L'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) ha pubblicato un Rapporto intitolato “La gestione dei tessili usati e dei rifiuti tessile nell’ambito dell’economia circolare europea” dove, alla luce dell’obbligo di raccolta differenziata di questo flusso di rifiuti a partire dal 2025, viene fatto il punto sulla produzione dei rifiuti tessili, sui sistemi di raccolta operanti in Europa, sulla capacità di trattamento e sulla classificazione dei prodotti tessili.
Il Rapporto cerca inoltre di identificare i fattori da prendere in considerazione quando si implementano i sistemi di raccolta differenziata per favorire la circolarità dei prodotti tessili, senza aumentarne inavvertitamente le esportazioni, l'incenerimento o lo smaltimento in discarica.
L’EEA nel suo briefing stima che nel 2020 l'Europa abbia generato 6,95 Mt di rifiuti tessili, corrispondenti a circa 16 kg a persona.
Di questi, 4,4 kg a persona vengono raccolti separatamente per il riutilizzo e il riciclaggio, mentre 11,6 kg a persona finiscono nel ciclo dei rifiuti domestici misti. I dati migliori sulle percentuali di riciclo arrivano da Lussemburgo (50%) e Belgio (50%) mentre l'Italia è sotto il 15%. L’Agenzia evidenzia che con l'avvio dell'obbligo di raccolta differenziata i dati della raccolta potrebbero aumentare anche se è probabile una diminuzione della qualità del raccolto.
Ad ogni modo, comunque, in più della metà degli Stati membri la raccolta differenziata dei prodotti tessili è già obbligatoria. Rispetto alla provenienza di questi rifiuti, l'82% del totale è costituito da rifiuti post-consumo, mentre il resto da rifiuti tessili generati dalla produzione o da tessuti invenduti.
Nel report viene evidenziato che se le capacità di selezione e riciclo non dovessero essere incrementate a livello europeo, c'è il rischio che quantità significative di rifiuti tessili raccolti continuino a finire negli inceneritori o nelle discariche o vengano esportate al di fuori dell'UE.
Il report si chiude con una serie di raccomandazioni rivolte ai decisori politici dove viene evidenziato come l’armonizzazione delle definizioni e la rendicontazione obbligatoria delle quantità e delle modalità di gestione dei prodotti tessili usati e di scarto sono necessarie per fissare gli obiettivi futuri e monitorare i progressi del settore verso la circolarità.
Per maggiori informazioni si rimanda al Report allegato e al briefing ad esso riferito disponibile qui.