ISPRA ha presentato l’edizione 2024 del Rapporto Rifiuti Urbani, che contiene i dati relativi alla raccolta e gestione dei rifiuti urbani (RU) in Italia nel 2023. Dal Rapporto emerge come nel 2023 la produzione nazionale di rifiuti urbani, dopo il calo del precedente biennio, si attesta a quasi 29,3 Mt, con un incremento dello 0,7% rispetto al 2022.
La raccolta differenziata raggiunge una media nazionale del 66,6% (73,4% al Nord, 62,3% al Centro e 58,9% al Sud). Nel complesso, quasi il 71% dei comuni italiani ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Mentre quelli che superano il 50% di raccolta differenziata arrivano all’88,3%.
A livello di città con più di 200.000 abitanti, Bologna si piazza al primo posto con il 72,9% (+10%). Superano il 55% o si avvicinano a tale percentuale Torino, Firenze, Messina e Verona i cui tassi si attestano, al 57,1%, 55,6%, 55,4% e 53,4%. Roma, in leggera crescita rispetto al 2022, si colloca al 46,6%, Genova al 46,1% (+3%), mentre Bari e Napoli superano il 40%, rispettivamente, con il 43,2% e il 41,9%.
A livello di macroarea, il Mezzogiorno ha mostrato, negli ultimi anni, la crescita maggiore della raccolta differenziata, tanto che lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8.
Rispetto alle modalità di trattamento e di gestione dei rifiuti urbani, il Rapporto evidenzia che la percentuale di riciclaggio dei RU si attesta al 50,8%, in crescita rispetto al precedente anno (49,2%), si ricorda che al 2030 l’obiettivo è del 65%.
Gli impianti di gestione dei RU, operativi in Italia nel 2023, sono 656 di cui oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, anche se non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.
Lo smaltimento in discarica dei RU è pari al 15,8% dei rifiuti urbani prodotti (4,6 Mt, in calo rispetto ai 5,2 Mt del 2022). Tale valore va comunque ridotto in vista dell’obiettivo massimo del 10% di rifiuti in discarica da raggiungere entro il 2035. I quantitativi di rifiuti urbani inceneriti, comprensivi dei rifiuti ottenuti dal loro trattamento (codici EER 190501, 190503, 191210 e 191212) sono 5,5Mt (+4% rispetto al 2022). Il 72,7% di questi rifiuti viene trattato al Nord, il 9,1% al Centro ed il 18,2% al Sud (con il solo impianto di Acerra tratta il 70,4% del totale dei rifiuti inceneriti al Sud).
La gestione degli imballaggi raggiunge importanti risultati rispetto a tutte le frazioni merceologiche: nel 2023 hanno ampiamente raggiunto i target di riciclaggio fissati a livello europeo per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48% a fronte di un target del 50% al 2025).
Nel 2023 è stato esportato il 4,6% dei rifiuti urbani prodotti (1,4 Mt), a fronte di 319.000 t di rifiuti importati. Campania, Lombardia e Calabria sono le regioni che esportano i maggiori quantitativi di rifiuti con Danimarca, Paesi Bassi, e Germania che sono i Paesi in cui si destinano più rifiuti.
Infine il Rapporto si concentra sui costi pro capite di gestione dei rifiuti urbani che, nel 2023, fa registrare una crescita con 197 euro/abitante (nel 2022 era stato 192,3 euro/abitante). Al Centro il costo più elevato con 233,6 euro/abitante, segue il Sud con 211,4 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 173,3 euro/abitante.
Per il Rapporto Rifiuti Urbani 2024, si rimanda al sito ISPRA, disponibile qui, dove è possibile anche rivedere l’evento di presentazione.