Il 26 luglio scorso si è tenuto a Roma un incontro, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile nell’ambito del Partenariato con il Ministero dell’Ambiente, avente ad oggetto “Sviluppo dell’economia circolare nella gestione dei rifiuti: il punto nella definizione delle nuove Direttive europee”.
Come noto, il Pacchetto sull’economia circolare presentato il 2 dicembre 2015 dalla Commissione Europea, attualmente in discussione presso il Consiglio ed il Parlamento europei, è stato oggetto di una consultazione nazionale svolta dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile su incarico del Ministero.
L’incontro in oggetto aveva l’obiettivo di presentare il Rapporto finale con gli indirizzi per lo sviluppo in Italia dell’economia circolare nel settore dei rifiuti e discutere le modifiche alle Direttive rifiuti del Pacchetto proposte dall’On. Simona Bonafè, presente all’incontro insieme al Direttore del MATTM Mariano Grillo.
In allegato riportiamo la presentazione svolta da Emmanuela Pettinao, della Fondazione, relativa allo svolgimento e ai risultati della consultazione, nonché il documento presentato da Edo Ronchi “Proposte per lo sviluppo della circular economy nella gestione dei rifiuti in Italia”.
L’On. Bonafè, relatrice al Parlamento europeo del Pacchetto sull’economia circolare e delle relative proposte di Direttive sui rifiuti, ha illustrato lo stato della discussione in Parlamento e al Consiglio, evidenziando che il Pacchetto assume importanza centrale nelle politiche europee, in quanto coinvolge quattro Commissari, tra cui due Vice Presidenti; la sua proposta finale terrà conto del dibattito che a partire da settembre prossimo si terrà presso la Commissione ambiente. Ha quindi esposto i punti salienti della sua relazione, che punta a rafforzare le disposizioni in tema di prevenzione e riuso, introducendo dei target minimi, e di responsabilità estesa del produttore, rendendola obbligatoria; circa gli strumenti economici a sostegno del mercato dei riciclati l’On. Bonafè ha affermato che purtroppo su questa materia non è possibile inserire nella Direttiva degli obblighi precisi a carico degli Stati membri, ma saranno questi ultimi a doversi attivare a livello nazionale tramite specifici strumenti fiscali (IVA agevolata), di mercato (es. GPP) o incentivi di altro tipo. Per quanto riguarda i target di riciclaggio, ha sottolineato che a suo parere è inutile incentrare la questione solo sul livello quantitativo degli obiettivi, ma occorre anzitutto individuare un metodo di calcolo armonizzato, in modo che le performance siano confrontabili, e in secondo luogo identificare le risorse che possono essere impiegate dagli Stati membri per una migliore infrastrutturazione (linee dedicate del Piano Junker, fondi di coesione europei, ecc.) in modo da centrare gli obiettivi stessi. Infine, si è soffermata in particolare sulle definizioni di rifiuto urbano e di rifiuto commerciale/industriale, che sono state introdotte per la prima volta per delimitare il regime, e le relative responsabilità, in ordine alla gestione degli stessi, ma rispetto alle quali ci sarà ancora da lavorare per individuare più precisamente la linea di demarcazione tra queste due categorie di rifiuti; a tale riguardo è ancora acceso il dibattito tra Stati riguardo quali parametri utilizzare.
Alle illustrazioni hanno fatto seguito alcuni interventi dei presenti, anche da parte dell’Associazione, che ha sottolineato tra l’altro la necessità di intervenire sulla distinzione tra rifiuto urbano e rifiuto commerciale/industriale tramite il riferimento a un parametro oggettivo connesso alle superfici delle attività, e sulle disposizioni in materia di responsabilità estesa del produttore, dove l’esigenza è in primo luogo quella di collegare quest’ultima alle condizioni di mercato dei materiali, in modo da garantire la sostenibilità economica delle attività di riciclo a prescindere dalle oscillazioni dei prezzi delle commodities.
Nel rinviare per approfondimenti ai documenti allegati, inviamo cordiali saluti.
