Lo scorso 25 settembre, in occasione dell’evento “Il Verde e il Blu Festival” (Milano, 25-27 settembre 2020), è stato presentato da ASSOAMBIENTE il Dossier “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti – La strategia nazionale mette le gambe”, che anticipa la pubblicazione del Rapporto promosso dalla stessa associazione e realizzato dal Laboratorio REF Ricerche.
Il Dossier analizza le criticità che ancora frenano lo sviluppo industriale del settore della gestione dei rifiuti, evidenziando come poco o nulla sia stato fatto negli ultimi 18 mesi per migliorare la situazione del nostro Paese. Nel Dossier viene evidenziata l’assenza di una strategia nazionale dei rifiuti, la mancanza di un piano di investimenti straordinari necessari a colmare la carenza impiantistica (vengono stimati investimenti pari a 10 Mld di € per riuscirci) e la significativa complessità e incertezza del quadro di regole per il settore (in forte ritardo anche sui decreti End of Waste).
È stato inoltre sottolineato il ruolo della sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) che continua a diffondersi sui territori e tra le fila dei rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, frenando la realizzazione di opere necessarie per il nostro Paese. In occasione dell’evento sono stati anche assegnati i Premi “PIMBY (Please In My Back Yard) Green 2020”, riconoscimenti, istituiti da ASSOAMBIENTE con il patrocinio dell’ANCI, per promuovere una nuova cultura del “fare”, valorizzare le capacità innovative del Paese e contrastare la sindrome NIMBY:
Nel Dossier si sottolinea come gli obiettivi fissati a livello europeo con il Pacchetto sull’Economia Circolare prevedono che entro il 2035 dovrà essere avviato a riciclo il 65% dei rifiuti (al netto degli scarti dei processi di recupero, bisognerà portare la raccolta differenziata almeno all’80%, mentre ad oggi siamo al 45%), smaltito in discarica il 10% (oggi siamo al 22%) e la restante parte (25%) dovrà essere avviata a recupero energetico (oggi siamo al 18%) per poter chiudere il ciclo. Viene quindi evidenziato come, negli ultimi 18 mesi in Italia, contrariamente a quanto previsto dagli obiettivi europei per la Circular economy:
Lo Studio evidenzia, infine, che per raggiungere gli obiettivi definiti dalla Direttiva europea occorreranno anche strumenti economici a sostegno dell’utilizzo dei materiali riciclati e per l’uso di sottoprodotti e materiali end of waste, oltre a un quadro normativo chiaro per il settore, che semplifichi le procedure di autorizzazione, favorisca investimenti e sana competizione fra imprese, consentendo di realizzare tutti gli impianti necessari.
Per maggiori informazioni si rimanda alle slide di presentazione (vd. allegato) illustrate nel corso dell’evento dal Presidente FISE Assoambiente e dal Direttore Laboratorio Ref.