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Circolari

2023/205/SAEC-ENE/PE

È stata pubblicata sul sito del MASE la Relazione annuale sulla Situazione energetica nazionale con i dati riferiti al 2022, redatta da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione generale infrastrutture e sicurezza (DGIS) del Dipartimento energia del MASE.

La relazione si articola nei seguenti capitoli: 

  • IL QUADRO ENERGETICO INTERNAZIONALE (petrolio, gas, carbone, fonti energetiche rinnovabili)
  • IL QUADRO ENERGETICO NAZIONALE (domanda, approvvigionamento, prodotti energetici)
  • GLI IMPIEGHI FINALI (consumo finale di energia, energia nel settore dei trasporti)
  • I CONSUMI E LA SPESA ENERGETICA DELLE FAMIGLIE
  • I PREZZI DELL’ENERGIA
  • L’ EFFICIENZA ENERGETICA
  • IL VALORE AGGIUNTO DEL SETTORE ENERGETICO
  • LE IMPOSTE SULL’ENERGIA
     

La relazione contiene inoltre monografie di approfondimento dedicate ai seguenti argomenti:
• le imprese “energivore” in Italia”
• le principali misure di sostegno alla crisi energetica adottate in Italia 

In sintesi, dalla relazione emerge che nel 2022 il settore energetico italiano ha risentito della crisi internazionale determinata dalla guerra in Ucraina: a fronte di un aumento del PIL del 3,7%, il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi è aumentato in volume del 3,9% mentre quello del settore energetico ha segnato un decremento pariall’ 1,3%. In termini assoluti, a prezzi correnti, il settore energetico ha generato un valore aggiunto pari a circa 57,7 miliardi di euro con un contributo al PIL pari al 3,0%.

La domanda primaria di energia (in termini di disponibilità energetica lorda), si è attestata a 149.175 ktep, con una diminuzione annua del 4,5%. L’intensità energetica si è attestata a 85,5 tep/milione di euro (il livello più basso negli ultimi dieci anni), registrando un forte calo rispetto al 2021 (-7,9%), come conseguenza del decremento della disponibilità energetica rispetto ad un aumento del PIL.

La disponibilità energetica lorda è costituita per il 37,6% dal gas naturale, per il 35,7% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 18,5% da rinnovabili e bioliquidi, per il 5% da combustibili solidi, per il 2,5% da energia elettrica.

Si conferma la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere: nel 2022 la produzione nazionale di fonti energetiche è diminuita dell’8% mentre le importazioni nette di energia sono aumentate del 3,5%. In particolare sono diminuite le importazioni nette relative al gas naturale (-4,9%) e alle energie rinnovabili e bioliquidi (-5,9%), mentre si è registrato un forte aumento nelle importazioni nette di combustibili solidi (+41,6%), di petrolio e prodotti petroliferi (+10,5%) e di energia elettrica (+0,5%).

La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, è aumentata: dal 73,5% del 2021 al 79,7% del 2022.

Il consumo finale energetico è diminuito complessivamente del 3,7% rispetto all’anno precedente attestandosi a 109.307 ktep, soprattutto nel settore dell’industria (-7,8%), negli altri settori (-7,6%) a fronte di un lieve aumento registrato nel settoredei trasporti (+5,3%).

La richiesta di energia elettrica nel 2022 è stata pari a 316,9 TWh (dati provvisori), in calo dello 0,9% rispetto all’anno precedente e ancora inferiore ai livelli pre-pandemia (-0,8% rispetto al 2019). Pur rimanendo la fonte termoelettrica tradizionale quella a copertura maggiore del fabbisogno, la fonte fotovoltaica nel 2022 segna il record storico di oltre 28 TWh di produzione; al contrario viene registrato un minimo storico nella produzione idroelettrica che scende del 36,6% attestandosi a 30,1 TWh.

Nel 2022, il fabbisogno di energia elettrica è stato soddisfatto per l’86,4% dalla produzione nazionale che, al netto dell’energia assorbita per servizi ausiliari e per pompaggi, è stata pari a 273,9 TWh (-1,2% rispetto al 2021) e per il restante 13,6% dalle importazioni nette dall’estero, per un ammontare di 43,0TWh, in crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente.

Nel 2022 le fonti rinnovabili di energia hanno trovato ampia diffusione in tutti i settori (elettrico, termico, trasporti), benché alcuni fenomeni climatici ne abbiano condizionato la disponibilità (riduzione delle precipitazioni, temperature medie relativamente elevate). La quota dei consumi energetici complessivicoperta da rinnovabili è stimata intorno al 19%, in linea con l’anno precedente.

Il gettito delle imposte sull’energia ammonta a circa 30 miliardi di euro (il 3,7% del totale imposte e contributi sociali e il 1,6% del PIL), ben il 30% in meno rispetto al 2021. In forte calo la quota delle imposte gravanti sull’uso dell’energia elettrica (dal 28,7% al 15,0%), mentre quasi raddoppia quella dell’imposta sul gas metano (dal 7,9% al 13,1%) e sui proventi derivanti dai permessi di emissione (dal 5,8% al 10,4%). Il taglio delle accise sui carburanti e l’azzeramento degli oneri di sistema sono i principalifattori alla base della riduzione del gettito, mentre l’aumento del prezzo delle quote allocate tramite asta hainciso in senso contrario.

Il contenuto energetico complessivo dei biocarburanti immessi in consumo in Italia nel 2022 è stimabile in 1,57 Mtep, lievemente superiore – grazie alla crescita del biometano - al dato 2021: il 37% di questo ammontare è stato prodotto nel nostro Paese. Con riferimento alle materie prime con cui sono prodotti i biocarburanti immessi in consumo inItalia (indipendentemente dal luogo di produzione), i dati preliminari sul 2022 mostrano come le principalirisultino gli oli da cucina esausti (UCO, 35% del totale, in forte crescita rispetto all’anno precedente), oli egrassi animali (21%, in diminuzione), rifiuti industriali (15%), palm oil mill effluent (POME, 14%) eFORSU per la produzione di biometano (6%).

L’interesse per la possibilità di utilizzare ilbiometano immettendolo direttamente nella rete del gas per essere veicolato al consumo è cresciuta negli ultimianni. La produzione di biometano è passata dai 9 milioni di metri cubi del 2017 ai 29 milioni di metri cubi del2018 per raggiungere i 53 milioni di metri cubi nel 2019 fino a raggiungere i 99 milioni di metri cubi nel 2020, i 167 milioni di metri cubi nel 2021 e i 210 milioni di metri cubi nel 2022 e gli impianti che risultano allacciati allarete Snam rete Gas sono 60, con un incremento di 14 impianti rispetto al 2021.

La relazione sottolinea infine la produzione di biometano da rifiuti organici urbani (FORSU) per l’importante ruolo svolto nel valorizzare la frazione organica dei rifiuti ottenendo da essi da un lato una forma di energia rinnovabile e dall’altro di utilizzare la CO2 prodotta dalla depurazione del biogas per usi industriali, ad esempio nell’ industria alimentare (che oggi è costretta ad importarla).

Per quanti interessati, la relazione è disponibile qui

» 01.08.2023

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