AssoAmbiente

Circolari

313/2021/NA

La Commissione Ambiente della Camera ha approvato, in sede consultiva, la proposta di piano per la transizione ecologica (PTE) (Atto n. 297), predisposta dalla relatrice Stefania Pezzopane (PD).

Ricordiamo che il PTE, la cui prima proposta è stata presentata dal CITE (Comitato interministeriale per la transizione ecologica) a luglio 2021, coordina, integrandole con la digitalizzazione e la transizione energetica, le politiche ambientali che porteranno, attraverso un cronoprogramma di misure e di azioni, alla trasformazione del sistema Paese al fine di renderlo capace di centrare gli obiettivi al 2050. A tal fine indica una serie di obiettivi generali, il percorso metodologico e i target da raggiungere, e individua un primo set di indicatori, condivisi anche a livello internazionale ed europeo, che costituiranno il riferimento essenziale per la valutazione delle azioni previste. Gli obiettivi generali da centrare hanno nel 2030 il limite temporale, con un orizzonte al 2050 e sono articolati su cinque assi: neutralità climatica; azzeramento dell’inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia. Oltre a questi sono previsti otto ambiti di intervento, per i quali verranno costituiti appositi gruppi di lavoro (per approfondimenti si veda circ. n. 228/2021)

La proposta di Piano ha già ottenuto anche il parere favorevole della Commissione Territorio, Agricoltura e Lavori pubblici del Senato ma aveva riscontrato un parere negativo da parte della Conferenza Unificata nella riunione del 2 dicembre 2021, la quale (vd. verbale in allegato) aveva lamentato, tra l’altro, il mancato coinvolgimento della Regioni (non essendo stati convocati incontri tecnici specifici), il ruolo insufficiente delle autonomie locali nella governance e il mancato accoglimento di molte osservazioni tecniche.

Per questo motivo la Commissione VIII, nell’esprimere il proprio parere, ha formulato la richiesta al Governo di valutare l'opportunità di assumere ogni iniziativa necessaria a superare le ragioni che hanno indotto la Conferenza Unificata ad esprimere un parere contrario, in particolare adottando modalità procedurali che garantiscano un accentuato coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie locali nella definizione della governance del Piano e una più attenta valutazione delle proposte e dei contributi avanzati.

Come ulteriori osservazioni di carattere generale di interesse del settore, la Commissione ha chiesto al Governo di valutare:

  • l’esigenza che il PTE rappresenti un sostegno a processi, prodotti e servizi realmente e oggettivamente sostenibili (ambientalmente, economicamente e socialmente), applicando il principio della neutralità tecnologica nel definire le politiche e nel promuovere lo sviluppo delle diverse tecnologie che costituiranno l'insieme di soluzioni per il raggiungimento dei target climatici al 2030 e al 2050;
  • la necessità di interventi normativi volti alla riduzione delle aliquote IVA per i prodotti realizzati con materiale riciclato e riciclabile nonché per il recupero delle materie prime non rinnovabili, anche sinergici e cumulativi;
  • un riordino del sistema degli incentivi destinati allo sviluppo delle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica al fine di superarne la frammentazione e le complessità procedurali, ridurre o eliminare i sussidi ambientalmente dannosi, massimizzarne l'efficacia e meglio definirne l'ambito, dando certezza e chiarezza ai beneficiari;
  • che nella promozione, sviluppo ed impiego delle diverse tecnologie per l'attuazione della politica strategica UE per la decarbonizzazione venga effettuata un'attenta e compiuta analisi degli impatti ambientali, economici, sociali e – soprattutto – geopolitici in ordine a disponibilità, costi, approvvigionamento e dipendenza estera dei metalli, dei minerali critici e delle terre rare necessari nella transizione basata sull'elettrificazione spinta dei consumi, anche nella mobilità, e sull'impiego di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quali fotovoltaico ed eolico, con particolare attenzione alle problematiche concernenti l'approvvigionamento delle materie prime critiche necessarie a garantire la continuità del processo di transizione ecologica;
  • un maggiore coinvolgimento di ISPRA sia nella definizione puntuale delle azioni sia nel loro monitoraggio, soprattutto nelle attività di definizione e di elaborazione di indicatori per il monitoraggio del Piano, oltre alle attività in corso, tra le altre, le valutazioni e autorizzazioni ambientali.

In relazione alle osservazioni di carattere particolare, si evidenziano invece, le richieste al Governo di:

  • sottolineare la priorità di trattamento della frazione organica da rifiuti urbani compatibilmente con la gerarchia di cui all'articolo 179 del decreto legislativo n. 152 del 2006, con idonee misure che favoriscano la prevenzione dei rifiuti, che ne favoriscano il recupero limitandone il conferimento in discarica;
  • porre in essere strumenti utili a intercettare e valorizzare la frazione plastica non imballaggio prodotta dalle utenze domestiche, con particolare riguardo alla riduzione delle impurità nei rifiuti e alla loro selezione. Tra gli strumenti identificabili si possono considerare incentivi di natura economica, anche fiscale, e sistemi EPR;
  • la necessità che il Piano preveda le leve economiche e politiche per rendere possibile la transizione, a partire dalla priorità, ribadita nel PNRR, del Green Public Procurement e dell'estensione del campo di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) a tutte le procedure di acquisto di beni e servizi e nei lavori pubblici;
  • la necessità di esplicitare l'impegno del MITEvolto a rafforzare la capacità istituzionale, degli Enti Locali e dei responsabili di acquisto e delle Stazioni Appaltanti per diffondere il Green Public Procurement e garantire l'adozione dei CAM; sviluppare l'attività di monitoraggio sull'applicazione dei CAM; incentivare l'utilizzo dei CAM prevedendo priorità nell'accesso agli investimenti previsti dal PNRR alle amministrazioni pubbliche che li applicano sempre nelle gare d'appalto;
  • un rafforzamento, anche con adeguate risorse, delle attività di controllo, in particolare per le materie di competenza del SNPA, e procedure trasparenti e accessibili nell'assegnazione e nell'utilizzo delle risorse, tali da favorire l’indispensabile contributo offerto dalle attività di monitoraggio civico.

Nel far riserva di fornire ulteriori aggiornamenti in materia, si rimanda per approfondimenti al testo, allegato, del parere integrale.

» 17.12.2021
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