Progetti
Assicurazione imprese contro eventi calamitosi – FAQ del MASE
Il MASE, a seguito di una serie di richieste di chiarimento pervenute in merito all’operatività del sistema di assicurazione per i rischi catastrofali di cui al Decreto 18/2025 “Regolamento recante modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali”, ha predisposto e pubblicato sul proprio sito le risposte ad alcune delle FAQ raccolte, fornendo delle prime indicazioni sul tema. Come riportato nella precedenti comunicazioni, l’obbligo assicurativo per le grandi imprese è partito il 31 marzo 2025, mentre le medie imprese avranno tempo fino al 1° ottobre2025 e quelle piccole fino al 31 dicembre 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/155/SAEC-NOT/CS del 17.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/155/SAEC-NOT/CS
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), a seguito di una serie di richieste di chiarimento pervenute in merito all’operatività del sistema di assicurazione per i rischi catastrofali di cui al Decreto18/2025 “Regolamento recante modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali” (v. circolare associativa n. 83 del 3 marzo 2025), ha predisposto e pubblicato sul proprio sito le risposte ad alcune delle FAQ raccolte, fornendo delle prime indicazioni sul tema.
Tra le varie risposte viene specificato che l'obbligo di assicurarsi contro le calamità naturali esiste anche se l'impresa non ha la proprietà dei terreni, fabbricati, impianti e macchinari ma li utilizza in leasing o affitto. Viene poi affermato che non sono tenute ad assicurarsi quelle imprese che lavorano senza impiegare nessuno dei beni oggetto di assicurazione. Inoltre se l'imprenditore usa parte dell'abitazione per l'esercizio dell'impresa, l'assicurazione coprirà solo quella porzione dell'immobile.
Per quanto riguarda gli studi di professionisti si chiarisce che l'onere assicurativo scatta solo se lo studio è obbligato a iscriversi nel Registro delle imprese. Se un'impresa ha già contratto un'assicurazione, l'adeguamento alle nuove previsioni normative decorre a partire dal primo rinnovo o quietanzamento utile delle stesse. Viene poi permessa l'adesione a polizze collettive.
La legge 213/2023, che ha istituito l’obbligo assicurativo, non prevede sanzioni per la mancata sottoscrizione della polizza ma stabilisce che l'impresa che non procede in tale senso non ha accesso a incentivi e agevolazioni pubbliche. Come evidenziato nelle FAQ però tale conseguenza non scatta in automatico ma opererà solo "dalla data del provvedimento di adeguamento e di recepimento della previsione di cui alla legge n. 213 del 2023 nell'ambito della disciplina normativa del contributo, sovvenzione o agevolazione pubblica, ovvero dalla diversa data ivi indicata."
Come riportato nella circolare Assoambiente n. 140 del 1° aprile 2025, si ricorda che l’obbligo assicurativo per le grandi imprese è partito il 31 marzo 2025, mentre le medie imprese avranno tempo fino al 1° ottobre2025 e quelle piccole fino al 31 dicembre 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina web del MASE dedicata alle FAQ e disponibile qui.
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{/related_entries}ALBO GESTORI – Deliberazione 3/2025 su iscrizione Cat. 1 per raccolta e trasporto di rifiuti costituiti da capsule di caffè o altri infusi esausti
Pubblicata la Deliberazione Albo Nazionale Gestori Ambientali n. 3/2025 con cui viene consentito alle imprese di raccolta e trasporto dei rifiuti costituiti da capsule di caffè o altri infusi esausti ai fini dell’iscrizione all'Albo gestori ambientali di potersi avvalere delle stesse dotazioni minime di personale e veicoli che sono già richieste ai soggetti che svolgono esclusivamente attività di raccolta differenziata e trasporto di alcune tipologie di rifiuti (tra cui tessili, batterie e farmaci) e che sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle richieste per l'attività complessiva di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/154/SAEC-ALB/LE del 17.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/154/SAEC-ALB/LE
L’Albo Nazionale Gestori Ambientali ha emanato la Deliberazione n. 3 del 14 aprile 2025 recante “Modifica della deliberazione n. 5 del 3 novembre 2016 ai fini di consentire l’iscrizione all’Albo nella categoria 1, con procedura ordinaria, delle imprese che intendono svolgere l’attività di raccolta e trasporto di rifiuti costituiti da capsule di caffè o altri infusi esausti”, in vigore da ieri.
I motivi che hanno reso necessario questo intervento regolamentare dell’Albo sono da ricercarsi nella sempre maggior diffusione sul mercato delle capsule di caffè e di altri infusi (identificate dal codice EER 200199) e la conseguente necessità di intercettare, in un’ottica di economia circolare finalizzata al recupero e al riciclo, la relativa frazione esausta all’interno dei circuiti organizzati di raccolta differenziata.
Si ricorda che il rifiuto così classificato può essere conferito presso i centri di raccolta comunali ai sensi dell’art. 5 del D.lgs. n. 116/2020 che ha integrato l’allegato I, paragrafo 4.2, del DM 8 aprile 2008 e s.m.i. con il punto 45- bis: “altre frazioni non specificate altrimenti se avviate a riciclaggio (EER 20 01 99”).
Pertanto l’Albo ha ritenuto opportuno integrare tale tipologia di rifiuto, identificato dal codice EER 200199 (capsule di caffè o altri infusi esausti) all’interno dell’attuale sottocategoria della categoria 1 individuata nell’allegato D, Tab. D2 alla deliberazione n. 5 del 3 novembre 2016, relativa alla raccolta differenziata di determinate tipologie di rifiuti: ciò al fine di consentire anche alle imprese in possesso di piccoli mezzi con portata limitata, di poter effettuare questa particolare attività di raccolta e trasporto.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Deliberazione n. 3/2025 disponibile qui.
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{/related_entries}Sentenza Consiglio di Stato su localizzazione impianti inquinanti
Secondo la Sentenza del Consiglio di Stato del 10 febbraio 2025, n. 1071, per contestare la realizzazione di un impianto ad elevato impatto ambientale basta che il Comune limitrofo prospetti potenziali ripercussioni negative sul proprio territorio, senza dover provare la reale pericolosità dell'opera.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/153/SAEC-GIU/LE del 16.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/153/SAEC-GIU/LE
Per contestare la realizzazione di un impianto ad elevato impatto ambientale basta che il Comune limitrofo prospetti potenziali ripercussioni negative sul proprio territorio, senza dover provare la reale pericolosità dell'opera.
È quanto stabilisce la Sentenza del Consiglio di Stato 10 febbraio 2025, n. 1071 con cui il Consiglio conferma l'orientamento giurisprudenziale che riconosce la possibilità dei Comuni di agire in giudizio in materia ambientale "quante volte la realizzazione di un'opera sul territorio di un Comune limitrofo possa anche solo potenzialmente comportare un dato pregiudizio".
Il Collegio ribadisce sul punto che per i Comuni non può “la legittimazione ad agire essere subordinata alla prova di una concreta pericolosità dell'impianto, reputandosi sufficiente una prospettazione delle temute ripercussioni su un territorio comunale collocato nelle vicinanze, e comunque non a distanza, dell’opera da realizzare”.
Sulla base di tali principi il Consiglio conferma nella vicenda oggetto della sentenza la legittimazione di alcuni Comuni laziali ad impugnare la decisione con cui la Regione aveva autorizzato la realizzazione, da parte di una società, di una piattaforma di valorizzazione e riciclo di rifiuti marini e di stoccaggio delle frazioni non riciclabili. Gli Enti locali, vicini a quello interessato dall'impianto, avevano infatti prospettato un possibile pregiudizio per l'ambiente "tenuto conto del pregio ambientale dell'area e dei siti sensibili all'interno dei quali si colloca l'impianto":
“Inoltre, come chiarito dalla Sezione (v. sentenza n. 5154 del 10 giugno 2024), la circostanza che un progetto abbia ottenuto (come nella specie) regolare parere positivo dall’autorità preposta alla V.i.a. non comporta che tale progetto sia stato autorizzato, dovendo in ogni caso intervenire il rilascio dell’A.i.a.
Una valutazione di impatto ambientale negativa preclude, infatti, il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale; al contrario, legittimamente può essere negata l’autorizzazione integrata ambientale anche in presenza di una valutazione di impatto ambientale positiva, poiché solo l’AIA è, di per sé, idonea ad esprimere un giudizio definitivo sull’intervento in concreto proposto”.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Sentenza del Consiglio di Stato allegata.
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{/related_entries}Le leggi di Cipolla sulla stupidità spiegate ai trumpisti italiani
Il Foglio
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{/related_entries}Il Presidente Testa al Festival dell’Energia
Corriere della Sera
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{/related_entries}FEAD NEWSLETTER N° 214 – 14 APRIL 2025
Si rende disponibile in allegato la Newsletter n. 214 del 14 aprile 2025.
Buona lettura.
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{/related_entries}Green Med Expo & Syposium 2025 | Gli appuntamenti ASSOAMBIENTE
ASSOAMBIENTE partecipa al Green Med Expo & Symposium 2025 che si terrà a Napoli dal 28 al 30 maggio. Un evento importante per favorire il dialogo tra aziende, associazioni e istituzioni sui temi legati alla sostenibilità e alla Circular Economy, con un focus particolare sul Sud Italia.
Il GREEN MED riportano gli Organizzatori “vuole essere un tessuto connettivo che mette insieme teste, pensieri e azioni in una relazione che influenza lo sviluppo e la crescita di tutti i partecipanti. Crediamo nell’importanza del pensiero multi-specie come approccio per diffondere la cultura, accelerare l’innovazione, rigenerarsi e adattarsi ai tempi che cambiano. Per questo mettiamo a confronto persone, idee ed esperienze diverse. Scegliamo il dialogo come procedimento di ricerca ovvero la modalità più efficace per discutere qualunque teoria: una forma di comunicazione genuina, libera, aperta. Vogliamo creare una comunità che unisca le persone tra di loro, alla natura e a se stessi”. Clicca qui per il Programma della Manifestazione.
All'interno della tre giorni partenopea segnaliamo i seguenti appuntamenti
29 Maggio ore 11.30 - 13.00 | Palco Conai | I RIFIUTI TESSILI URBANI. UNA FILIERA IN FORTE DIFFICOLTÀ IN ATTESA DELL’EPR a cura di ASSOAMBIENTE in collaborazione con UNIRAU ed ARIU
La gestione dei rifiuti tessili rappresenta uno dei temi al centro del confronto non solo europeo ma anche nazionale. In particolare attualmente sia il MASE tramite un apposito DM che la UE tramite la revisione della direttiva europea 2008/98 stanno lavorando per la definizione del regime di responsabilità estesa del produttore (EPR) per questa filiera, provvedimenti che verosimilmente saranno varati nel primo semestre del 2026. L’incontro si propone di mettere in luce questioni chiave che dovranno essere prese in considerazioni nella definizione delle regole del sistema.
30 Maggio ore 12.00 - 15.00 | Sala Procida | LE NUOVE SFIDE DELLA REGOLAZIONE PER IL MONDO DEI RIFIUTI | Sala Procida a cura di ASSOAMBIENE
Nel corso del 2025 la regolazione dell’Arera prosegue il suo percorso di definizione di un quadro omogeneo e stabile nel comparto rifiuti per assetti organizzativi più efficienti e caratterizzati da una migliore qualità del servizio. La tavola rotonda si propone di mettere a confronto i principali stakeholders del settore da una prospettiva istituzionale e industriale in merito alle nuove sfide per il terzo periodo regolatorio.
ASSOAMBIENTE sarà presene per tutta la durata della Manifestazione con un proprio spazio espositivo all'interno del quale troverete anche UNIRAU e ARIU:
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{/related_entries}RENTRi contributo annualità 2025
E’ stata aperta la possibilità di effettuare il pagamento del contributo RENTRi per l’annualità 2025 attraverso la funzione “Pratiche/Contributo annuale” disponibile nella propria Area Riservata, ai sensi di quanto previsto dall’art. 14 del D.M. 4 aprile 2023, n. 59.
Gli operatori e i soggetti delegati interessati sono solo quelli che si sono iscritti al RENTRi nel 2024 ed hanno concluso, sempre nel 2024, la procedura di iscrizione con il pagamento del contributo e la trasmissione della pratica.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/151/SAEC-NOT/LE del 14.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/151/SAEC-NOT/LE
È possibile procedere al pagamento del contributo RENTRi per l’annualità 2025 attraverso la funzione “Pratiche/Contributo annuale” disponibile nella propria Area Riservata, ai sensi di quanto previsto dall’art. 14 del D.M. 4 aprile 2023, n. 59.
Gli operatori e i soggetti delegati interessati sono solo quelli che si sono iscritti al RENTRi nel 2024 ed hanno concluso, sempre nel 2024, la procedura di iscrizione con il pagamento del contributo e la trasmissione della pratica.
La scadenza del versamento è fissata al 30 aprile 2025 e dovrà avvenire con le stesse modalità seguite per l’iscrizione, utilizzando la piattaforma PagoPA, sistema nazionale per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione.
Si ricorda che, ai sensi della Tabella I al DM n. 59/2023 il contributo annuale, per gli anni successivi a quello di iscrizione, è pari a:
- 60 euro per ogni unità locale (per enti e imprese produttori iniziali di rifiuti con più di 50 dipendenti, o trasportatori a prescindere dal numero dei dipendenti, o soggetti che svolgono attività di trattamento dei rifiuti a prescindere dal numero dei dipendenti, o intermediari e consorzi a prescindere dal numero dei dipendenti, o per i soggetti di cui all’art.18 del D.M. 4 aprile 2023, n. 59;
- 30 euro per ogni unità locale: per enti e imprese produttori iniziali di rifiuti con dipendenti da 11 a 50;
- 10 euro per ogni unità locale: per tutti i restanti produttori di rifiuti speciali pericolosi diversi da quelli sopra indicati.
La comunicazione pubblicata sul sito RENTRi è disponibile a questo link.
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
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{/related_entries}Assoambiente 11 aprile 2025
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{/related_entries}Richiesta contributi su revisione normativa REACH
La Commissione Europea sta lavorando alla proposta di revisione del Regolamento REACH, la quale sarà finalizzata durante l'estate e aperta alla consultazione tra ottobre e novembre 2025. La Valutazione d'Impatto che serve da base per il processo di revisione sarà pubblicata insieme alla proposta.
A tal proposito si informa che FEAD ha avuto l'opportunità di partecipare all’ultima riunione del CARACAL, tenutasi il 3 e 4 aprile 2025, in cui sono stati anticipati in modo più approfondito i contenuti provvisori della revisione REACH e che è stata invitata a fornire un feedback sul tema entro il prossimo 25 aprile 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/150/SAEC-EUR/FA del 11.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/150/SAEC-EUR/FA
La Commissione Europea sta attualmente lavorando alla proposta di revisione del Regolamento REACH, prevista per l'estate 2025 e che sarà avviata poi a consultazione pubblica tra ottobre e novembre 2025. La Valutazione d'Impatto sarà poi pubblicata insieme alla proposta.
A tal proposito si informa che FEAD ha avuto l'opportunità di partecipare all’ultima riunione del CARACAL, gli scorsi 3 e 4 aprile 2025, in cui sono stati anticipati in modo più approfondito i contenuti provvisori della revisione REACH. FEAD è stata quindi invitata a fornire un feedback sul tema entro il prossimo 25 aprile 2025.
Si ricorda che la normativa REACH, che disciplina la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, ha un impatto significativo sul settore dei rifiuti, in quanto si applica a tutte le sostanze e miscele immesse sul mercato.
Le presentazioni della Commissione alla riunione CARACAL, disponibili qui, e riguardano:
1. Contenuto del Pacchetto sull'Industria Chimica, inclusa la revisione del REACH, e tempi di attuazione
2. Revisione provvisoria del processo di registrazione, con l'inclusione per la prima volta dei polimeri nell'ambito di applicazione del REACH (vedere diapositiva 5)
5. Possibile introduzione di un collegamento tra REACH e l'ESPR, utilizzando il Passaporto Digitale dei Prodotti per facilitare l'applicazione del REACH (in particolare la comunicazione lungo la catena del valore)
6. Revisione provvisoria del processo di autorizzazione, con la possibilità di includere il concetto di uso essenziale
7. Revisione provvisoria del processo di restrizione, con la possibilità di basarsi su un approccio generico di gestione del rischio negli usi di consumo (ad esempio, divieti di ampia portata come i PFAS) e un ulteriore supporto per la sostituzione.
8. Miglioramento del processo di applicazione.
FEAD ha preparato una bozza di feedback sull’argomento, disponibile in allegato. Chiediamo pertanto a quanti interessati, di inviare il proprio feedback sulla revisione e sul documento di FEAD al Dott. Dario Cesaretti (d.cesaretti@fise.org) entro il prossimo 16 aprile 2025.
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{/related_entries}Dichiarazione PRTR entro 30 aprile 2025
Pubblicate da ISPRA le modalità che dovranno essere utilizzate per la dichiarazione da parte dei gestori degli impianti soggetti all'obbligo di trasmettere le informazioni relative alle emissioni di inquinanti in aria, acqua e suolo e ai trasferimenti di rifiuti ai sensi dell'articolo 4, comma 1 del DPR 157/2011 (di attuazione del Regolamento 166/2006/CE) entro il 30 aprile 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/149/SAEC-NOT/LE del 10.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/149/SAEC-NOT/LE
Pubblicate da ISPRA e disponibili al seguente link le modalità che dovranno essere utilizzate per la dichiarazione da parte dei gestori degli impianti soggetti all'obbligo di trasmettere le informazioni relative alle emissioni di inquinanti in aria, acqua e suolo e ai trasferimenti di rifiuti ai sensi dell'articolo 4, comma 1 del DPR 157/2011 (di attuazione del Regolamento 166/2006/CE).
La comunicazione dei dati 2024 avverrà mediante la compilazione e la trasmissione di un modulo in formato Excel, predisposto e aggiornato anche attraverso l’inserimento degli stessi dati 2024 nel nuovo applicativo online (che sarà rilasciato prossimamente), secondo le seguenti tempistiche:
- Fase 1: entro il 30 aprile 2025 trasmissione tramite PEC del modulo Excel (vedi di seguito) firmato digitalmente;
- Fase 2: entro il 15 maggio 2025 registrazione come utenti dell’applicativo (seguiranno indicazioni specifiche nel sito Ispra di cui al link sopra);
- Fase 3: entro il 30 giugno 2025 inserimento dati 2024 nell’applicativo (seguiranno indicazioni nel sito Ispra di cui al link sopra).
Più nello specifico, con riferimento alle suddette fasi:
FASE 1: i Gestori interessati dovranno:
- compilare il modulo in formato Excel che riproduce le schede della dichiarazione PRTR. È necessario compilare un file Excel per ciascuno stabilimento dichiarante. La dichiarazione deve essere relativa a tutti i 12 mesi dell’anno di riferimento, pertanto nel caso di acquisizioni o cambi di ragione sociale nel corso dell’anno di riferimento, l’ultimo intestatario in ordine di tempo si fa carico della dichiarazione per l’intero anno di riferimento.
- applicare la firma digitale valida (basata su un certificato qualificato, rilasciato da un certificatore accreditato ai sensi del DL 82/2005) al modulo formato Excel compilato, ottenendo così il file con estensione.p7m da allegare al messaggio di posta elettronica certificata;
- rinominare il file P7M secondo la struttura “PRTR2025_[RagioneSociale]_[Provincia]”, es. per la ditta Rossi spa, ubicata a Roma, indicare “PRTR2025_Rossispa_RM.xlsx.p7m”
- Inviare il messaggio di posta elettronica certificata con oggetto “Dichiarazione PRTR 2025 [Ragione sociale], [Provincia]” (es. “Dichiarazione PRTR 2025 Rossi spa, RM”) con allegata la dichiarazione in formato p7m ai seguenti destinatari:
- Indirizzo PEC dell’ISPRA: dichiarazioneprtr@ispra.legalmail.it (solo per l’invio della dichiarazione PRTR);
- Indirizzo PEC della propria Autorità Competente (vedi tabella).
Si richiama l’attenzione sulla compilazione della scheda II.b (attività PRTR) del modulo: i volumi di produzione dovranno essere riportati secondo le metriche e le unità di misura contenute nel foglio “UM_Produzioni” del modulo stesso. Si segnala inoltre che nella scheda II.a del modulo Excel sono stati aggiornati i codici NACE sulla base della versione della classificazione ATECO 2025 che è entrata in vigore lo scorso 1° gennaio. Il foglio “ATECO 2025 NACE2.1” del modulo Excel aggiornato riporta i codici della nuova classificazione e, per un utile confronto, riporta anche i codici della classificazione ATECO 2007 in uso fino allo scorso anno (si richiama l’attenzione sul fatto che per alcune voci della classificazione ATECO 2025 è mantenuto il codice a quattro cifre in uso nella ATECO 2007 ma con diversa descrizione dell’attività).
Restano invariati rispetto agli anni passati il resto dei contenuti (parametri e sostanze da comunicare), i criteri di compilazione della dichiarazione PRTR (valori soglia invariati). Scadenza per l’invio dei dati è il 30 aprile 2025.
Relativamente alla FASE 2 “Registrazione utenti applicativo PRTR” e alla FASE 3: “Inserimento dati 2024 nell’applicativo PRTR”, al seguente link del sito Ispra verranno pubblicate indicazioni specifiche per procedere alla registrazione come utenti e poi procedere all’inserimento dei dati 2024 già comunicati secondo le modalità della FASE 1.
Per chiarimenti ed informazioni è possibile rivolgersi al Dott. Andrea Gagna di ISPRA (e-mail: andrea.gagna@isprambiente.it).
Per memoria, si riporta, in allegato, l’elenco dei gestori ricadenti nell’obbligo di dichiarazioni annuale, ai sensi dell’art. 5 del Regolamento (CE) n. 166/2006, evidenziando, contestualmente, che le Linee guida utili per la compilazione della dichiarazione sono contenute nell’All. II del DPR 157/2011.
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{/related_entries}Ritardi procedimento autorizzativo – Sentenza Tar Sicilia
Il Tar Sicilia, con la sentenza n. 507 del 6 marzo 2025, ha respinto il ricorso presentato da un’azienda contro il mancato rispetto da parte dell’Ente pubblico competente dei tempi di risposta relativi ad un procedimento autorizzativo per il rilascio di un’autorizzazione ordinaria al trattamento dei rifiuti, ex art. 208 del D.lgs. n. 152/2006.
Il Tar ha stabilito che, nel caso in cui la Regione non concluda il procedimento di autorizzazione entro i tempi previsti, l'impresa deve rivolgersi al Governo perché si sostituisca all'Ente inadempiente.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/148/SAEC-GIU/CS del 10.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/148/SAEC-GIU/CS
Il Tar Sicilia, con la sentenza n. 507 del 6 marzo 2025, ha respinto il ricorso presentato da un’azienda contro il mancato rispetto da parte dell’Ente pubblico competente dei tempi di risposta relativi ad un procedimento autorizzativo per il rilascio di un’autorizzazione ordinaria al trattamento dei rifiuti, ex art. 208 del D.lgs. n. 152/2006.
Il Tar ha infatti stabilito che, nel caso in cui la Regione non concluda il procedimento di autorizzazione entro i tempi previsti, l'impresa, prima di adire il tribunale amministrativo avrebbe dovuto, come peraltro previsto dal comma 10 dell’art. 208 del D. lgs. n. 152/06, “istare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per attivare lo speciale potere sostitutivo di cui all’articolo 5, del Dlgs n. 112/1998, e solo l'esito infruttuoso di tale istanza avrebbe potuto proporre l'actio contra silentium”.
La procedura di cui all’art. 5 del D.lgs. n. 112/1998 prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri chieda all'Ente locale competente di decidere quanto prima. In caso di inerzia la Presidenza del Consiglio nomina un Commissario che agisce al posto dell'Organo territoriale.
Per ulteriori informazioni si rimanda alla sentenza del Tar Sicilia allegata.
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{/related_entries}Rifiuti tessili urbani, il modello economico è in crisi
Staffetta Quotidiana
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{/related_entries}Premio PIMBY Green 2025: dire Sì al futuro per un’Italia più competitiva e circolare | Aperte le candidature.
Giunto alla sua sesta edizione, il Premio PIMBY Green 2025 torna per promuovere la cultura del "Please In My BackYard" e valorizzare chi investe nell’innovazione e nella sostenibilità per migliorare la competitività del Paese.
L’Italia si trova davanti a una sfida cruciale: accelerare la transizione ecologica senza rimanere imbrigliata nei veti e nelle resistenze che bloccano le infrastrutture necessarie alla crescita sostenibile. Troppe volte il NIMBY (Not In My Backyard) ha ostacolato opere fondamentali per migliorare la competitività del Paese, limitando l’innovazione e frenando lo sviluppo dell’economia circolare.
Per questo è nato il Premio PIMBY Green, un riconoscimento che celebra la cultura del “Please In My BackYard”(PIMBY), promuovendo quei progetti che sanno coniugare progresso, sostenibilità e accettazione sociale. Un’iniziativa che premia chi, invece di dire “no”, costruisce il futuro, chi crede in un’Italia capace di valorizzare le proprie risorse, rendendole motore di crescita per le comunità.
Perché il PIMBY è la chiave della competitività
Il PIMBY non è solo un principio, ma una strategia vincente per lo sviluppo. Dire sì alle infrastrutture moderne significa garantire energia pulita, migliorare la gestione dei rifiuti e promuovere la circolarità delle risorse, creando opportunità per le imprese e posti di lavoro di qualità. Significa dotarsi degli strumenti per affrontare le sfide globali senza restare indietro.
Le categorie del Premio PIMBY Green 2025
Saranno premiate pubbliche amministrazioni, imprese e professionisti dell’informazione che si sono distinti nei seguenti ambiti:
1. Realizzazione di Infrastrutture Tecnologicamente Avanzate. Questa categoria premia i progetti che hanno contribuito al progresso tecnologico e all'innovazione nel territorio, migliorando l'efficienza e la sostenibilità delle infrastrutture.
2. Coinvolgimento Positivo e Responsabile dei Cittadini. Questa categoria riconosce l'impegno di enti locali e PA che hanno promosso il dialogo e la partecipazione attiva dei cittadini nelle decisioni riguardanti opere di pubblica utilità, creando un coinvolgimento positivo e responsabile.
3. Informazione Trasparente e Scientifica. In questa categoria vengono premiati giornalisti e autori di contenuti scientifici che hanno contribuito a diffondere un'informazione trasparente e basata su dati scientifici, contrastando l'opposizione aprioristica a qualsiasi opera.
Come candidarsi
Le candidature per il Premio PIMBY Green 2025 sono aperte fino al 10 giugno 2025. Per partecipare, è necessario inviare la documentazione alla Segreteria Assoambiente all’indirizzo assoambiente@assoambiente.org, specificando nell’oggetto “Candidatura Premio PIMBY Green 2025” e allegando il Modulo di presentazione candidatura fornito dall’Associazione (in allegato).
L’evento di premiazione
I Vincitori saranno premiati il 12 settembre 2025 a Roma in un evento dedicato a celebrare chi, con visione e determinazione, sta contribuendo alla crescita di un’Italia più sostenibile e innovativa.
Il Premio PIMBY Green 2025 non è solo un riconoscimento, ma un manifesto per un’Italia che sceglie di crescere.
Per un’Italia che dice sì a ciò che serve per il benessere collettivo e per il futuro delle nuove generazioni.
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{/related_entries}PFAS e gestione dei rifiuti | Disponibile il video integrale del webinar
A seguito del grande interesse registrato, ASSOAMBIENTE ha deciso di rendere eccezionalmente disponibile a tutti la registrazione integrale del webinar “PFAS nei rifiuti: limiti europei e impatti sulla circolarità”, svoltosi lo scorso 25 marzo nell’ambito dei Circular Talks.
Un confronto tecnico e attuale su un tema sempre più centrale per il futuro della normativa europea e del settore ambientale, grazie ai contributi di:
– Claudia Mensi, Presidente FEAD
– Giovanni Beggio, Università di Padova
– Paola Verza, Mérieux NutriSciences
I Circular Talks proseguiranno nei prossimi mesi con nuovi appuntamenti dedicati ai temi chiave per le imprese della gestione ambientale e dell’economia circolare.
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{/related_entries}Impianti Aperti on the Road 2025 fa | Termovalorizzatore HERAMBIENTE | Pozzilli, 3 Aprile | Video
Si è conclusa ieri 3 aprile la Seconda Tappa di Impianti Aperti On the Road 2025 al Termovalorizzatore Herambiente di Pozzilli: una giornata di confronto reale e partecipato, con cittadini, stakeholder e istituzioni locali.
Durante l’intervento di Chiara Leboffe, Assoambiente ha ribadito un punto fermo: la raccolta differenziata non basta se non ci sono impianti in grado di completare il ciclo. I termovalorizzatori rappresentano una risorsa strategica, non solo per produrre energia da CSS, ma per evitare sprechi, ridurre le emissioni e garantire un sistema di gestione rifiuti realmente sostenibile.
L’impianto di Pozzilli, alimentato da fonti rinnovabili, è un’eccellenza certificata che ogni anno restituisce energia a oltre 84.000 abitanti, con emissioni abbattute ben al di sotto dei limiti di legge e monitorate in tempo reale.
Serve una nuova cultura ambientale: più scientifica, meno ideologica. Più trasparente, meno pregiudiziale. Gli impianti servono all’ambiente — e aprirli alla cittadinanza è il primo passo per superare sfiducia e resistenze.
Clicca qui per il video racconto della giornata
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Il viaggio ASSOAMBIENTE per la Sostenibilità prosegue con le prossime Tappe. Clicca qui per il Calendario.
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{/related_entries}Stati Generali dell’Ambiente in Puglia | BARI - Fiera del Levante 10 - 11 Aprile
La Puglia si afferma come protagonista della transizione ecologica, tracciando una rotta innovativa e virtuosa verso la sostenibilità.
“Stati Generali dell’Ambiente in Puglia” apre un momento di riflessione e confronto tra enti, istituzioni e imprese, uniti dall’obiettivo comune di definire il futuro ambientale della regione.
Gli Stati Generali dell’Ambiente in Puglia non è solo un evento, ma un vero e proprio laboratorio di idee e di esperienze, destinato a trasformare le sfide ambientali in opportunità di crescita e innovazione. Partecipare significa abbracciare il cambiamento, contribuire attivamente alla costruzione di un futuro più verde e sostenibile e rafforzare il ruolo della Puglia come regione modello nel panorama nazionale rispetto ai target fissati dal Green Deal europeo.
Invitiamo tutti gli attori del territorio – istituzioni, imprese, consorzi, associazioni, Università e cittadini – a unirsi a questo importante percorso di dialogo e condivisione, per scrivere insieme il prossimo capitolo della storia dell’ambiente in Pugla.
Il 10 Aprile il Direttore Assoambiente Elisabetta Perrotta partecipa alla TAVOLA ROTONDA “RD e Riciclo, tra modelli affermati e nuovi sistemi di governance”. Programma Scaricabile.
Per iscriverti clicca qui
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{/related_entries}Regione Lombardia - Bando per il recupero di materie prime critiche
Facendo seguito alla DGR n. 3765 del 13/01/2025 (v. circolare Assoambiente n. 016/2025), Regione Lombardia ha approvato definitamente con d.d.s. n. 4869 del 07/04/2025 il bando "RI.CIRCO.LO. STEP RISORSE CIRCOLARI IN LOMBARDIA PER RIDURRE LE DIPENDENZE STRATEGICHE DA MATERIE PRIME CRITICHE”.
Il bando finanzia il recupero del fosforo sia dai fanghi e rifiuti, che dai reflui.
I beneficiari possono essere non solo PMI, ma anche grandi imprese, in coerenza con il regolamento UE STEP.
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{/related_entries}Assemblea Generale FEAD - European Waste Management Association | Sofia, 7-8 Aprile
Il Direttore Elisabetta Perrotta ha partecipato ieri all’Assemblea Generale FEAD - European Waste Management Association, occasione strategica di confronto sul futuro del settore del waste management e per rafforzare le relazioni all’interno della rete europea.
Oggi, su iniziativa del membro bulgaro BRRA, si sta tenendo un evento B2B organizzato congiuntamente da Bulgarian Recovery and Recycling Association e FEAD.
Ad aprire i lavori il Presidente FEAD Claudia Mensi, che ha evidenziato da un lato la crescita della Federazione – oggi sempre più rappresentativa a livello europeo – e dall’altro le criticità che il comparto del riciclo si trova ad affrontare, tra pressioni economiche, incertezza normativa e necessità di un reale riconoscimento del valore industriale delle attività di recupero.
Una due giorni intensa, che conferma quanto il dialogo europeo sia oggi imprescindibile per affrontare le sfide che attendono il settore nei prossimi mesi.
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{/related_entries}REACH – Commissione UE pubblica guida per le imprese per i divieti sulle microplastiche
La Commissione europea ha pubblicato le indicazioni alle imprese per riuscire a garantire il rispetto del divieto di immissione sul mercato di microparticelle di plastica.
La disciplina riguardante le sostanze chimiche (REACH) è stata modificata con il Regolamento (UE) 2023/2055, che riporta nell'Allegato XVII le nuove sostanze soggette a restrizioni, introducendo restrizioni e una serie di obblighi per l'immissione sul mercato di microparticelle di polimeri sintetici (SPM).
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/147/SAEC-EUR/FA del 08.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/147/SAEC-EUR/FA
La Commissione europea ha pubblicato le indicazioni alle imprese per riuscire a garantire il rispetto del divieto di immissione sul mercato di microparticelledi plastica.
La disciplina riguardante le sostanze chimiche (REACH) è stata modificata con il Regolamento (UE) 2023/2055, che riporta nell'Allegato XVII le nuove sostanze soggette a restrizioni, introducendo restrizioni e una serie di obblighi per l'immissione sul mercato di microparticelle di polimeri sintetici (SPM).
In base alle caratteristiche definite nella norma, i pellet di plastica, che sono in genere di dimensioni comprese tra 0,01 mm e 1 cm, e i fiocchi possono rientrare nell'ambito della definizione di microparticelle di polimeri sintetici e, pertanto, nel campo di applicazione della restrizione. Tra i divieti anche quello di addizionarle alle miscele.
Nella restrizione, che riguarda anche il granulo da PFU, sono compresi anche i glitter, mentre quelli biodegradabili, solubili, naturali o inorganici non sono considerati microplastiche, quindi possono continuare a essere venduti. La novità è in vigore dal 17 ottobre 2023 ma per un'ampia serie di utilizzi (tra i quali prodotti cosmetici, detergenti ed intasi granulari per superfici sportive) il divieto scatterà tra il 17 ottobre 2027 e il 17 ottobre 2035.
L'immissione sul mercato di SPM per l'uso in siti industriali è esentata dalla restrizione, tuttavia dal 27 ottobre 2025 i fornitori di SPM saranno obbligati a fornire all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) determinate informazioni.
Si specifica che questo regolamento si applica solo ai prodotti e quindi, in ultima analisi, ai pellet e ai fiocchi di plastica, anche end-of-waste, che rientrano nella definizione di SPM prodotti e immessi sul mercato.
I documenti pubblicati dalla Commissione, disponibili qui, mirano ad aiutare a comprendere meglio l'applicazione di questa restrizione e gli obblighi associati. I documenti si articolano in:
- un capitolo (Parte I) che descrive in termini semplici le disposizioni normative e le modalità di attuazione, nonché le tempistiche, previste dalla restrizione;
- una serie di "domande e risposte" (Parte II) che raccoglie le risposte fornite alle domande poste dai vari Stati membri e delle altre parti interessate;
- Allegati (Parte III) con alberi decisionali ed esempi di casi limite.
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{/related_entries}FEAD NEWSLETTER N° 213 – 07 APRIL 2025
Si rende disponibile in allegato la Newsletter n. 213 del 07 aprile 2025.
Buona lettura.
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{/related_entries}EURIC Newsletter March 2025
Si rende disponibile la newsletter mensile prodotta da EuRIC relativa al mese di marzo 2025.
Nella newsletter sono sintetizzate le attività e gli eventi EuRIC, nonché le tematiche sulle quali le Istituzioni europee sono maggiormente attive.
Buona lettura.
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{/related_entries}Rifiuti tessili urbani a rischio paralisi
La Discussione, Regioni&Ambiente, GSA,Eco in Città, Alternativa Sostenibile, Canale Energia
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{/related_entries}Impianti Aperti a Pozzilli
La Repubblica, La Stampa, Teleborsa, Primo Piano Molise, Askanews, Staffetta Quotidiana, Euroborsa, Tiscali News, Molise Network, IS , Ricicla News, Futuro Molise, Energia Oltre,News della Valle, AgenParl, ItalianPress
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{/related_entries}ASSOAMBIENTE 4 aprile 2025
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{/related_entries}Pneumatici immessi sul mercato del ricambio nel 2024
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato, con una nota presente sulla pagina del Ministero dedicata ai PFU, i dati relativi agli pneumatici immessi sul mercato italiano del ricambio nel 2024.
Gli pneumatici immessi sono pari a 421.645,17 t, in forte crescita rispetto alle 398.690,51 t commercializzate nel 2023, corrispondenti ad un aumento di quasi l'11%.
Il mercato torna così a superare la soglia delle 400.000 t, come già avvenuto per la prima volta nel 2022 (401.037,52 t). Si ricorda che il dato, che servirà da base per il calcolo dei quantitativi di PFU che il sistema sarà tenuto a gestire e recuperare nel 2025, è stato elaborato alla luce delle comunicazioni inviate al MASE dai produttori e dagli importatori di pneumatici secondo quanto previsto dal Dm 182/2019.
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{/related_entries}CITTÁ INTELLIGENTI E CITTÁ CIRCOLARI: UN SINONIMO DA COSTRUIRE | Genova, 8-9 Aprile
CIRCULAR VALUE FORUM, nasce a Genova il primo evento in Italia dedicato alle “CITTÀ CIRCOLARI”.
Promossa dal Comune di Genova nell’ambito del progetto C-City, la prima edizione si svolgerà l’8 e 9 aprile ed è stata inserita nel programma delle iniziative per la Giornata
nazionale del Made in Italy, proponendosi come evento di riferimento a livello nazionale.
Organizzato da Clickutility Team, il Circular Value Forum è stato ufficialmente inserito nel programma delle iniziative per la Giornata nazionale del Made in Italy 2025 e ambisce ad avere un respiro nazionale, creando una piattaforma di confronto tra istituzioni, imprese, mondo della ricerca, start up e studenti sulla transizione verso l’economia circolare e le opportunità di generazione del valore. A promuoverlo è la Direzione di area Sviluppo economico e Promozione del Comune di Genova nell'ambito del progetto C-City - Genova Città Circolare, innovativo a livello italiano.
Nell'ambito dell'iniziativa, il Presidente Testa partecipa all'evento dell'8 Aprile. Clicca qui per il Programma.
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{/related_entries}Mission Innovation 2.0: pubblicati bandi MASE su biocarburanti e bioidrogeno, FER, accumulo energetico, dati e digitalizzazione rete e Elettrolizzatori e reti
riguardanti le seguenti aree strategiche:
- bioidrogeno e biocarburanti
- fonti Rinnovabili non Programmabili
- flessibilità ed accumulo energetico
- elettrolizzatori e reti
- dati e digitalizzazione di rete
Tutti i bandi sono emanati in attuazione del DM MASE n. 386 del 17 novembre 2023 che ha stanziato risorse per lo sviluppo di progetti innovativi a sostegno dell’impegno nazionale in Mission Innovation, e affidato alla società RSE il ruolo di advisor scientifico per supportarne l’attuazione
Gli avvisi mirano a finanziare progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica nell’ambito delle Missioni "Green Powered Future" (GPFM) e "Clean Hydrogen" (CHM) di Mission Innovation 2.0. I progetti selezionati dovranno contribuire all'integrazione delle energie rinnovabili nel sistema energetico, al miglioramento della produzione di idrogeno verde e allo sviluppo di soluzioni innovative per il settore energetico.
Può presentare proposta di progetto, tramite un’impresa capofila, una compagine progettuale formata da almeno due partner tra Imprese (comprese le Startup innovative) e/o Organismi di ricerca e diffusione della conoscenza.
I contributi concessi sono soggetti al rispetto della normativa comunitaria e nazionale sugli aiuti di Stato, conformemente al Regolamento (UE) 2014/651 della Commissione e sue successive modifiche e, in particolare, all’articolo 25 - Aiuti a progetti di ricerca e sviluppo dello stesso Regolamento. I progetti finanziati dovranno rispettare le disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), art. 107 e 108, per garantire la compatibilità con il mercato interno.
Le modalità per l’accesso e l’utilizzo della piattaforma bandi MI sono oggetto di pubblicazione nella pagina online della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA), al seguente link: PORTALE BANDI - Login.
Informazioni e chiarimenti sugli atti dei vari avvisi potranno essere richiesti entro e non oltre il 3 giugno 2025 all’indirizzo di posta elettronica bandi-mi-2025@rse-web.it dal quale sarà inviata una risposta automatica quale conferma di ricezione. Riceveranno risposta solo le domande di interesse generale che saranno pubblicate, con le dovute modifiche e le relative risposte, come FAQ sul sito del MASE.
Di seguito il dettaglio dei singoli avvisi riferiti ad area strategica:
AVVISO SU BIOIDROGENO E BIOCARBURANTI (link alla pagina)
L’avviso ha una dotazione finanziaria di 12 milioni per progetti che devono rispondere agli obiettivi e criteri tecnici riportati nell’Allegato A “Disciplinare tecnico”.
Il costo totale per ciascuna Proposta di progetto deve essere compreso tra 500.000 euro e 5 milioni.
TEMATICHE
Le tematiche per l’area strategica sono:
a) sviluppo di processi per la produzione e/o purificazione di bioidrogeno e biocarburanti;
b) recupero e/o sfruttamento dei sottoprodotti generati nei processi di produzione di bioidrogeno e biocarburanti;
c) sviluppo di sistemi per la distribuzione dei biocarburanti e l’immissione del bioidrogeno nella rete gas o loro utilizzo nella rete elettrica e/o termica;
d) ottimizzazione della catena logistica di approvvigionamento delle materie prime in termini di sostenibilità e impatto ambientale.
TERMINI PER INVIO DELLA DOMANDA
La domanda di contributo, corredata dalla proposta di progetto e completa di tutta la documentazione richiesta, dovrà essere presentata dal Capofila attraverso la piattaforma informatica dedicata, dalle 12.00 del 28 aprile 2025 alle 12.00 del 12 giugno 2025
* * *
AVVISO SU FONTI RINNOVABILI NON PROGRAMMABILI (link alla pagina)
L’avviso ha una dotazione finanziaria di 60 milioni per progetti che devono rispondere agli obiettivi e criteri tecnici riportati nell’Allegato A “Disciplinare tecnico”.
Il costo totale per ciascuna Proposta di progetto deve essere compreso tra 2 e 20 milioni.
TEMATICHE
Le tematiche per l’area strategica sono:
a) Integrazione delle FRNP nel sistema elettrico;
b) Monitoraggio e diagnostica avanzata degli impianti FRNP;
c) Resilienza e sicurezza degli impianti FRNP;
d) Ecoprogettazione;
e) Incremento della produzione energetica nazionale da FRNP;
f) Celle e moduli fotovoltaici a più elevata efficienza.
TERMINI PER INVIO DELLA DOMANDA
La domanda di contributo, corredata dalla proposta di progetto e completa di tutta la documentazione richiesta, dovrà essere presentata dal Capofila attraverso la piattaforma informatica dedicata, dalle 12.00 del 29 aprile alle 12.00 del 13 giugno 2025.
* * *
AVVISO SU FLESSIBILITÀ ED ACCUMULO ENERGETICO (link alla pagina)
L’avviso ha una dotazione finanziaria di 62 milioni per progetti che devono rispondere agli obiettivi e criteri tecnici riportati nell’Allegato A “Disciplinare tecnico”. Il costo totale per ciascuna Proposta di progetto deve essere compreso tra 2 e 20 milioni.
TEMATICHE
Le tematiche per l’area strategica sono:
a) Integrazione in rete di sistemi di accumulo energetico;
b) Servizi di flessibilità e aggregazione;
c) Veicoli elettrici come risorse di flessibilità;
d) Pianificazione, gestione, controllo del sistema energetico integrato.
TERMINI PER INVIO DELLA DOMANDA
La domanda di contributo, corredata dalla proposta di progetto e completa di tutta la documentazione richiesta, dovrà essere presentata dal Capofila attraverso la piattaforma informatica dedicata, dalle 12.00 del 5 maggio 2025 alle 12.00 del 19 giugno 2025
* * *
AVVISO SU ELETTROLIZZATORI E RETI (link alla pagina)
L’avviso ha una dotazione finanziaria di 6 milioni per progetti che devono rispondere agli obiettivi e criteri tecnici riportati nell’Allegato A “Disciplinare tecnico. Il costo totale per ciascuna Proposta di progetto deve essere compreso tra 500.000 euro e 5 milioni.
TEMATICHE
Le tematiche per l’area strategica sono:
a) Tecnologia d’elettrolisi;
b) Elettrolizzatori e fonti rinnovabili;
c) Elettrolizzatori e rete elettrica.
TERMINI PER INVIO DELLA DOMANDA
La domanda di contributo, corredata dalla proposta di progetto e completa di tutta la documentazione richiesta, dovrà essere presentata dal Capofila attraverso la piattaforma informatica dedicata, dalle 12.00 del 28 aprile 2025 alle 12.00 del 12 giugno 2025. * * *
AVVISO SU DATI E DIGITALIZZAZIONE DI RETE (link alla pagina)
L’avviso ha una dotazione finanziaria di 60 milioni per progetti che devono rispondere agli obiettivi e criteri tecnici riportati nell’Allegato A “Disciplinare tecnico”. Il costo totale per ciascuna Proposta di progetto deve essere compreso tra 1 e 20 milioni.
TEMATICHE
Le tematiche per l’area strategica sono:
a) piattaforme digitali interoperabili;
b) digital Twin (DT), tecniche di Intelligenza Artificiale (IA) e sviluppo di modelli predittivi;
c) integrazione dell'e-mobility con la rete;
d) cybersecurity.
TERMINI PER INVIO DELLA DOMANDA
La domanda di contributo, corredata dalla proposta di progetto e completa di tutta la documentazione richiesta, dovrà essere presentata dal Capofila attraverso la piattaforma informatica dedicata, dalle 12.00 del 6 maggio 2025 alle 12.00 del 20 giugno 2025.
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{/related_entries}Rifiuti tessili urbani, rischio paralisi
Il Sole 24 Ore, la Repubblica.it, Ricicla News, Rinnovabili, Eco dalle Città, Euroborsa, Recover Web, Staffetta Quotidiana, GreenReport
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{/related_entries}Visite guidate al termovalorizzatore di Pozzilli - Seconda tappa della campagna Assoambiente Impianti Aperti on the Road
Roma, 4 aprile 2025 – Sono stati numerosi i cittadini molisani che hanno accolto l’invito a visitare il termovalorizzatore di Pozzilli della società Herambiente, nell’ambito della campagna "Impianti Aperti on the road", promossa da ASSOAMBIENTE, l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare, smaltimento rifiuti e bonifiche, con il patrocinio del MASE e di ISPRASNPA.
I cittadini della Piana di Venafro hanno avuto la possibilità di comprendere il funzionamento di un impianto alimentato da fonti rinnovabili, che da combustibile solido da rifiuti (CSS) produce energia elettrica in grado di coprire un fabbisogno di circa 84 mila cittadini.
La campagna Assoambiente vede ogni mese uno o più impianti di gestione rifiuti aprire i cancelli per consentire la partecipazione a visite guidate di enti locali, comitati territoriali, cittadini e studenti, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle infrastrutture industriali necessarie a un’efficace gestione degli scarti stimolando il dialogo e il confronto costruttivo con tutti gli stakeholder.
L’impianto di Pozzilli ha una capacità di gestione di rifiuti non riciclabili pari a 93.500 tonnellate/anno, consente un risparmio di combustibile fossile di 17.000 Tep/anno.
La visita si è aperta con un intervento dell’Associazione che ha fornito una panoramica delle principali opportunità e criticità connesse al ciclo dei rifiuti in Italia e un successivo focus sull’impianto da parte dei responsabili del termovalorizzatore, che hanno descritto le principali fasi di trattamento del combustibile solido da rifiuti, della generazione elettrica e dell’abbattimento fumi. Dopo una sessione di confronto con la cittadinanza, si è poi passati alla visita vera e propria, nel corso della quale è stato possibile approfondire con i tecnici ogni aspetto del funzionamento e dei controlli ambientali dell’impianto.
“Per noi è motivo di grande soddisfazione l’inserimento, da parte di Assoambiente, del termovalorizzatore di Pozzilli fra gli impianti di trattamento e recupero rifiuti eccellenti di Impianti aperti 2025”, spiega Andrea Ramonda, Amministratore Delegato Herambiente. “Si tratta di un’ulteriore attestazione del servizio reso al territorio dall’impianto, che assicura i più alti standard di efficienza energetica e protezione ambientale. Questa iniziativa, che si aggiunge all’ordinaria attività Herambiente di apertura dell’impianto ai cittadini, sarà un’ulteriore, preziosa, occasione di confronto e dialogo con tutti i nostri stakeholder”.
“Per raggiungere una reale economia circolare nel nostro Paese va colmata la allarmante e diffusa carenza impiantistica, alimentata spesso da pregiudizi e assenza di visione strategica, che scoraggia investimenti e frena lo sviluppo industriale del settore della gestione rifiuti. Impianti come quello di Pozzilli consentono di trasformare in calore ed energia i rifiuti non riutilizzabili in altro modo: il percorso iniziato con la raccolta differenziata si conclude quindi rendendo il rifiuto non riciclabile non più un costo per la società ma, al contrario, una risorsa valorizzata in tutte le sue potenzialità”, ha affermato nel suo intervento Chiara Leboffe di Assoambiente.
Consulta il calendario delle prossime tappe della campagna Impianti Aperti on the Road: https://assoambiente.org/entry_p/Eventi/eventi/16098
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{/related_entries}Consultazione ARERA – primi orientamenti per la separazione contabile e amministrativa settore RU – invio contributi entro il 30 aprile 2025
Con il documento di consultazione 146/2025/R/RIF l’ARERA intende avviare un percorso di confronto con gli stakeholder volto a identificare regole si separazione contabile e amministrativa che consentano di raggiungere gli obiettivi indicati dal legislatore. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/146/SA-ARE/TO del 03.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/146/SA-ARE/TO
Con il documento di consultazione 146/2025/R/RIF l’ARERA intende avviare un percorso di confronto con gli stakeholder volto a identificare regole si separazione contabile e amministrativa che consentano di raggiungere gli obiettivi indicati dal legislatore.
Come noto, la legge 205/2017 individua i primari obiettivi che devono essere perseguiti con lo sviluppo delle direttive unbundling:
“favorire l’efficienza nell’erogazione dei servizi nel settore dei rifiuti urbani, sia mediante una corretta disaggregazione dei costi ammissibili ai riconoscimenti tariffari per funzione svolta e per categoria di utenza, sia prevedendo una opportuna disaggregazione dei costi per area geografica; promuovere la concorrenza, mediante la corretta separazione dei costi delle attività regolate dai costi delle attività libere”.
In relazione alla disaggregazione per funzioni, l’Autorità ritiene che la separazione contabile dovrebbe consentire di identificare le partite economiche e patrimoniali che riguardano lo svolgimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani soggetto a regolazione tariffaria. L’Autorità ritiene infatti che la disciplina della separazione contabile debba contribuire ad alimentare una regolazione tariffaria fondata su dati contabili accertabili e verificabili.
La disciplina della separazione contabile attualmente prevista per gli esercenti del settore elettrico e gas, nonché per i gestori del servizio idrico integrato, è finalizzata a consentire la verifica dei costi delle prestazioni e assicurare la loro corretta disaggregazione e imputazione per funzione svolta.
Per il comparto, nel DCO, l’Autorità ha valutato che operano:
- imprese multiservizi che sono soggette agli obblighi di separazione contabile disciplinati dal TIUC;
- imprese a controllo pubblico soggette agli obblighi di separazione contabile disciplinati dalla Direttiva di separazione contabile MEF;
- imprese non soggette a obblighi di separazione contabile.
Al riguardo, in sede di prima applicazione:
- per le imprese che già adottano il TIUC, l’Autorità intende prevedere norme specifiche che consentano di estendere l’applicazione del TIUC anche al settore dei rifiuti;
- per le imprese soggette agli obblighi di separazione contabile disciplinati dalla Direttiva di separazione contabile MEF, l’Arera intende valutare un approccio semplificato che prevede l’applicazione dei criteri e dei principi individuati nella medesima Direttiva di separazione contabile MEF;
- per gli operatori che non sono ancora soggetti a obblighi di separazione contabile, l’Autorità intende prevedere un approccio semplificato con norme specifiche di contabilità, finalizzato alla compilazione degli schemi specifici di rendicontazione prevedendo la redazione di appositi prospetti di riconciliazioni con i bilanci societari.
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione - come di consueto - intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO (compilando gli specifici box in allegato) entro e non oltre mercoledì 30 aprile 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
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{/related_entries}Consultazione ARERA – Orientamenti per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani – invio contributi entro il 30 aprile 2025
Con il documento di consultazione 147/2025/R/RIF l’ARERA a definito i suoi primi orientamenti per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/145/SA-ARE/TO del 03.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/145/SA-ARE/TO
Con il documento di consultazione 147/2025/R/RIF l’ARERA a definito i suoi primi orientamenti per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani.
Come noto, con la deliberazione 23/2025/R/RIF l’Autorità ha avviato un procedimento per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani che, in continuità con l’impostazione adottata nella deliberazione 387/2023/R/RIF, si pone l’obiettivo di promuovere la graduale transizione delle diverse gestioni verso sistemi con maggior rendimento ambientale e minori potenziali impatti, in linea con i target europei e con i principi del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti.
Gli orientamenti illustrati sono finalizzati a:
- promuovere ulteriormente l’incremento della qualità della raccolta differenziata e l’innovazione tecnologica degli impianti di trattamento, contribuendo ad accrescere la disponibilità di materiale recuperato di buona qualità per il successivo impiego nelle filiere produttive;
- rafforzare gli incentivi a compiere scelte di programmazione a livello locale coerenti con la gerarchia dei rifiuti e con i target europei in materia di riduzione dello smaltimento in discarica e preparazione per il riutilizzo e il riciclo;
- ridurre ulteriormente l’impatto ambientale del servizio di gestione dei rifiuti, tenuto conto degli effetti negativi sull’ambiente derivanti da una raccolta differenziata di bassa qualità, nonché dal conferimento dei rifiuti presso impianti di trattamento poco efficienti e dall’impiego di mezzi a combustibili non sostenibili;
- evidenziare il contributo dei diversi soggetti coinvolti nel raggiungimento dei target europei, allo scopo di aumentarne la consapevolezza circa i propri comportamenti e le scelte organizzative e gestionali.
Nello sviluppo dei nuovi orientamenti, l’Autorità intende tenere conto dei molteplici profili che caratterizzano il quadro di riferimento e lo stato del settore dei rifiuti urbani.
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione - come di consueto - intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO (compilando gli specifici box in allegato) entro e non oltre mercoledì 30 aprile 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
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{/related_entries}Rifiuti tessili urbani, rischio paralisi
Unirau (l’Associazione delle aziende e delle cooperative che svolgono le attività di raccolta, selezione e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani che aderisce ad Assoambiente) e Ariu (Associazione Recuperatori Indumenti Usati), accompagnati da rappresentanti di Retessile, hanno illustrato e consegnato ad Anci ed Utilitalia un report che analizza la situazione critica vissuta dalla filiera dei rifiuti tessili urbani e dettaglia in modo chiaro e trasparente i costi di raccolta che variano tra i 306 ed i 366 euro/tonnellata, a seconda di diversi fattori di costo presi in esame.
“Per anni”, ha evidenziato Andrea Fluttero - Presidente Unirau nel corso dell’incontro, “i costi della raccolta effettuata tipicamente da soggetti dell’economia sociale si autosostenevano con il valore ricavato dalla vendita alle aziende della selezione di quanto raccolto, che veniva valorizzato tramite preparazione per il riuso e riciclo”.
“Oggi”, ha affermato Joseph Valletti - Presidente Ariu, “la somma degli effetti dell’aumento dei quantitativi raccolti su base europea, la scarsa qualità del “fast fashion” e la concorrenza sui mercati globali del “second hand” fatta dal super fast fashion cinese ha fatto crollare il valore di quanto raccolto e le imprese della selezione per mantenere la loro competitività sono costrette ad acquistare raccolte provenienti da altri Paesi europei di maggiore qualità ed a quotazioni decisamente più basse”.
“Questo ci obbliga”, ha spiegato Fluttero, “come dimostrato dai dati che emergono dal report presentato, a vendere le nostre raccolte a quotazioni inferiori ai nostri costi di raccolta e ci mette di fronte al rischio di non poter dare continuità al servizio”.
In attesa della istituzione di un regime di EPR a cui stanno lavorando sia il MASE tramite un apposito DM che la UE tramite la revisione della direttiva europea 2008/98, provvedimenti che verosimilmente saranno varati nel primo semestre del 2026 è necessario un sostegno da parte dei Comuni e delle aziende della raccolta rifiuti urbani.
Tra le possibili azioni illustrate nel documento:
• la possibilità di prezzi agevolati per smaltire gli scarti della raccolta e della selezione,
• l’impegno ad evitare iniziative per aumentare i quantitativi raccolti
• la sospensione del pagamento di eventuali royaties dovute a seguito di gare pregresse per la raccolta
• il passaggio da gare ad evidenza pubblica al massimo rialzo a quelle al massimo ribasso.
Se non sarà possibile concordare con le stazioni appaltanti le misure temporanee di sostegno illustrate, le raccolte rischiano di fermarsi, non consentendo ai Comuni di adempiere ad un loro obbligo, aumentando i quantitativi di rifiuti indifferenziati ed i conseguenti costi ambientali ed economici di smaltimento, privando i cittadini di un servizio e rischiando di lasciare spazi a soggetti che operando sottocosto sono poi verosimilmente costretti a pratiche commerciali, di gestione del personale ed ambientali fuori dalla legalità.
In allegato: il report elaborato da Unirau con il supporto di Ariu
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{/related_entries}Legge 40/2025 su interventi post calamità
Pubblicata la legge 18 marzo 2025, n. 40 che definisce il coordinamento delle procedure di ricostruzione nei territori colpiti da calamità, anche in relazione al trattamento e alla rimozione di macerie e rifiuti.
Per quanto riguarda il trattamento delle macerie derivanti dall'evento catastrofale, l'articolo 19 contiene una dettagliata disciplina, che presenta anche deroghe al D.lgs. n. 152/2006, con tutti gli aspetti che vanno presi in considerazione nella stesura del Piano per la gestione delle macerie. Il medesimo articolo detta inoltre una serie di norme per la raccolta e il trasporto dei materiali, specifiche disposizioni per la gestione dei rifiuti elettronici, gli obblighi dei gestori dei siti di deposito temporaneo delle macerie e la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nei luoghi adibiti all'assistenza alla popolazione.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/144/SAEC-NOT/CS del 02.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/144/SAEC-NOT/CS
Pubblicata la legge 18 marzo 2025, n. 40 che definisce il coordinamento delle procedure di ricostruzione nei territori colpiti da calamità, anche in relazione al trattamento e alla rimozione di macerie e rifiuti.
Il provvedimento, che era stato approvato in via definitiva dal Parlamento lo scorso 17 marzo, organizza in un unico quadro normativo procedimenti e attività di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo. Si tratta di interventi "post emergenziali", nel senso che nelle zone interessate deve essere cessato o revocato lo stato di emergenza di rilievo nazionale dichiarato ai sensi delle disposizioni del Codice della protezione civile.
Il primo Capo è dedicato ai principi organizzativi per la ricostruzione post calamità e il secondo alle misure per la ricostruzione mentre il Capo III è dedicato alle misure di tutela ambientale. Il provvedimento affida al Commissario per la ricostruzione, tra i vari compiti, anche l'approvazione di un Piano speciale delle infrastrutture ambientali danneggiate, come gli impianti di depurazione e di collettamento fognario o le dotazioni per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani nonché gli impianti di gestione degli stessi. Il Commissario potrà approvare anche un Piano per la gestione delle macerie.
Per quanto riguarda il trattamento delle macerie derivanti dall'evento catastrofale, l'articolo 19 "Disposizioni in materia di trattamento e trasporto dei materiali derivanti dall'evento calamitoso" contiene una dettagliata disciplina, che presenta anche deroghe al D.lgs. n. 152/2006, con tutti gli aspetti che vanno presi in considerazione nella stesura del Piano per la gestione delle macerie. Alcune delle disposizioni richiamate riprendono norme già introdotte in passato, in via temporanea, in occasione di particolari eventi calamitosi e che in questa normativa trovano una sistemazione consolidata. Tra queste la classificazione come rifiuti urbani dei materiali derivanti dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati (classificazione che opera ai fini dell'avviamento delle macerie ai siti di deposito temporaneo o agli impianti di smaltimento) nonché il chiarimento circa il "Produttore" dei rifiuti, che diventa il Comune in cui sono originati.
Il medesimo articolo detta inoltre una serie di norme per la raccolta e il trasporto dei materiali, specifiche disposizioni per la gestione dei rifiuti elettronici (con il CdC RAEE che è tenuto a prendere in consegna i RAEE nelle condizioni in cui si trovano), gli obblighi dei gestori dei siti di deposito temporaneo delle macerie e la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nei luoghi adibiti all'assistenza alla popolazione.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo della Legge in allegato.
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{/related_entries}ADA sulla proposta di legge sulla radiazione dei veicoli in stato di fermo amministrativo
Ricicla News, Agenzia AGR, Agenzia di Stampa dell'Energia e delle Infrastrutture, Canale Energia, Staffetta Rifiuti, Motori online, Auto Aziendali Magazine, Fleetime Magazine, Adriaeco, Insurance Trade, Inforicambi, ItaliaNotizie 24
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{/related_entries}Intervista a Chicco Testa su L’Unione Sarda
L'Unione Sarda
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{/related_entries}Webinar Bando 2025 del CdC RAEE – 10 aprile 2025, ore 11.00-11.30
Il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE) ha organizzato un webinar tecnico dedicato alle aziende della raccolta e ai Comuni per dare loro la possibilità di approfondire tutte le informazioni relative alla partecipazione al Bando per l'implementazione del sistema RAEE aperto dallo scorso 24 marzo.
Il webinar si terrà giovedì 10 aprile dalle 11.00 alle 11.30 al seguente link: https://bit.ly/webinar_bando_raee_cdr
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/143/SAEC-FIN/PE del 02.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/143/SAEC-FIN/PE
Il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE) ha organizzato un webinar tecnico dedicato alle aziende della raccolta e ai Comuni per dare loro la possibilità di approfondire tutte le informazioni relative alla partecipazione al Bando per l'implementazione del sistema RAEE aperto dallo scorso 24 marzo (v. circolare Assoambiente n. 119/2025).
Ricordiamo che il nuovo Bando si articola in tre Misure e prevede:
- Misura A finanzierà opere presso il Centro di Raccolta (CdR) e l’acquisto di beni per l’operatività dello stesso per un totale di euro 945.781,82;
- Misura B è destinata alla realizzazione di nuovi Centri di Raccolta in Comuni in cui non ne esista già uno iscritto al portale del CdC RAEE, per un totale di euro 1.891.563,65;
- Misura C è finalizzata alla realizzazione di progetti per la raccolta continuativa dei RAEE domestici sul territorio e di comunicazione locale, per un totale di euro 1.845.781,82.
Il webinar si terrà giovedì 10 aprile dalle 11.00 alle 11.30 al seguente link:
https://bit.ly/webinar_bando_raee_cdr
Non è necessaria la registrazione per poter partecipare.
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{/related_entries}Sentenza Consiglio di Stato su riesame AIA
I Giudici del Consiglio di Stato nella sentenza 24 febbraio 2025, n. 1568 hanno stabilito che il riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) decorsi 10 anni dal rilascio del titolo è effettuato sull'intero impianto e vanno valutate anche le novità intervenute nella programmazione regionale sui rifiuti.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/142/SAEC-GIU/LE del 02.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/142/SAEC-GIU/LE
Il riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) decorsi 10 anni dal rilascio del titolo è effettuato sull'intero impianto e vanno valutate anche le novità intervenute nella programmazione regionale sui rifiuti.
Così si sono espressi i Giudici del Consiglio di Stato nella sentenza 24 febbraio 2025, n. 1568 confermando la legittimità del comportamento della Provincia di Lecce che ha negato parzialmente il riesame (con valore di rinnovo) dell'autorizzazione integrata ambientale di una discarica di rifiuti nella parte in cui gestiva rifiuti contenenti amianto, perché erano mutate le prescrizioni programmatorie nella pianificazione regionale in materia di rifiuti.
Ricordano i Giudici, infatti che l'articolo 29-ocites del D.lgs. n. 152/2006 che regola il procedimento di riesame dell'AIA, obbliga l'Ente che rilascia il titolo a riesaminare l'autorizzazione decorsi 10 anni dal rilascio o da un precedente riesame. In questo caso la valutazione ha ad oggetto l'intera installazione e interessa anche eventuali nuovi elementi che sono intervenuti nel frattempo e che possono condizionare l'esercizio dell'installazione.
Nel caso di specie tali "nuovi elementi" sono stati il Piano regionale rifiuti e il Piano amianto che hanno determinato il giudizio di parziale diniego rilasciato all'azienda.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Sentenza allegata del Consiglio di Stato.
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{/related_entries}Convocazione gruppo lavoro discariche – 16 aprile 2025 da remoto
A seguito del webinar Assoambiente sul tema PFAS dello scorso 25 marzo 2025 ed in considerazione delle iniziative che diverse Regioni stanno avviano in materia, riteniamo utile convocare il gruppo di lavoro discariche congiunto Assoambiente-Utilitalia per il prossimo 16 aprile alle ore 14.30 da remoto.
Necessaria iscrizione per ricevere link.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/141/SA-DIS/PE del 02.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/141/SA-DIS/PE
A seguito del webinar Assoambiente sul tema PFAS dello scorso 25 marzo 2025 ed in considerazione delle iniziative che diverse Regioni stanno avviano in materia, riteniamo utile convocare il gruppo di lavoro discariche congiunto Assoambiente-Utilitalia per il prossimo 16 aprile alle ore 14.30 da remoto.
L’incontro sarà l’occasione per uno specifico confronto sul tema PFAS e percolato.
I dati di letteratura e le verifiche in campo, condotte su percolati di discariche (anche di recente realizzazione) hanno acclarato che la concentrazione di PFAS in tale refluo può variare da valori compresi tra 0,05 e 0,5 mg/l (cioè dalle decine alle centinaia di mcrog/l).
La presenza di PFAS nel percolato di discarica è dunque un fatto conclamato ed inevitabile; le concentrazioni riscontrate sono frutto di un processo di lisciviazione naturale dei rifiuti in cui sono presenti i PFAS in quanto derivanti da tantissimi materiali e manufatti di uso comune contenenti PFAS all’origine.
Le concentrazioni prevedibili nel percolato sono circa 500-1000 volte più alte rispetto ai valori limite adottati per le acque destinate al consumo umano (0,0001 – 0,0005 mg/l), che in talune regioni vorebbero essere applicati anche allo scarico dei sistemi di depurazione.
Diventa quindi urgente affrontare la questione in merito alle possibili ricadute sul sistema di gestione dei rifiuti che potrebbero verificarsi in questo scenario, che di fatto renderebbe estremamente difficoltoso ed oneroso lo smaltimento del percolato e/o dei rifiuti derivanti dal suo trattamento (ad esempio i concentrati da nanofiltrazione o osmosi inversa)
Necessario confermare presenza scrivendo a assoambiente@assoambiente.org per ricevere link di accesso all’incontro, che sarà trasmesso la mattina dell’16 aprile 2025.
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{/related_entries}Assicurazione imprese contro eventi calamitosi – Decreto Legge proroga per PMI
Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto Legge 31 marzo 2025, n. 39 recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali.
Il Decreto in parola contiene la proroga per le micro, piccole e medie imprese del termine entro cui stipulare l'assicurazione contro le catastrofi naturali. L'obbligo di stipulare una polizza contro i rischi catastrofali è previsto dalla legge 30 dicembre 2023, n. 213 ed è attualmente fissato nell'unica data del 1° aprile 2025 che rimane valida per tutte le imprese che non ricadono nella fattispecie del presente Decreto-Legge.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/140/SAEC-NOT/CS del 01.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/140/SAEC-NOT/CS
Pubblicato il Decreto Legge 31 marzo 2025, n. 39 recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali (G.U. n. 75 del 31.03.2025).
Il Decreto in parola contiene la proroga per le micro, piccole e medie imprese del termine entro cui stipulare l'assicurazione contro le catastrofi naturali. L'obbligo di stipulare una polizza contro i rischi catastrofali è previsto dalla legge 30 dicembre 2023, n. 213 ed è attualmente fissato nell'unica data del 1° aprile 2025 che rimane valida per tutte le imprese che non ricadono nella fattispecie del presente Decreto-Legge.
Il decreto posticipa al 31 dicembre 2025 il termine per le piccole e micro imprese così come definite dalla direttiva delegata 2023/2775 (sono microimprese le imprese che alla data di chiusura del bilancio non superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti: i) totale dello stato patrimoniale - 450 000 €; ii) ricavi netti delle vendite e delle prestazioni - 900 000 €; iii) 10 dipendenti. I criteri per le piccole imprese sono: totale dello stato patrimoniale – 5 000 000 €; ii) ricavi netti delle vendite e delle prestazioni – 10 000 000 €; iii) 50 dipendenti).
Per le imprese di medie dimensioni invece il termine entro cui procedere alla sottoscrizione dell’assicurazione è posticipato al 1° ottobre 2025. Secondo la direttiva delegata 2023/2775 sono medie imprese le imprese che alla data di chiusura del bilancio non superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti: i) totale dello stato patrimoniale – 25 000 000 €; ii) ricavi netti delle vendite e delle prestazioni – 50 000 000 €; iii) 250 dipendenti.
Le aziende dovranno stipulare una polizza di assicurazione che copra danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché ad attrezzature industriali e commerciali che siano causati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni e esondazioni. Sono esclusi dall'obbligo assicurativo solo gli imprenditori agricoli. La mancata stipulazione della polizza non comporta per l'impresa l'applicazione di una sanzione ma essa può risultare penalizzata in sede di assegnazione di contributi, incentivi o agevolazioni pubbliche, anche di quelle stanziate per fare fronte a calamità naturali.
Siamo infine a ricordare che con apposito DM 30 gennaio 2025, n. 18 del Ministero delle Finanze vengono definite le modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali (v. circolare Assoambiente n. 83/2025).
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del Decreto Legge allegato.
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{/related_entries}Sentenza della Corte di Giustizia dell’UE – Italia sanzionata per inadempimento degli obblighi della Direttiva acque reflue
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emanato la sentenza 27 marzo 2025 (causa C-501/23) in cui ha imposto all’Italia sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto degli obblighi in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane in relazione a quattro agglomerati (in Sicilia e in Valle d’Aosta).
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/139/SAEC-GIU/FA del 01.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/139/SAEC-GIU/FA
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emanato la sentenza 27 marzo 2025 (causa C-501/23) in cui ha imposto all’Italia sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto degli obblighi in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane in relazione a quattro agglomerati (in Sicilia e in Valle d’Aosta).
Si ricorda che la Corte aveva già constatato una prima volta l’inadempimento dell’Italia in una sentenza pronunciata nel 2014 (sentenza del 10 aprile 2014 C-85/13, riferita al ricorso della Commissione UE contro l’Italia) in quanto venuta meno agli obblighi ad essa incombenti a norma della Direttiva 91/271/CEE sulle acque reflue su ben 41 agglomerati. A tal proposito, la Commissione europea, ritenendo che, oltre 20 anni dopo la scadenza dei termini di recepimento previsti dalla suddetta direttiva e gli anni passati dalla sentenza del 2014, l’Italia non si fosse ancora pienamente conformata alle norme europee (in quanto ancora inadempiente su quattro agglomerati) ha proposto un nuovo ricorso per inadempimento, diretto all’imposizione di sanzioni pecuniarie.
Nel merito, l’Italia è stata accusata di essere venuta meno agli obblighi derivanti dall’articolo 3, e/o dell’articolo 4 e/o dall’articolo 5, nonché dell’articolo 10 della direttiva 91/271/CEE, relativi alla mancata realizzazione delle reti fognarie e il mancato trattamento preventivo prima dello scarico nei quattro agglomerati di cui sopra che hanno un numero di abitanti equivalenti superiore a 10.000.
Nella sentenza, la Corte constata che, in relazione a questi agglomerati, l’Italia non aveva adottato tutte le misure necessarie all’esecuzione della sentenza del 2014, al fine di ottemperare agli obblighi ad essa incombenti in forza della direttiva, e che, tale inadempimento persisteva ancora alla data dell’udienza dinanzi alla Corte (13 novembre 2024).
La Corte di giustizia condanna quindi l’Italia a pagare una somma forfettaria di 10 milioni e una penalità di euro 13.687.500 per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 2014, a partire da oggi e fino alla completa esecuzione della sentenza del 2014.
Nel fissare l’importo delle sanzioni pecuniarie, la Corte tiene conto della gravità dell’infrazione, della sua durata e della capacità finanziaria dello Stato membro. Essa sottolinea in particolare che l’assenza di trattamento delle acque reflue urbane costituisce un danno all’ambiente e deve essere considerata come particolarmente grave.
Si specifica inoltre che, sebbene il danno ambientale sia diminuito grazie alla riduzione significativa del numero di agglomerati, che sono passati da 41 nel 2014 a 4, un pregiudizio all’ambiente, seppur minore, tuttavia persiste, tanto più grave se si considera che i quattro agglomerati non conformi scaricano le loro acque reflue in aree sensibili.
Per qualsiasi ulteriore approfondimento, si rimanda al testo della sentenza disponibile in allegato.
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{/related_entries}TuttoAmbiente – corso RENTRi 8 maggio 2025
TuttoAmbiente ha organizzato per il prossimo 8 maggio 2025 (ore 9.00-13.00) un incontro in live streaming sul tema “RENTRi - Modalità operative e compilazione dei FIR e dei registri”.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/138/SAEC-COM/PE del 01.04.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/138/SAEC-COM/PE
TuttoAmbiente ha organizzato per il prossimo 8 maggio 2025 (ore 9.00-13.00) un incontro in live streaming sul tema “RENTRi - Modalità operative e compilazione dei FIR e dei registri”.
Nel corso dell’incontro si utilizzerà il portale RENTRi per mostrare, passo dopo passo, come si affrontano gli adempimenti che verranno illustrati e sarà possibile porre domande al docente.
Nell’ambito della Partnership 2025 siglata dall’Associazione con TuttoAmbiente Vi informiamo che per i Soci ASSOAMBIENTE è stata definita una scontistica pari al 10% sulle attività di formazione.
Per tutte le informazioni rimandiamo all’allegato con preghiera di indicare, qualora interessati all’iscrizione al Corso, di barrare la casella corrispondente alla scontistica riservata ai Soci Assoambiente.
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{/related_entries}Proposta di Legge su rottamazione dei veicoli in stato di fermo, Associazione Demolitori Autoveicoli: “giusta direzione, ma, nella versione attuale, di difficile applicazione nelle grandi città”
“Un passo in avanti per decongestionare le nostre città eliminando i veicoli abbandonati dalle strade, per migliorarne il decoro e per una più corretta gestione dei rifiuti. Restano però alcune criticità. In primis, la difficile applicabilità della procedura prevista in comuni di grandi dimensioni”.
È questo il commento dell’ADA (l’Associazione Demolitori di Autoveicoli che aderisce ad Assoambiente) al testo della Proposta di Legge finalizzata a contrastare l’abbandono dei veicoli in strada e rafforzarne la tracciabilità, prevedendo la cancellazione dai registri pubblici (PRA) dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo.
Secondo l’Associazione il testo base della Proposta di Legge (recante «Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo), approvato all’unanimità alla Camera dei Deputati e ora in attesa di approdo in Senato, rappresenta un segnale importante: una norma che colma una lacuna normativa e punta a tutelare l’ambiente e restituire spazio pubblico ai cittadini, rendendo finalmente possibile la cancellazione dal PRA e la successiva rottamazione dei veicoli sottoposti a fermo amministrativo. Secondo i dati ACI sono 3 milioni e 600mila i veicoli iscritti nei registri del PRA gravati da fermo amministrativo, veicoli molto vecchi e inutilizzati. Il problema dell’abbandono dei veicoli affligge tutti i centri abitati della Penisola. Secondo la Proposta di Legge, spetterà ai comuni, alle province o all’ente proprietario della strada l’obbligo di attestare l’inutizzabilità del veicolo iscritto al PRA, mentre competeranno al proprietario del mezzo i costi connessi alle operazioni di cancellazione e rottamazione.
“Il testo presenta a nostro giudizio alcune criticità che rendono il processo farraginoso e complesso per i cittadini rischiando di limitarne l’efficacia. Infatti, il cittadino per riuscire a demolire il veicolo dovrà ottenere dalla Polizia Locale il riconoscimento dell’inutilizzabilità del veicolo, un passaggio burocratico che nelle grandi città potrebbe rendere inefficace la nuova norma a causa della difficoltà di individuazione dell’autorità̀ competente all’emissione di tale dichiarazione”, osserva Anselmo Calò, Presidente ADA, che aggiunge: “Per questo speriamo che nel passaggio al Senato si tengano in conto gli ordini del giorno dei deputati Casu e Raimondo (approvati da tutte le forze politiche), prevedendo che per i veicoli con una anzianità superiore ai 10-15 anni ci sia l’esenzione dalla produzione della certificazione di inutizzabilità”.
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{/related_entries}Pronuncia CITE strategicità su progetti CRM
Con la delibera 19 febbraio 2025 il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) si è pronunciato sulla sussistenza di eventuali motivi ostativi al riconoscimento del carattere strategico dei progetti di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche da attuare sul territorio nazionale, ai sensi di quanto previsto dalla Legge 8 agosto 2024, n. 115 “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”.
In particolare l’articolo 2 “Disposizioni per il riconoscimento dei progetti strategici” della Legge 115 affida al CITE il compito di evidenziare la sussistenza di eventuali motivi ostativi alla presentazione alla Commissione europea di una domanda di riconoscimento del carattere strategico di un progetto nazionale di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/137/SAEC-GIU/CS del 31.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/137/SAEC-GIU/CS
Con la delibera 19 febbraio 2025 (G.U. n. 73 del 28 marzo 2025) il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) si è pronunciato sulla sussistenza di eventuali motivi ostativi al riconoscimento del carattere strategico dei progetti di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche da attuare sul territorio nazionale, ai sensi di quanto previsto dalla Legge 8 agosto 2024, n. 115 “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”.
In particolare l’articolo 2 “Disposizioni per il riconoscimento dei progetti strategici” della Legge 115/2024 affida al CITE, integrato dal Ministro della difesa e dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, il compito di evidenziare la sussistenza di eventuali motivi ostativi alla presentazione alla Commissione europea di una domanda di riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche, da attuare sul territorio italiano.
Nella pronuncia viene riportato che il CITE non ha ravvisato la sussistenza di motivi ostativi al riconoscimento del carattere strategico dei seguenti progetti di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche:
- “LIFE22-ENV-IT-INSPIREE” nella Regione Lazio;
- “epCRM® - enriched product of Critical Raw Material” nella Regione Piemonte;
- “FRELP 1234” nella Regione Piemonte;
- “Project Yellow” nella Regione Sardegna;
- “Silius CRM/SRM” nella Regione Sardegna;
- “Portovesme CRM HUB”, nella Regione Sardegna;
- “Project for the inertization of asbestos materials and production of critical Raw materials” nella Regione Sicilia;
- “Alpha Project” nella Regione Toscana;
- “RECOVER-IT Resources Extraction and Circular Optimization Via Effluent Recovery in Italy” nella Regione Veneto.
Sono stati invece ravvisati motivi ostativi al riconoscimento del carattere di strategicità del progetto di riciclaggio delle materie prime strategiche “Building a Magnets Recycling Facility”, ricadente nel territorio della Regione Marche.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo della pronuncia allegato
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{/related_entries}Sentenza Corte Cassazione su rifiuti tessili
La Corte di Cassazione si è espressa in merito ad un ricorso avanzato dal rappresentante di una impresa che era stato condannato perché riceveva grossi quantitativi di rifiuti, costituiti da indumenti usati, accessori e prodotti tessili post consumo, e li commercializzava come MPS nel mercato dell’usato senza sottoporli ad un effettivo processo di trattamento e recupero. La Cassazione ha chiarito che gli indumenti usati conferiti nei cassonetti in strada o tramite il ritiro porta a porta sono rifiuti e ad essi si applica il Codice ambientale, mentre possono non esserlo quelli ceduti direttamente nelle sedi di un Ente benefico.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/136/SAEC-GIU/CS del 31.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/136/SAEC-GIU/CS
La Corte di Cassazione, con la sentenza 6782/2025, si è espressa in merito ad un ricorso avanzato dal rappresentante di una impresa che era stato condannato perché riceveva grossi quantitativi di rifiuti, costituiti da indumenti usati, accessori e prodotti tessili post consumo, e li commercializzava come MPS nel mercato dell’usato senza sottoporli ad un effettivo processo di trattamento e recupero. Tra i motivi del ricorso il fatto che questi, vista la modalità di raccolta, non possono considerarsi rifiuti.
Nella sentenza la Corte afferma che gli indumenti usati, per non essere considerati rifiuti, devono rispondere alle condizioni previste dalla Legge 166/2016 relativa alle disposizioni per la donazione e la limitazione degli sprechi. Il donatario deve essere uno dei soggetti previsti dall'articolo 2 della legge (enti benefici) e gli indumenti devono essere conferiti direttamente presso le sedi operative dei donatari. Se non ricorrono tali condizioni non si può applicare la disciplina più favorevole prevista dalla citata legge del 2016 per la cessione gratuita di indumenti usati.
Al contrario gli indumenti usati conferiti mediante cassonetti posizionati nella pubblica via o il ritiro porta a porta sono da considerare rifiuti e la relativa gestione deve rispettare la disciplina prevista dal D.lgs. n. 152/2006. La Cassazione ha quindi sottolineato che il soggetto che riceveva gli indumenti, raccolti dai cassonetti o tramite sistema "porta a porta", non era un ente benefico ma una società commerciale autorizzata al trattamento di rifiuti che era quindi tenuta a trattare i materiali ricevuti come rifiuti.
La Corte di Cassazione ha pertanto confermato la condanna del titolare della società per traffico illecito di rifiuti in quanto i rifiuti tessili venivano avviati al mercato dell'usato senza essere sottoposti al necessario processo di trattamento (tra cui l'igienizzazione).
Per maggiori informazioni si rimanda al testo della sentenza allegato.
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{/related_entries}Terre e rocce da scavo – MASE invia a Commissione europea nuovo schema Regolamento
Lo scorso 21 marzo il MASE ha notificato alla Commissione europea lo schema del nuovo regolamento di razionalizzazione e semplificazione della disciplina nazionale inerente alla gestione delle terre e rocce da scavo, anche per assicurare il rispetto delle tempistiche previste per la realizzazione delle opere del PNRR. Il provvedimento non potrà essere adottato dall'Italia prima del 24 giugno 2025, data che corrisponde al periodo (cd. "status quo") durante il quale qualunque altro soggetto interessato può presentare osservazioni sul testo notificato.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/135/SAEC-SUO/PE del 31.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/135/SAEC-SUO/PE
Lo scorso 21 marzo il MASE ha notificato alla Commissione europea lo schema del nuovo regolamento di razionalizzazione e semplificazione della disciplina nazionale inerente alla gestione delle terre e rocce da scavo, anche per assicurare il rispetto delle tempistiche previste per la realizzazione delle opere del PNRR.
Lo schema di regolamento, di attuazione del Dl 13/2023 (cd. "Decreto PNRR 3", v. circolare Assoambiente n. 102/2023), prevede l’abrogazione del DPR 13 giugno 2017, n. 120 e introduce una disciplina semplificata per:
- la gestione delle terre e delle rocce da scavo classificate come sottoprodotti;
- l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti;
- la disciplina del deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo classificate come rifiuti;
- la gestione dei terreni e rocce da scavo nei siti oggetto di bonifica;
- disposizioni di semplificazione per i cantieri di micro dimensioni, per i quali è attesa una produzione di terre e rocce non superiore a 1.000 metri cubi;
- disposizioni transitorie e finali.
Il provvedimento non potrà essere adottato dall'Italia prima del 24 giugno 2025, data in cui avrà termine il periodo di cd. "status quo" durante il quale qualunque altro soggetto interessato può presentare osservazioni sul testo notificato.
Il testo presentato a Bruxelles conferma lo schema di regolamento reso pubblico dal MASE nel settembre 2023 e sottoposto a consultazione pubblica (v. circolare Assoambiente n. 243/2023). Non mancano tuttavia alcune novità, come l'introduzione della nuova "Dichiarazione di consegna all'utilizzo" per le terre qualificate come sottoprodotti e il via libera al riutilizzo in situ e senza preventiva caratterizzazione delle terre prodotte dai cantieri "puntuali" (massimo 20 metri cubi).
Per il resto, vengono confermati i cambiamenti rispetto al vigente Dpr 120/2017 già previsti dalla bozza sottoposta a consultazione pubblica nell'autunno 2023. Le novità comprendono, tra l'altro, l'estensione del campo di applicazione della disciplina ai sedimenti, lo snellimento della procedura per il deposito intermedio e nuove procedure semplificate per l'utilizzo in sito.
Nel rimandare allo schema di provvedimento trasmesso a Bruxelles, in allegato, rimandiamo a prossime comunicazioni per ogni aggiornamento.
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{/related_entries}FEAD NEWSLETTER N° 212 – 31 MARCH 2025
Si rende disponibile in allegato la Newsletter n. 212 del 31 marzo 2025.
Buona lettura.
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{/related_entries}Moda, agevolazioni per le imprese della filiera di trasformazione delle fibre tessili naturali e della concia della pelle: apertura sportello 3 aprile
Il MIMIT, con provvedimento direttoriale, ha definito i termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazione inerenti la valorizzazione della filiera di trasformazione delle fibre tessili naturali e di concia della pelle, con particolare attenzione alla certificazione della loro sostenibilità.
Le domande per gli incentivi potranno essere inviate a partire dalle ore 12.00 del 3 aprile e fino alle ore 12.00 del 3 giugno allo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la sezione "Rafforziamo le imprese" del sito https://www.invitalia.it/ o chiamare il numero verde gratuito 800 77 53 97 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00.
Il provvedimento, che ha l'obiettivo di potenziare l’autonomia di approvvigionamento delle materie prime naturali nell’industria tessile nazionale, fa seguito all’adozione del decreto del 10 dicembre 2024 del ministro Adolfo Urso, di concerto con i ministri dell’Economia e delle Finanze e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al rifinanziamento della misura in Legge di Bilancio 2025.
Le risorse assegnate alla misura sono pari a 30.042.500,00 al netto degli oneri di gestione (30.500.000 lordi) di cui circa 20 milioni destinati alla concessione di contributi a fondo perduto e oltre 10 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati.
Le linee di intervento della misura rivolta alle micro, piccole e medie imprese operanti nei settori del tessile (codice ATECO 13) e della concia del cuoio (codice ATECO 15.11) riguardano:
- "Crescita e innovazione" con investimenti finalizzati all’aumento della capacità produttiva, nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e riduzione degli sprechi e certificati da soggetti qualificati, a cui sono destinate risorse pari a euro 14.019.833,00 (di cui 10.014.167,00 per le micro e piccole imprese e 4.005.666,00 per le medie imprese).
- "Sostenibilità ambientale" con l’acquisizione di beni strumentali, certificazioni ambientali di prodotto e di processo, utilizzo di fibre tessili di origine naturale e di materiali provenienti da processi di riciclo e di scarto di lavorazioni, a cui sono destinate risorse pari a euro 16.022.667,00 (di cui 12.017.000,00 per le micro e piccole imprese e 4.005.667,00 per le medie imprese).
Per i programmi di investimento comportanti spese di importo non superiore a 100.000 euro, il contributo a fondo perduto concesso sarà pari al 60% delle spese.
Per i programmi di investimento comportanti spese tra 100.000 e 200.000 euro, il contributo a fondo perduto sarà pari al 60% delle spese fino a 100.000 euro e con finanziamento agevolato all’80% per la quota restante.
Link al comunicato MIMIT
Link al decreto direttoriale 26 febbraio 2025
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{/related_entries}ASSOAMBIENTE 28 marzo 2025
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{/related_entries}Inchiesta pubblica progetto UNI/CT 004 su meccatronica per contenitori per raccolta rifiuti – scade 23 maggio 2025
Termina il prossimo 23 maggio 2025 l’inchiesta pubblica relativa al progetto di norma UNI1612791 “Contenitori per raccolta rifiuti idonei alle applicazioni meccatroniche – Requisiti e metodi di prova”, predisposta dal Comitato tecnico UNI/CT 004 Ambiente.
Il documento specifica gli aspetti geometrici, le prestazioni tecniche e i metodi di prova dei contenitori di rifiuti adatti per l’applicazione di dispositivi meccanici o elettromeccanici che hanno il fine di bloccare il coperchio/i e/o per limitare la quantità di rifiuti conferibili e/o per la misurazione del livello di riempimento e/o altre applicazioni meccatroniche.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/134/SAEC-NOT/PE del 28.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/134/SAEC-NOT/PE
Termina il prossimo 23 maggio 2025 l’inchiesta pubblica relativa al progetto di norma UNI1612791 “Contenitori per raccolta rifiuti idonei alle applicazioni meccatroniche – Requisiti e metodi di prova”, predisposta dal Comitato tecnico UNI/CT 004 Ambiente a cui partecipa anche Assoambiente.
Il documento specifica gli aspetti geometrici, le prestazioni tecniche e i metodi di prova dei contenitori di rifiuti adatti per l’applicazione di dispositivi meccanici o elettromeccanici che hanno il fine di bloccare il coperchio/i e/o per limitare la quantità di rifiuti conferibili e/o per la misurazione del livello di riempimento e/o altre applicazioni meccatroniche. Il progetto di norma include i Requisiti e i Test per contenitori mobili in conformità alla UNI EN 840, per contenitori stazionari in conformità alla UNI EN 12574 e per contenitori con svuotamento dal basso in conformità alla UNI EN 13071 quando essi siano dotati o vengano dotati di dispositivi meccatronici.
La meccatronica per la raccolta dei rifiuti comprende dispositivi che possono essere installati su un contenitore per la raccolta dei rifiuti, principalmente per i seguenti obiettivi:
- contribuire alla gestione del controllo dei conferimenti e al calcolo della “Tariffa Puntuale” attraverso:
a) sistemi per la limitazione geometrica del rifiuto in fase di introduzione.
b) dispositivi per la identificazione e autorizzazione degli utenti che introducono i propri rifiuti in un contenitore. - ottimizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti attraverso dispositivi in grado di rilevare vari parametri tipici della raccolta dei rifiuti (rilevazione dei conferimenti, limitazione del riempimento o controllo del volume disponibile, posizione geolocalizzata, lettura dei parametri operativi dei dispositivi elettromeccanici, ecc.) e trasmettere (o meno) informazioni al fine di ottimizzare il servizio di svuotamento dei contenitori di rifiuti, migliorare la purezza dei materiali raccolti e ottimizzare la localizzazione dei contenitori.
Per partecipare alla consultazione pubblica si rimanda al link disponibile qui.
I commenti pervenuti durante il periodo di inchiesta pubblica saranno esaminati dall'Organo tecnico competente. Sulla base di questo esame il progetto potrà essere rinviato alla Commissione Tecnica competente oppure essere approvato dalla Commissione Centrale Tecnica. In quest'ultimo caso, esso verrà ratificato dal Presidente UNI per essere pubblicato come norma.
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{/related_entries}2025/133/SA-LAV/MI
Con le circolari associative n. 21 del 21 gennaio u.s. e n. 24 del 23 gennaio u.s., abbiamo affrontato alcune questioni ritenute di maggior interesse per il settore, a proposito delle novità legislative introdotte con la legge in oggetto, a proposito di:
- Periodo di prova nei contratti a termine;
- Dimissioni per fatti concludenti a seguito di prolungata assenza ingiustificata.
Come da più parti auspicato, il Ministero del Lavoro ha pubblicato ieri 27 marzo la circolare n. 6/2025, recante alcuni chiarimenti in ordine alla legge n. 203/2024.
Nel rinviare alla lettura della circolare, di seguito riportiamo i principali passaggi relativamente ai due argomenti sopra richiamati.
Periodo di prova nei contratti a termine (circolare Assoambiente n. 21 del 21.1.2025)
Nella circolare associativa avevamo evidenziato come la sopraggiunta normativa di legge prevalesse sulle previsioni di cui all’articolo 11, comma 11, del CCNL di categoria, stante la maggiore durata del periodo di prova contrattuale rispetto alle disposizioni di cui all’articolo 7 del d. lgs. n. 104/2022 come modificato dall’articolo 13 della legge n. 203/2024; pur conservando alcuni dubbi sull’impostazione del Legislatore, evidenziamo come la circolare del Ministero del Lavoro abbia confermato l’interpretazione dell’Associazione, sostenendo che “i limiti massimi (del periodo di prova, NDR) non posso essere derogati neppure dalla contrattazione collettiva … atteso che l’autonomia contrattuale non può – per principio generale – introdurre una disciplina peggiorativa rispetto a quella legale”.
In relazione a ciò, il Ministero considera che “generalmente … viene considerata più favorevole per il lavoratore una minore estensione del periodo di prova, a causa della precarietà che lo stesso comporta per il lavoratore”.
Dimissioni “di fatto” per prolungata assenza ingiustificata (circolare Assoambiente n. 24 del 23.1.2025)
Il Ministero ha chiarito la distinzione tra le previsioni contenute nei CCNL che prevedono la rilevanza disciplinare dell’assenza ingiustificata prolungata per un certo numero di giorni e le nuove disposizioni legislative.
Secondo la circolare ministeriale, infatti, i contratti collettivi possono disciplinare il tema delle dimissioni “di fatto” per assenza prolungata ingiustificata prevedendo un termine diverso dalla legge (16 giorni), purchè superiore, in ossequio al principio dell’inderogabilità “in peius” delle norme contrattuali.
Il Ministero non considera quindi sovrapponibili le fattispecie previste dai contratti collettivi che dispongono, ai sensi dell’articolo 7 della legge n. 300/1970, la sanzionabilità, fino al recesso unilaterale da parte del datore di lavoro, in caso di prolungata assenza ingiustificata; secondo la circolare i datori di lavoro potranno procedere alla contestazione disciplinare e al relativo licenziamento, ma non potranno avvalersi del principio delle “dimissioni per fatti concludenti” se non decorso il termine di cui all’articolo 26, comma 7bis, del d. lgs. n. 151/2015 come modificato dall’articolo 19 della legge n. 203/2024.
Diversamente quindi da quanto, sia pur con formula dubitativa, avevamo argomentato nella circolare Assoambiente del 23 gennaio scorso, secondo il Ministero del Lavoro non rientra nella fattispecie delle dimissioni per fatti concludenti il lavoratore che si assenti per un periodo “pari o superiore a 4 giorni non consecutivi nell’arco di 12 mesi” (vedi articolo 68, punto 3F, lettera “d” del CCNL 18 maggio 2022) oppure “per quattro o più giorni consecutivi” (vedi articolo 68, punto 3G, lettera “k” del CCNL 18 maggio 2022).
Stante l’autorevolezza Ministeriale, pertanto, quanto disposto dalla circolare n. 6/2025 prevale sulle conclusioni tratte, sia pure con fondati argomenti, condivisi anche da noti esperti, dalla circolare Assoambiente n. 24/2025.
Infine, la circolare ministeriale chiarisce che sono escluse dalla nuova procedura delle “dimissioni per fatti concludenti” le dimissioni presentate dalla lavoratrice durante il periodo di gravidanza nonché quelle presentate dalla lavoratrice madre o lavoratore padre durante i primi tre anni di vita del bambino, essendo tali casi regolamentati da specifiche disposizioni di legge.
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{/related_entries}RENTRi – Attività di spazzamento meccanizzato
Pubblicata sul sito RENTRi una FAQ del Ministero dell’Ambiente che chiarisce che sono tenuti a iscriversi al RENTRi, con profilo trasportatore, e ad utilizzare il registro di carico e scarico digitale i soggetti che svolgono attività di spazzamento meccanizzato dei rifiuti solo nel caso in cui i rifiuti siano conferiti direttamente all’impianto di trattamento.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/132/SAEC-NOT/LE del 28.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/132/SAEC-NOT/LE
Pubblicata sul sito Rentri la FAQ su “Obblighi per i soggetti iscritti alla categoria 1 dell'Albo nazionale gestori ambientali per l’attività di spazzamento meccanizzato dei rifiuti”.
Con la FAQ il MASE ha chiarito che i soggetti che svolgono attività di spazzamento meccanizzato dei rifiuti sono tenuti ad iscriversi al RENTRI con profilo trasportatore e sono obbligati, dal 13 febbraio 2025, alla tenuta del registro cronologico di carico e scarico digitale, solo nel caso in cui i rifiuti siano conferiti direttamente all’impianto di trattamento, secondo le indicazioni riportate al Capitolo 3 dell’Allegato 1 Istruzioni per la compilazione del registro cronologico di carico e scarico rifiuti al DD n.251 del 19 dicembre 2023 e devono trasmettere i relativi dati al RENTRI con le tempistiche di cui all’art. 15 del D.M. 59/2023.
In materia segnaliamo inoltre che l’Associazione non solo sta monitorando l’applicazione della disciplina da parte delle aziende ma sta interloquendo costruttivamente attraverso un confronto continuo con il Ministero e con Ecocerved anche sui contenuti delle stesse Faq. Per ogni segnalazione e/o coinvolgimento in materia vi invitiamo pertanto a trasmettere alla segreteria Assoambiente (assoambiente@assoambiente.org) la vostra richiesta di inserimento nel gruppo di lavoro associativo.
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
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{/related_entries}Rapporto annuale CdC RAEE
Il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE) ha pubblicato il nuovo Rapporto Annuale che sintetizza i risultati della raccolta complessiva effettuata in Italia da tutti i sistemi collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche consorziati nel 2024. A partire dal 2022 questi risultati sono comprensivi anche dei dati della raccolta diretta effettuata dalle aziende di raccolta rifiuti nell’ambito di accordi con il CdC RAEE e gestita nel sistema ufficiale.
La raccolta torna a crescere dopo la flessione registrata nel biennio precedente, soprattutto grazie alle buone performance dei RAEE di consumo e piccoli elettrodomestici (R4). Una valutazione positiva dei risultati di raccolta 2024 emerge anche dall’analisi a livello di singole regioni che mostrano quasi tutte una crescita.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/131/SAEC-COM/CS del 28.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/131/SAEC-COM/CS
Il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE) ha pubblicato il nuovo Rapporto Annuale che sintetizza i risultati della raccolta complessiva effettuata in Italia da tutti i sistemi collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche consorziati nel 2024. A partire dal 2022 questi risultati sono comprensivi anche dei dati della raccolta diretta effettuata dalle aziende di raccolta rifiuti nell’ambito di accordi con il CdC RAEE e gestita nel sistema ufficiale.
Dal Rapporto emerge che nel 2024 i sistemi collettivi consorziati del CdC RAEE hanno gestito complessivamente 358.138 t di RAEE, circa 9.000 in più rispetto al 2023. A questo dato si deve poi aggiungere la raccolta volontaria effettuata dai singoli consorzi, che ammonta a 964 t. La raccolta torna quindi a crescere dopo la flessione registrata nel biennio precedente. L’incremento è dovuto soprattutto alle buone performance dei RAEE di consumo e piccoli elettrodomestici (R4), che riescono a contrastare il perdurante calo fisiologico dei volumi di Tv e monitor (R3). Come conseguenza dei maggiori volumi avviati a riciclo, la raccolta media pro capite raggiunge i 6,07 kg/ab (+2,5%).
Sempre il raggruppamento R4 fa registrare la maggiore crescita nei volumi di raccolta rispetto al 2023 (+7,5%), attestandosi a 82.471 t, con un’incidenza sul totale raccolto che arriva al 23%. Cresce anche la raccolta dei RAEE di grandi dimensioni, con R2 che registra il +4% per un totale di 126.903 t (35% della raccolta totale) e R1 con il +3,3% per un totale di 104.407 t. Cala invece la raccolta di R3 e rimane stabile quella di R5.
RACCOLTA PER RAGGRUPPAMENTO

Una valutazione positiva dei risultati di raccolta 2024 emerge anche dall’analisi a livello di singole regioni che mostrano quasi tutte una crescita, o comunque una stabilità, dei volumi raccolti, con variazioni superiori al 5% in cinque di esse (Valle d’Aosta +8,7%, Lombardia +7,8%, Friuli Venezia Giulia +6,3%, Veneto +6,2% e Basilicata +5,9%). Le uniche Regioni che mostrano un calo sono Molise (-17,7%), Emilia Romagna (-3,2%) e Calabria (-1,9%). A livello di macroaree a trainare la raccolta nazionale è stato il Nord Italia con un incremento del 4,1% rispetto al 2023 (188.860 t pari al 52,7% del totale), seguito dal Centro Italia con il +1,8% (81.261 t pari al 22,7% del totale). In leggero calo (-0,2%) invece il contributo del Sud Italia (88.017 t pari al 24,6%). I dati di raccolta si traducono in una raccolta pro-capite che nel Nord Italia è pari a 6,87 kg/ab, nel Centro a 6,26 kg/ab e nel Sud a 4,75 kg/ab.
Per maggiori informazioni si rimanda al Rapporto annuale del CdC RAEE disponibile qui.
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{/related_entries}Briefing EEA sulla circolarità del settore tessile in Europa
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato un briefing intitolato "Circularity of the Eu textiles value chain in numbers", dove vengono fornite una serie di informazioni sulla filiera che si occupa della gestione dei rifiuti tessili, con un approfondimento sugli impatti che questa genera. Lo studio evidenzia come la raccolta differenziata dei rifiuti tessili nei Paesi dell'Unione europea è cresciuta solo del 4,3% dal 2016 al 2022, facendo registrare, in sostanza, uno stallo. Rispetto invece al consumo di prodotti tessili nell'UE si è passati dai 17 kg/ab del 2019 ai 19 kg/ab del 2022.
Secondo il Briefing serve agire anche sulla sensibilizzazione dei cittadini visto che la maggioranza degli scarti provenienti dalle famiglie viene conferito nel sacco dei rifiuti indifferenziati e quindi anziché essere destinato al riciclo o al recupero finisce in discarica o è incenerito. Un destino che nel 2022 ha riguardato l'85% dei residui. L’EEA auspica che l’obbligo di raccolta differenziata della frazione tessile, attivo da gennaio 2025 in tutta Europa, possa aumentare i tassi di raccolta e, contemporaneamente, ridurre il ricorso a soluzioni di gestione ambientalmente meno sostenibili.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/130/SAEC-TEX/CS del 28.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/130/SAEC-TEX/CS
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato un briefing intitolato "Circularity of the Eu textiles value chain in numbers", dove vengono fornite una serie di informazioni sulla filiera che si occupa della gestione dei rifiuti tessili, con un approfondimento sugli impatti che questa genera.
Lo studio evidenzia come la raccolta differenziata dei rifiuti tessili nei Paesi dell'Unione europea è cresciuta solo del 4,3% dal 2016 al 2022, facendo registrare, in sostanza, uno stallo. Rispetto invece al consumo di prodotti tessili nell'UE si è passati dai 17 kg/ab del 2019 ai 19 kg/ab del 2022 (v. grafico di seguito).
Secondo il Briefing serve agire anche sulla sensibilizzazione dei cittadini visto che la maggioranza degli scarti provenienti dalle famiglie viene conferito nel sacco dei rifiuti indifferenziati e quindi anziché essere destinato al riciclo o al recupero finisce in discarica o è incenerito. Un destino che nel 2022 ha riguardato l'85% dei residui. L’EEA auspica che l’obbligo di raccolta differenziata della frazione tessile, attivo da gennaio 2025 in tutta Europa, possa aumentare i tassi di raccolta e, contemporaneamente, ridurre il ricorso a soluzioni di gestione ambientalmente meno sostenibili.
Per quanto riguarda l'export, i numeri evidenziano che dal 2000 al 2019 sono triplicate le movimentazioni di rifiuti tessili fuori dall'UE mentre, dal 2019 in avanti, l'export è restato abbastanza costante. Nella figura seguente si riportano le esportazioni 2023, richiamate nel documento, con le relative percentuali.
L’EEA evidenzia come il costante aumento del consumo di abbigliamento, calzature, tessile per la casa genera significativi effetti ambientali. Infatti dai dati misurati su 12 categorie di consumo delle famiglie europee – tra cui cibo, mobilità, alloggio, salute e istruzione – l'impiego di prodotti dell'area tessile si è classificato, in media, al quinto posto in termini di pressioni ambientali e climatiche. Gli impatti hanno riguardato uso delle materie prime, emissioni di gas serra e impiego di acqua e suolo.
Nel Briefing viene poi sottolineato che le tecnologie digitali possono potenzialmente ridurre le pressioni ambientali e climatiche del settore tessile migliorandone l'efficienza. Di contro però, rischiano anche di aumentare la produzione e il consumo, ad esempio attraverso i social media o le piattaforme online. L’EEA evidenzia quindi che per riuscire a realizzare quanto previsto nella Strategia tessile dell'UE, è necessario un cambiamento sistemico del settore tessile. Tale cambiamento deve passare per una ricerca di una qualità superiore dei prodotti, per un uso più prolungato dei beni, nonché per il loro riutilizzo, riparazione e infine riciclo. Per monitorare questi aspetti e rendere il settore più sostenibile ed efficiente l’EEA ha predisposto uno strumento, chiamato Circular Metrics Lab.
Per maggiori informazioni si rimanda al Briefing EEA, disponibile qui.
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{/related_entries}Pozzilli, dai rifiuti indifferenziati energia elettrica per 80mila persone
testate locali molisane
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{/related_entries}Veicoli fuori uso, le proposte dei demolitori per il futuro regolamento UE
Staffetta Rifiuti
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{/related_entries}ARERA – Legittimo il meccanismo di riconoscimento dell’inflazione previsto dal MTR-2
Il Consiglio di Stato con la sentenza 2421/2025 ha accolto le ragioni dell’ARERA rispetto alla mancata previsione, nella Metodologia tariffaria, di un sistema di conguaglio automatico dell’inflazione.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/129/SA-ARE/TO del 27.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/129/SA-ARE/TO
Il Consiglio di Stato con la sentenza 2421/2025 ha accolto le ragioni dell’ARERA rispetto alla mancata previsione, nella Metodologia tariffaria, di un sistema di conguaglio automatico dell’inflazione.
Come noto nel secondo semestre del 2023 Assoambiente si era attivata per ricorrere in sede giurisdizionale con riferimento ad alcuni criticità attinenti a profili generali della metodologia e potenzialmente in grado di creare criticità alle aziende in qualità di gestori di rifiuti urbani. L’Associazione aveva quindi avviato un ricorso ad adiuvandum nel giudizio promosso da una impresa associata sollevando, fra le molte cose, la possibile illegittimità della scelta di ARERA di non prevedere con l’aggiornamento del MTR-2 un conguaglio automatico e positivo dovuto all’adeguamento del tasso di inflazione.
Mentre in primo grado il TAR aveva reputato “La previsione del potere che è stato attribuito agli ETC di riconoscere il tasso di inflazione ai costi del 2023 […] non [risulta] in linea con la disciplina regolatoria che si pretende di attuare poiché la deliberazione n. 389/2023 non aveva previsto la facoltà per gli ETC di procedere al conguaglio dei costi, tenendo presente l’inflazione registratasi, bensì di procedere” tout court “al riconoscimento della stessa inflazione” (sentenza, p. 21-22), in appello la sentenza risolve quasi ogni questione sul presupposto (v. p 17-22) della reputata tardività del ricorso. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, le censure al sistema regolatorio toccherebbero l’impostazione base del MTR-2, introdotto nel 2021 (cui sono seguite specifiche modifiche nel 2023 in sede di aggiornamento biennale).
In tal senso, per i giudici, “E’ evidente, dunque, che l’Autorità, nell’esercizio della discrezionalità tecnica, propria del potere di regolazione, sia intervenuta al momento dell’aggiornamento biennale con specifiche misure rispetto al MTR 2, approvato del 2021. Ne deriva che solo tali misure potevano essere oggetto di tempestiva impugnazione nel 2023, non potendosi più contestare l’impianto complessivo del MTR 2 approvato nel 2021, che prevedeva la predisposizione tariffaria quadriennale, l’aggiornamento biennale ed eventuali revisioni infra periodo in caso dell’intervento di circostanze straordinarie”.
Per il resto, la sentenza, fra le altre cose:
- ribadisce (p. 22) la “facoltà” degli ETC di riconoscere i conguagli inflattivi per il 2023, perché questo “potere attribuito agli Etc [è] perfettamente in linea con il ruolo per questi previsto” (p. 23), sicché il gestore potrebbe al più impugnare il “diniego da parte dell’ETC”, che concretizzerebbe il danno in capo al gestore, ma non l’inerente previsione regolatoria;
- valorizza il “ruolo determinante nella determinazione deli parametri per la predisposizione delle tariffe” degli ETC (es. p. 23), cui soli spetta di “determinare i parametri condizionati dall’inflazione e” di “consentire il recupero di eventuali aumenti dei costi derivanti dall’inflazione”; con due corollari: da un lato ciò dà spunti contrari a quell’orientamento formatosi in capo al Consiglio di Stato (es., Cons. St., Sez. IV, 6.12.2024 n. 9788) sulla pretesa non lesività dei provvedimenti di validazione dei PEF, d’altro lato comprime il margine di sindacato sull’operato degli ETC.
Nel far rinvio alla sentenza in oggetto, in allegato, rimaniamo a disposizione per informazioni.
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{/related_entries}Conferenza Stampa HERAMBIENTE per la Tappa di Impianti aperti on The Road | Video
Il 27 marzo il Direttore Perrotta è intervenuta alla Conferenza Stampa di presentazione della Tappa di Impianti aperti on the Road che si terrà presso il Termovalorizzatore Herambiente di Pozzilli per presentare la campagna di sensibilizzazione sulla corretta e sostenibile gestione dei rifiuti, promossa dall’Associazione, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente).
Nel corso dell’incontro con una nutrita rappresentanza di media locali sono stati illustrati i dettagli dell’iniziativa. La tappa molisana di Impianti aperti on the road partirà alle 17 di giovedì 3 aprile, un orario scelto per favorire il più possibile la partecipazione dei cittadini. L’impianto, infatti, è normalmente visitabile dai cittadini negli orari d’ufficio dei giorni feriali, prenotandosi attraverso il form sul sito di Herambiente.
I cittadini della Piana di Venafro avranno così la possibilità, in una fascia oraria solitamente più libera dagli impegni lavorativi, di toccare con mano il funzionamento di un Impianto Alimentato da Fonti Rinnovabili (IAFR), che da combustibile solido da rifiuti (CSS) produce energia elettrica in grado di coprire un fabbisogno di circa 84 mila cittadini.
Il programma della visita
La visita si aprirà con una panoramica delle principali criticità e opportunità del ciclo rifiuti in Italia, a cura dei professionisti Assoambiente. Seguirà un focus sull’impianto, dove i responsabili del termovalorizzatore descriveranno brevemente le principali fasi di trattamento CSS, generazione elettrica e abbattimento fumi. Dopo una sessione domande/risposte, si passerà poi alla visita vera e propria, dove sarà possibile approfondire con i tecnici ogni aspetto del funzionamento e dei controlli ambientali dell’impianto.
Iscrizioni entro mercoledì 2 aprile
Per organizzare al meglio l’accoglienza dei visitatori è richiesta la prenotazione. Per farlo è sufficiente scrivere, entro mercoledì 2 aprile, all’indirizzo pozzilli@gruppohera.it, indicando nome e cognome dei partecipanti oppure compilare il form online.
Clicca qui per vedere il servizio sulla conferenza stampa in onda su TG Molise.
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{/related_entries}Piani sociali per il clima - Comunicazioni UE su DNSH/Fondi e orientamento definizione Piani
Lo scorso 25 marzo 2025, la Commissione europea ha pubblicato:
- la Comunicazione C/2025/1597 recante gli orientamenti sui Piani sociali per il clima che forniscono le indicazioni sugli elementi che gli Stati membri dell’UE devono includere nei loro Piani sociali per il clima;
- la Comunicazione (C/2025/1596) relativa all’approvazione delle indicazioni, ugualmente non vincolanti, per aiutare gli Stati membri ad applicare il principio "non arrecare un danno significativo" (DNSH) alle misure che indicheranno nel Piano sociale per il clima.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/128/SAEC-EUR/FA del 27.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/128/SAEC-EUR/FA
Lo scorso 25 marzo 2025, la Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione C/2025/1597 recante gli orientamenti sui Piani sociali per il clima che forniscono le indicazioni sugli elementi che gli Stati membri dell’UE devono includere nei loro Piani sociali per il clima.
Si ricorda che l’istituzione del Fondo sociale per il clima e dell’obbligo di redigere i piani è previsto dal Regolamento 2023/955/UE. Questo strumento finanziario è destinato agli Stati UE per consentire agli stessi di realizzare una transizione socialmente equa verso la neutralità climatica, nell’ottica delle nuove norme sulla transizione energetica.
A tal proposito si evidenzia, in particolare, che questo strumento serve a supportare le imprese (soprattutto microimprese) rispetto agli obblighi derivanti dalla Direttiva ETS, ovvero il sistema di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell'UE che impone alle aziende di pagare per le emissioni eccedenti e che ora si applica anche ai settori dell'edilizia, del trasporto su strada e della piccola industria.
La Comunicazione reca indicazioni non vincolanti riguardanti i requisiti generali per poter accedere al Fondo, le indicazioni sulla redazione e la presentazione dei Piani, come avviene la valutazione e l’adozione dei Piani da parte della Commissione ed è infine completata da un allegato che contiene le dotazioni finanziarie massime per Stato membro al netto delle spese di sostegno amministrativo.
In sintesi, nel Piano sociale per il clima gli Stati membri devono stimare i probabili effetti derivanti dal sistema ETS sulle microimprese, indicare i beneficiari e specificare traguardi, obiettivi e un calendario indicativo per l'attuazione delle misure e degli investimenti.
Inoltre si segnala che la Commissione europea ha rilasciato un’ulteriore Comunicazione (C/2025/1596) riguardante l’approvazione delle indicazioni, ugualmente non vincolanti, per aiutare gli Stati membri ad applicare il principio di "non arrecare un danno significativo" (DNSH) alle misure che indicheranno nel Piano sociale per il clima.
In questa Comunicazione, che fa riferimento sempre al Regolamento 2023/955/UE, vengono stabilite le condizioni in base alle quali la Commissione valuta le misure e gli investimenti a supporto delle attività, così come il rispetto del principio DNSH da parte di quanti ammessi a beneficiare del sostegno del Fondo sociale per il clima. In particolare vengono indicate i criteri base per definire il principio del DNSH, così come gli strumenti e gli approcci per l’applicazione pratica degli stessi criteri. Il documento riporta anche casi settoriali al fine di chiarire l’applicazione del Fondo alle attività ammesse a beneficiarne.
Per qualsiasi ulteriore approfondimento, si rimanda alle comunicazioni della Commissione UE allegate alla presente.
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{/related_entries}Gestione rifiuti nelle Marche
Il Foglio
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{/related_entries}Caratterizzazione rifiuti – Sentenza TAR Lombardia
Il TAR Lombardia ha stabilito l’illegittimità del provvedimento della Pubblica amministrazione che impone al gestore di un impianto di trattamento rifiuti l'obbligo di caratterizzarli in ingresso, in quanto tale adempimento spetta al produttore.
Tale sentenza si è resa necessaria a seguito di un ricorso di un titolare di un impianto di gestione dei rifiuti che, in sede di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale, si era visto attribuire illegittimamente una serie di prescrizioni relative alla "caratterizzazione" dei rifiuti in ingresso nel suo impianto.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/127/SAEC-GIU/CS del 26.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/127/SAEC-GIU/CS
Il TAR Lombardia, con la sentenza n. 898 del 17 marzo 2025, ha stabilito l’illegittimità del provvedimento della Pubblica amministrazione che impone al gestore di un impianto di trattamento rifiuti l'obbligo di caratterizzarli in ingresso, in quanto tale adempimento spetta al produttore.
Tale sentenza si è resa necessaria a seguito di un ricorso di un titolare di un impianto di gestione dei rifiuti che, in sede di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale, si era visto attribuire illegittimamente una serie di prescrizioni relative alla "caratterizzazione" dei rifiuti in ingresso nel suo impianto.
Il Tar nella sua sentenza richiama l’articolo 184 “Classificazione” del D.lgs. n. 152/2006 che impone al produttore del rifiuto l’onere di procedere alla sua classificazione. Per farlo andrà assegnato un codice al rifiuto prodotto tratto dall'Elenco europeo dei rifiuti (EER), effettuando quindi la “caratterizzazione" dello stesso. Questa si sostanzia in una serie di analisi che consentono di stabilire la tipologia e il grado di pericolosità del rifiuto sulla base delle sostanze chimiche presenti.
Pertanto, facendo seguito alla normativa richiamata, il TAR ha stabilito che è illecito emanare un atto amministrativo diretto al gestore di un impianto che contiene una serie di obblighi che la normativa ambientale pone invece in capo al produttore del rifiuto.
Per ulteriori informazioni si rimanda alla sentenza del TAR Lombardia allegata.
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{/related_entries}2025/126/SAEC-COM/DA
In considerazione del nuovo assetto associativo avviatosi dal 1° gennaio 2022 e dopo più di un decennio di stabilità contributiva durante il quale si è peraltro introdotto dal 2018 un Sistema Incentivato per le aziende che mantengono l’adesione, con riduzione del 10% dei parametri contributivi utilizzati per il computo del contributo (coefficienti percentuali o valori fissi), lo scorso 11 febbraio 2025 il Consiglio Direttivo Assoambiente ha deliberato una rivalutazione del 5% di tutti i parametri presenti nella Delibera Contributiva 2025, rispetto agli anni precedenti.
Sinteticamente, riguardo la Delibera Contributiva 2025 che si allega, si rileva quanto segue:
- l’adeguamento dei diversi sistemi di computo riguarda sia il Titolo I – Regime Ordinario che il Titolo III – Regimi contributivi migliorativi;
- sono stati confermati i Regimi Contributivi Migliorativi, che si affiancano al Regime Contributivo Ordinario e che sono destinati agli associati che mantengono il rapporto associativo;
- parimenti sono confermati i Regimi incentivanti per le nuove adesioni (ingresso con aliquote crescenti e FLAT);
- riguardo le norme di cui al Titolo II, resteranno in vigore le norme previste dalle precedenti Delibere Contributive (anni 2022-2024), le quali vengono pertanto confermate e riproposte nella Delibera contributiva 2025.
Per ogni dettaglio si rimanda alla Delibera Contributiva 2025 e si rimane a disposizione per chiarimenti o ulteriori informazioni.
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{/related_entries}Incentivi autoproduzione energia elettrica PMI: apertura sportello 4 aprile
Il MIMIT, con provvedimento direttoriale, ha definito i termini di apertura dello sportello agevolativo e le modalità di presentazione delle domande per il sostegno ai programmi di investimento delle piccole e medie imprese finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica ricavata da impianti solari fotovoltaici o mini eolici per l’autoconsumo immediato e, eventualmente, per sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia dietro il contatore per autoconsumo differito.
Le domande per gli incentivi potranno essere inviate a partire dalle ore 12.00 del 4 aprile e fino alle ore 12.00 del 5 maggio 2025 allo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/125/SAEC-FIN/PE del 25.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/125/SAEC-FIN/PE
Il MIMIT, con provvedimento direttoriale, ha definito i termini di apertura dello sportello agevolativo e le modalità di presentazione delle domande per il sostegno ai programmi di investimento delle piccole e medie imprese finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica ricavata da impianti solari fotovoltaici o mini eolici per l’autoconsumo immediato e, eventualmente, per sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia dietro il contatore per autoconsumo differito.
Le domande per gli incentivi potranno essere inviate a partire dalle ore 12.00 del 4 aprile e fino alle ore 12.00 del 5 maggio 2025 allo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero.
Il provvedimento, che ha uno stanziamento economico di 320 milioni di euro a valere sull’Investimento 16 della Missione 7 del PNRR, fa seguito all’adozione del decreto del 13 novembre 2024 del ministro Adolfo Urso.
Potranno beneficiare delle agevolazioni le PMI operanti sull’intero territorio nazionale, ad esclusione delle imprese che operano nel settore carbonifero e della produzione primaria di prodotti agricoli e della pesca e dell’acquacoltura.
Gli incentivi saranno assegnati ai programmi di investimento per un ammontare di spese ammissibili non inferiore a 30.000 euro e non superiore a 1.000.000 di euro nella misura massima del:
- 30% per le medie imprese;
- 40% per le micro e piccole imprese;
- 30% per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica dell’investimento;
- 50% per la diagnosi energetica.
Il 40% sarà riservato alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e un altro 40% alle micro e piccole imprese.
Qualora, in fase di definizione della graduatoria, le risorse destinate alle predette riserve non dovessero essere pienamente assorbite, saranno rese disponibili per il finanziamento delle domande di agevolazione riferite ai restanti territori e alle imprese di media dimensione.
Link al comunicato MIMIT
Link al decreto direttoriale 14 marzo 2025 - Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI. Modalità e termini per la presentazione delle domande.
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{/related_entries}Progetti strategici CRM – Lista della Commissione europea
La Commissione Europea ha pubblicato la decisione recante la lista finale dei progetti strategici per le materie prime strategiche redatta secondo quanto previsto dal Regolamento 2024/1252 che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
La Commissione ha selezionato 47 progetti europei che contribuiranno al rafforzamento dell’autosufficienza dell’Unione in termini di approvvigionamenti di materie prime, riducendo le dipendenze da fonti esterne e rendendo le catene del valore sempre più resilienti e sostenibili.
Dopo un processo sviluppatosi in diverse fasi, sia europee che nazionali, l’Italia ha ottenuto un importante risultato dove, su 10 progetti di riciclo riconosciuti strategici a livello europeo, 4 sono italiani.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/124/SAEC-EUR/CS del 25.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/124/SAEC-EUR/CS
La Commissione Europea ha pubblicato la decisione recante la lista finale dei progetti strategici per le materie prime strategiche redatta secondo quanto previsto dal Regolamento (UE) 2024/1252 che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
La Commissione ha selezionato 47 progetti europei che contribuiranno al rafforzamento dell’autosufficienza dell’UE in termini di approvvigionamenti di materie prime, riducendo le dipendenze da fonti esterne e rendendo le catene del valore sempre più resilienti e sostenibili.
I nuovi progetti rappresentano un traguardo significativo verso la piena attuazione di quanto previsto nel Critical Raw Materials Act che mira a garantire che l'estrazione, la trasformazione e il riciclo europei di materie prime critiche e strategiche soddisfino rispettivamente il 10%, il 40% e il 25% della domanda dell'UE entro il 2030.
Dopo un processo sviluppatosi in diverse fasi, sia europee che nazionali, l’Italia ha ottenuto un importante risultato dove, su 10 progetti di riciclo riconosciuti strategici a livello europeo, 4 sono italiani. I 47 progetti strategici selezionati sono ubicati in 13 Stati membri dell'UE (Belgio, Francia, Italia, Germania, Spagna, Estonia, Cechia, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania) e coprono uno o più segmenti della catena del valore delle materie prime, con 25 progetti che comprendono attività di estrazione, 24 di trasformazione, 10 di riciclaggio e 2 di sostituzione delle materie prime.

I progetti strategici riguardano 14 delle 17 materie prime strategiche elencate nel CRM act e, in particolare, il litio (22 progetti), il nichel (12 progetti), il cobalto (10 progetti), il manganese (7 progetti) e la grafite (11 progetti), che andranno a portare benefici significativi alla catena del valore delle materie prime per batterie dell'UE. Questi progetti contribuiranno al conseguimento dei parametri di riferimento 2030 per l'estrazione, la trasformazione e il riciclaggio di litio e cobalto e consentiranno, nel contempo, progressi sostanziali per la grafite, il nichel e il manganese. Inoltre, altri progetti strategici riguardanti il magnesio (1 progetto) e il tungsteno (3 progetti) contribuiranno alla resilienza dell'industria della difesa dell'UE, che dipende dall'uso di tali materiali.
Per diventare operativi, i 47 progetti strategici prevedono un investimento complessivo pari a 22,5 miliardi di euro e beneficeranno di un sostegno coordinato da parte della Commissione, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie per diventare operativi, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e il sostegno per connettersi con gli acquirenti pertinenti. Inoltre potranno godere di disposizioni semplificate in materia di autorizzazioni, al fine di garantire la prevedibilità per i promotori dei progetti, salvaguardando nel contempo le norme ambientali, sociali e di governance. In linea con quanto previsto dal CRM act la procedura autorizzativa non supererà i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per gli altri progetti.
Di seguito si riportano i soggetti promotori dei progetti strategici selezionati in Italia:
- Circular Materials s.r.l. – Materiali: rame, nichel (grado batteria) e metalli del gruppo del platino;
- Solvay Chimica Italia Spa – Materiali: metalli del gruppo del platino;
- Itelyum Regeneration SpA – Materiali: elementi di terre rare per magneti;
- Portovesme srl – Materiali - Litio (grado batteria).
Sul sito della Commissione europea, cliccando qui, è invece possibile accedere alla pagina internet dove poter consultare l’elenco di tutti i progetti selezionati e avere dettagli in merito.
Per maggiori informazioni si rimanda alla decisione della Commissione e al relativo allegato (in inglese), inclusi alla presente.
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{/related_entries}Calcolo e tassi di efficienza e recupero batterie – Regolamento delegato Commissione UE
Lo scorso 21 marzo 2025, la Commissione Europea ha emanato l’atto delegato che integra il Regolamento (UE) 2023/1542 (Regolamento sulle batterie), stabilendo la metodologia per il calcolo e la verifica dei tassi dell'efficienza di riciclaggio e di recupero dei materiali dai rifiuti di batterie, nonché il formato della documentazione.
La norma, in particolare, individua la percentuale di efficienza nel riciclo delle batterie al piombo, a base di litio, al nichel-cadmio e altre batterie usate e quella di recupero di materiali come cobalto, rame, piombo, litio e nichel. Inoltre contiene i formati relativi alla documentazione tecnica con cui comunicare tali percentuali.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/123/SAEC-RAE/FA del 25.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/123/SAEC-RAE/FA
Lo scorso 21 marzo 2025, la Commissione Europea ha emanato l’atto delegato che integra il regolamento (UE) 2023/1542 (Regolamento sulle batterie), stabilendo la metodologia per il calcolo e la verifica dei tassi dell'efficienza di riciclaggio e di recupero dei materiali dai rifiuti di batterie, nonché il formato della documentazione.
Si ricorda che l’adozione dell’atto in oggetto è richiamata all’articolo 71 “Obiettivi in materia di efficienza di riciclaggio e recupero dei materiali” del Regolamento sulle batterie (disponibile qui) e che nell’autunno del 2024 la Commissione aveva avviato una consultazione pubblica a riguardo (v. circolare associativa n. 244 del 26 settembre 2024), a cui FEAD, grazie anche ai contributi di Assoambiente, aveva inviato il proprio feedback (disponibile qui).
La norma, in particolare, individua la percentuale di efficienza nel riciclo delle batterie al piombo, a base di litio, al nichel-cadmio e altre batterie usate e quella di recupero di materiali come cobalto, rame, piombo, litio e nichel. Inoltre contiene i formati relativi alla documentazione tecnica con cui comunicare tali percentuali.
Per quanto di interesse, si evidenzia che, rispetto alla proposta e come suggerito dal contributo inviato da FEAD, le definizioni di "Black mass" e "primo riciclatore" sono state chiarite e la metodologia per il calcolo del tasso di efficienza di riciclaggio, a partire dal 1° gennaio 2030, includerà anche il carbonio da fonti di carbonio a livello di cella, il ferro da fonti di ferro a livello di cella e il fosforo (mentre ossigeno, cloro e zolfo rimangono facoltativi nel calcolo).
Per qualsiasi ulteriore approfondimento, si rimanda al Regolamento delegato e al relativo allegato, inclusi alla presente.
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{/related_entries}Fondo aree svantaggiate confinanti con le Regioni Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia (2024-2026)
Pubblicato il D.P.C.M. del 17 gennaio 2025 che definisce il riparto del Fondo delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia per il triennio 2024-2026 (G.U. n. 69 del 24.3.2025).
Gli interventi finanziabili con le risorse del Fondo riguardano diversi ambiti tra cui la progettazione e realizzazione di:
- interventi infrastrutturali per la valorizzazione e la salvaguardia dell’ambiente e per il risparmio energetico e l’uso delle energie rinnovabili;
- servizi di raccolta differenziata e di smaltimento rifiuti.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/122/SA-ARE/TO del 25.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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{/related_entries}2025/122/SA-ARE/TO
Il D.P.C.M. del 17 gennaio 2025 definisce il riparto del Fondo delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia per il triennio 2024-2026 (G.U. n. 69 del 24.3.2025).
Più in particolare l’articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 81 del 2007 (convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127) ha istituito il Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale e ha previsto l’emanazione diversi provvedimenti per stabilire i criteri e le modalità di erogazione delle risorse iscritte nel predetto Fondo.
Secondo quanto previsto dal D.P.C.M. pubblicato, la dotazione (10.000.000 euro) è destinata al finanziamento di specifici interventi finalizzati allo sviluppo economico e sociale.
Gli interventi finanziabili con le risorse del Fondo riguardano diversi ambiti tra cui:
- progettazione e realizzazione di interventi infrastrutturali per la valorizzazione e la salvaguardia dell’ambiente e per il risparmio energetico e l’uso delle energie rinnovabili;
- progettazione e realizzazione di servizi di raccolta differenziata e di smaltimento rifiuti.
Per “aree territoriali svantaggiate confinanti” si intendono i comuni il cui territorio confina con quello delle Regioni autonome Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.
Il finanziamento di specifici interventi finalizzati allo sviluppo economico e sociale, in conformità all’articolo 119, quinto comma, della Costituzione, concerne la realizzazione di infrastrutture ovvero l’organizzazione e il potenziamento dei servizi relativi alle funzioni dei comuni, anche volti a favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona ed il miglioramento della qualità della vita.
Nel far rinvio al Decreto in oggetto, in allegato, rimaniamo a disposizione per informazioni.
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{/related_entries}Circular Talks di Assoambiente | PFAS e Rifiuti
Grande partecipazione al Webinar Assoambiente sui PFAS.
Insieme al Direttore Perrotta e ai Relatori che hanno preso parte all'incontro abbiamo approfondito un tema tecnico e strategico, al centro dell’attenzione europea, con l’obiettivo di comprendere come le nuove restrizioni sui PFAS possano influenzare la gestione dei rifiuti e il mercato del riciclo.
Ringraziamo Claudia Mensi, Presidente FEAD (European Waste Management Association), Giovanni Beggio - Università degli Studi di Padova, e Paola Verza - Mérieux NutriSciences, per i contributi qualificati che hanno contribuito al successo della nostra iniziativa.
Grazie a tutti i partecipanti che si sono iscritti e hanno seguito con attenzione il webinar.
Ci rivediamo presto con i CircularTalks Assoambiente.
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{/related_entries}TuttoAmbiente | 3° Convegno Nazionale “Impresa e Ambiente: La Governance Ambientale Aziendale tra compliance e sostenibilità” (Piacenza, 4 aprile)
TuttoAmbiene promuove il 3° Convegno Nazionale “Impresa e Ambiente: La Governance Ambientale Aziendale tra compliance e sostenibilità”, realizzato in collaborazione con Ekofuture, Confindustria Piacenza e ASS.IEA che si terrà il prossimo 4 aprile presso la Volta del Vescovo a Piacenza.
Alcuni tra i massimi esperti ambientali, tra cui Edo Ronchi, Stefano Maglia, Elisabetta Perrotta, Luca Dal Fabbro e tanti altri, risponderanno a questo fondamentale quesito: come ridurre i rischi, aumentare le performance e sviluppare il governo dell'impresa in modo armonico e sostenibile?
Il programma è scaricabile in allegato.
La partecipazione è gratuita ma riservata a HSE o Sustainability manager o componenti della Direzione aziendale. Ricordiamo che è necessario inviare lacandidatura per partecipare all’evento ad eventi@tuttoambiente.it, riportando il ruolo ,azienda e recapito telefonico. Massimo 100 posti disponibili in sala.
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{/related_entries}Pubblicate revisioni UNI 11664 e UNI 11680 - servizi pulizia delle strade e gestione rifiuti urbani
Disponibili allo store UNI ('Ente italiano di normazione) le norme relative ai servizi pulizia delle strade e gestione rifiuti urbani. In particolare:
- UNI 11680:2025 “Metodologia per la rilevazione della presenza di spazzature negli spazi pubblici e la misurazione dell'efficacia dei servizi di pulizia svolti mediante la classificazione delle strade e l'applicazione del metodo delle sezioni”
- UNI 11664-1:2025 recante “Livelli di prestazione e modalità e condizioni di accettazione dei servizi di pulizia delle strade e di gestione dei rifiuti urbani - Parte 1: Requisiti Generali”
- UNI 11664-2:2025 recante “Livelli di prestazione e modalità e condizioni di accettazione dei servizi di pulizia delle strade e di gestione dei rifiuti urbani - Parte 2: Metodologie di misura dei livelli di prestazione e per determinare l'accettazione, definire i contenuti ed assicurare l'adempimento dei contratti relativi ai servizi di raccolta indifferenziata o differenziata dei rifiuti urbani, di pulizia e manutenzione dei contenitori, di rimozione dei rifiuti abbandonati”
- UNI 11664-3:2025 recante “Livelli di prestazione e modalità e condizioni di accettazione dei servizi di pulizia delle strade e di gestione dei rifiuti urbani - Parte 3: Metodologie di misura dei livelli di prestazione e per determinare l'accettazione, definire i contenuti ed assicurare l'adempimento dei contratti relativi alla pulizia manuale e meccanica ed al lavaggio delle strade e dei marciapiedi”
Le norme possono essere acquistate allo store UNI.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/121/SA-SPL/PE del 25.03.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
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