La Commissione europea ha pubblicato l’”Early warning report”, finalizzato a monitorare lo stato dell’implementazione delle politiche ambientali nei vari Stati membri, soffermandosi sulla loro efficacia e sul contributo che riescono a fornire per il conseguimento dei target previsti nella gestione dei rifiuti:
Il Rapporto (v. Allegato 1), in linea generale, registra ancora differenze significative nelle prestazioni di gestione dei rifiuti tra i vari Stati membri. Alcuni Paesi, ancora molto distanti dagli obiettivi, dovranno mettere in campo sforzi maggiori per attuare le riforme necessarie (ad es. per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti organici, la raccolta differenziata, la qualità dei dati, ecc.). Sulle prestazioni, come evidenziato, hanno influito molto anche fattori esterni, per esempio durante la pandemia di COVID-19 in alcuni Stati membri la raccolta differenziata è stata ridotta o arrestata. Anche l’impennata dei prezzi dell'energia sta incidendo negativamente sulle attività di riciclaggio. Nella figura estratta dal Rapporto sono riportate le previsioni di raggiungimento degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclo per rifiuti urbani e imballaggi.
Il Rapporto passa poi ad indagare la situazione relativa ai rifiuti urbani, agli imballaggi e al collocamento in discarica dei rifiuti urbani evidenziando come a fronte di una media europea del 23%, nel 2020 ci sono Stati membri che destinano a discarica più del 50% dei rifiuti urbani gestiti.
Il Rapporto si chiude con un capitolo dedicato alle buone pratiche implementate per garantire il conseguimento dei target e con le conclusioni e raccomandazioni della Commissione. Come raccomandazione generale la Commissione europea ha dichiarato che “continuerà a sostenere gli Stati membri nei loro sforzi di attuazione fornendo tra l'altro assistenza tecnica, ad esempio attraverso il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali, le raccomandazioni per paese del semestre europeo, orientamenti sulla raccolta differenziata, lo scambio di buone pratiche, riforme e investimenti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, e sostegno finanziario nel quadro di altri fondi dell'UE, come i fondi della politica di coesione (il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione). La Commissione ha anche avviato altre iniziative che contribuiscono a un'economia più circolare e alla riduzione dei rifiuti prodotti, ad esempio le proposte di nuovi regolamenti sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili nonché la revisione della direttiva sulle emissioni industriali”. Viene inoltre ricordato che viste le profonde differenze esistenti nella gestione dei rifiuti, le norme dell'UE in materia di rifiuti concedono agli Stati membri la possibilità di posticipare la conformità oltre gli anni-obiettivo, a condizioni specifiche.
Infine la Commissione, insieme al Rapporto, ha pubblicato anche una serie di schede specifiche per ogni Stato membro, disponibili qui, dove viene fornito il dettaglio circa la situazione degli obiettivi, nonché possibili suggerimenti e best practice adottate. Per l’Italia (v. Allegato 2) viene evidenziata la necessità di proseguire con l’incremento dei livelli di performance per centrare l’obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani (viene proposta l’introduzione di un sistema di vuoto a rendere e la diffusione della tassazione pay as you throw). Rispetto al ricorso alla discarica si sottolinea una percentuale piuttosto elevata e viene suggerita l’introduzione di una ecotassa, per conferimento a discarica e incenerimento, più consistenti e omogenee su tutto il territorio nazionale.
Per maggiori informazioni si rimanda ai documenti allegati.