ISPRA ha presentato oggi l’edizione 2025 del Rapporto Rifiuti Urbani che contiene i dati aggiornati al 2024 sulla produzione, raccolta differenziata, gestione e flussi di import/export dei rifiuti urbani e degli imballaggi, a livello nazionale, regionale e provinciale. Il Rapporto include anche il monitoraggio dei costi dei servizi di igiene urbana, l’applicazione del sistema tariffario e una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale.
Stando ai dati contenuti nel Rapporto, nel 2024, la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta a poco più di 29,9 Mt, con un incremento del 2,3% rispetto al 2023. Nell’ultimo anno l’economia italiana ha fatto registrare una crescita del PIL e della Spesa per consumi finali pari allo 0,7%. Nei 14 Comuni con popolazione al di sopra dei 200 mila abitanti si registra un aumento della produzione di RU dell’1,8%.
Relativamente alla raccolta differenziata il Sud Italia continua a ridurre il divario con Centro e Nord. Nel dettaglio la raccolta differenziata nazionale si attesta al 67,7%, con percentuali del 74,2% al Nord, del 63,2% al Centro e del 60,2% al Sud. Le percentuali più alte si registrano in Emilia-Romagna (78,9%) e in Veneto (78,2%). Seguono Sardegna (76,6%), Trentino-Alto Adige (75,8%), Lombardia (74,3%) e Friuli-Venezia Giulia (72,7%). L’Emilia Romagna è anche quella che fa registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con un incremento pari all’1,7% rispetto al 2023. Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (71,8%), Valle d’Aosta (71,7%), Umbria (69,6%), Piemonte (68,9%), Toscana (68,1%), Basilicata (66,3%) e Abruzzo (65,7%). Nel complesso, più del 72% dei comuni ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Nell’ultimo anno, l’89,7% dei comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato.
A livello di tipologia di rifiuti intercettati dalla raccolta la parte più rilevante è costituita dai rifiuti organici (37,8%), seguita da rifiuti di carta e cartone (19,5%), vetro (11,3%) e plastica (8,8%). I RAEE si attestano all’1,4% e i rifiuti tessili allo 0,9%.
Nel 2024 sono operativi 625 impianti per la gestione dei rifiuti urbani, di cui oltre la metà dedicati alla frazione organica, anche se in alcune regioni le strutture restano insufficienti. Il recupero dell’organico avviene soprattutto negli impianti integrati anaerobico/aerobico (58,5% dei quantitativi trattati), seguiti dal compostaggio (34%) e dalla sola digestione anaerobica (7,5%). Il totale dei rifiuti sottoposti a trattamento biologico raggiunge circa 7,2 Mt, in aumento del 3,9% rispetto al 2023.
La percentuale di riciclo dei rifiuti urbani si attesta al 52,3%, in crescita rispetto a quella del precedente anno (50,8%) e al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020. Mentre l’obiettivo del 55% al 2025 richiede un’ulteriore crescita che dovrà essere ancora più significativa al 2030 quando l’obiettivo sarà del 60%. I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 14,8% dei rifiuti prodotti (pari ad oltre 4,4 Mt e in calo del 3,7% rispetto al 2023). Andando a vedere i dati sui rifiuti da imballaggio tutti i flussi hanno già raggiunto i target per il 2025 e anche la plastica supera, per la prima volta, l’obiettivo arrivando al 51,1% rispetto al 50% previsto.
Nel 2024 è stato esportato il 4,3% dei rifiuti urbani prodotti, pari a 1,3 Mt, a fronte di 216.000 t importati. Campania, Lazio e Lombardia sono le regioni che esportano i maggiori quantitativi. Danimarca, Paesi Bassi, e Austria sono i Paesi a cui vengono destinati più rifiuti urbani.
Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 214,4 euro/abitante (nel 2023 era 197) in aumento di 17,4 euro/abitante. Al Centro il costo più elevato con 256,6 euro/abitante, segue il Sud con 229,2 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 187,2 euro/abitante.
Infine, rispetto al PNRR, il Rapporto evidenzia come questo abbia destinato 2,1 miliardi di euro alla gestione dei rifiuti e a progetti di economia circolare, andando ad analizzare i progetti e le iniziative finanziate.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del Rapporto disponibile qui.