Il Circular Economy Network (CEN), in collaborazione con ENEA, ha elaborato e presentato il Rapporto sull’economia circolare 2024 (disponibile qui) che raccoglie i dati recenti dei principali indicatori di circolarità dell’economia italiana e compara la performance del nostro Paese con quelle delle principali economie UE. Inoltre questa edizione contiene i risultati di un’indagine condotta in collaborazione con CNA sulle PMI e il loro rapporto con l’economia circolare.
Il Rapporto riporta le performance di circolarità delle 5 maggiori economie dell’UE, comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo; gestione dei rifiuti; materie prime seconde; competitività e innovazione; sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questi indicatori viene confermato il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti. Nello specifico, nel 2021 ha avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, 8% in più della media UE27 (64%). Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%. La media UE è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%. Italia in testa anche con il riciclo dei RAEE che nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), con una media UE dell’81,3%. Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite dei rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nella UE; mentre in Italia si è passati dai 504 kg/ab del 2018 ai 494 kg/ab del 2022.
Rispetto al tasso di utilizzo circolare di materia (rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali) l’Italia conferma un valore pari al 18,7% anche per il 2022.
Gli investimenti in attività di economia circolare nell’UE27 sono stati pari a 121,6 Mld di euro, lo 0,8% del PIL, nel 2021. L’Italia con 12,4 Mld di euro (0,7% del PIL) risulta al 3° posto, dietro a Germania e Francia, facendo segnare un aumento del 14,5%.
Nel 2021 nella UE27 gli occupati in alcune attività dell’economia circolare erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale; in Italia 613.000, pari al 2,4%, +4% rispetto al 2017.
Il valore aggiunto dell’intera UE relativo ad alcune attività dell’economia circolare nel 2021 è stato di 299,5 Mld di euro, il 2,1% del totale dell’economia; in Italia è pari a 43,6 Mld di euro, 2,5% del totale (era il 2,1% nel 2017). Anche Spagna e Germania lo hanno incrementato, mentre Francia e Polonia l’hanno ridotto.
Il consumo dei materiali in Italia nel 2022 è stato di 12,8 t/ab, minore della media europea (14,9 t/ab) ma in crescita (+8,5%) rispetto alle 11,8 t/ab del 2018. Sempre nel 2022 la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materiali (46,8%) è più del doppio della media europea (22,4%), anche se in calo (-3,8%) rispetto al 2018.
Nel rapporto vengono poi presentati i risultati di un’indagine, svolta con CNA, sulle PMI e il loro rapporto con l’economia circolare dove sono riportati gli interventi relativi alle politiche green messe in atto. Infine sono presenti due approfondimenti uno sulle materie prime critiche, con focus su rame e terre rare, e uno sull’ecoprogettazione e buone pratiche nell’ambito della piattaforma ICESP.