diversi flussi di materiale. Gli operatori che trattano metalli ferrosi e non ferrosi lavorano generalmente al 30-50% della capacità, con pochissimi che si avvicinano al 60-75%. Circa il 70% degli impianti di autodemolizione sono chiusi. I riciclatori della frazione tessile stanno lavorando a circa il 30% della capacità e le raccolte comunali di questo flusso sono ancora sospese. Gli impianti di recupero dei PFU hanno un flusso intorno al 20-30% della capacità, in quanto le officine di riparazione auto sono ancora chiuse.

Nei Paesi Bassi il settore del riciclo è stato considerato un'industria essenziale e ha continuato a lavorare sebbene a ritmi ridotti e con molti dipendenti che hanno usufruito di una notevole quantità di congedo per malattia. Ad oggi le imprese hanno ripreso con ritmi assimilabili a quelli del periodo pre-emergenza sanitaria.

In Polonia il settore industriale è stato gravemente colpito dalla pandemia e anche la raccolta di rottami ha sofferto. I volumi di raccolta del rame sono diminuiti del 30% a marzo e del 45% ad aprile, mentre un calo del 25% è stato registrato per lo stagno, del 50% per il piombo e del 75% per l'alluminio. I rottami di rame continuano a godere di una solida domanda, mentre l'alluminio è stato duramente colpito dalle difficoltà del settore automobilistico ancora in fase di blocco. Le immatricolazioni di nuovi veicoli commerciali ad aprile sono diminuite del 60% su base annua. Da un sondaggio tra i membri polacchi del BIR si registra una riduzione del 30-55% nella raccolta dei rottami a seconda delle dimensioni dell'azienda; per maggio, le aspettative sono di un calo del 35-40% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Nel frattempo, sono in corso una serie di negoziati con il governo rispetto agli aiuti pubblici, accesso a linee di credito e potenziale sospensione dei pagamenti.

La metà delle regioni della Russia ha ancora restrizioni in atto per quanto riguarda la raccolta di rottami, con conseguente brusco calo dei volumi. Questi ad aprile si sono ridotti del 50% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso e un medesimo calo è previsto per maggio. La domanda complessiva di rottami metallici è diminuita del 30%. Considerato l’orientamento all’export delle industrie metallurgiche e di riciclo della Russia, si comprende come queste siano state pesantemente colpite dalla crisi globale.

Di particolare interesse per la Russia è stata la decisione degli Emirati Arabi Uniti di sospendere per quattro mesi le esportazioni di rottami ferrosi e carta da macero. Sebbene questa misura abbia lo scopo di rafforzare la domanda interna, sembra che l'industria locale non sarà in grado di gestire e assordire tutti i quantitativi di rifiuti disponibili e quindi le esportazioni potranno riprendere a breve. Si prevede che il sistema economico degli Emirati Arabi Uniti riaprirà completamente al termine del Ramadan, fissato per il 23 maggio.

A partire da tale data l'Arabia Saudita prevede un aumento dei suoi volumi di esportazione di rottami, attualmente molto bassi. Inoltre, a partire dal mese di luglio, è stato approvato un aumento dell’IVA dal 5% al 15% per cercare di compensare il calo del prezzo del greggio.

Il Brasile, a seguito delle chiusure delle industrie per contrastare la diffusione della pandemia, ha registrato un calo del 65% nella produzione di rottami.

In Sudafrica le restrizioni hanno portato ad una significativa riduzione dei volumi di rottami raccolti e gestiti, nonostante l'esistenza di una domanda stabile. Con l’allentamento delle misure di blocco a partire dalla fine di maggio, alcuni fornitori stanno chiedendo contratti a breve termine per cercare di ridurre i potenziali rischi. Nel frattempo gli esportatori stanno incontrando problemi nell'ottenere permessi per l’export di rottami ferrosi e non ferrosi.

» 21.05.2020

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