In vista dell’imminente entrata in vigore dell’obbligo di “Green Pass” nel lavoro privato, il Governo è intervenuto con il decreto-legge n. 139/2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’8 ottobre u.s. (noto come “Decreto Capienze”), il quale reca una significativa novità sul tema.
Viene introdotto infatti un articolo al decreto n. 127/2021 (che a sua volta modificava il precedente decreto n. 52/2021 convertito in legge n. 87/2021), recante un nuovo:
“Art. 9-octies (Modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 nei settori pubblico e privato ai fini della programmazione del lavoro).
Le comunicazioni di cui ai commi 6 sono quelle concernenti il mancato possesso del “Green Pass” (gli articoli citati riguardano rispettivamente i dipendenti pubblici e quelli privati).
In sostanza, il Legislatore risponde all’esigenza imprenditoriale di dover organizzare proficuamente l’attività lavorativa, alla luce dell’interpretazione mirata a tutelare la privacy del lavoratore secondo cui il datore di lavoro dovrebbe attendere il momento dell’inizio della prestazione lavorativa per conoscere la disponibilità, o meno, del “Green Pass” in capo a ciascun lavoratore.
Dal testo di legge si evince chiaramente, di contro, che le aziende possono quindi fissare un termine “necessario a soddisfare le esigenze organizzative”, entro il quale i lavoratori sono obbligati a rispondere.
Ciò a maggior ragione nel caso di aziende esercenti un servizio pubblico essenziale, come nel settore dei servizi ambientali, che deve essere comunque garantito al fine di soddisfare, come noto, esigenze della collettività.