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123/2021/PE

Sul sito della Corte dei Conti è stato pubblicato il “Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica” che riprende i principali temi di finanza pubblica, con un’attenzione ai settori più coinvolti dalla crisi emergenziale di questi mesi e dalle misure adottate dal Governo per farvi fronte.

Il Rapporto si compone di quattro parti, dedicate rispettivamente a:

  1. andamenti e prospettive dell’economia e della finanza pubblica e in particolare la dinamica del debito;
  2. temi della politica fiscale: la riforma dell’Irpef, le possibili revisioni della tassazione indiretta, la riscossione e le misure per incentivare l’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento;
  3. spesa e politiche sociali: valutazione dell’operare degli strumenti a sostegno dei redditi e delle misure volte a rafforzare le strutture di assistenza a fronte della crisi economica e sanitaria;
  4. investimenti e opere pubbliche: anche alla luce di quanto previsto nel PNRR, risultati delle misure a sostegno delle imprese e delle scelte di investimento delle amministrazioni territoriali, approfondendo, infine, le scelte e le problematiche strutturali relative al ciclo dei rifiuti urbani e all’efficientamento energetico.

In particolare, per quanto riguarda il capitolo “l’impiantistica per il ciclo dei rifiuti urbani”, nella Parte Quarta, l’obiettivo è quello di indagare l’evoluzione delle performance degli investimenti nel ciclo dei rifiuti (cluster analizzati: raccolta, trattamento, smaltimento/incenerimento, altro). L’orizzonte temporale considerato è quello relativo agli anni 2012-2020 per un complesso di 1.841 interventi e un importo cumulato di 1.548 milioni.

Dalle conclusioni emerge in sintesi che:

  • la gestione efficiente ed efficace del ciclo dei rifiuti costituisce uno degli elementi fondanti della transizione in chiave ecologica e che può dispiegare pienamente i suoi benefici, garantendo un contributo in termini di occupazione e sviluppo;
  • la realizzazione delle infrastrutture programmate e finanziate marcia a ritmi insufficienti (“debolezza nella capacità di execution che non si limita alla gestione dei rifiuti, ma che è insita nel sistema-Paese, essendo trasversale alle opere pubbliche”);
  • chiara prevalenza degli investimenti realizzati da soggetti privati, ivi comprese le società a totale partecipazione pubblica;
  • in media, l’opera finanziata nel settore dei rifiuti risulta essere di importo inferiore al milione (piccoli interventi e/o realizzazione di opere minori). In termini numerici, prevalgono i progetti che riguardano la fase della raccolta, quasi tutti assegnati ai Comuni, benché i finanziamenti più elevati siano quelli relativi al trattamento e allo smaltimento/incenerimento;
  • più del 60% del tempo che intercorre dalla progettazione all’entrata in esercizio di un’infrastruttura per la gestione dei rifiuti urbani è assorbito dall’iter di progettazione, ivi incluse le fasi autorizzative, a fronte di un tempo tutto sommato fisiologico per l’esecuzione della stessa (“tale evidenza veicola la necessità di operare un intervento di semplificazione per ridurre la complessità e la durata degli iter autorizzativi”);
  • in un contesto generale di bassa realizzazione delle opere finanziate e avviate, la quota prevalente dei progetti vede i Comuni come soggetto attuatore, laddove le difficoltà maggiori di portare a compimento le infrastrutture afferiscono alle Regioni, alle Province e alle Città Metropolitane, a cui vengono poste in seno le opere strategiche di area vasta, localizzate prevalentemente al Sud ove i fabbisogni infrastrutturali sono più consistenti;
  • le infrastrutture della raccolta mostrano, rispetto a quelle per il trattamento, un grado di realizzazione più elevato, con valori superiori alla media sia per quanto concerne il totale delle opere finanziate, sia per quello delle opere avviate (“la capacità di realizzazione delle opere di maggiore dimensioni è drammatica: il tasso di realizzazione si ferma a poco più del 5 per cento, segnalando che in sostanza queste opere non vengono realizzate […] si segnala […] impianti per il trattamento del rifiuto organico”),
  • pianificazione regionale non sempre adeguata (“diversi PRGR mostrano forti scostamenti tra gli obiettivi ivi indicati e l’evoluzione effettiva della produzione di rifiuto, da cui origina una sottostima dei fabbisogni, ascrivibile a politiche di prevenzione dagli esiti troppo ambiziosi o a proiezioni di aumento delle raccolte differenziate e/o di riduzione del rifiuto indifferenziato che non trovano riscontro nei fatti”).

Per quanti interessati, il Report della Corte dei Conti è disponibile qui (la sintesi qui) mentre in allegato riportiamo l’estratto dalla Parte Quarta su “l’impiantistica per il ciclo dei rifiuti urbani”.

Cordiali saluti.

» 01.06.2021
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