Visitiamo il Polo Ambientalistico di Parma gestito da Iren e conosciamo meglio le attività dell’impianto, che avvengono in sicurezza e tutelando l’ambiente.
<br />
Come tutti gli impianti all’avanguardia, il PAI è dotato di una rete di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria e concorre con oneri di compensazione ambientale alla qualità della vita delle collettività vicine. Ci preme, invece, sottolineare un altro aspetto meno conosciuto.
Quando si parla di PAI non si parla solo di un impianto, ma di un’area di circa 58 ettari, 50 dei quali destinati a verde, di cui 30 ettari costituiscono un vero bosco composto da circa 15.000 alberi ed arbusti (per dare un'idea delle dimensioni, circa due volte il Parco Ducale di Parma).
Il bosco ha anche una funzione di mitigazione ambientale sia per quanto riguarda i gas serra che le polveri derivanti anche dal traffico veicolare. Gli alberi agiscono come “carbon sink” dell’anidride carbonica, fissandola e conservandola nel legno. Le foglie, provviste di peli e ricoperte di sottili strati di cere e resine, hanno invece la funzione di intercettare le polveri. Questo recupero restituisce valore ecologico ad un’area che in molti impianti di questo tipo viene considerata marginale.
Al PAI di Parma si è invece costituito un ecosistema che, insieme al Canale Naviglio, costeggiato da una pista ciclabile collegata alla città, contribuisce alla salvaguardia di flora e fauna locali. Un polmone verde che in questi anni è diventato un rifugio sicuro per gli animali e un punto di sosta per i volatili e che sarà a breve oggetto di una specifica operazione di monitoraggio naturalistico con l’obiettivo di integrarlo nella rete delle aree verdi cittadine.
Per garantire il massimo controllo dell’impatto ambientale del PAI è stato predisposto un sistema costante di monitoraggio delle emissioni del termovalorizzatore, dotato di strumentazioni in grado di analizzare i fumi già in caldaia, prima del trattamento: operazioni che consentono – se necessario - di regolare il funzionamento del termovalorizzatore per limitare al massimo la creazione di inquinanti, ben prima della fase di depurazione.
I dati di monitoraggio rilevati sono controllati da Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e sono disponibili online per garantire la massima trasparenza.