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245/2018/CS

La Commissione europea ha pubblicato la Relazione, indirizzata al Parlamento europeo e al Consiglio, su Produzione, trattamento e spedizione transfrontaliera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti negli Stati membri dell'Unione europea nel periodo 2013-2015; esercizio del potere di adottare atti delegatiCOM(2018)762final, che aggiorna in merito all’implementazione nei Paesi UE del Regolamento sul movimento transfrontaliero dei rifiuti nel triennio 2013-2015.a

Ogni tre anni la Commissione, basandosi sulle relazioni e sui questionari raccolti dai Paesi UE, stila una relazione sull'attuazione del Regolamento sul movimento transfrontaliero dei rifiuti: l’attuale relazione rappresenta la quinta edizione e riporta dati sulla gestione dei rifiuti pericolosi e di quei rifiuti comunque sottoposti a procedura di notifica in caso di spedizione (es. rifiuti urbani Y46 e rifiuti provenienti dall’incenerimento dei rifiuti urbani Y47).

Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi: la produzione, nel 2015, si attesta a circa 70 Mt e, sebbene manchino le relazioni da parte di alcuni Stati membri, si segnala un calo rispetto al 2014 (71 Mt) e al 2013 (75 Mt). Per quanto riguarda la movimentazione: nel periodo 2013-2015 sono state movimentate fuori dall’UE circa 1,2 Mt di rifiuti pericolosi mentre, nello stesso periodo, ne sono state importate 6,2 Mt da Paesi terzi, configurando l’UE come importatore netto di rifiuti pericolosi. Dal 2001 al 2015 il commercio transfrontaliero di rifiuti all’interno dell’UE e verso l’estero è aumentato del 53%. Il più grande esportatore di rifiuti notificati è stato il Regno Unito (12 Mt), che ha superato i Paesi Bassi (8 Mt), a causa dell’aumento di export finalizzato al recupero di energia. Francia e Italia sono invece, con 4 Mt, i maggiori esportatori di rifiuti pericolosi. Nel periodo di riferimento i rifiuti pericolosi hanno rappresentato il 35% del totale dei rifiuti dichiarati come esportati nelle relazioni (rifiuti pericolosi + rifiuti notificati). Dei rifiuti esportati circa il 75% è stato sottoposto ad operazioni di recupero, il 22% a smaltimento e il restante ad operazioni di trattamento misto. Solo 8 Stati membri, tra cui l’Italia, hanno dichiarato di esportare rifiuti urbani (voce Y46) per il recupero di energia mentre 7 per lo smaltimento.

Per quanto riguarda le importazioni nei Paesi UE, nel 2013 sono state spedite negli Stati membri circa 19 Mt di rifiuti notificati provenienti da altri Stati membri e da Paesi terzi (9 Mt). Nel 2014 questa cifra è salita a 25 Mt, di cui 7 pericolosi, mentre nel 2015 sono stati 24 Mt, di cui 10 di rifiuti pericolosi. Questa crescita delle importazioni rappresenta la continuazione di una tendenza, infatti dal 2001 il quantitativo di tutti i rifiuti notificati in entrata negli Stati membri è aumentato del 222%. Considerando il triennio di riferimento i più grandi importatori sono stati Germania (19 Mt), Paesi bassi (13 Mt) e Francia (11 Mt), in risposta alla domanda significativa di rifiuti necessaria per i loro inceneritori. Nel 2015 l'81 % dei rifiuti pericolosi in entrata negli Stati membri è stato destinato ad operazioni di recupero e il 19 % ad operazioni di smaltimento. Per il periodo di riferimento, i valori medi per il quantitativo di rifiuti pericolosi importati trattati in un'operazione di recupero e di smaltimento sono rispettivamente del 78% e del 22 %. La Germania, con il 46% del totale, è lo Stato che ha registrato la percentuale maggiore di rifiuti pericolosi importati destinati a smaltimento.

In materia di spedizioni illegali, ispezioni e misure di esecuzione: nel periodo 2013-2015 sono state segnalate 2800 spedizioni illegali di rifiuti, con un aumento del 12% rispetto ai 2500 casi segnalati nel periodo 2010-2012. Nel dettaglio si evince come, nel 2013, le spedizioni illegali segnalate sono state 800, salite poi a 1000 sia per il 2014 che il 2015. Rispetto al periodo 2010-2012 cresce anche il numero totale dei controlli segnalati che passa da circa 450.000 a circa 600.000 nel 2013-2015, il che potrebbe spiegare il maggior numero di spedizioni illegali individuate. Solo 12 Stati membri hanno fornito informazioni dettagliate sulle sanzioni pecuniarie applicabili ai soggetti che spediscono i rifiuti illegalmente mentre 7 in merito alle pene detentive. Dall’analisi dei dati però, a causa dell’assenza di un campione statisticamente significativo, non è possibile trarre conclusioni circa l'eventualità che sanzioni più elevate e pene detentive più severe possano disincentivare la spedizione illegale di rifiuti.

Nel rimandare alla Relazione della Commissione UE, in allegato alla presente, per ulteriori dettagli, rimaniamo a disposizione per ogni informazione ed aggiornamento anche in relazione ai lavori attualmente in corso a livello europeo di revisione del Regolamento 1013/2006 e smi sul movimento transfrontaliero dei rifiuti.

» 07.12.2018
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