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051/2017/TO

La Direzione Generale Mercato, Industria e PMI (DG GROW) della Commissione Europea ha pubblicato uno Studio, condotto da Ramboll Management Consulting, sull'applicazione delle normative sugli appalti pubblici nel settore della gestione dei rifiuti.

Lo Studio analizza l'organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani in alcuni Paesi UE (Germania, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito), distinguendo tra gestione pubblica (svolta dai Comuni o loro partecipate) e gestione privata (svolta da aziende aggiudicatarie di appalti pubblici e/o contratti di concessione).

Nello Studio vengono illustrate le tendenze e gli sviluppi delle modalità di gestione dei rifiuti urbani. In particolare, mentre negli ultimi decenni del ‘900 si registra, in quasi tutti i Paesi oggetto della ricerca, una progressiva diffusione del ricorso ad aziende private, tramite appalti, per la gestione dei rifiuti, negli ultimi anni si assiste ad una inversione di tendenza con un utilizzo sempre maggiore ad operatori pubblici (ri-municipalizzazione). Secondo lo studio le principali leve che spingono al ricorso di aziende pubbliche sono le politiche locali, il bisogno di flessibilità e la necessità di controllo, mentre, solitamente, si ricorre alle aziende private per ottenere una potenziale riduzione dei costi oppure, se obbligati dalla legge, a predisporre procedure di appalto.

Nel capitolo relativo all'apertura alla concorrenza del settore della gestione dei rifiuti urbani, lo Studio individua diverse criticità, legate, in particolare modo, alle modalità con cui gli Enti pubblici scelgono di organizzare le attività di gestione dei rifiuti. Tra le principali problematiche riscontrate si evidenzia quella della sussidiarietà incrociata, l’assenza degli obblighi IVA per le aziende pubbliche (che ne migliora la competitività), oltre che l’interpretazione stringente dei concetti di autosufficienza e del principio di prossimità, che, insieme alla scarsa trasparenza nelle pubblicazioni dei bandi di gara, produce una scarsa partecipazione trans-frontaliera e trans-regionale nella gestione dei rifiuti.

Tra le principali conclusioni della ricerca, riportiamo:

  • i costi del servizio di gestione dei rifiuti sono più bassi quando si garantisce un’equa concorrenza tra fornitori privati, sempre in un quadro regolato dalle corrette procedure di appalto;
  • indicativamente la qualità del servizio di gestione dei rifiuti è maggiore se ad esercitarla sono dei soggetti pubblici;
  • gli enti maggiormente performanti sono quelli che hanno studiato e applicato sistemi di gestione dei rifiuti che si basano sia sul ricorso al settore privato che alla partecipazione pubblica.

Lo studio evidenzia inoltre come, ad oggi, permangano, nel settore della gestione dei rifiuti urbani, una serie di criticità e problematiche ancora non completamente risolte dalla giurisprudenza o dalle disposizioni contenute nelle Direttive europee sugli appalti pubblici.

Nel rimandare al contenuto dello Studio, in allegato alla presente (in lingua inglese), per maggiori approfondimenti, porgiamo cordiali saluti.

» 14.02.2017
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