Rapporto 2020 sulla strategia nazionale dei Rifiuti - Seconda parte
Per centrare gli obiettivi gli obiettivi europei della Circular economy (65% di riciclo e 10% in discarica al 2035 per i rifiuti urbani) non è più rinviabile la definizione di una “Strategia Nazionale per la gestione rifiuti”.
Per farlo il nostro Paese ha un’opportunità unica dinanzi a sé: i fondi del piano Next Generation che potranno sostenere, attraverso mirati prestiti e incentivi al mercato del riciclo, gli investimenti necessari (10 mld di €) per colmare il gap impiantistico nazionale, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese, attraverso la realizzazione di 70 impianti di riciclo e recupero energetico.
Sono queste le principali evidenze emerse dal Rapporto FISE Assoambiente 2020 “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti – Seconda parte: la strategia mette le gambe”.
Il Rapporto, realizzato per l’Associazione dal Laboratorio REF Ricerche, parte da un presupposto, nei prossimi 15 anni il nostro Paese è chiamato a raggiungere gli sfidanti obiettivi europei che l’avvento dell’Economia Circolare pone, con la riduzione al 10% dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (oggi siamo al 22%) e il raggiungimento di un target di riciclo del 65% (oggi siamo al 45%). Senza dimenticare, il ruolo imprescindibile riservato alla termovalorizzazione per la chiusura del ciclo di gestione (il restante 25%).
I dati evidenziano come il nostro Paese, per meglio dire alcune sue aree siano ancora molto distanti dal raggiungimento di questi target, soprattutto a causa della carenza di impianti di gestione (da quelli per il riciclo della frazione organica ai termovalorizzatori), che costringe ogni giorno centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti a viaggiare lungo le strade italiane o addirittura verso l’estero in cerca di adeguato trattamento.
Il mercato del riciclo, già instabile per i problemi di export in Estremo Oriente prima del COVID-19, ha vissuto un'ulteriore impasse con la pandemia.