AssoAmbiente

News

Il “cortocircuito mediatico - ambientale” che frena la circular economy

Comunicato Stampa del 9.11.2017
 
Uno studio realizzato da un team di ricercatori universitari evidenzia l’impatto di media e social media sulla transizione verso il modello di circular economy.
 
Il “cortocircuito mediatico – ambientale” che frena la circular economy
 
 
Rimini, 9 novembre 2017 – Quale legame esiste tra economia circolare, reputazione aziendale e responsabilità sociale d’impresa? Come viene seguita e percepita da media e social media l’attività delle aziende che curano la gestione e il riciclo dei rifiuti? Quali ripercussioni provoca una cattiva reputazione sullo sviluppo delle attività di green economy?
Dalla necessità di approfondire e dare una risposta a queste domande ha preso le mosse lo studio “Economia circolare e reputazione (sociale). Il circolo vizioso di cui nessuno parla”, presentato oggi a Ecomondo, il principale evento fieristico nazionale sull’ambiente in programma a Rimini Fiera dal 7 al 10 novembre, e realizzato da un team di ricercatori delle Università di Macerata e Ancona con il sostegno dell’azienda Orim (smaltimento e recupero rifiuti industriali), associata a FISE Assoambiente.
 
Lo studio parte dall’assunto che la gestione ed il recupero dei rifiuti è ormai considerato a pieno titolo come attività centrale per la transizione verso una circolarità dei modelli produttivi ed economici.
La ricerca evidenzia come a questo ruolo strategico, non corrisponda un adeguato risconoscimento reputazionale da parte di media e opinione pubblica nei confronti di aziende che, come destinatarie di “scarti” di produzione, sono invece spesso oggetto di critiche da parte di un’ampia gamma di stakeholder “non professionali”, quali le comunità in cui tali imprese operano.
 
Contribuisce a produrre questa erronea percezione dell’opinione pubblica sul reale ruolo di queste imprese nel sistema economico la cattiva luce “proiettata” sul settore dei rifiuti non solo dai mass-media tradizionali, ma anche e sempre più spesso, da social media e blog di informazione, all’intero dei quali la maggior parte dei commenti è innescato dalla preoccupazione dei cittadini sulla natura delle attività delle aziende, dal relativo impatto ambientale e dalla mancanza di fiducia per le amministrazioni locali. Da gran parte dei commenti dei cittadini emerge con chiarezza come non venga compreso nel dettaglio la reale natura dell'attività di gestione rifiuti e quindi non si riesca ad associare queste operazioni quotidiane a un corretto valore ambientale.
 
L’analisi condotta dall’Università di Macerata rivela come l’attuale carenza di una reputazione “propria” dell’economia circolare (dovuta a una scarsa consapevolezza della società civile sul tema) possa innescare un circolo vizioso in grado di ostacolare lo sviluppo stesso di attività imprenditoriali legate alla gestione dei rifiuti e di conseguenza la transizione verso una logica “circolare” del modello economico.
 
Il gap reputazionale, provocato dalla dissonanza fra la buona reputazione di cui godono le aziende di gestione rifiuti tra i propri stakeholder diretti (clienti e fornitori) e la cattiva reputazione presso le comunità e autorità del territorio, determina infatti significative ripercussioni sullo sviluppo dell’attività imprenditoriale, in diversi casi fermando addirittura la realizzazione di impianti di riciclo, con negative ripercussioni sul fronte ambientale e occupazionale.
 
“La ricerca”, evidenzia Federica Simonetti, Ricercatrice del team che ha curato lo studio, “enfatizza la rilevanza di formulare una strategia di Corporate Social Responsability che vada oltre il calcolo economico di breve periodo e che sia capace di aumentare la reputazione dell’azienda in maniera “trasversale” rispetto ai diversi stakeholder aziendali. Il gap reputazionale è dovuto al mancato riconoscimento di ‘esponente dell’economia circolare’, sia internamente che esternamente”.
 
“La realizzazione di un modello efficiente di circular economy”, ha commentato il Direttore di FISE Assoambiente - Elisabetta Perrotta, “passa anche e soprattutto da una corretta ed efficace comunicazione e informazione sulle attività di gestione dei rifiuti, in grado di intercettare e coinvolgere le comunità locali e l’opinione pubblica nazionale. È lo scenario per cui Associazioni di categoria e imprese del settore si stanno attrezzando, passando da una comunicazione diretta ‘verso’ il cittadino/utente a una ‘con’ il cittadino/utente che integri gli strumenti di comunicazione verso i media tradizionali con un dialogo costante attraverso i social media, con l’obiettivo di comprendere i bisogni della cittadinanza, coinvolgerla e sensibilizzarla sulle tematiche relative ai servizi ambientali”.
 
 
 

 

» 10.11.2017

Recenti

29 Aprile 2024
FEAD NEWSLETTER N° 169 - 29 APRIL 2024
Newsletter FEAD aprile 2024
Leggi di +
29 Aprile 2024
ARERA - Seminario sulla predisposizione PEF 2024-2025 per gli impianti di trattamento - 9 maggio 2024 10:00/13:00
TIFORMA (Società di formazione e consulenza) ha organizzato un seminario (videoconferenza) di significativo interesse per il comparto dal titolo “La predisposizione del PEF ARERA 2024-2025 per gli Impianti di trattamento: le nuove previsioni regolatorie ai sensi delle delibere ARERA 363/2021/R/rif
Leggi di +
29 Aprile 2024
Aggiornamenti normativi su ESG delle aziende
Sul tema ESG, il Parlamento Europeo ha approvato il testo di accordo con il Consiglio Europeo riguardo la proposta di regolamento sulla trasparenza e sull'integrità delle attività di rating ambientale, sociale e di governance (ESG) che mira a consolidare la fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili .....
Leggi di +
29 Aprile 2024
Sostenibilità delle imprese – Parlamento UE approva testo di accordo della Direttiva due diligence
Lo scorso 24 aprile 2024 il Parlamento Europeo ha approvato la nuova direttiva su Corporate Sustainability Due Diligence, proposta lo scorso anno dalla Commissione Europea.
Leggi di +
29 Aprile 2024
Accordo Istituzioni europee su Regolamento Ecodesign e Direttiva riparazione prodotti
Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il Regolamento che definisce i requisiti di ecodesign per la progettazione di prodotti sostenibili.
Leggi di +
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Inserisci la tua email
Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere gli aggiornamenti su AssoAmbiente
e altre utili informazioni
INSERISCI LA TUA EMAIL