Nei laboratori di Sersys Ambiente, azienda di Rivoli (Torino) specializzata nell’offerta di servizi ambientali e punto di riferimento - a livello normativo, operativo e gestionale - per le realtà industriali e pubbliche che devono affrontare questioni legate all’ambiente,
è stata sviluppata un’innovativa analisi per verificare, in sole 48 ore, la presenza del Coronavirus sulle superfici di lavoro e nei sistemi di areazione e condizionamento.
La ricerca del virus, effettuata grazie a un’analisi denominata RT-PCR (Reverse TranscriptasePolymerase Chain Reaction: reazione a catena della polimerasi inversa), può dunque garantire il riavvio delle attività produttive in sicurezza.
Il test può essere eseguito all’interno di aziende, supermercati, location produttive, su superfici di lavoro, nelle condotte dell’aria e sulle superfici ad alta frequenza di contatto (ad esempio maniglie delle porte, pulsantiere, tastiere del PC, macchinette del caffè, terminali POS, carrelli della spesa, cellulari), consentendo così di determinare la sicurezza microbiologica degli ambienti.
Sersys Ambiente stima che per condurre un’analisi approfondita su un supermercato di medie dimensioni (circa 1.000 metri quadrati) siano necessari almeno 50 tamponi prelevati dai punti più significativi per frequenza di contatto con le persone.
Gli studi degli esperti hanno dimostrato che il COVID-19 può sopravvivere fino a 3 giorni su plastica e acciaio, fino a 24 ore sul cartone e circa 4 ore sul rame.
L'arco temporale varia a seconda delle caratteristiche del tipo di superficie: quelle meno porose come plastica e acciaio risultano le “peggiori”, in quanto assorbono meno facilmente le goccioline, preservando il virus attivo.
“La diffusione del COVID-19”, dichiara Marco Steardo, Amministratore Delegato di Sersys Ambiente e Vice Presidente FISE Assoambiente, “rende oggi ancora più necessario il controllo periodico del grado di contaminazione microbiologica delle superfici di lavoro e degli impianti di trattamento dell’aria e ventilazione, al fine di favorire la massima protezione della salute dei lavoratori e garantire una più completa prevenzione dall’inquinamento chimico, fisico e microbiologico.
Il loro cattivo stato igienico può infatti provocare l’incremento delle polveri sottili negli ambienti, che a propria volta possono veicolare e amplificare la diffusione del virus”.