AssoAmbiente

Circolari

124/2019/PE

La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 4 aprile la “Quarta Relazione sullo stato dell’Unione dell’Energia”. L'Unione dell’Energia non riguarda soltanto la politica energetica e climatica, ma anche una modernizzazione strutturale dell'economia europea, attraverso la riforma strutturale dell'uso di energia e risorse in tutti i settori chiave - l'energia (con il ruolo centrale che riveste), gli edifici, i trasporti, l'industria, l'agricoltura e più in generale la destinazione dei suoli – e una strategia di investimento, che ha un impatto positivo sull'economia e l'occupazione.

L'obiettivo del progetto dell'Unione dell’Energia della Commissione Juncker (v. circolari associative n. 146/2015, n. 179/2015 e successive) era garantire ai consumatori dell'UE energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili, attraverso la revisione delle politiche dell'Europa in materia di energia e clima. Con questo progetto la Commissione ha inteso rafforzare anche il settore delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’emission trading.

I risultati ad oggi raggiunti dal progetto dell'Unione dell’Energia sonodovuti soprattutto alla definizione di:

  • quadro di governance per il conseguimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi e la modernizzazione dell'economia europea e la sua industria;
  • obiettivi chiari e ambiziosi per il 2030 in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica;
  • quadro normativo certo e con una visione per le politiche necessarie entro il 2050 per attrarre investimenti innovativi di alta qualità per modernizzare l'economia dell'UE e creare posti di lavoro locali. Oggi nell'UE ci sono più di 4 milioni di posti di lavoro "verdi" e la transizione energetica offre chiare opportunità per crearne altri;
  • approfondimento del mercato interno dell'energia, essenziale per fornire a tutti i cittadini un'energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili;
  • misure di sostegno volte ad affrontare, tra l'altro, le questioni sociali e industriali;
  • interlocutore unico sulla scena internazionale, esercitando una leadership efficace in materia.

Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, unitamente al consumo di energia, la Commissione europea registra un sempre maggiore disaccoppiamento dalla crescita economica, infatti, stando ai dati preliminari trasmessi dagli Stati membri, tra il 1990 e il 2017 l'economia dell'UE è cresciuta del 58%, mentre le emissioni sono diminuite del 22%. Dal 1990 le emissioni gas serra sono diminuite in tutti i settori economici (ad eccezione dei trasporti) ed in particolare per quello dei rifiuti che nel 2016 mostra il valore più basso rispetto agli altri settori.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, la Commissione evidenzia che è necessario intensificare gli sforzi per raggiungere l'obiettivo fissato per il 2020: a causa delle variazioni meteorologiche (in particolare quelle registrate nel 2015 e nel 2016, che sono stati anni più freddi), dell’aumento dell'attività economica e dei bassi prezzi del petrolio, si è infatti registrato un andamento leggermente superiore alla traiettoria per gli obiettivi del 2020. Tale discostamento è stato in parte tamponato dal miglioramento dell’intensità energetica nell'industria che negli anni è migliorata, arrivando nel 2017 al 22%.

Sul tema la Commissione europea ha istituito una task force con gli Stati membri per mobilitare gli sforzi e sfruttare appieno il potenziale di efficienza energetica.

Il settore delle rinnovabili ha continuato a registrare una forte crescita, ma con uno sviluppo disuguale: la penetrazione dell'energia rinnovabile varia da un settore all'altro, raggiungendo il 30,8% nel settore dell'energia elettrica, ma solo il 19,5% nel settore del riscaldamento e del raffrescamento e il 7,6% nel settore dei trasporti. Inoltre, il ritmo di aumento della quota di energia rinnovabile ha subito un rallentamento dal 2014. Secondo la Commissione “sebbene l'UE sia sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 in materia di energia rinnovabile, è necessario intensificare gli sforzi per essere certi di poter conseguire gli obiettivi per il 2030

La qualità dell'aria è migliorata, ma sono necessari ulteriori miglioramenti. Gli investimenti pubblici (nazionali e dell'UE) nelle priorità di ricerca e innovazione (R&I) dell'Unione dell'energia sono rimasti relativamente stabili per tutto il periodo 2014-2017.

Nel rimandare alla Relazione della Commissione, in allegato alla presente, rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore approfondimento.

» 13.05.2019
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