AssoAmbiente

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2024/210/SAEC-NOT/CS

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) hanno pubblicato i risultati di una prima fase di indagine relativa allo sviluppo di una procedura sperimentale per la caratterizzazione ecotossicologica (HP14) dei rifiuti.

Gli obiettivi generali che ISPRA si è posta sono stati quelli di:

  • definire le procedure idonee alla preparazione del campione di laboratorio da sottoporre ad analisi sulla base delle specifiche caratteristiche del rifiuto;
  • individuare i saggi biologici più idonei per identificare la tossicità per l’ambiente acquatico;
  • definire lo schema procedurale per l’esecuzione di tutte le fasi analitiche;
  • pianificare la valutazione e l’elaborazione dei risultati finalizzati all’individuazione di un valore limite di riferimento e di un modello concettuale per la definizione dell’ecotossicità.

L’attività analitica è stata condotta su 5 tipologie di rifiuti: car-fluff, rifiuti derivati da TMB, bottom-ash, fly-ash e fanghi industriali.

Questa prima fase di indagine, seppur su un numero limitato di campioni e con alcune criticità rispetto ai riferimenti adottati, ha valutato una nuova procedura a carattere sperimentare, basata su un approccio di tipo Weight Of Evidence (WoE) che supera il classico approccio tabellare chimico e/o ecotossicologico e introduce un metodo di integrazione ponderata sulla base di indici sintetici chimici ed ecotossicologici.

Nelle conclusioni ISPRA-SNPA evidenziano come al fine di superare l’applicazione del metodo convenzionale – che risulta estremamente cautelativo e non rappresentativo e coerente con il trasferimento nella fase acquosa dei contaminanti che possono determinare la tossicità per l’ambiente acquatico - l’applicazione di un metodo integrato chimico-ecotossicologico permette di caratterizzare in modo esaustivo l’effettivo pericolo del rifiuto per la matrice acquatica. ISPRA-SNPA evidenziano che l’indice integrato potrebbe inoltre ponderare eventuali superamenti di uno o pochi parametri chimici oppure l’effetto su una singola specie della batteria, conducendo ad una valutazione complessiva probabilmente più realistica. Viene infine sottolineato che a seconda degli obiettivi specifici sarà possibili adottare una metodologia piuttosto che l’altra.

Il documento ISPRA-SNPA fa parte della collana “Quaderni di laboratorio” che non modifica o interviene nella Linea guida ISPRA-SNPA sulla classificazione rifiuti, che rimane valida per tali finalità.

Per maggiori informazioni si rimanda al testo del documento allegato.

» 24.07.2024
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