Si segnala l’allegata circolare n. 13/2020 del Ministero della Salute, pubblicata il 4 settembre scorso, recante alcune indicazioni e aggiornamenti rispetto a quanto già sostenuto dallo stesso Ministero in piena pandemia, lo scorso 29 aprile, in materia di lavoratori “fragili”.
Il Ministero è infatti intervenuto a meglio precisare tale concetto, analizzando tra l’altro l’andamento dell’epidemia e la diffusione dei contagi.
Se in una prima fase, infatti, la situazione di “fragilità” era sostanzialmente ricondotta all’età (lavoratori di età superiore ai 55 anni), col passare dei mesi è risultata evidente di contro una sostanziale indifferenza anagrafica del rischio di contagio, mentre maggiore attenzione è focalizzata sui lavoratori con patologie preesistenti, il cui contagio porta con elevata probabilità a esiti notevolmente più gravi.
Pertanto, il Ministero chiarisce che il parametro dell’età, da solo, “non costituisce elemento sufficiente per definire uno stato di fragilità” (paragrafo 3.1).
Aggiunge il Ministero che l’eventuale richiesta di attivazione di adeguate misure di sorveglianza sanitaria deve essere corredata da idonea documentazione medica: il datore di lavoro dovrà poi fornire al medico competente una dettagliata descrizione delle mansioni espletate dal lavoratore sottoposto a visita, della postazione o ambiente lavorativo e ogni altra informazione utile con particolare riferimento evidentemente alle misure adottate in attuazione dei Protocolli atti a prevenire e proteggere dal rischio epidemiologico.
