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Regione Lombardia: audizione FISE Assoambiente (Milano, 3 Aprile 2019)

Audizione di FISE Assoambiente su “Stoccaggio e traffico illecito di rifiuti. In relazione all’aumento dei casi di incendio e con particolare attenzione alla presenza delle organizzazioni criminali nel ciclo dei rifiuti” presso Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità - Regione Lombardia.

La situazione relativa ai roghi in Lombardia non sembra migliorare, anzi: in tutta la Regione il fenomeno degli incendi nei magazzini di stoccaggio sta assumendo proporzioni preoccupanti e dall’inizio dell’anno si contano dieci gravi episodi.

Lo stoccaggio abusivo di rifiuti e la loro successiva eliminazione attraverso la combustione comporta non solo un danno ambientale evidente, ma anche gravi ripercussioni sulla salute delle persone. In merito, la Regione Lombardia ha attivato un’indagine conoscitiva a cui FISE Assoambiente è stata invitata a partecipare il 3 aprile scorso.

Nel suo intervento, il Direttore Elisabetta Perrotta ha evidenziato come possa essere considerato limitativo ascrivere il problema incendi alla sola criminalità. FISE Assoambiente individua altri fattori che, se non considerati, non consentono in primo di comprendere il problema e in secondo di risolverlo, fra i quali indica l’errore umano e le criticità di gestione attualmente incrementate dalla carenza di sbocchi dei rifiuti. In merito alla carenza di sbocchi dei rifiuti, è evidente che la loro gestione è soggetta da tempo a due forze contrapposte:

  • da un lato il settore dei rifiuti ha assunto un ruolo rilevante sia a livello sociale che produttivo. Non rappresenta solo un servizio pubblico essenziale per i rifiuti urbani, ma anche un vero e proprio settore in continua crescita nel recupero.
  • dall’altro il settore si trova a dover affrontare una stagione di continue e ripetute fasi emergenziali, le cui ragioni sono molteplici e i cui effetti critici, legati alla visione negativa del rifiuti nell’immaginario collettivo, hanno arrecato grave danno al Paese e all’imprenditoria sana che in un contesto diverso avrebbe potuto soddisfare quanto oggi necessario.

La carenza di un’adeguata pianificazione, soprattutto per i rifiuti urbani, e l’assenza di un adeguato sviluppo infrastrutturale ed impiantistico finalizzato alla chiusura del ciclo di gestione e al contenimento dei costi ambientali, non ultimo il blocco dell’esportazione di non marginali quantità verso l’oriente, rende ancora più evidente la necessità di disporre di una moderna politica ambientale che si concretizzi nell’adozione di un’adeguata normativa di settore che ponga le basi per una seria politica di sviluppo industriale delle attività e delle aree critiche del comparto su basi stabili e tempi certi, propedeutici per la creazione di condizioni per attivare gli investimenti, anche privati e l’occupazione nel settore.

L’esempio principe è proprio quello della regione Lombardia. La Lombardia ha superato nel 2016 la soglia del 68% di raccolta differenziata, con la città metropolitana di Milano eccellenza europea con una incidenza di raccolta differenziata pari al 64% nel 2016. Inoltre, la Lombardia grazie anche alla completezza delle modalità di trattamento incluso quella del recupero energetico, smaltisce in discarica soltanto il 4% dei rifiuti urbani, recependo in largo anticipo l'obiettivo del 10% indicato dal Pacchetto economia circolare.

Però anche in un contesto virtuoso, come quello di Regione Lombardia, secondo gli ultimi dati ISPRA, per quanto riguarda lo stoccaggio si registrano al 31.12.2016 circa 800.000 ton di cui la voce più importante riguarda proprio i rifiuti in attesa di essere avviati a operazioni di riciclo (R13 - messa in riserva, con 700.000 ton rifiuti non pericolosi e 24.000 circa di pericolosi) , operazioni generalmente vulnerabili a fattori legati agli impianti di trattamento e allo sbocco nel mercato delle materie prime seconde ottenute.

Rifiuti, da problema a opportunità.

Per riuscire a trasformare il tema rifiuti da problema ad opportunità per il nostro Paese è necessario poter disporre degli impianti di gestione dei rifiuti con capacità e tipologie di dimensioni corrispondenti alla domanda:

  • servono impianti di recupero (di materia e di energia) capaci non solo di sostenere il flusso crescente in particolare delle raccolte differenziate di rifiuti ma anche di sopportare fasi di crisi dei mercati esteri;
  • servono comunque anche facilities a supporto della chiusura del ciclo di gestione (termovalorizzatori e discariche), capaci di gestire i rifiuti residuali quali gli scarti generati dal processo di riciclo e quelli che non possono essere avviati a recupero o a diverso trattamento;
  • servono centri di stoccaggio che svolgono generalmente una importante funzione in determinate situazioni quali ad esempio la presenza diffusa sul territorio di produttori di rifiuti in piccole quantità e/o la necessità di svolgere alcune operazioni propedeutiche alla successiva fase di recupero/smaltimento.

Per realizzare gli impianti necessari:

  • occorre una legislazione efficace e semplice, tempi di autorizzazione rapidi, sistema di controlli moderno e tempestivo;
  • occorre dare certezze agli operatori industriali capaci di fare investimenti ed innovazione;
  • è necessario creare un contesto culturale e mediatico non ostile e una classe politica capace di mediare il conflitto per dare soluzione alle esigenze nell’interesse della comunità e delle future generazioni.

La gestione dei rifiuti oggi è un’attività che richiede efficacia organizzativa del ciclo e capacità di realizzazione e gestione di impianti con caratteristiche tecnologiche sempre più complesse ed efficienti.

Diventa quindi cruciale sviluppare un sistema integrato di gestione, efficace ed efficiente, che dia la possibilità alle imprese di attivare iniziative a valle della riduzione della produzione di rifiuti, in cui tutte le opzioni trovino spazio riducendo le opportunità di quanti lucrano operando abusivamente sulle criticità di un sistema.

» 09.04.2019

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