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2025/328/SAEC-TEX/CS

Il JRC, l’Organo tecnico della Commissione europea, ha pubblicato uno Studio intitolato “Fate and Composition of Textile Waste from Italy, the Czech Republic and Romania” sulla gestione dei tessili dismessi in queste aree. In particolare lo studio ha esaminato le caratteristiche, la riutilizzabilità e la riciclabilità dei rifiuti tessili post-consumo in Italia, Repubblica Ceca e Romania, sia raccolti separatamente che nei rifiuti urbani, lanciando l’allarme sulla preparazione degli Stati membri su questo tipo di raccolta.

Nell’ambito dello studio, i partner hanno raccolto 18 tonnellate di tessuti post-consumo provenienti dai rifiuti tra il 2023 e il 2024 che sono state poi analizzate. Dall’analisi è emerso che:

  • in media, oltre il 65% dei tessuti analizzati erano costituiti da miscele di fibre o materiali ricchi di cotone, la cui composizione consentirebbe tecnicamente il riciclaggio fibra-fibra;
  • circa il 40% dei prodotti tessili destinati al riutilizzo è rimasto sul mercato dell’UE, mentre il 22-23% è entrato nei flussi di riciclo;
  • circa il 75% dei prodotti tessili esportati al di fuori dell’UE per essere riutilizzati non presentava difetti, mentre il 25% mostrava evidenti problemi di qualità;
  • i flussi di rifiuti urbani hanno rivelato che i tessili rappresentavano dal 7% al 14% (Romania) del volume, una quota significativamente più alta rispetto a quanto ipotizzato per i Paesi dell’Europa occidentale;
  • tessuti destinati al riciclo venivano venduti a un prezzo compreso tra 0,1 e 0,4 euro al chilogrammo evidenziando un valore di mercato limitato;
  • cotone, poliestere e tessuti misti dominano tra la composizione dei rifiuti, presentando sia opportunità che sfide per l’implementazione su larga scala di soluzioni di riciclo tessile in queste regioni.
     

I dati dello studio confermano inoltre che i sistemi di raccolta intercettano solo una frazione dei rifiuti tessili post-consumo mentre grandi quantità finiscono ancora nel flusso dei rifiuti urbani misti. 

Lo studio si chiude con una serie di raccomandazioni da parte degli autori che sottolineano come:

  • l’armonizzazione degli standard tra gli Stati membri creerebbe condizioni più uniformi, semplificando e agevolando il lavoro delle imprese della gestione di questo flusso di rifiuti;
  • l’azione dei Governi sarà decisiva nel determinare se il riciclo post-consumo potrà crescere oltre i volumi di nicchia che registra in questo momento;
  • strumenti politici come la responsabilità estesa del produttore (EPR) potrebbero garantire flussi maggiori andando ad ampliare la raccolta;
  • gli investimenti pubblici in moderni impianti di selezione potrebbero ridurre le lacune qualitative che attualmente penalizzano il settore.
     

Infine viene evidenziato come nonostante l’elevato potenziale di riciclabilità di questo flusso i Paesi oggetto dell’analisi rischiano di subire gravi conseguenze se dovessero persistere infrastrutture limitate, incoerenze qualitative e instabilità del mercato che indeboliscono le ragioni economiche per un’espansione del riciclo tessile.

Per maggiori informazioni si rimanda allo Studio, in allegato.

» 11.09.2025
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