AssoAmbiente

Circolari

098/2020/CS

Il BIR, la Federazione mondiale delle imprese del riciclo, ha fornito, sulla base dei contributi e delle informazioni ricevute dai soci, un nuovo aggiornamento sull’andamento dei mercati dei materiali riciclati alla luce delle nuove misure prese dai vari Paesi in relazione alla pandemia da COVID-19.

Cina, Hong Kong e Taiwan stanno lentamente tornando alla normalità: i casi di COVID-19 in Cina sono in forte calo nell'ultimo mese, mentre non sono stati segnalati nuovi casi a Taiwan da due settimane. Anche gli acquirenti finali di metalli ferrosi sono tornati a comprare volumi normali, con incrementi del 20-30% dei quantitativi acquisiti rispetto alla settimana precedente. Il trend degli acquisti è fortemente influenzato dalla prospettiva della riclassificazione di ottone, rame e leghe di alluminio, da parte della Cina, come "materiale riciclato", che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° luglio. Anche a livello globale le aziende del settore dei rottami ferrosi stanno lentamente tornando al lavoro e la domanda generale di rottami ferrosi sta aumentando.

Nell'industria europea del riciclo delle materie plastiche permane invece una sensazione di incertezza. I prezzi di questi materiali sono ancora bassi a causa del crollo del prezzo del petrolio e delle enormi scorte disponibili sul mercato. Tra le note positive c’è che le aziende, con l’allentamento generale delle restrizioni, stanno riavviando la produzione e la domanda sta lentamente aumentando. Tale slancio è da attribuirsi alla ripresa dell’attività dell'industria automobilistica che è una grande consumatrice di materie prime riciclate. Ad oggi però i riciclatori europei di materie plastiche non sanno ancora come si svilupperà l'offerta - e quindi l'intera struttura dei prezzi - nelle prossime settimane. In Cina le fabbriche stanno riprendendo la produzione e i prezzi di polipropilene e stirenici sono aumentati nelle ultime due settimane.

L'esportazione dall’India della gomma ha ripreso da ormai un paio di settimane e sta facendo registrare quantitativi paragonabili a quelli movimentati prima dello scoppio dell’epidemia. Per quanto riguarda i PFU in Europa sembra che la disponibilità di questi rifiuti, a seguito della scarsa circolazione di macchine e camion dei mesi scorsi, sia piuttosto ridotta.

Il settore del riciclo della frazione tessile sta ancora vivendo una domanda molto bassa da parte di molti sbocchi finali e per tutte le qualità, nonostante alcuni mercati dell'Europa orientale stiano mostrando i primi segnali di miglioramento. Comunque, alcuni selezionatori hanno riavviato la produzione o hanno annunciato che lo faranno nei prossimi giorni, anche se a volumi ridotti. La raccolta di abbigliamento e frazione tessile in Europa occidentale rimane al di sotto dei livelli normali, anche se leggermente in aumento.

Per quanto riguarda il riciclo della carta, in Francia il 77% degli impianti è aperto e il 3% sta aprendo “su appuntamento”. Su 18.000 dipendenti, il 10,5% lavora da casa, il 25% a tempo parziale e il 7% non lavora. A livello generale in Francia le raccolte sono in calo del 20% per carta e cartone, del 37% per i rifiuti speciali, dell’82% per rifiuti da C&D, del 24% per la plastica, del 48% per il legno e del 75% per i metalli. Il fatturato totale è diminuito del 39% a marzo e del 64% ad aprile.

Nel rimanere a disposizione per ogni informazione, rimandiamo a prossime comunicazioni per ogni aggiornamento.

» 14.05.2020

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