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037/2017/TO

La DG GROW della Commissione Europea ha pubblicato uno Studio, condotto da Ramboll Management Consulting, sull'applicazione delle normative relatiVe agli appalti pubblici nel settore della gestione dei rifiuti, in allegato la versione in lingua inglese.

Nel lavoro, incentrato su alcuni Stati membri UE (Germania, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito), viene analizzata l'organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani, considerando la distinzione tra gestione pubblica (svolta dai Comuni o loro partecipate) e gestione privata (svolta da aziende aggiudicatarie di appalti pubblici e/o contratti di concessione).

Nello studio vengono ripercorse le tendenze e gli sviluppi delle modalità di gestione dei rifiuti urbani. In particolare viene evidenziato come negli ultimi decenni del ‘900 sia stata registrata, in quasi tutti i Paesi oggetto della ricerca, una progressiva diffusione del ricorso ad aziende private, tramite appalti, nella gestione dei rifiuti; mentre negli ultimi tempi si sta avendo una inversione di tendenza con un utilizzo sempre maggiore ad operatori pubblici (ri-municipalizzazione). Secondo lo studio i principali incentivi nel ricorrere ad aziende pubbliche sono le singole politiche locali, il bisogno di flessibilità e la necessità di controllo, mentre, solitamente, si ricorre alle aziende private per ottenere una potenziale riduzione dei costi oppure se obbligati dalla legge a predisporre procedure di appalto.

Nel capitolo relativo all'apertura alla concorrenza del settore della gestione dei rifiuti urbani lo studio individua diverse criticità, legate, in particolare modo, alle modalità con cui gli enti pubblici scelgono di organizzare le attività di gestione dei rifiuti. Tra le principali problematiche riscontrate si evidenzia quella della sussidiarietà incrociata, l’assenza degli obblighi IVA per le aziende pubbliche (che ne migliora la competitività), oltre che l’interpretazione stringente dei concetti di autosufficienza e del principio di prossimità, che, insieme alla scarsa trasparenza nelle pubblicazioni dei bandi di gara, produce una scarsa partecipazione trans-frontaliera e trans-regionale nella gestione dei rifiuti.

Di seguito si riportano le principali conclusioni della ricerca:

  • i costi del servizio di gestione dei rifiuti sono più bassi quando si garantisce un’equa concorrenza tra fornitori privati, sempre in un quadro regolato dalle corrette procedure di appalto;
  • indicativamente la qualità del servizio di gestione dei rifiuti è maggiore se ad esercitarla sono dei soggetti pubblici;
  • gli enti maggiormente performanti sono quelli che hanno studiato e applicato sistemi di gestione dei rifiuti che si basano sia sul ricorso al settore privato che alla partecipazione pubblica.

In ogni caso lo studio evidenzia come, ad oggi, permangano, nel settore della gestione dei rifiuti urbani, una serie di criticità e problematiche ancora non completamente risolte dalla giurisprudenza o dalle disposizioni contenute nelle Direttive europee sugli appalti pubblici.

Nel rimandare al contenuto dello studio per maggiori approfondimenti, porgiamo cordiali saluti.

Cordiali saluti.

» 14.02.2017
Documenti allegati

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