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222/2018/CS

Fondazione Symbola e Unioncamere hanno pubblicato il nono Rapporto GreenItaly 2018, dove viene misurata e pesata la forza della green economy nazionale. Lo studio evidenzia come sono oltre 345.000 le imprese italiane dell’industria e dei servizi che hanno investito ,nel periodo 2014-2017 o prevedono di farlo entro la fine del 2018, in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.

Il Rapporto sottolinea come le aziende che hanno investito nel settore green risultano avere un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano. Con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5-499 addetti), quelle che hanno visto un aumento dell’export nel 2017 sono il 34% fra chi ha investito nel green contro il 27% tra chi non ha investito.

Queste imprese inoltre innovano più delle altre: il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 43% delle non investitrici. Sospinto da export e innovazione, cresce anche il fatturato, per il 32% delle imprese che investono green contro il 24% di quelle che non lo fanno. Il Rapporto evidenzia poi come il numero di occupati nella green economy è di circa 3 milioni, pari al 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Sulla base delle indagini condotte, tale dato sembra destinato a salire ancora, con una domanda di green jobs pari a quasi 474.000 contratti da attivare, di cui il 10,4% per l’anno in corso.

Nel Rapporto vengono poi evidenziati una serie di primati nazionali, a cui contribuiscono in modo significativo anche le PMI, in materia di performance ambientali, tra cui:

  • Materie prime - l’Italia (dati EUROSTAT) con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto dalle imprese è molto più efficiente della media Ue (455 tonnellate), collocandosi terza nella graduatoria;
  • Energia – secondo posto tra i big player europei, dietro al solo Regno Unito, per consumi energetici per unità di prodotto. Dalle 17,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro del 2008 l’Italia è passata a 14,2;
  • Emissioni – l’Italia, tra le cinque grandi economie comunitarie, è terza, con 104,2 tonnellate CO2 per milione di euro prodotto, nella riduzione delle emissioni in atmosfera;
  • Rifiuti - con 43,2 tonnellate di rifiuti generati per ogni milione di euro prodotto (1,7 t in meno rispetto al 2008) il Paese è tra i più efficienti nella riduzione della produzione di rifiuti;
  • Economia circolare - per ogni chilogrammo di risorsa consumata l’Italia genera (a parità di potere d’acquisto) 4€ di PIL, contro una media europea di 2,2 e valori tra 2,3 e 3,6 di tutte le altri grandi economie continentali (stima dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia). Inoltre fa registrare la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, speciali etc.) prodotti con il 79% di rifiuti avviati a riciclo (più del doppio rispetto alla media europea che è del 38%). Infine l’Italia, insieme alla Germania, è leader europeo in termini di quantità di materie seconde riciclate nell’industria manifatturiera, che comporta un risparmio potenziale pari a 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 58 milioni di tonnellate di CO2.

In relazione alla suddivisione territoriale, il Rapporto evidenzia come, sebbene la presenza delle imprese green sia diffusa su tutto il territorio nazionale, nelle Regioni del Nord Italia si registra una maggior concentrazione. La Lombardia è la Regione con il più alto numero di imprese eco-investitrici (61.650), seguita da Veneto (34.797), Lazio (32.545), Emilia-Romagna (28.270), Campania (26.176), Piemonte (25.272), Toscana (23.163), Sicilia (21.954), Puglia (20.355) e Calabria (9.818). A livello provinciale sono Roma (25.082) e Milano (21.547) a guidare la graduatoria delle Provincie con il maggior numero di imprese che investono in tecnologie green.

» 31.10.2018

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