AssoAmbiente

Circolari

2022/245/SAEC-DOP/CS

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha approvato recentemente alcune Relazioni. In particolare segnaliamo:

  • Relazione finale n. 28/2022 sulle garanzie finanziarie nel settore delle discariche. Analisi dei dati (disponibile qui) con relatori On. Stefano Vignaroli (Insieme per il Futuro-Impegno Civico), Sen Vincenzo D'Arienzo (PD), On. Manfredi Potenti (Lega).

La Relazione, finalizzata a valutare aspetti relativi alla gestione degli impianti di discarica e alle norme che regolano il comparto delle garanzie finanziarie con l’analisi, convalida le conclusioni della precedente Relazione del 2021.
Le evidenze emerse dall’analisi dei dati di settore, acquisiti a livello nazionale, confermano l’opportunità di un intervento normativo che permetta maggiore flessibilità nella scelta e nella modalità di gestione delle garanzie finanziarie:

  • maggiore gamma di soluzioni per gli operatori del settore rispetto a quelli attualmente previsti (polizza assicurativa, fideiussione, cauzione) purché dotati di efficacia equivalente;
  • possibilità di prevedere, in luogo della garanzia, ad accantonamenti progressivi in fondi segregati;
  • limitazione della durata della copertura (soprattutto per la gestione post mortem);
  • definizione di uno schema tipo di polizza per garantire uniformità nel rilascio della garanzia.

Dalla Relazione emerge che per il 39% degli impianti presenti sul territorio non sono state prestate garanzie finanziarie, senza che siano stati generalmente indicati i motivi dell’assenza di copertura. Si legge nella Relazione che “desta perplessità […] la poca attenzione degli enti pubblici alla verifica di tali situazioni deficitarie”.

Quanto alle diverse tipologie di garanzia finanziaria, la parte più rilevante di mercato delle garanzie finanziarie è affidata al settore assicurativo, seguono le fideiussioni bancarie e, in via residuale, le cauzioni. I fenomeni illeciti connessi alla presentazione delle garanzie finanziarie appaiono statisticamente limitati.

Soltanto 14 i casi registrati di escussioni degli importi garantiti.

La Commissione ritiene infine maturi i tempi per interventi normativi per superare le criticità in materia.

  • Relazione finale n. 27/2022 su rifiuti tessili e indumenti usati (disponibile qui) con relatori On. Stefano Vignaroli (Insieme per il Futuro-Impegno Civico), Sen. Massimo Vittorio Berutti (Misto-Italia al Centro), On. Antonio Del Monaco (M5S).

La Relazione evidenzia la crescita dell’attenzione della criminalità organizzata (baricentro nell’asse Prato – Ercolano/Caserta e Tunisi) verso il potenziale di lucro dato dalla gestione degli indumenti usati, anche in vista dei fondi PNRR e delle risorse che verranno allocate dai sistemi di responsabilità estesa del produttore. Oggetto di attenzione per la Commissione anche le cooperative sociali Onlus, che rappresentano il primo anello della filiera.

La Commissione ritiene che il MiTE “dovrebbe seriamente valutare l’opportunità, per quanto riguarda questo specifico settore, di non vincolare i produttori a coinvolgere nelle governance dei loro organismi collettivi gli operatori della raccolta e del recupero” ed inoltre sottolinea l’urgenza di un intervento normativo che, nel quadro dei regimi di responsabilità estesa del produttore, “consenta ai produttori di disporre dei medesimi strumenti di controllo e selezione di cui dispone una stazione appaltante pubblica”.

Un ulteriore contributo al ripristino ed al mantenimento della legalità nel settore, secondo quanto riportato nella Relazione, potrebbe derivare da una sensibilizzazione, attraverso l’ANCI, delle amministrazioni comunali al fine di avviare controlli preventivi destinati ad evitare una raccolta indiscriminata di abiti usati ed accessori (qualificabili come rifiuti) fuori dai canali del servizio di igiene urbana autorizzato. Secondo la Commissione “appare plausibile l’utilità di ricondurre la raccolta degli abiti usati dismessi sotto il controllo degli enti pubblici locali lasciando ai soggetti incaricati delle raccolte caritatevoli l’unico compito di collettare presso di loro solo gli oggetti (non rifiuti) destinati agli indigenti”.

La Relazione ritorna anche sul tema dell’igienizzazione prima del ricollocamento degli abiti usati nella filiera del riuso e delle criticità rispetto alle specifiche disposizioni normative su tale tema.

Tra le realtà audite dalla Commissione anche UNIRAU (che rappresenta le imprese di raccolta, riuso, riciclo di abiti usati e è una delle realtà della Sezione Unicircular di Assoambiente).

In sintesi, la Commissione, che ritiene sia necessario agire sui seguenti elementi essenziali:

  • architettura organizzativa delle imprese attive nella filiera del tessile e degli indumenti, dalla produzione alla gestione finale dei rifiuti;
  • sostegno alla crescita delle competenze e capacità tecnologiche dalla produzione alla gestione finale dei rifiuti;
  • significativo ripensamento normativo, che tenga conto della specificità di questo settore in doverosa coerenza con la normativa sovranazionale ma con una adeguata normativa secondaria e attuativa, in particolare in materia di End of Waste e di responsabilità estesa del produttore.
  • Relazione finale sul fenomeno dei flussi paralleli illeciti e abbandono di rifiuti (disponibile qui) con relatori On. Stefano Vignaroli (Insieme per il Futuro-Impegno Civico), On. Fabio Berardini (Misto-Coraggio Italia), Sen. Luca Briziarelli (Lega), On. Caterina Licatini (Insieme per il Futuro-Impegno Civico), On. Alberto Zolezzi (M5S).

La Relazione dopo un capitolo introduttivo si concentra su tre flussi di interesse: rifiuti da costruzione e demolizione, rifiuti ingombranti (PFU) e RAEE (con un focus specifico sui pannelli fotovoltaici e sulle batterie al litio).

Oltre a fornire specifiche indicazioni su ogni flusso, la Relazione in sintesi evidenzia la neessità di intervento sui seguenti aspetti in comune rispetto ai rifiuti considerati:

  • discrepanze tra alcune previsioni del Lgs 152/2006 e alcune norme di settore correlate, spesso caratterizzate da difficoltà interpretative;
  • difficoltà nel conferimento di determinate categorie di rifiuti ai centri di raccolta comunali, generalmente carenti nelle regioni centro-meridionali e insulari, caratterizzati da orari di apertura limitati e/o scarsamente fruibili per la maggior parte della popolazione e spesso non abilitati a ricevere tipologie e quantità significative di rifiuti inerti, ingombranti e RAEE;
  • carenza di una capillare ed efficace impiantistica di trattamento post-raccolta sull’intero territorio nazionale, relativa all’intera filiera di trattamento, dalla cernita al recupero e/o allo smaltimento.

Nell’ambito dei lavori svolti dalla Commissione sono stati audite anche ASSORAEE e ANPAR (che rappresentano rispettivamente le imprese di recupero RAEE e di riciclo degli inerti e sono realtà della Sezione Unicircular di Assoambiente).

Per maggiori informazioni si rimanda al testo delle Relazioni.

» 21.09.2022

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