La Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 6 febbraio 2020, cause riunite da C-89/19 a C-91/19 ha confermato la legittimità delle norme italiane (articolo 5 e articolo 192 del Codice degli Appalti) che contengono una serie di limiti per le Amministrazioni appaltanti se vogliono affidare il servizio gestione rifiuti attraverso affidamento in house anziché con gara pubblica.
La Corte di Giustizia ha ritenuto che il diritto europeo non impedisce a uno Stato membro di introdurre norme più stringenti per la P.A. se decide di non ricorrere al mercato e affidare il servizio “in house” a una società a partecipazione pubblica.
Come comunicato in precedenza (v. circolare associativa n. 8/2019), la decisione di rivolgersi in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea era della V sezione del Consiglio di Stato, la quale nel corso di un giudizio (riguardante proprio servizi di igiene urbana) ha dubitato che le disposizioni del diritto nazionale - nel porre alcune condizioni per gli affidamenti in house - fossero compatibili con le pertinenti disposizioni e principi del diritto primario e derivato dell’Unione europea. In particolare, l’articolo 192, comma 2, del Codice degli appalti pubblici (D.lgs. n. 50 del 2016) impone che l’affidamento in house di servizi disponibili sul mercato sia assoggettato a una duplice condizione, che non è richiesta per le altre forme di affidamento dei medesimi servizi (con particolare riguardo alla messa a gara con appalti pubblici e alle forme di cooperazione orizzontale fra amministrazioni):
La decisione della Corte di Giustizia Europea, confermando la legittimità delle norme Italiane, segna in modo importante uno dei temi più dibattuti nel mondo dei servizi pubblici locali, dove da molti anni sussiste il difficile bilanciamento da un lato del il principio della libertà e autodeterminazione, per i soggetti pubblici, di organizzare come meglio stimano le prestazioni dei servizi di rispettivo interesse, dall’altro il principio della piena apertura concorrenziale dei mercati degli appalti pubblici e delle concessioni.
La Corte ha dichiarato, in particolare, che:
Nel rimandare alla Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, allegata alla presente, restiamo a disposizione per ogni informazione e aggiornamento in materia.