Prosegue lungo la nostra Penisola il viaggio della sostenibilità di “Impianti Aperti on the Road”, la campagna promossa da ASSOAMBIENTE (l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento rifiuti, nonché bonifiche) per valorizzare i luoghi in cui l’economia circolare prende forma concretamente.
La sesta tappa si è tenuta presso la sede di Green Hub (a San Bonifacio, in provincia di Verona), l’azienda attiva nel recupero del cartongesso e nella trasformazione della carta e del gesso da rifiuto a materia prima secondaria (MPS), tramite avanzati processi di recupero.
Green Hub ha aperto i cancelli ai rappresentanti delle istituzioni e della cittadinanza del più grande impianto a livello nazionale per capacità produttiva e autorizzazioni in questo settore, rendendo visitabili le due linee di recupero: una dedicata agli scarti di produzione delle lastre, l’altra ai materiali provenienti da costruzione e demolizione.
La capacità produttiva dell’impianto supera le 200 tonnellate di cartongesso processato al giorno (per un totale annuo di 50.000 tonnellate di cartongesso riciclato), evitando che questo rifiuto, classificato come speciale non pericoloso, finisca in discarica. Il gesso recuperato raggiunge una purezza superiore al 98% (in linea con gli impieghi previsti dal prossimo CAM Gesso), mentre la carta viene reimmessa nella filiera cartaria, garantendo un recupero del 100%. Il gesso riciclato può anche sostituire il filler per la produzione di conglomerati bituminosi.
Oggi in Italia viene recuperato il 60% del rifiuto di gesso (principalmente negli aggregati riciclati). Un importante opportunità per il settore può arrivare dal Decreto End of Waste gesso in fase di discussione.
“Il mercato del cartongesso è in forte espansione, trainato dalla crescente domanda nel settore residenziale, commerciale e industriale. Impianti innovativi come questo offrono soluzioni concrete per il riciclo e la produzione di materiali da costruzione ecocompatibili e iniziative come Impianti Aperti consentono di far conoscere ai cittadini le attività, gli impianti e gli uomini che rendono reale il concetto di economia circolare”, ha evidenziato il vice Presidente Assoambiente Paolo Barberi.
Gli ha fatto eco Alberto Scarsini, AD di GrenHub e referente ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati che aderisce ad Assoambiente) per la sezione del riciclo dei rifiuti a base di gesso: “Lo schema di decreto End of Waste appare, nella sua formulazione attuale, fortemente penalizzante per il settore del gesso, in quanto introduce criteri estremamente selettivi, che di fatto rendono difficile il riciclo nell’industria del gesso a favore dell’industria del cemento per la quale non viene richiesto il soddisfacimento di simili limiti. Un vero controsenso che rischia di favorire il ricorso a gesso naturale vergine (proveniente da attività estrattive) rispetto al materiale riciclato, in totale contrasto con i principi fondamentali del diritto ambientale europeo”.
La campagna di sensibilizzazione “Impianti Aperti” sulla corretta e sostenibile gestione dei rifiuti è promossa con il patrocinio del MASE e di ISPRA SNPA.
Libero
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla classificazione armonizzata dei rifiuti e, più specificamente, per quei rifiuti che ricadono nella lista verde la cui spedizione è finalizzata al recupero all’interno del territorio dell’Unione europea.
Obiettivo della consultazione è sostenere la transizione verso un'economia circolare nell'UE rafforzando il mercato unico dei rifiuti, in linea con gli obiettivi del Clean Industrial Deal e della futura legge sull'economia circolare, e di raccogliere informazioni dalle parti interessate per definire misure che facilitino le spedizioni dei rifiuti da riciclare all'interno dell'UE.
In considerazione degli impatti che potrà avere per le imprese, Assoambiente lavorerà per predisporre risposta comune insieme a EuRIC e FEAD.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/249/SAEC-EUR/CS del 03.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla classificazione armonizzata dei rifiuti e, più specificamente, per quei rifiuti che ricadono nella lista verde la cui spedizione è finalizzata al recupero all’interno del territorio dell’Unione europea.
Obiettivo della consultazione è sostenere la transizione verso un'economia circolare nell'UE rafforzando il mercato unico dei rifiuti, in linea con gli obiettivi del Clean Industrial Deal e della futura legge sull'economia circolare, e di raccogliere informazioni dalle parti interessate per definire misure che facilitino le spedizioni dei rifiuti da riciclare all'interno dell'UE.
Stando ai dati in possesso della Commissione europea ogni anno vengono spediti tra gli Stati membri dell'UE circa 50 Mt di rifiuti in lista verde. I rifiuti maggiormente movimentati sono i rifiuti metallici (ferrosi e non ferrosi), la carta e il cartone e i rifiuti minerali. La quantità di rifiuti spediti tra gli Stati membri dell'UE con procedura di notifica è aumentata del 65% dal 2013, raggiungendo 21 Mt nel 2022. Circa 1/3 di questi rifiuti sono rifiuti pericolosi e 2/3 altri rifiuti notificati.
La Commissione ha evidenziato che le differenze di interpretazione da parte delle autorità di controllo, sia all’interno dello stesso Stato che tra i vari Stati membri, sulla classificazione di alcuni flussi di rifiuti o sull'applicazione della “procedura di notifica” possono ritardare o addirittura impedire le spedizioni di rifiuti per il riciclaggio di alta qualità. Per tale motivo il nuovo Regolamento (UE) 1157/2025 sulle spedizioni di rifiuti prevede la possibilità per la Commissione di identificare, tramite atti delegati, specifici flussi di rifiuti che dovrebbero essere soggetti alla procedura prevista per i rifiuti in lista verde ai fini delle spedizioni per il recupero tra gli Stati membri (ad ogni modo i rifiuti pericolosi non possono essere inseriti nella lista verde).
In vista della predisposizione di tali atti delegati, la Commissione ha avviato la consultazione in oggetto organizzata sottoforma di questionario suddiviso in cinque parti:
In considerazione degli impatti che questi atti delegati potranno avere sulle imprese rappresentate sia EuRIC che FEAD lavoreranno per definire un questionario comune con cui rispondere alla consultazione.
Invitiamo quanti interessati a fornire indicazioni, spunti e commenti entro il prossimo 9 settembre 2025, inviandoli a d.cesaretti@fise.org e e.perrotta@fise.org. La struttura provvederà a integrare i commenti pervenuti e trasmetterli alle associazioni europee di riferimento che, a valle dell’invio dei contributi, provvederanno ad organizzare un incontro per finalizzare la risposta.
La consultazione, che oltre che in allegato, è disponibile anche qui, rimarrà aperta fino al 31 ottobre 2025.
Largo Consumo
Il Foglio
La Commissione europea ha presentato una strategia per il mercato unico volta a creare un mercato interno europeo più semplice, solido e senza barriere.
La strategia individua gli ostacoli per il funzionamento del commercio nel mercato unico e definisce azioni per ridurre gli ostacoli esistenti che frenano gli scambi e gli investimenti all'interno dell'Unione europea, aiutare le piccole e medie imprese a operare ed espandere le loro attività e alleviare i problemi delle imprese promuovendo la digitalizzazione.
Tra gli ostacoli, solo per citarne alcuni, norme UE eccessivamente complesse, ritardi nella definizione delle norme, norme frammentate in materia di imballaggi, etichettatura e rifiuti e norme armonizzate sui prodotti obsolete e non conformità dei prodotti.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/248/SAEC-NOT/NA del 02.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha presentato lo scorso 21 maggio una strategia per il mercato unico volta a creare un mercato interno europeo più semplice, solido e senza barriere. La strategia individua dieci ostacoli (cd. "terribili dieci") per il funzionamento del commercio nel mercato unico, da affrontarsi con priorità e definisce azioni per ridurre gli ostacoli esistenti che frenano gli scambi e gli investimenti all'interno dell'Unione europea, aiutare le piccole e medie imprese a operare ed espandere le loro attività e alleviare i problemi delle imprese promuovendo la digitalizzazione.
Tra gli ostacoli, solo per citarne alcuni, norme UE eccessivamente complesse, ritardi nella definizione delle norme, norme frammentate in materia di imballaggi, etichettatura e rifiuti e norme armonizzate sui prodotti obsolete e non conformità dei prodotti.
In particolare per quanto concerne la divergenza delle prescrizioni stabilite dagli Stati membri l’UE ha annunciato una strategia contro la "frammentazione" delle norme in materia di etichettatura (anche ambientale) dei prodotti, di responsabilità estesa del produttore (EPR) e cessazione della qualifica di rifiuto (Eow). In tema di etichettatura dei prodotti e degli imballaggi, oltre ad una armonizzazione delle numerose normative settoriali coinvolte, l'obiettivo è quello di facilitare il progressivo passaggio al passaporto digitale di prodotto (introdotto per la prima volta dal regolamento sulla progettazione ecocompatibile). Anche in relazione alla responsabilità estesa del produttore (EPR) viene prevista l’armonizzazione, la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure Allo studio, inoltre, l'eliminazione delle prescrizioni "ingiustificate" per i rappresentanti autorizzati, così come la riduzione degli obblighi di comunicazione ("anche limitandoli a una frequenza annuale").
In tema di rifiuti, la strategia punta su una riforma normativa che agevoli l'adozione di nuovi criteri EoW a livello UE e consenta l'adozione di criteri EoW per le materie prime prioritarie costituite da rifiuti. Sotto esame anche i criteri ai fini della qualifica come sottoprodotti. Tra le misure previste anche l’agevolazione delle spedizioni transfrontaliere di materie prime costituite da rifiuti per il riciclaggio.
La strategia invita, inoltre, gli Stati membri a fare la loro parte nel rendere il mercato dell'Unione europea la scelta migliore per le imprese, i lavoratori e i consumatori.
Per ulteriori approfondimenti è disponibile, in allegato, il testo completo del documento della Commissione.
Con DGR n. 4648 del 01/07/2025 Regione Lombardia, a seguito di una fase di consultazione a cui ha partecipato anche Assoambiente, ha approvato i criteri del bando Ri.Circo.
Lo su fondi FESR per lo sviluppo dell’economia circolare nella filiera delle costruzioni/demolizioni e delle bonifiche di siti contaminati.
Possono presentare domanda di partecipazione alla misura le piccole e medie imprese, comprese le start-up e PMI innovative, in forma singola o aggregata, che presentano i requisiti riportati nel bando.
La misura è relativa ad azioni di simbiosi industriale, prevenzione della produzione rifiuti, riciclaggio e valorizzazione dei materiali nelle filiere della costruzione e demolizione e delle bonifiche di siti contaminati.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/247/SAEC-FIN/PE del 02.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Con DGR n. 4648 del 01/07/2025 Regione Lombardia, a seguito di una fase di consultazione a cui ha partecipato anche Assoambiente, ha approvato i criteri del bando Ri.Circo.Lo su fondi FESR per lo sviluppo dell’economia circolare nella filiera delle costruzioni/demolizioni e delle bonifiche di siti contaminati.
Come anticipato con precedente comunicazione (v. circolare Assoambiente n. 182/2025), l’agevolazione viene concessa sotto forma di sovvenzione a fondo perduto con variazioni percentuali a seconda del regime che si intende adottare. Indipendentemente dal regime di aiuto di Stato prescelto, l’agevolazione - concessa per progetti presentati, in forma singola o in aggregazione - è cumulabile (tranne nel caso di doppio finanziamento delle misure FESR con fondi PNRR ex art. 22 par. 2 lett. c) Reg. (UE) 2021/241) anche in relazione agli stessi costi ammissibili in tutto o in parte coincidenti, con altre agevolazioni qualificabili come aiuti di Stato.
Possono presentare domanda di partecipazione alla misura le piccole e medie imprese, comprese le start-up e PMI innovative, in forma singola o aggregata, che presentano i requisiti riportati nel bando.
La misura è relativa ad azioni di simbiosi industriale, prevenzione della produzione rifiuti, riciclaggio e valorizzazione dei materiali nelle filiere della costruzione e demolizione e delle bonifiche di siti contaminati.
Sono ammissibili progetti attinenti a uno o più dei seguenti ambiti di intervento all’interno delle filiere della produzione di materiali per l’edilizia e del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione e da bonifica di siti contaminati, comprendendo anche le tipologie di prodotti e materiali di tali filiere diverse dai c.d. “rifiuti inerti”:
Gli ambiti di azione possono essere associati a tutte le fasi del ciclo di vita delle filiere della produzione di materiali per l’edilizia e del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione e da bonifica di siti contaminati: l’approvvigionamento, il design, la produzione, la distribuzione, l’utilizzo, la raccolta e il fine vita.
Per ulteriori dettagli si rimanda alla DGR di Regione Lombardia e ai dettagli Bando disponibili a questo link.
Dal 23 settembre all’11 novembre 2025 TuttoAmbiente ha organizzato il Master su “Gestione rifiuti – Waste manager” in live streaming. Nel corso del Master verranno affrontati tutti gli aspetti normativi e applicativi della gestione rifiuti al fine di fornire elementi utili per gestire con sicurezza gli adempimenti connessi a questo settore: conoscere la normative e comprendere come applicarla correttamente, anche alla luce delle le sanzioni previste.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/246/SAEC-COM/PE del 02.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Dal 23 settembre all’11 novembre 2025 TuttoAmbiente ha organizzato il Master su “Gestione rifiuti – Waste manager” in live streaming.
Nel corso del Master verranno affrontati tutti gli aspetti normativi e applicativi della gestione rifiuti al fine di fornire elementi utili per gestire con sicurezza gli adempimenti connessi a questo settore: conoscere la normative e comprendere come applicarla correttamente, anche alla luce delle le sanzioni previste.
Durante le lezioni, erogate in diretta online, è possibile risolvere anche le difficoltà pratiche che si incontrano nell’attività quotidiana e trovare un network di professionisti con i quali discutere le questioni più complesse.
Necessaria iscrizione compilando l’apposito modulo on-line disponibile qui.
Ricordiamo che a seguito della partnership avviata con Assoambiente, per i soci sono previsti sconti per la partecipazione ai sopra richiamati corsi formativi.
Per ulteriori informazioni, si rimanda alla brochure del Master, in allegato alla presente.
In data 1° luglio è stato sottoscritto, tra le Parti stipulanti il CCNL di categoria, l’allegato accordo che formalizza la confluenza dell’istituto economico denominato “ERAP” nei minimi retributivi del CCNL.
Come noto, infatti, in occasione dell’Accordo di rinnovo del CCNL di categoria sottoscritto il 18 maggio 2022, tra gli elementi della Parte Economica (Parte 1 dell’Accordo, lettera “d”, pagina 4) venne introdotto un nuovo istituto denominato “ERAP” (Elemento retributivo aggiuntivo di produttività).
Tale elemento, quantificato in € 15/mese con riferimento al livello 3A, aveva la finalità di “incentivare lo sviluppo della contrattazione di secondo livello orientandola verso il riconoscimento di trattamenti economici strettamente legati ad obiettivi di crescita della produttività del lavoro, della qualità ed efficacia dei servizi, dell’efficienza ed innovazione organizzativa, della competitività e redditività dell’impresa, nel rispetto dei criteri di efficienza stabiliti dall’Autorità di regolazione”.
Era quindi destinato a favorire la definizione di premi di risultato contrattati a livello aziendale, ai sensi dell’art. 2, lett. C) del CCNL.
Pertanto, le aziende che applicano il CCNL Servizi Ambientali hanno inglobato detto elemento negli accordi sui Premi di risultato, o, in alternativa, possono averlo erogato applicando unilateralmente l’Accordo nazionale 13.2.2023 (vedi circolare Assoambiente n. 37 del 13.2.2023) recante modalità condivise con le OO.SS. per la quantificazione dell’importo, con decorrenza marzo 2024 e marzo 2025 (€ 180 per il livello 3A per ciascuno dei due anni).
Nel punto 2 dell’Accordo 18.5.2022, inoltre, le Parti hanno condiviso la “Metodologia di adeguamento a fronte di eventuali scostamenti inflattivi”: in sintonia con quanto normalmente previsto dai contratti collettivi di categoria, soprattutto in periodi caratterizzati da instabilità degli andamenti inflattivi, le Parti hanno previsto un meccanismo automatico, collegato all’inflazione registrata al termine della vigenza contrattuale, rapportata a quanto effettivamente erogato in termini di aumenti retributivi.
E’ stato quindi definito (pagine 5-6 dell’Accordo) di procedere ad adeguare le retribuzioni base parametrali dell’importo di 15 euro a seguito dell’ufficializzazione dei dati consuntivi di inflazione a giugno 2025, secondo le seguenti modalità:
Come noto, l’andamento inflazionistico, in particolare negli anni 2022 e 2023, ha presentato impennate significative, riconducibili alle conseguenze economiche globali post-pandemia nonché ai noti eventi bellici.
L’indice IPCA pubblicato il 13 giugno u.s., per gli anni 2022, 2023 e 2024 ha segnato rispettivamente il valore del 6.9%, 6.6%, 1.3% per un totale del 14.80% (cumulato 15.44%); a fronte di una inflazione preventivata per gli anni 2022, 2023 e 2024 pari rispettivamente a 1.0%, 1.2%, 1.2% per un totale del 3.40% (cumulato 3.44%).
Conseguentemente si è realizzata la prima ipotesi prevista dalle Parti, essendo evidentemente il 15.44% superiore di 12 punti alle previsioni (a fronte dello 0,5% che avrebbe fatto scattare la clausola).
In attuazione di quanto sopra previsto, a partire dalla retribuzione del mese di luglio, pertanto, i minimi retributivi del livello 3A aumenteranno di € 15,00 e, per gli altri livelli, sulla base della vigente scala parametrale, come riportato nell’allegata tabella.
Livello | Parametro | Importo |
Q | 230,00 | € 26,52 |
8 | 204,67 | € 23,60 |
7A | 184,41 | € 21,27 |
7B | 175,36 | € 20,22 |
6A | 166,84 | € 19,24 |
6B | 159,15 | € 18,35 |
5A | 151,29 | € 17,45 |
5B | 144,86 | € 16,71 |
4A | 138,57 | € 15,98 |
4B | 134,36 | € 15,49 |
3A | 130,07 | € 15,00 |
3B | 124,00 | € 14,30 |
2A | 123,51 | € 14,24 |
2B | 111,11 | € 12,81 |
1A | 100,00 | € 11,53 |
1B | 88,38 | € 10,19 |
J | 80,00 | € 9,23 |
I minimi retributivi di cui all’articolo 27 del CCNL 18 maggio 2022 risultano pertanto i seguenti, a far data dalla retribuzione del mese di luglio 2025:
Livello | Importo |
Q | € 3.526,29 |
8 | € 3.137,93 |
7A | € 2.827,28 |
7B | € 2.688,56 |
6A | € 2.557,91 |
6B | € 2.440,06 |
5A | € 2.319,53 |
5B | € 2.220,95 |
4A | € 2.124,51 |
4B | € 2.059,93 |
3A | € 1.994,19 |
3B | € 1.901,13 |
2A | € 1.893,61 |
2B | € 1.703,52 |
1A | € 1.533,16 |
1B | € 1.355,01 |
J | € 1.226,54 |
L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nella delibera n. 224/2025 ha statuito che se un Comune proroga “di fatto” alla stessa impresa la concessione per gestire un impianto di smaltimento rifiuti, l’azienda deve affidare a terzi una quota dell’attività o versare all’Ente locale parte degli utili.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/244/SA-GIU/TO del 01.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nella delibera n. 224/2025 ha statuito che se un Comune proroga “di fatto” alla stessa impresa la concessione per gestire un impianto di smaltimento rifiuti, l’azienda deve affidare a terzi una quota dell’attività o versare all’Ente locale parte degli utili.
Il caso in oggetto ha riguardato un’azienda a cui era stata prorogata più volte la concessione per la gestione di un impianto di smaltimento rifiuti (senza alcun atto formale).
L’ANAC, alla luce delle illegittimità riscontrate e al fine di ripristinare la concorrenza, ha deliberato in merito alla necessità di applicare delle “misure compensative”, previste dall’articolo 186 del D.lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici).
La norma stabilisce che in caso di concessioni già in essere alla data di entrata in vigore del nuovo Codice e lesive del diritto UE, il titolare deve esternalizzare parte del servizio per ripristinare la concorrenza. Laddove il servizio sia indivisibile la disposizione stabilisce che il concessionario (l’impresa) deve corrispondere al concedente, nella vicenda il Comune, un importo compreso tra il 5 e il 10% degli utili previsti dal piano economico-finanziario, tenuto conto della durata della concessione, del suo oggetto e del suo valore.
Per ulteriori dettagli si rinvia alla delibera ANAC, in allegato alla presente.
La Commissione europea ha presentato una proposta di Regolamento, in attuazione dell’articolo 26 del Regolamento (UE) 2024/1252 sull'approvvigionamento delle materie prime critiche (CRM Act), recante l'elenco europeo dei prodotti a più alto potenziale di recupero di "materie prime critiche", gli elementi di cui l'UE ha bisogno per attuare la "transizione verde" dell'economia.
L'elenco elaborato dalla Commissione comprende prodotti, componentistica e flussi di rifiuti che hanno un rilevante potenziale in termini di recupero dagli stessi di materie prime critiche. Tra questi figurano: batterie; turbine eoliche; apparecchiature elettriche ed elettroniche come magneti, dischi rigidi, display, schede a circuito stampato, celle fotovoltaiche. A questi poi si aggiungono mezzi di trasporto leggeri, rifiuti da costruzione e demolizione (in particolare leghe di alluminio e rame e cavi degli edifici) nonché digestato o compost da rifiuti organici raccolti separatamente (v. Allegato 1).
L'elenco dei prodotti, componentistica e flussi di rifiuti servirà da riferimento per gli Stati membri che, entro due anni dall'entrata in vigore del provvedimento, dovranno adottare programmi nazionali con misure sulla circolarità. Ciò attraverso la prevenzione dei rifiuti e l’aumento del riutilizzo e della riparazione di quei prodotti con alto potenziale di materie prime critiche da recuperare. Inoltre, una volta divenuti rifiuti, andrà aumentata la raccolta, la cernita e il trattamento, con lo scopo di estrarre i componenti preziosi.
Si evidenzia che i materiali considerati critici secondo il CRM Act, e quindi oggetto della bozza di Regolamento, sono, tra gli altri, la bauxite, la barite, il berillio, il cobalto, il rame, le terre rare pesanti, le terre rare leggere, il litio, il nichel, il niobio, i metalli del gruppo del platino, il silicio metallico, il tantalio e il vanadio (v. Allegato 2).
La Commissione avvierà sulla bozza di Regolamento una consultazione pubblica aperta a tutti i soggetti interessati a breve. Siamo pertanto a chiederVi di prendere visione del documento allegato e segnalare, in base alla vostra esperienza, se i prodotti elencati hanno un contenuto di CRM ragionevole da giustificare l’interesse della Commissione e se ritenete che esistano altri flussi non presi in considerazione. Eventuali contributi dovranno essere inviati a d.cesaretti@fise.org entro il prossimo 21 luglio 2025, per dare modo alla struttura di condividerli con le associazioni europee FEAD ed EuRIC che predisporranno un contributo sulla questione.
La Commissione europea ha presentato una proposta di Regolamento, in attuazione dell’articolo 26 del Regolamento (UE) 2024/1252 sull'approvvigionamento delle materie prime critiche (CRM Act), recante l'elenco europeo dei prodotti a più alto potenziale di recupero di "materie prime critiche", gli elementi di cui l'UE ha bisogno per attuare la "transizione verde" dell'economia.
L'elenco elaborato dalla Commissione comprende prodotti, componentistica e flussi di rifiuti che hanno un rilevante potenziale in termini di recupero dagli stessi di materie prime critiche.
L'elencazione dei prodotti, componentistica e flussi di rifiuti servirà da riferimento per gli Stati membri che, entro due anni dall'entrata in vigore del provvedimento, dovranno adottare programmi nazionali con misure sulla circolarità.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/243/SAEC-EUR/CS del 01.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Con sentenza 30 maggio 2025, n. 10589, il TAR Lazio ha sostenuto che la pubblica Amministrazione deve applicare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) vigenti al momento in cui è pubblicato il bando di gara, essendo irrilevante che durante lo svolgimento della procedura d’appalto tali Criteri siano stati aggiornati.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/242/SA-GIU/TO del 01.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Con sentenza 30 maggio 2025, n. 10589, il TAR Lazio ha sostenuto che la pubblica Amministrazione deve applicare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) vigenti al momento in cui è pubblicato il bando di gara, essendo irrilevante che durante lo svolgimento della procedura d’appalto tali Criteri siano stati aggiornati.
Come noto l’articolo 57 del D.lgs. n. 36/2023 (Codice appalti) prevede l’obbligatorietà dell’inserimento nella documentazione di gara delle specifiche previste dai CAM.
Sul punto i Giudici del TAR hanno ritenuto legittimo il comportamento dell’Amministrazione appaltante che ha applicato i CAM vigenti al momento di pubblicazione del bando di gara, senza tenere conto del fatto che nel corso dello svolgimento della procedura il legislatore avesse emanato una versione aggiornata degli stessi.
I Giudici laziali ricordano che la Giurisprudenza è unanime nel ritenere che le gare d’appalto restano soggette alla disciplina normativa vigente al momento della loro indizione (cioè la data di pubblicazione del bando). Sono quindi "insensibili alla normativa sopravvenuta a meno che questa non preveda espressamente una propria efficacia retroattiva." Inoltre, vigendo il principio del "tempus regit actum" le norme vigenti al tempo in cui è pubblicato il bando di gara si applicano anche alla fase esecutiva dell’affidamento.
Per ulteriori dettagli si rinvia alla sentenza in oggetto, riportata in allegato.
La Legge n. 91/2025 di delegazione europea 2024, che conferisce al Governo il mandato per adeguare l’ordinamento italiano agli obblighi derivanti dalla normativa UE, entra in vigore il prossimo 10 luglio 2025.
Tra i provvedimenti europei di maggiore interesse si evidenzia che il Governo dovrà attuare le recenti direttive in materia di greenwashing, autorizzazioni AIA, tutela dell’ambiente, efficienza energetica, energie rinnovabili, RAEE e protezione dei lavori dall’esposizione all’amianto. Il Governo inoltre si dovrà occupare anche di Regolamenti UE che necessitano di alcune disposizioni di coordinamento e integrazione, come quello relativo alle batterie.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/241/SAEC-NOT/CS del 01.07.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Legge 13 giugno 2025, n. 91 (Legge di delegazione europea 2024) che conferisce al Governo il mandato per adeguare l’ordinamento italiano agli obblighi derivanti dalla normativa UE, è stata pubblicata sulla G.U. n. 145 del 25 giugno 2025 ed entrerà in vigore a partire dal 10 luglio 2025.
Il provvedimento detta i criteri che dovrà seguire il Governo nel recepire nell'Ordinamento nazionale le disposizioni legislative europee, tra cui richiamiamo in particolare:
Il Governo si dovrà occupare anche di alcuni Regolamenti UE che, pur essendo immediatamente applicabili, necessitano comunque di alcune disposizioni di coordinamento e integrazione. Tra questi:
Rispetto al Regolamento sulle batterie e relativi rifiuti il governo è delegato ad adottare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento. Oltre ai principi generali il Governo si impegna a ridefinire gli obiettivi di raccolta, riciclo e recupero dei rifiuti di batterie, sulla base della nuova classificazione prevista dal Regolamento (UE) 2023/1542; adeguare lo schema di responsabilità estesa del produttore alle nuove disposizioni previste dal Regolamento (UE) 2023/1542 attraverso la definizione di uno statuto tipo; prevedere forme di garanzia finanziaria per la gestione del fine vita dei prodotti e modalità per il conferimento dei rifiuti di batterie, nonché per le relative operazioni di raccolta; definire criteri di aggiudicazione per gli acquisti pubblici verdi di batterie o prodotti in cui sono incorporate batterie, per minimizzare gli impatti del loro ciclo di vita.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo della Legge in allegato.
L'impresa che ottiene il provvedimento di autorizzazione integrata ambientale (Aia) attraverso una falsa rappresentazione della realtà della propria attività, rischia che l'Amministrazione pubblica lo annulli.
Questa è la pronuncia del Consiglio di Stato che, con Sentenza 4 giugno 2025, n. 4859, ha ritenuto corretto il comportamento di una Regione che ha annullato il provvedimento di Aia rilasciato, ai sensi del Dlgs 152/2006, ad un impianto di trattamento di rifiuti sanitari che nel chiedere l’autorizzazione ha descritto alla Regione una situazione del luogo dove realizzare l'impianto diversa da quella reale.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/240/SAEC-GIU/LE del 30.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L'impresa che ottiene il provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) attraverso una falsa rappresentazione della realtà della propria attività, rischia l’annullamento da parte della Pubblica Amministrazione (P.A.).
Questa è la pronuncia del Consiglio di Stato che con sentenza 4 giugno 2025, n. 4859 ha ritenuto corretto il comportamento di una Regione che aveva annullato il provvedimento di AIA rilasciato, ai sensi del D.lgs. n. 152/2006, ad un impianto di trattamento di rifiuti sanitari.
La cancellazione del provvedimento rilasciato all'impresa è stata disposta ai sensi dell'articolo 21-nonies, comma 2-bis della legge 241/1990 che riconosce alla P.A. la possibilità di annullare un atto emanato sulla base di dichiarazioni non conformi alla realtà.
Nel caso di specie l'impresa che chiedeva il rilascio dell'AIA aveva descritto alla Regione una situazione del luogo dove realizzare l'impianto diversa da quella reale ed in particolare, nella richiesta di autorizzazione presentata, non era stata messa in evidenza la presenza vicino all'area dove realizzare lo stabilimento, di insediamenti abitativi ed elementi "sensibili". Tale informazione avrebbe orientato in modo diverso la decisione dell'Amministrazione. Tanto è vero, affermano i Giudici che "l'Amministrazione, dopo aver accertato l'esistenza di case e scuole nelle vicinanze, ha ritenuto, con motivazione ragionevole e logica, di dare prevalenza alla tutela del diritto alla salute e dell'ambiente rispetto alle esigenze della produzione e dello smaltimento dei rifiuti." ed ha quindi proceduto ad annullare il provvedimento rilasciato.
Questa pronuncia del Consiglio di Stato rafforza l’orientamento giurisprudenziale secondo cui le autorizzazioni ambientali fondate su presupposti errati o incompleti sono radicalmente viziate, anche se formalmente rilasciate e ribadisce altresì un principio fondamentale secondo cui la legittimità dei titoli ambientali non può prescindere dalla trasparenza e dalla correttezza della documentazione progettuale. In caso contrario, l’annullamento d’ufficio è non solo possibile, ma doveroso.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Sentenza del Consiglio di Stato allegata.
La Commissione europea ha pubblicato il Regolamento 2025/718/UE che modifica il regolamento POP relativamente alla presenza dell’acido perfluorottano sulfonato (Pfos) e i suoi derivati.
Il Regolamento modifica l’allegato I del regolamento POP che contiene l’elenco delle sostanze inserite nella convenzione e nel protocollo e per le quali è vietata la fabbricazione, l'immissione in commercio e l'uso. Il provvedimento, in particolare, riduce in modo significativo il limite alla contaminazione in tracce non intenzionali (Utc) del Pfos, sia nelle sostanze e nelle miscele che nei prodotti semifiniti e negli articoli.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/239/SAEC-EUR/CS del 30.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha pubblicato il Regolamento 2025/718/UE chemodifica il regolamento POP relativamente alla presenza dell’acido perfluorottano sulfonato (Pfos) e i suoi derivati.
Il Regolamento modifica l’allegato I del Regolamento 2019/1021/UE (POP) che contiene l’elenco delle sostanze inserite nella convenzione e nel protocollo e per le quali è vietata la fabbricazione, l'immissione in commercio e l'uso. L’uso di Pfos si ritrova ad esempio nell’industria tessile (per rendere i tessuti resistenti all'acqua e alle macchie), nelle schiume antincendio e in prodotti a contatto con alimenti (es. per rivestire carta e cartone destinati al contatto con alimenti).
Il provvedimento, in particolare:
Il Regolamento 2025/718/UE entrerà in vigore il 17 luglio 2025 e dovrà essere applicato a decorrere dal 3 dicembre 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del Regolamento allegato.
Con Ordinanza n. 506 del 3 giugno 2025, il Tribunale amministrativo lombardo ha espresso le proprie perplessità su un possibile contrasto tra il principio del silenzio-assenso contenuto nella normativa italiana all’ art. 29-nonies del D.lgs. n. 152/2006 che regola le modifiche "non sostanziali" degli impianti in esercizio mediante autorizzazione integrata ambientale e la direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali ed ha pertanto deciso di rimettere il giudizio alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/238/SAEC-GIU/LE del 30.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Il TAR Lombardia ha rimesso alla Corte di giustizia dell’Unione europea una questione pregiudiziale interpretativa concernente la compatibilità della normativa italiana sul silenzio-assenso, prevista dall’art. 29-nonies del D.lgs. n. 152/2006, con il diritto dell’Unione Europea.
Con Ordinanza n. 506 del 3 giugno 2025, il Tribunale amministrativo regionale ha così espresso le proprie perplessità su un possibile contrasto tra le norme italiane che regolano le modifiche "non sostanziali" degli impianti in esercizio mediante Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali.
Il quadro regolatorio nazionale (articolo 29-nonies del D.lgs. n. 152/2006) prevede infatti che, se il gestore di un impianto autorizzato con AIA, intende effettuare una modifica "non sostanziale" allo stesso, presenta una comunicazione all'Autorità competente e che, decorsi 60 giorni senza che l'Ente pubblico si sia espresso la modifica è autorizzata.
Secondo i giudici lombardi però “la giurisprudenza amministrativa finora formatasi ha ritenuto che il silenzio dell’autorità competente, protratto per il termine di sessanta giorni, non equivalga ad assenso alla modifica progettata dal gestore, cioè non costituisca un’autorizzazione tacita (Cons. Stato, sez. IV, 27.10.2023, n. 9285; TAR Lazio, Roma, sez. V, 7.12.2022, n. 16385, e 27.9.2022, n. 12232; TAR Veneto, sez. II, 10.12.2021, n. 1491; TAR Sicilia, Palermo, sez. I, 24.9.2021, n. 2667). A supporto di questa tesi viene addotto il fatto che l’art. 20 della legge 241/1990 – il quale prevede come regola generale che, nei procedimenti a istanza di parte, il silenzio dell’amministrazione, protratto per il termine previsto per la conclusione del procedimento, equivale a provvedimento di accoglimento dell’istanza – esclude che tale regola valga, inter alia, per i procedimenti riguardanti l’ambiente; si sostiene pertanto che, per introdurre un silenzio-assenso in un procedimento in materia ambientale, occorra una disposizione di legge che lo preveda in modo esplicito, disposizione che non sarebbe ravvisabile nell’art. 29 nonies, 1° comma, D.lgs. 152/2006”.
Per i Giudici lombardi, inoltre, la direttiva 2010/75/UE (art. 20, par. 2) sulle emissioni dei grandi impianti industriali richiede sempre un provvedimento esplicito per le modifiche dell'autorizzazione integrata ambientale. Di qui la sospensione del procedimento giudiziario e l'invio di un quesito alla Corte di Giustizia europea.
Per ulteriori dettagli si rimanda all’Ordinanza del TAR Lombardia allegata.
Ai microfoni di GreenPop su Giornale Radio, il Direttore Elisabetta Perrotta ha ribadito un principio fondamentale: senza impianti, non c’è economia circolare.
Dall’iniziativa "Impianti Aperti On The Road" al biomonitoraggio con le api sentinelle dell’ambiente,
Il Direttore ha affrontato i pregiudizi sulla gestione dei rifiuti, l’urgenza di nuovi impianti, la necessità di una comunicazione trasparente e di un cambio di paradigma culturale.
Clicca qui per riascoltare l’intervista di Lucia Lo Palo.
Prosegue il viaggio di Impianti Aperti on the Road – Il viaggio per la sostenibilità, la campagna promossa da Assoambiente per valorizzare i luoghi in cui l’economia circolare prende forma concreta.
La sesta tappa si terrà giovedì 3 luglio 2025, dalle ore 10:30 alle 14:00, presso la sede di Green Hub in via Silvio Danese, San Bonifacio (VR).
Green Hub è stata fondata con l’obiettivo di affrontare le sfide ambientali legate al recupero del cartongesso. L’azienda si occupa della trasformazione della carta e del gesso da rifiuto a Materia Prima Secondaria (MPS)tramite avanzati processi di recupero, contribuendo concretamente all’economia circolare.
Green Hub è oggi il più grande impianto a livello nazionale per capacità produttiva e autorizzazioni nel proprio settore. Dispone di due linee di recupero separate, una dedicata agli scarti di produzione delle lastre, l’altra ai materiali provenienti da costruzione e demolizione. Il gesso recuperato raggiunge una purezza superiore al 98%, mentre la carta è reimmessa nella filiera cartaria.
La capacità produttiva dell’impianto supera le 200 tonnellate al giorno, con l’obiettivo di evitare che il cartongesso – classificato come rifiuto speciale non pericoloso – finisca in discarica.
L'impresa che svolge attività di pulizia manutentiva dei depuratori deve iscriversi sia all'Albo dei gestori ambientali ai sensi dell'articolo 212, comma 5 del D.lgs. n. 152/2006 che a quello dei trasportatori di cose per conto terzi ai sensi dell’articolo 1 della Legge n. 298/1974.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/237/SAEC-GIU/LE del 27.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L'impresa che svolge attività di pulizia manutentiva dei depuratori deve iscriversi sia all'Albo Nazionale Gestori Ambientali ai sensi dell'articolo 212, comma 5 del D.lgs. n. 152/2006 che a quello dei trasportatori di cose per conto terzi ai sensi dell’articolo 1 della Legge n. 298/1974.
Così ha affermato il Consiglio di Stato nella sentenza 29 maggio 2025, n. 4691 con cui ha respinto il ricorso gerarchico proposto da una società che svolgeva manutenzione dei depuratori, che ha impugnato il decreto del Presidente della sezione regionale della Calabria dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali nella parte in cui ha rigettato l’iscrizione in categoria 2-bis per i rifiuti con codici EER 19.08.01, 19.08.02, 19.08.05.
I Giudici, richiamando il comma 5 dell'articolo 230 del D.lgs. n. 152/2006 che disciplina i rifiuti derivanti dall’attività di pulizia delle reti fognarie, hanno affermato che chi effettua attività di manutenzione depuratori è tenuto sia alla iscrizione all'Albo Nazionale Gestori Ambientali in via ordinaria (art. 212, comma 5 del D.lgs. n. 152/2006), ai fini della raccolta e traporto dei rifiuti (in tal modo escludendosi l’iscrizione come produttore iniziale ai sensi del comma 8 dello stesso articolo) sia al possesso della iscrizione all'Albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi (articolo 1 della legge 6 giugno 1974, n. 298).
Così infatti recita l’ultimo capoverso del comma 5 dell’art 230, del D.lgs. n. 152/2006: “Il soggetto che svolge l'attività di pulizia manutentiva è comunque tenuto all'iscrizione all'Albo nazionale gestori ambientali, ai sensi dell'articolo 212, comma 5, del presente decreto, per lo svolgimento delle attività di raccolta e di trasporto di rifiuti, e all'iscrizione all'Albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi di cui all'articolo 1 della legge 6 giugno 1974, n. 298.
Per ulteriori dettagli si rinvia alla Sentenza del Consiglio di Stato allegata.
E’ stato pubblicato sul sito del MASE il 25 giugno scorso il DM n. 127 del 16 maggio 2025 che introduce modifiche alla disciplina per l’incentivazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e delle configurazioni di autoconsumo (DM n. 414 del 7 dicembre 2023).
Il provvedimento, applicabile anche alle richieste già presentate, estende l’ambito della misura finanziata dal PNRR ai comuni con popolazione inferiore ai 50 mila abitanti. Prevede inoltre una maggiore flessibilità nei tempi di entrata in esercizio dei progetti, la possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo, e l’esclusione del fattore di riduzione in caso di cumulo con altri contributi, anche per le persone fisiche.
Il provvedimento è entrato in vigore il 26 giugno 2025.
Ora dovranno essere aggiornate le regole operative per rendere efficace il provvedimento. Il decreto stabilisce che entro i 5 giorni successivi all’entrata in vigore del decreto, con DM MASE su proposta GSE, dovranno essere aggiornate le regole operative previste dall’articolo 11 del DM 414/2023.
Con la Sentenza n. 850 del 22 maggio 2025, il TAR Piemonte ha affermato che il Sindaco non può stabilire prescrizioni e limitazioni allo spandimento nei campi dei gessi di defecazione attraverso ordinanze contingibili e urgenti, né ha competenze normative in materia che sono riservate esclusivamente al Legislatore statale.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/236/SAEC-GIU/LE del 26.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Il TAR Piemonte ha stabilito che i Comuni non possono vietare o limitare l'utilizzo di gessi da defecazione (sottoprodotto della depurazione delle acque reflue) nei campi attraverso ordinanze contingibili e urgenti né hanno competenze normative in materia.
Con la Sentenza n. 850 del 22 maggio 2025, il TAR ha pertanto deciso di annullare un'ordinanza sindacale adottata al fine di evitare “situazioni di molestia olfattiva, nocumento alla salute pubblica e danni ambientali” derivanti dallo spandimento dei gessi di defecazione ottenuti dal trattamento dei fanghi di depurazione ed utilizzati come correttivi del suolo argomentando che tale pratica può, al massimo, comportare un mero disagio della collettività che, per quanto diffuso, non è passibile di assurgere a pericolo per la pubblica incolumità o la sicurezza pubblica.
Il Tribunale amministrativo ha pertanto ritenuto fondato il motivo del ricorrente che ha denunciato la carenza dei presupposti legislativi per l’adozione delle ordinanze contingibili e urgenti di cui all’art. 54 del D.lgs. n. 267/2000 che sono espressione di un potere amministrativo extra ordinem, finalizzato a fronteggiare in via d’urgenza emergenze sanitarie o situazioni eccezionali di pericolo, estranee al caso in esame.
“Il Collegio fa inoltre proprio l’orientamento giurisprudenziale già espresso in subiecta materia con la sentenza di questa Sezione n. 574 del 29.05.2024, che ha previamente inquadrato l’attività di spandimento dei gessi e dei carbonati di defecazione nella disciplina dei rifiuti ai sensi dell’art. 195, lett. o) del D.lgs. n. 152/2006, testualmente riferito solo al compost, ma applicabile anche ai gessi e ai carbonati di defecazioni in base ai punti 21, 22 e 23 dell’allegato 3 del D.lgs. n. 75/2010” ed ha ricordatoaltresì che “i gessi di defecazione, dopo il trattamento e il recupero effettuati, possono essere impiegati ai sensi dell’allegato 3 del D.lgs. n. 75/2010 (non essendo più rifiuti), con conseguente applicazione della normativa sui fertilizzanti di cui al D.lgs. 75/2010 in sostituzione di quella sui rifiuti ex D.lgs. n. 152/2006”.
Il TAR aggiunge altresì che l'attività di spandimento dei gessi e dei carbonati di defecazione essendo inquadrata nella disciplina dei rifiuti è materia ambiente di competenza esclusiva del Legislatore statale che ne regola modalità e requisiti.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Sentenza del TAR Piemonte allegata.
La Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione sul quadro di riferimento per gli aiuti di Stato nell’ambito del Clean Industrial Deal (CISAF). Il CISAF intende supportare gli Stati membri nella definizione di misure di sostegno per lo sviluppo e il perseguimento dell'energia pulita, della decarbonizzazione industriale e delle tecnologie pulite.
Sul tema EuRIC e FEAD, insieme a molte altre associazioni europee, avevano predisposto una lettera in risposta alla bozza del CISAF, chiedendo l'inclusione esplicita di misure di circolarità tra quelle beneficiarie dei possibili aiuti di Stato.
Il CISAF rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2030, garantendo agli Stati membri e alle imprese una prevedibilità a lungo termine, e va a sostituire il Quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF), in vigore dal 2022.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/235/SAEC-EUR/CS del 26.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha pubblicato la comunicazione sul quadro di riferimento per gli aiuti di Stato nell’ambito del Clean Industrial Deal (CISAF). Il CISAF intende supportare gli Stati membri nella definizione di misure di sostegno per lo sviluppo e il perseguimento dell'energia pulita, della decarbonizzazione industriale e delle tecnologie pulite.
Sul tema EuRIC e FEAD, insieme a molte altre associazioni europee, avevano predisposto una lettera in risposta alla bozza del CISAF, chiedendo l'inclusione esplicita di misure di circolarità tra quelle beneficiarie dei possibili aiuti di Stato.
La versione finale appena pubblicata risulta essere ancora lontana dall'offrire un capitolo dedicato alla circolarità ma comunque pone un'enfasi maggiore sulla necessità di sostenere l'economia circolare attraverso gli aiuti di Stato:
Il CISAF – che va a sostituire il Quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF), in vigore dal 2022 - rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2030.
Il CISAF semplifica le norme sugli aiuti di Stato riconducendoli a cinque aree principali:
Entrando più nel dettaglio, il quadro normativo prevede:
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina internet della Commissione dedicata alla Comunicazione, disponibile qui, in cui è possibile consultare il comunicato stampa e un factsheet sul tema.
In allegato anche il comunicato stampa di FEAD a seguito della pubblicazione del CISAF.
Impianti Aperti on the Road ASSOAMBIENTE ha fatto tappa lo scorso 17 giugno presso la sede di Humana People to People Italia Onlus, per una giornata dedicata agli impatti ambientali e sociali delle filiere trasparenti del tessile post-consumo.
Al centro della giornata, la visita all’impianto di selezione del tessile post consumo di Pregnana Milanese – uno dei più grandi impianti semi automatici d’Italia – e il confronto sui modelli industriali che, grazie a tracciabilità digitale e preparazione al riutilizzo, coniugano sostenibilità ambientale e impatto sociale.
Ospite d’eccezione Snorre Westgaard, Presidente della Federazione Humana People to People, che ha illustrato i risultati concreti della rete internazionale: oltre 15 milioni di beneficiari raggiunti da 1.831 progetti in 46 Paesi, sostenuti grazie alla valorizzazione degli abiti usati.
Presentato anche il report “The Socio-Economic Impact of Second-Hand Clothes in Africa and the EU27+”, che evidenzia come il settore degli abiti usati nell’UE27+ sostenga oltre 7 miliardi di euro di valore e 150.000 posti di lavoro, in gran parte green jobs, con un focus sull’occupazione femminile.
È stato inoltre chiarito che le esportazioni verso l’Africa, spesso oggetto di disinformazione, si basano su regole di mercato e comportano una quota minima di scarti (2–5%). Gli importatori scelgono fornitori affidabili: solo ciò che è vendibile arriva a destinazione.
La filiera globale che collega Europa e Africa non solo promuove un'economia circolare, ma gioca anche un ruolo importante nella lotta alla povertà.
Clicca qui per il video racconto
Il 20 giugno Assoambiente ha preso parte all’inaugurazione della nuova linea di trattamento rifiuti di Ecosystem S.p.A.
Nel suo intervento, il Direttore Elisabetta Perrotta ha sottolineato il ruolo sempre più strategico del recupero di materia dai rifiuti per la sicurezza dell’Italia e dell’Europa, soprattutto alla luce del complesso scenario geopolitico internazionale.
Una transizione verso un’economia realmente circolare richiede regole certe e coerenti. In questo senso, il prossimo Circular Economy Act dovrà fornire risposte concrete alle criticità che diversi comparti del riciclo stanno affrontando: dal riconoscimento degli End of Waste all’effettivo assorbimento dei materiali riciclati nei processi produttivi.
Pubblichiamo il N.2 del 2025 di “ASSOAMBIENTE INFORMA” - Aggiornamento attività associativa di Assoambiente“; i dettagli sui principali temi in esame, i provvedimenti legislativi in discussione a livello parlamentare e gli eventi di possibile interesse.
Buona lettura
La Commissione europea ha pubblicato il Regolamento UE 2025/1222 che va a modificare il Regolamento CLP riguardo le prescrizioni per una serie di sostanze chimiche sottoposte agli obblighi UE di classificazione, etichettatura ed imballaggio, oltre che prevedere l’introduzione di nuove sostanze nel campo di applicazione del regolamento.
Sempre in materia di sostanze chimiche il Consiglio UE e il Parlamento UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sul pacchetto di norme OSOA (dall'acronimo inglese "one substance one assessment"), presentato dalla Commissione europea con lo scopo di razionalizzare le procedure UE per la valutazione delle sostanze chimiche.
Infine l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha pubblicato una circolare contenente le direttive riguardanti gli obblighi di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche stabiliti dal Regolamento REACH chiarendo le modalità di effettuazione dei controlli sui soggetti che importano sostanze chimiche, miscele e articoli assoggettate ad obblighi di registrazione/autorizzazione o sottoposte a restrizioni.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/234/SAEC-EUR/CS del 23.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha pubblicato il Regolamento (UE) 2025/1222 cheva a modificare il Regolamento CLP sulla classificazione ed etichettatura armonizzate di determinate sostanze chimiche e miscele.
Il nuovo Regolamento modifica le prescrizioni per una serie di sostanze chimiche sottoposte agli obblighi UE di classificazione, etichettatura ed imballaggio, oltre che prevedere l’introduzione di nuove sostanze nel campo di applicazione del regolamento. In particolare la Commissione, con il supporto di ECHA, ha introdotto nel regime di classificazione armonizzata ventidue nuove sostanze (tra cui ozono, ossido di diazoto e fluoroetilene) e ha rivisto le istruzioni, già contenute nell'allegato VI “classificazione ed etichettatura armonizzate di talune sostanze pericolose” del Regolamento CLP, di almeno una decina di sostanze.
Il Regolamento (UE) 2025/1222 entra in vigore il 10 luglio 2025 e dovrà essere applicato a decorrere dal 1° febbraio 2027, concedendo in questo modo ai fornitori di sostanze chimiche un termine ragionevole per adeguarsi alle novità.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del Regolamento (v. Allegato 1).
Sempre in materia di sostanze chimiche, il Consiglio UE e il Parlamento dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo provvisorio sul pacchetto di norme OSOA (dall'acronimo inglese "One Substance One Assessment"), presentato dalla Commissione europea alla fine del 2023 con lo scopo di razionalizzare le procedure UE per la valutazione delle sostanze chimiche.
Il pacchetto, composto da tre provvedimenti, interviene su alcune normative UE riguardanti le sostanze chimiche con l’obiettivo di migliorare globalmente l'efficienza, la coerenza e la trasparenza delle valutazioni, in applicazione del principio "una sostanza – una valutazione":
L'accordo provvisorio dovrà essere approvato e formalmente adottato da entrambe le Istituzioni prima di essere pubblicato.
Infine siamo ad informare che l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha pubblicato una circolare contenente le direttive riguardanti gli obblighi di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche stabiliti dal regolamento 1907/2006 (cd. "REACH"). In particolare la circolare chiarisce le modalità di effettuazione dei controlli sui soggetti che importano sostanze chimiche, miscele e articoli assoggettate ad obblighi di registrazione/autorizzazione o sottoposte a restrizioni.
Oltre a fornire chiarimenti sugli oneri dei soggetti dichiaranti nelle importazioni di sostanze chimiche, le istruzioni riguardano anche le analisi di laboratorio. Nei casi in cui l’importazione di una determinata sostanza non dovesse essere consentita, sempre secondo le indicazioni del documento, l'Ufficio delle dogane deve trasmettere alla Procura della Repubblica la redazione della relativa notizia di reato a carico dell'operatore.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Direttiva delle Dogane (v. Allegato 2).
Il Consiglio dell’ANAC ha approvato con delibera n. 225/2025 la revisione del Regolamento per la gestione del Casellario informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture alla luce della esperienza e prassi nel frattempo maturata ed in considerazione dei recenti orientamenti giurisprudenziali formatasi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/233/SA-NOT/TO del 23.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Il Consiglio dell’ANAC, nel corso dell'adunanza del 14 maggio 2025, ha approvato con delibera n. 225/2025 la revisione del Regolamento per la gestione del Casellario informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, ai sensi dell'art. 222, comma 10, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, approvato con delibera n. 272 del 20 giugno 2023.
La revisione nasce dalla opportunità di apportare una revisione del testo precedentemente adottato, anche alla luce della esperienza e prassi nel frattempo maturata ed in considerazione dei recenti orientamenti giurisprudenziali formatasi, che disciplini la trasmissione del flusso informativo, l’iscrizione nel Casellario informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, delle annotazioni, la partecipazione al procedimento in relazione alle specifiche caratteristiche e circostanze delle iscrizioni dei provvedimenti interdittivi adottati dall’Autorità, la durata della permanenza delle annotazioni nel Casellario e le modalità per la loro cancellazione.
Il regolamento disciplina la gestione del Casellario informatico ed in particolare:
Il Casellario informatico interopera con il F.V.O.E. secondo le modalità di cui ai provvedimenti previsti dagli articoli 23 e 24 del Codice.
Nel far rinvio al Regolamento, in allegato alla presente, rimaniamo a disposizione per informazioni.
Ricicla News, Agenzia di Stampa sull’Energia e sulle Infrastrutture, Recycling Industry, AgenParl, Energia Oltre, Recover Magazine, Euroborsa
GSA, Recover Magazine, RePlanet News, Staffetta Rifiuti, AgenParl
Da oggi, 19 Giugno, riaprono le iscrizioni a REMBook, il catalogo gratuito riservato alle imprese iscritte all’Albo nazionale gestori ambientali nelle categorie 9 o 10, che costituisce una banca dati preziosa e rappresentativa delle competenze tecniche e professionali delle imprese qualificate che operano nel campo delle bonifiche ambientali.
È quindi possibile registrarsi (gratuitamente), utilizzando il nuovo Questionario online, a REMBook, pubblicato da RemTech e dall’Albo nazionale gestori ambientali, realizzato con la collaborazione del Commissario Unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati, Ispra, Invitalia, Assoamianto, Assoambiente.
Da quest’anno la piattaforma è inoltre rinnovata ed arricchita con nuove funzionalità e sarà aperta ufficialmente il 18 Settembre con la pubblicazione delle nuove imprese che si registreranno a partire dal 19 giugno 2025.
La compilazione e l’invio del questionario dovranno essere completate entro il 1 agosto 2025.
Per iscriversi raggiungere la nuova home page REMBook
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/232/SAEC-SUO/PE del 20.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Dal 19 giugno 2025 riapriranno le iscrizioni a RemBook, un catalogo gratuito riservato alle imprese iscritte all’Albo nazionale gestori ambientali esclusivamente nelle categorie 9 o 10, che costituisce una banca dati rappresentativa delle competenze tecniche e professionali delle imprese qualificate che operano nel campo delle bonifiche.
Dal 19 giugno prossimo sarà possibile quindi l’aggiornamento o la prima compilazione del nuovo Questionario RemBook 2025, lo strumento che consente l’inserimento a titolo gratuito della propria impresa nella banca dati pubblicata da RemTech e dall’Albo nazionale gestori ambientali, realizzata con la collaborazione del Commissario Unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati , di Assoamianto, di Assoambiente, di Ispra e di Invitalia.
Da quest’anno, inoltre, la piattaforma è rinnovata e arricchita con nuove funzionalità e sarà aperta ufficialmente il 18 settembre con l’inserimento delle nuove imprese che si registreranno a partire dal 19 giugno.
La compilazione e l’invio del questionario 2025 dovranno essere completate entro il 1° agosto 2025.
Per richieste di informazioni, dubbi ed assistenza è attivo il nuovo indirizzo mail assistenza@rembook.it
RemBook persegue come obiettivi principali:
Le informazioni raccolte tramite i questionari compilati dalle imprese saranno oggetto di un’analisi finalizzata a promuovere i servizi per le bonifiche offerti dalle imprese, il loro core business, le specializzazioni e le esperienze di particolare rilievo.
I dati raccolti costituiranno inoltre la base per un osservatorio sul settore ed un quadro esaustivo sul mercato di riferimento.
Come fare per iscriversi?
Dalla nuova home page RemBook le Imprese già iscritte potranno eseguire direttamente l’accesso al portale per visualizzare e aggiornare il proprio questionario, mentre quelle ancora non presenti nel catalogo web potranno effettuare la preregistrazione, step indispensabile per poter ricevere il link personale con il quale completare la registrazione e procedere alla successiva compilazione del nuovo questionario 2025.
Con la nuova piattaforma, e grazie al nuovo sistema di autenticazione introdotto, le credenziali ricevute saranno valide anche per gli anni successivi e consentiranno alle Imprese l’accesso autonomo per l’aggiornamento dei propri dati.
Per ulteriori informazioni si rimanda ai seguenti link:
ISTRUZIONI - Scarica il manuale operativo: Manuale Operativo 2025
PREREGISTRAZIONE (per imprese che si iscrivono per la prima volta) - RemBook_preregistrazione
COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO - RemBook_login
ASSISTENZA - Scrivi a: assistenza@rembook.it
E’ stata rilasciata la nuova versione 1.1.0 dell’App RENTRi (ambiente DEMO) disponibile per entrambe le piattaforme IOS e Android che riporta alcune novità rispetto alla precedente versione del 14 marzo 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/231/SAEC-NOT/LE del 20.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
È stata rilasciata la nuova versione 1.1.0 dell’APP RENTRI (ambiente DEMO) disponibile per entrambe le piattaforme IOS e Android che, rispetto alla precedente versione del 14 marzo 2025, riporta, in sintesi le seguenti principali novità:
Evoluzioni:
Correzione di bug:
Miglioramenti:
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
Un ulteriore passo verso il nuovo Regolamento che, dopo il confronto con il Parlamento, sarà auspicabilmente emanato entro il 2026 e che, se si proseguirà su questa strada di dialogo con le categorie coinvolte, non potrà che promuovere un deciso miglioramento delle performance di riciclo del settore.
È questo il commento del Presidente dall’ADA (l’Associazione Demolitori di Autoveicoli che aderisce ad Assoambiente) Anselmo Calò all’orientamento generale adottato dal Consiglio dei Ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea sul regolamento sui veicoli fuori uso.
Secondo il Presidente Calò: “Oggi le imprese di autodemolizione sono più avanti di quanto la Direttiva stabilisca. Non sono sicuro di poter dire lo stesso per quanto riguarda gli autoveicoli, certo sono molto diversi da quelli di 30 anni fa, ma è stato fatto non abbastanza per facilitare la demolizione e il riciclo dei materiali impiegati per costruirli”.
La nuova legislazione, improntata sulla logica dell’economia circolare, fissa parametri per conseguire questi miglioramenti.
“Salutiamo con soddisfazione l’inclusione della nostra proposta sostenuta dal Governo italiano che i contratti tra Case Costruttrici e autodemolitori per l’implementazione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) possano contare su una equità garantita dallo Stato. La recente decisione della Commissione Europea di sanzionare il comportamento di violazione della concorrenza dei Produttori per il ritiro e il trattamento dei veicoli a fine vita in base alla Direttiva del 2000, è la prova che i contratti in essere non sono equi”, commenta Calò, che prosegue, “Apprezziamo poi la scelta di limitare ad un mese lo stazionamento dei veicoli fuori uso nei punti di raccolta (la proposta assolutamente incomprensibile della commissione era un anno). Così come il fatto che tali punti di raccolta debbano garantire gli stessi standard di tutela ambientale richiesta agli impianti di autodemolizione, perché non si può fare tutela dell’ambiente a giorni alterni. Sarebbe anche auspicabile che i punti di raccolta abbiano una convenzione con gli impianti di trattamento (come è già in Italia)”.
ADA, inoltre, condivide l’indicazione di rimuovere dal veicolo solo le componenti che hanno una potenzialità effettiva di riutilizzo a differenza della proposta iniziale della Commissione che riteneva che tutte le componenti riutilizzabili fossero smontate. L’Associazione accoglie con grande soddisfazione che sia passata la proposta di etichettare, con l’indicazione del veicolo di provenienza e dell’impianto che lo ha demolito, ogni ricambio usato che verrà messo sul mercato. Una scelta, questa, che darà un colpo mortale al mercato nero dei ricambi e assieme alla nuova normativa sulla vendita dei veicoli incidentati, ai furti di autoveicoli e all’esportazione illegale di ELV.
“Auspichiamo che il Parlamento che definirà prima della pausa estiva le sue proposte per il Regolamento tenga conto delle nostre proposte per includere la filiera della gestione dei veicoli fuori uso nella governance dell’EPR per assicurarne l’efficacia e l’equilibrio; riconoscere il ruolo fondamentale degli impianti di trattamento autorizzati attraverso una chiara definizione delle attività che deve svolgere per essere definito impianto di trattamento: la bonifica degli ELV e il rilascio dei Certificato di Demolizione. Una situazione che nel nostro Paese è chiara ed efficiente, non vorremmo che la nuova legislazione europea la inficiasse. Su questo aspetto, come altri, contiamo sulla flessibilità offerta agli Stati membri nell’applicazione dell’EPR dichiarata dal Consiglio dei Ministri per tener conto della legislazione preesistente”, conclude Anselmo Calò.
Roma, 19 giugno 2025 – Si è svolta a Pregnana Milanese (MI), presso il polo impiantistico di Humana People to People Italia, organizzazione leader nella raccolta, selezione per il riutilizzo e il riciclo e valorizzazione di indumenti, scarpe e accessori usati, la nuova tappa della campagna “Impianti Aperti on the Road. Il viaggio per la sostenibilità”, promossa da ASSOAMBIENTE (l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento rifiuti, nonché bonifiche).
La giornata è iniziata con il talk “Social impacts and circularity in the global post consumer textile sector”, un momento per approfondire gli impatti sociali e ambientali delle filiere trasparenti del tessile post-consumo, anche alla luce dei prossimi sviluppi della normativa per la gestione della produzione e del fine vita dei prodotti tessili. L’evento ha visto l’intervento di Snorre Westgaard, Presidente della Federazione Humana People to People, che ha illustrato gli ambiti di intervento e i risultati raggiunti in termini di impatto sociale dall’organizzazione non profit, anche attraverso l’attività di raccolta, selezione e vendita di abiti usati nel mondo, preceduto da un’introduzione a cura di Karina Bolin, Presidente di Humana People to People Italia, che ha approfondito il contesto europeo e nazionale del settore tessile post consumo e il ruolo di Humana People to People Italia.
“Nel 2024, i membri della Federazione Humana hanno raccolto 139.000 tonnellate di abiti, contribuendo a generare fondi per un totale di 28,3 milioni di dollari che sono stati destinati alla realizzazione di progetti di sviluppo in tutto il mondo. Il settore del tessile post-consumo sta affrontando grandi sfide e i cambiamenti sono imminenti, come l'aumento delle quantità di tessili usati raccolti. Siamo parte di questo sviluppo e partecipiamo attivamente, sia a livello europeo, sia a livello globale, per sostenere la nostra mission e contribuire a una gestione consapevole ed efficiente del tessile post-consumo”, ha evidenziato Snorre Westgaard.
Nel corso dell’evento sono stati illustrati anche i risultati dello studio “The Socio-Economic Impact of Second-Hand Clothes in Africa and the EU27+”, commissionato da Humana e Sympany+. Secondo il report si stima che nel 2023 in Ghana gli abiti di seconda mano provenienti dall'UE27+ abbiano contribuito per circa 76 milioni di dollari al PIL del paese (di cui 35 milioni diretti), sostenendo 65.000 posti di lavoro nel 2023. Nello stesso anno, in Kenya il contributo del settore al PIL si attesta a 17 milioni di dollari (9,2 milioni di dollari direttamente) e in Mozambico a 10,7 milioni di dollari (2,7 milioni di dollari direttamente). A livello occupazionale, in Kenya sono stati sostenuti oltre 74.000 posti di lavoro e circa 20.700 in Mozambico.
Nell’UE27+ il settore ha sostenuto circa 150.000 posti di lavoro solo nel 2023. Di questi, 110.000 appartengono alla cosiddetta categoria dei green jobs (professioni legate alla sostenibilità, al benessere e alla tutela del pianeta) e coinvolgono in particolare persone con basso livello di istruzione formale. 8 lavoratrici su 10 (79%) sono donne e molte opportunità di lavoro sono state create in Paesi a basso reddito come Bulgaria, Romania e Polonia.
“La nostra campagna ‘Impianti Aperti on the road’ ha proprio l’obiettivo di far conoscere ai cittadini le aziende che rendono reale il concetto di economia circolare”, ha evidenziato il Direttore Assoambiente Elisabetta Perrotta. “L’appuntamento odierno ci dà l’opportunità di comprendere la filiera dei rifiuti tessili e le sue prospettive anche in considerazione degli interventi normativi che si stanno predisponendo a livello nazionale ed europeo in ottica di responsabilità estesa del produttore.”
Al termine del dibattito Humana Italia ha aperto le porte del suo impianto di selezione del tessile post consumo, uno dei più grandi impianti semi automatici d’Italia, che integra un sistema digitale per la gestione dei flussi di materiale in tutte le fasi di lavorazione, dall’ingresso del materiale nell’impianto allo stoccaggio del prodotto finito al termine del processo industriale, pronto per essere inviato alle consociate Humana presenti in Slovacchia, Bulgaria e Lituania o ad altre aziende europee con cui Humana storicamente collabora.
L’attività di Humana Italia si alimenta grazie alla presenza di 6.000 contenitori stradali, 6 impianti di stoccaggio, 1 impianto di selezione, 19 negozi, 1 canale e-commerce e numerose collaborazioni con aziende del settore Tessile Abbigliamento Moda. L’impianto semi-automatico di selezione di Humana in provincia di Milano ha una capacità di trattamento fino a 12.000 tonnellate annue, comprende 23 silos alimentati automaticamente da un nastro trasportatore e 13 postazioni dedicate allo smistamento di categorie specifiche. La fase di selezione suddivide il materiale raccolto in 25 macro-categorie di prodotto fino ad arrivare a circa 65 sotto-categorie: il 66,7% dei materiali ingresso è destinato al riutilizzo, il 26,6% circa è avviato a riciclo e una piccola parte (6,7%) è destinata al termovalorizzazione.
L’economia circolare per il tessile è un punto prioritario nell’agenda dell’Unione Europea e il settore del tessile post-consumo è un tassello fondamentale in questo contesto. Per implementare modelli sostenibili ed efficienti è necessario costruire collaborazioni che coinvolgano tutti gli attori della filiera e valorizzare le competenze esistenti.
La campagna di sensibilizzazione “Impianti Aperti” sulla corretta e sostenibile gestione dei rifiuti è promossa con il patrocinio del MASE e di ISPRA SNPA.
Humana People to People Italia
Humana People to People Italia è un’organizzazione non profit nata nel 1998 per generare valore sociale e ambientale anche attraverso un processo virtuoso e trasparente di raccolta, selezione e vendita di indumenti usati. Affidando i propri capi a Humana, negli oltre 5.800 contenitori distribuiti in più di 1.300 comuni italiani, è possibile dare loro una seconda possibilità. Con questo semplice gesto e acquistando capi preloved, nei 19 negozi Humana Vintage e Humana People oppure online su humanavintage.it, si contribuisce a sostenere i progetti di Humana attivi nel mondo nei campi della prevenzione e tutela della salute, istruzione e formazione, agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare, aiuto all’infanzia, sviluppo comunitario ed empowerment femminile. In Italia, Humana contribuisce a un cambiamento consapevole anche gestendo tre orti di comunità, sviluppando percorsi di Educazione alla Cittadinanza Globale e promuovendo numerose partnership con aziende, enti e istituzioni. Humana Italia è membro della Federazione Internazionale Humana People to People presente in 46 Paesi nel mondo.
Website: humanaitalia.org
Pubblicata nella sezione “News” del sito istituzionale dell’Albo, un’informativa che invita le imprese iscritte in categoria 1 a valutare l’integrazione nelle proprie autorizzazioni del codice EER: “20.03.99 – Rifiuto urbano derivante da eventi calamitosi (escluso quello contenente amianto), nonché quello residuato dalla selezione del materiale contenente amianto, delle matrici recuperabili, dei rifiuti pericolosi, dei RAEE, delle pile e degli accumulatori, di cui alla Legge Quadro n. 40/2025”al fine di anticipare i tempi di risposta operativa in situazioni emergenziali e ridurre la necessità di interventi autorizzativi straordinari.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/230/SAEC-ALB/LE del 18.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Pubblicata nella sezione “News” del sito istituzionale dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, un’informativa che invita le imprese iscritte in categoria 1 a valutare l’integrazione nelle proprie autorizzazioni del codice EER: “20.03.99 – Rifiuto urbano derivante da eventi calamitosi (escluso quello contenente amianto), nonché quello residuato dalla selezione del materiale contenente amianto, delle matrici recuperabili, dei rifiuti pericolosi, dei RAEE, delle pile e degli accumulatori, di cui alla Legge Quadro n. 40/2025.”
Si ricorda che il 2 aprile 2025 è entrata in vigore la Legge n. 40/2025 in materia di ricostruzione post-calamità (cfr. circolare Assoambiente n. 144/2025) che introduce misure strutturali per la gestione dei rifiuti derivanti, appunto, da eventi calamitosi, consolidando prassi già adottate nel passato tramite ordinanze emergenziali “caso per caso”.
In particolare, la legge classifica come rifiuti urbani non pericolosi (EER 20.03.99) i rifiuti generati da eventi calamitosi (esclusi quelli contenenti amianto), nonché quelli residuati dalla selezione di materiali contenenti amianto, matrici recuperabili, rifiuti pericolosi, RAEE, pile e accumulatori ma tuttavia non introduce deroghe automatiche in merito all'iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali per il trasporto di tale tipologia di rifiuto, e quindi, anche in contesti emergenziali, sarà necessario ricorrere a ordinanze contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 191 del D.lgs. n. 152/2006.
Al fine di anticipare i tempi di risposta operativa in situazioni emergenziali e ridurre la necessità di interventi autorizzativi straordinari, l’Albo invita le imprese iscritte in categoria 1, qualora interessate, a integrare nelle proprie autorizzazioni il codice EER: “20.03.99 – Rifiuto urbano derivante da eventi calamitosi (escluso quello contenente amianto), nonché quello residuato dalla selezione del materiale contenente amianto, delle matrici recuperabili, dei rifiuti pericolosi, dei RAEE, delle pile e degli accumulatori, di cui alla Legge Quadro n. 40/2025”.
Le imprese interessate potranno in qualsiasi momento, presentare l’istanza di aggiornamento tramite il portale telematico dell’Albo, accedendo alla propria area riservata e specificando nella relazione tecnica che la richiesta risulta motivata dall’adeguamento alla citata Legge Quadro.
L’Albo dichiara che “la presente iniziativa ha carattere preventivo e si prefigge l’obiettivo di fornire, anche durante un contesto emergenziale, un supporto strategico finalizzato a garantire la prontezza e l’efficacia di risposta del sistema Albo nella gestione dei rifiuti derivanti da eventi calamitosi”.
Con Comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, il MASE ha chiarito che il Modello unico di dichiarazione ambientale, relativo ai rifiuti prodotti e gestiti nell’anno 2024, potrà essere presentato sino a lunedì 30 giugno 2025.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/229/SAEC-NOT/LE del 18.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
In data 13 giugno 2025, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) con un comunicato pubblicato sul proprio sito web (disponibile qui) ha chiarito che la il Modello unico di dichiarazione ambientale relativo ai rifiuti prodotti e gestiti nell’anno 2024 potrà essere presentato sino a lunedì 30 giugno 2025, in considerazione della coincidenza della scadenza del termine con la giornata di sabato.
Per ogni ulteriore approfondimento in materia si rimanda alla precedente comunicazione (v. circolare Assoambiente n. 084 del 4 marzo 2025, disponibile qui).
Assoambiente, unitamente ad un panel ristretto composto da alcune Associazioni di categoria e sviluppatori software già attivi sul tema, è stata coinvolta nei giorni scorsi dal MASE ed Ecocerved, in un primo confronto tecnico sull’implementazione del FIR digitale che entrerà in vigore, per tutti i soggetti iscritti al RENTRi, a partire dal 13 febbraio 2026.
Durante l’incontro Ecocerved, ha presentato una relazione tecnica dal titolo “La gestione del FIR digitale con i servizi RENTRI” con l’obiettivo di condividere lo stato dell’arte e gli sviluppi previsti dei servizi a supporto della digitalizzazione del FIR.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/228/SAEC-NOT/LE del 18.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Assoambiente, unitamente ad un panel ristretto composto da alcune Associazioni di categoria e sviluppatori software già attivi sul tema, è stata coinvolta nei giorni scorsi, in un primo confronto tecnico sull’implementazione del FIR digitale (v. circolare Assoambiente n. 224/2025) che, come noto, entrerà in vigore, per tutti i soggetti iscritti al RENTRi, a partire dal 13 febbraio 2026.
Durante l’incontro, promosso da Ecocerved - società in house del sistema camerale che, insieme a Unioncamere, gestisce il sistema informatico del RENTRi - è stata presentata una relazione tecnica dal titolo “La gestione del FIR digitale con i servizi RENTRI” (in allegato alla presente) con l’obiettivo di condividere lo stato dell’arte e gli sviluppi previsti dei servizi a supporto della digitalizzazione del FIR.
Si è trattato di un primo confronto tecnico, propedeutico agli incontri che l'Amministrazione organizzerà a breve con gli altri stakeholder e le associazioni di categoria a livello centrale, anche con l’obiettivo di raccogliere spunti e osservazioni rilevanti ai fini dell’implementazione della nuova piattaforma in costruzione relativa al FIR digitale.
Nel corso dell’incontro è stato, innanzitutto, evidenziato che, a partire da giugno 2024, sono disponibili in ambiente DEMO i servizi RENTRi utili ai produttori di software per predisporre soluzioni tecnologiche interoperabili con il sistema. Tali servizi, accessibili tramite API (Application Programming Interface), consentono agli operatori di:
Le API rese disponibili non si limitano agli adempimenti obbligatori (vidimazione, restituzione e trasmissione dati per i rifiuti pericolosi) ma rappresentano un insieme articolato di servizi applicativi di supporto ai processi, finalizzati a semplificare lo sviluppo e l’adeguamento dei software gestionali che potranno essere in grado di rispondere efficacemente alle esigenze degli operatori nel solco delle logiche già adottate per la CA di dominio.
Nel corso dell’incontro sono stati rappresentati alcuni scenari applicativi, ritenuti realistici nella fase di avvio del FIR digitale, in cui tutti i soggetti coinvolti (produttori, trasportatori, destinatari) utilizzano le API RENTRi per ogni fase della gestione (creazione, firma, trasporto, accettazione). Questa modalità garantisce:
Ecocerved ha inoltre comunicato che, a breve, sarà resa disponibile la documentazione tecnica rivolta ai produttori di software che intendano sviluppare soluzioni autonome, svincolate dall’uso diretto delle API RENTRi ma conformi ai requisiti formali del formato xFIR. La documentazione comprenderà:
Tale materiale di natura esclusivamente tecnico-informatica ci sarà trasmesso la prossima settimana e, quanti interessati possono richiederlo a c.leboffe@fise.org ed eventualmente fornire propri contributi prima della pubblicazione ufficiale in ambiente DEMO.
Ci è stato evidenziato che, grazie a questi strumenti, gli operatori potranno predisporre e gestire in autonomia il file xFIR, utilizzando strumenti informatici propri, purché conformi agli standard strutturali e semantici previsti. Sarà inoltre possibile validare i file tramite il servizio “Validazione xFIR”, già disponibile, che sarà progressivamente evoluto. Due scenari applicativi aggiuntivi sono stati illustrati:
L’incontro ha visto la partecipazione attiva di alcune associazioni di categoria, tra cui Assoambiente, il cui contributo ha arricchito il confronto, confermando l’importanza di momenti di dialogo tra istituzioni, imprese e sviluppatori. Per questa ragione e alla luce degli ottimi risultati si sta valutando l’organizzazione di nuovi incontri di aggiornamento e approfondimento, con l’obiettivo di accompagnare in modo continuativo le imprese nel percorso di adeguamento al FIR digitale.
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
Come di consueto, la Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha pubblicato la Relazione annuale, presentata alle Camere, sull’andamento degli scioperi nell’anno precedente, nei settori di competenza.
Quest’anno in particolare la cerimonia ha assunto un carattere più solenne, in virtù del 35esimo anniversario dell’approvazione della legge n. 146 avvenuta il 12 giugno del 1990.
Anche nel 2024, nonostante una significativa riduzione, rispetto all’anno precedente, sia degli scioperi proclamati che di quelli effettuati, il comparto dell’Igiene ambientale si conferma uno dei settori merceologici più conflittuali del Paese.
Esclusi i settori delle Autonomie Locali e della Sanità Pubblica, solo nei trasporti (aereo, ferroviario e pubblico locale) si registrano più proclamazioni e più astensioni dal lavoro rispetto al comparto dell’igiene ambientale.
Le motivazioni dei contenziosi sono riconducibili, come ormai noto, a due fattori:
Per quanto riguarda gli scioperi di cui al punto 1, la Commissione ha rilevato una progressiva riduzione dei conflitti. Ha sottolineato tuttavia il registrarsi del fenomeno delle astensioni spontanee di singoli lavoratori, in ogni caso privi di un supporto organizzativo sindacale; ragione per cui la Commissione non è intervenuta con sanzioni a carico di sigle sindacali, limitandosi ad indicare ai datori di lavoro l’obbligo di adottare i provvedimenti disciplinari ritenuti congrui.
Infine, la Commissione ha citato l’audizione delle Associazioni Datoriali e Sindacali tenutasi il 13 novembre scorso, convocate nell’obiettivo di sollecitare l’adozione di un nuovo accordo di regolamentazione che possa aggiornare e adeguare alle mutate caratteristiche del settore l’Accordo dell’1.3.2001; la Commissione in tale occasione ha preso atto del rinvio delle Parti alla trattativa in corso per il rinnovo del CCNL.
In allegato lo stralcio della Relazione relativo al comparto dell’Igiene Ambientale; il documento integrale relativo all’attività della Commissione di Garanzia nel 2024 suddiviso per settori è reperibile al seguente link:
https://www.cgsse.it/sites/default/files/2025-06/Relazione%20%20Garante%202025%20Settori.pdf
Cordiali saluti.
A causa di problemi tecnici che non è stato possibile risolvere, è stata posticipata nuovamente da Ispra, a data da stabilire, la possibilità di registrazione come utenti e l’inserimento dati 2024 nell’applicativo PRTR.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/226/SAEC-NOT/LE del 17.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
ISPRA ha reso noto che sono state posticipate ulteriormente le date relative al Test dell’applicativo PRTR per quanto riguarda la registrazione come utenti e all’inserimento dati 2024 nell’applicativo.
Con riferimento a quanto già anticipato (v. circolari Assoambiente n. 149/2025 e n. 180/2025) informiamo che ISPRA ha comunicato in una nota pubblicata sul proprio sito web che, “in considerazione delle questioni tecniche che ritardano il rilascio al pubblico dell’applicativo PRTR, l’avvio della fase 2 (richiesta di accredito degli utenti) e della fase 3 (inserimento dati nell’applicativo) è rinviato a data da stabilire.”
ISPRA ribadisce inoltre, come comunicato con le nostre due precedenti circolari di cui sopra, che “le due fasi relative all’uso dell’applicativo PRTR non rappresentano un obbligo aggiuntivo di comunicazione dei dati 2024 e, pertanto, non sono associate all’applicazione di eventuali sanzioni per mancato adempimento da parte delle Aziende”.
Per la successiva comunicazione relativa alla pubblicazione dell’applicativo e all’avvio delle fasi collegate, ISPRA comunica che diffonderà le informazioni mediante:
Fermo restando che sarà nostra cura dare tempestiva informazione del rilascio dell’applicativo, una volta
superate le difficoltà tecniche che ne ostacolano la pubblicazione, ricordiamo che per qualsiasi necessità di chiarimenti ed informazioni è possibile rivolgersi al Dott. Andrea Gagna di ISPRA (e-mail: andrea.gagna@isprambiente.it).
Il 17 giugno 2025 si è svolta la relazione annuale 2024 dell’ARERA, dove sono state anticipate le prime evidenze che saranno consolidate nei due volumi della Relazione Annuale, sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2024.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/225/SA-ARE/TO del 17.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Il 17 giugno 2025 si è svolta la relazione annuale dell’ARERA, dove sono state anticipate le prime evidenze che saranno consolidate nei due volumi della Relazione Annuale, sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2024.
In breve, nel 2024 ARERA ha rilevato che i mercati internazionali hanno continuato a mostrare una forte sensibilità agli eventi di carattere geopolitico in aggiunta agli stimoli più legati a dinamiche puramente economiche. Al contesto internazionale, che ha visto proseguire i conflitti in Ucraina e nell’area israelo-palestinese, si sono aggiunti, verso fine anno, gli annunci di dazi da parte della nuova amministrazione degli Stati Uniti.
Nel settore idrico proseguono gli investimenti programmati e aumentano le tariffe, come per il settore rifiuti, in relazione ai costi sostenuti per il miglioramento del servizio. Più in particolare, sul comparto rifiuti, ad aprile 2025 risultano iscritti all’Anagrafica Operatori dell’Autorità 8.386 soggetti con una leggera diminuzione rispetto allo scorso anno di 35 iscritti. A conferma di un processo di organizzazione territoriale del servizio ancora incompleto, i soggetti iscritti come Enti territorialmente competenti permangono in numero elevato (pari a 3.221), seppur in progressiva riduzione.
Nel corso del 2024 sono proseguite le trasmissioni all’Autorità delle predisposizioni tariffarie relative all’aggiornamento biennale 2024-2025. Si registra un positivo incremento del numero di soggetti adempienti alla regolazione tariffaria: rispetto alle 6.202 proposte tariffarie rilevate nel 2023, risultano trasmesse 5.332 – di cui 5.306 comunali e 26 pluricomunali – relative a 5.696 Comuni (il 72% dei Comuni italiani), per un totale di 50 milioni di abitanti serviti pari all’84% della popolazione nazionale.
Dall’analisi dei Piani economico-finanziari (PEF) a disposizione dell’Autorità, con particolare riferimento all’annualità 2024, si osserva un limite di crescita medio delle tariffe determinato dagli ETC pari al 6,5%, mentre la variazione effettiva delle entrate tariffarie risulta più contenuta e pari al 5,4%, in aumento rispetto al biennio precedente 2022-2023, dove i valori medi del limite di crescita e dell’incremento effettivo delle entrate tariffarie si sono attestati intorno al 3,7% e al 2,5%. Gli aumenti registrati nel 2024 derivano dalla forte spinta inflazionistica verificatasi nel corso del 2022 e proseguita nel 2023, che in termini tariffari ha esplicato i propri effetti nel biennio 2024-2025 secondo quanto disposto dal MTR-2.
La spesa media annua TARI stimata per un’utenza domestica tipo (composta da tre componenti il nucleo famigliare in un’abitazione di superficie 100 mq), risulta pari, nel 2023, a 311 euro a livello nazionale, evidenziando significative differenze tra le varie aree geografiche. Per l’annualità 2024 complessivamente si è registrato un ammontare di costi ammissibili sottesi alle entrate tariffarie pari a circa 10,3 miliardi di euro, da cui deriva un totale entrate tariffarie validate pari a 9,7 miliardi di euro.
Si rinvia al sito web ARERA per la Relazione annuale 2025 e il documento di sintesi, disponibili qui
Staffetta Rifiuti, Lulop Magazine, Materia Rinnovabile, Oltre Energia, Agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture, Adriaeco
Un accordo strategico, che valorizza e promuove l’economia circolare nel settore dei veicoli fuori uso, limitando i rischi ambientali. È questo l’obiettivo dell’intesa siglata oggi da ADA (l’Associazione Demolitori di Autoveicoli che aderisce ad Assoambiente) e A-Gas, società leader nel lifecycle refrigerant management
Obiettivo della partnership è supportare le imprese di autodemolizione nell’applicazione delle buone pratiche di trattamento degli F-Gas, ovvero i fluidi refrigeranti utilizzati per gli impianti di condizionamento delle automobili. Tali gas, infatti, vengono rimossi per essere destinati ad un nuovo uso futuro, grazie a un accurato processo di rigenerazione, oppure indirizzati verso la distruzione sicura, prevenendone il rilascio dannoso nell’atmosfera.
Nel 2022 in Italia il settore automotive ha generato un volume di oltre un milione di tonnellate di veicoli fuori uso (dati Ispra), sottoposti al processo di demolizione che prevede il corretto trattamento e recupero dei materiali eventualmente valorizzabili, tra cui i gas refrigeranti ancora presenti nei circuiti di climatizzazione.
L’accordo prevede che A-Gas e ADA promuoveranno attività di formazione e sensibilizzazione dei demolitori di veicoli, mediante webinar ed eventi tecnici e la condivisione di materiali informativi sulla corretta gestione degli F-Gas esausti, sulle opportunità offerte dalla rigenerazione dei refrigeranti e sui rischi ambientali e normativi legati ad eventuali bad practice.
A-Gas si impegna poi a garantire assistenza diretta agli operatori della filiera e grazie a un servizio di micro-raccolta su tutto il territorio nazionale con cui la società recupera le bombole di refrigerante usato presso la sede del demolitore, consegnando al contempo un set di bombole vuote per le nuove operazioni di recupero. Una volta ricevute le bombole usate, il team di A-Gas analizza il contenuto e fornisce alla clientela una stima della valorizzazione economica per ogni kg di refrigerante usato, in base alla sua tipologia, peso e purezza, in linea con il valore di mercato.
La collaborazione tra A-Gas e ADA rappresenta così un importante passo avanti nel percorso di responsabilizzazione del settore italiano dell’autodemolizione, in linea con gli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea e con la crescente attenzione al recupero delle risorse dai prodotti giunti a fine vita, secondo i principi dell’economia circolare.
Pubblicate le principali novità del nuovo rilascio per la piattaforma RENTRi riguardanti l’Area operatori e maggiori info per i produttori interessati all’iscrizione in quanto ricadenti nella seconda finestra temporale prevista dall’art. 13 del DM n. 59/2023.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/224/SAEC-NOT/LE del 13.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Nella Sezione “News ed Eventi” del sito RENTRi sono state pubblicate le informazioni n merito al nuovo rilascio per la piattaforma RENTRi e seconda finestra temporale di iscrizione al RENTRi.
Nello specifico:
NUOVO RILASCIO PER LA PIATTAFORMA RENTRI
Sono disponibili al seguente link le principali novità riguardanti l’Area operatori che riguardano:
Tuttavia, non potrà:
SECONDA FINESTRA TEMPORALE DI ISCRIZIONE AL RENTRi
Sono disponibili al seguente link le procedure e le tempistiche che interesseranno i produttori di rifiuti pericolosi e non pericolosi tenuti a iscriversi al RENTRi nella seconda finestra temporale prevista dal DM n. 59/2023 che (come anticipato con circolare Assoambiente n. 210/2025), va dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025.
Per maggiori informazioni, si invitano gli interessati a consultare le schede informative nella sezione Supporto, nonché i tutorial e le presentazioni messe a disposizione dal RENTRI nella voce “Formazione” della home page ed in particolare:
Per ogni approfondimento in materia e per quanti interessati a conoscere le principali attività che il MASE, con la collaborazione di Ecocerved e dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, sta portando avanti in materia di RENTRi (tra cui la revisione del decreto direttoriale recante le istruzioni per la compilazione dei nuovi modelli di registri di carico e scarico e formulario dei rifiuti e l’implementazione della piattaforma del FIR digitale che entrerà in vigore, per tutti i soggetti iscritti al RENTRi, a partire dal 13 febbraio 2026), rimandiamo alla precedente comunicazione associativa (v. circolare Assoambiente n. 210/2025).
Anticipiamo che con prossima comunicazione forniremo maggiori dettagli sui contenuti del confronto tecnico tenutosi lo scorso 12 giugno 2025 organizzato da MASE, Ecocerved e l’Albo Gestori e al quale è stata invitata anche Assoambiente in merito all’implementazione della piattaforma del FIR digitale.
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
Il prossimo appuntamento mensile organizzato da FEAD per un aggiornamento sui dossier in esame a livello europeo si terrà il prossimo 27 giugno dalle ore 11.00 alle ore 12.00.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/223/SAEC-EUR/PE del 13.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
FEAD organizza mensilmente un incontro via web della durata di un’ora in cui vengono sintetizzate le principali tematiche in corso di esame a livello europeo, che interessano in particolare la gestione dei rifiuti e la Circular Economy.
Per quanti interessati segnaliamo che il prossimo incontro si terrà il 27 giugno 2025, dalle ore 11.00 alle ore 12.00.
Di seguito il seguente link per seguire evento:
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Meeting ID: 317 192 822 804 3
Passcode: kA7Bn2TF
Per eventuali richieste o quesiti, potete rivolgerVi a e.perrotta@fise.org.
Il 17 giugno presso la sede di Humana People to People Italia a Pregnana Milanese, si terrà una giornata per approfondire gli impatti sociali e ambientali delle filiere trasparenti del tessile post-consumo. Anche alla luce dei prossimi sviluppi della normativa per la gestione della produzione e del fine vita dei prodotti tessili, è cruciale considerare il ruolo e le ricadute sociali e ambientali che le catene di valore del tessile possono generare, se gestite in maniera efficiente e trasparente, mantenendo un’ottica globale.
L’evento vedrà l’eccezionale presenza di Snorre Westgaard, Presidente della Federazione Humana People to People, che illustrerà gli ambiti di intervento e i risultati raggiunti in termini di impatto sociale da Humana, anche attraverso l’attività di raccolta, selezione e vendita di abiti usati nel mondo. L’introduzione sarà a cura di Karina Bolin, Presidente di Humana People to People Italia, che approfondirà il contesto europeo e nazionale del settore tessile post consumo e il ruolo di Humana People to People Italia.
Humana Italia per l’occasione aprirà anche le porte del suo impianto di selezione del tessile post consumo, uno dei più grandi impianti semi automatici d’Italia, che integra un sistema digitale per la gestione dei flussi di materiale in tutte le fasi di lavorazione, dall’ingresso del materiale nell’impianto allo stoccaggio del prodotto finito al termine del processo industriale, pronto per essere inviato agli altri anelli della filiera interna o esterna gestita da Humana.
L’impianto di Humana rappresenta l’anello fondamentale di una filiera integrata e trasparente costruita in oltre 25 anni e che si alimenta grazie all’attività di oltre 5.800 contenitori stradali, 6 impianti di stoccaggio, 18 negozi, 1 canale e-commerce e numerose collaborazioni con aziende del settore Tessile Abbigliamento Moda.
Dal 2007 Snorre Westgaard è Presidente della Federazione Humana People to People, che comprende in totale 29 organizzazioni presenti in 46 Paesi di Europa, Africa, America e Asia. Nel 2024, anche grazie alla raccolta di abiti usati realizzata nel mondo, la Federazione ha finanziato 1.831 progetti di sviluppo nel mondo, a beneficio di 15 milioni di persone, garantendo in tal modo interventi di lunga durata, caratterizzati da grande stabilità economica.
L’evento, che si inserisce anche all’interno dell’iniziativa ASSOAMBIENTE “Impianti Aperti on the Road”, è gratuito e a numero chiuso. Per registrarsi compilare il form qui.
Programma scaricabile
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 249/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in merito alla definizione del metodo tariffario rifiuti per il terzo periodo regolatorio (MTR-3). Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/222/SA-ARE/TO del 12.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 249/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in merito alla definizione del metodo tariffario rifiuti per il terzo periodo regolatorio (MTR-3). Si conferma la volontà di applicare il MTR-3 nel quadriennio 2026/2029 con aggiornamento biennale (per le annualità 2028 e 2029).
Nel confermare l’impostazione generale proposta nella prima fase di consultazione (DCO 180/2025/R/RIF), l’ARERA delinea ulteriori meccanismi specifici da un lato per la promozione dell’efficienza dall’altro ed il contenimento degli oneri alle utenze dall’altro per un riconoscimento di incentivi ai gestori commisurati alle performance gestionali e ambientali.
Tra le molte cose l’ARERA:
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO entro e non oltre l’8 luglio 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 248/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in materia di articolazione dei corrispettivi nel servizio di gestione dei rifiuti urbani. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/221/SA-ARE/TO del 12.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 248/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in materia di articolazione dei corrispettivi nel servizio di gestione dei rifiuti urbani.
È noto che l’ARERA intende rafforzare il collegamento tra il riconoscimento dei costi efficienti e la quantificazione dei corrispettivi pagati dagli agli utenti, contribuendo in tal senso alla trasparenza, alla accountability e alla cost-reflectivity del settore.
Nel confermare l’impostazione generale proposta nella prima fase di consultazione (DCO 179/2025/R/RIF), l’Autorità propone una roadmap per il biennio 2026-2027 con avvio effettivo della riforma dal 1° gennaio 2028, e sottopone a consultazione regole di dettaglio per la definizione dei criteri di articolazione dei corrispettivi, prospettando in particolare:
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO entro e non oltre l’8 luglio 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 246/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in materia di separazione contabile e amministrativa nella gestione dei rifiuti urbani. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/220/SA-ARE/TO del 12.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L’ARERA ha pubblicato il documento di consultazione DCO 246/2025/R/rif che illustra gli orientamenti finali in materia di separazione contabile e amministrativa nella gestione dei rifiuti urbani e la valutazione dei costi delle singole prestazioni.
L’Autorità, condividendo la necessità di una gradualità sull’implementazione del tema, propone nel DCO una fase sperimentale per il biennio 2026–2027, utile a testare i modelli contabili e raccogliere dati senza effetti vincolanti, nonché consentire agli operatori un adeguamento ordinato e sostenibile, con piena operatività a partire dal 1° gennaio 2028.
L’Autorità, con la definizione delle direttive per la separazione contabile e amministrativa nel settore dei rifiuti intende:
In materia si ricorda che il 16 giugno 2025 dalle 10:00 alle 12:30 si svolgerà il seminario organizzato ad TIFORMA in videoconferenza dal titolo “Unbundling Rifiuti – DCO n. 146/2025 primi orientamenti dell’ARERA e ipotesi applicative della separazione contabile nel settore dei rifiuti urbani” (qui il link per l’iscrizione).
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO entro e non oltre l’8 luglio 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
L'Oeko-Institut, su indicazione della Commissione europea, è stato incaricato di condurre uno studio preparatorio sugli pneumatici nell’ambito dei lavori di definizione delle regole di ecodesign come previsto dal Regolamento (UE) 2024/1781 recante requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili (ESPR).
Obiettivo dello studio, che viene condotto da un consorzio composto da VITO, Oeko-Institut, Ecomatters e Trinomics, è quello di indagare sui potenziali requisiti normativi dell'ESPR applicabili alla produzione degli pneumatici. Il gruppo di lavoro si sta concentrando sui possibili requisiti di progettazione ecocompatibile per gli pneumatici C1, C2 e C3 e per altre categorie di pneumatici (ad esempio agricoli, motocicli, aerei, biciclette, fuoristrada).
Nell'ambito di questo studio il Consorzio responsabile ha avviato una consultazione, rivolta a tutti i soggetti interessati. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/219/SAEC-EUR/CS del 12.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L'Oeko-Institut, su indicazione della Commissione europea, è stato incaricato di condurre uno studio preparatorio sugli pneumatici nell’ambito dei lavori di definizione delle regole di ecodesign come previsto dal Regolamento (UE) 2024/1781 recante requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili (ESPR). Obiettivo dello studio, che viene condotto da un consorzio composto da VITO, Oeko-Institut, Ecomatters e Trinomics, è quello di indagare sui potenziali requisiti normativi dell'ESPR applicabili alla produzione degli pneumatici.
Il gruppo di lavoro si sta concentrando sui possibili requisiti di progettazione ecocompatibile per gli pneumatici C1, C2 e C3 e per altre categorie di pneumatici (ad esempio agricoli, motocicli, aerei, biciclette, fuoristrada). Il progetto mira ad allinearsi con la legislazione esistente in materia di pneumatici e, pertanto, si concentra maggiormente sulle questioni relative a materiali e fonti di approvvigionamento sostenibili, contenuto riciclato e riciclabilità a fine vita, possibilità di ricostruzione e presenza di sostanze preoccupanti.
Nell'ambito di questo studio il consorzio responsabile ha avviato una consultazione, rivolta a tutti i soggetti interessati, costituita da tre questionari che avranno anche una scadenza differente, come riportato di seguito:
La sezione MTR di EuRIC intende fornire quanto prima il proprio contributo alla consultazione rispondendo ai questionari proposti in moda da far conoscere il punto di vista delle imprese del trattamento ed evidenziando la necessità di intervenire in fase di progettazione degli pneumatici affinché il successivo trattamento di fina vita possa garantire elevati standard qualitativi e quantitativi. Tra le richieste del settore ci sarà senz’altro la necessità di prevedere un contenuto minimo di materiale riciclato nella produzione di nuovi pneumatici che contribuirà a generare un mercato forte e stabile dei materiali ottenuti dal trattamento dei PFU.
Siamo pertanto a chiederVi di prendere visione dei questionari allegati e fornire le risposte alle domande, anche limitatamente a quelle di vostro specifico interesse, inviandole a d.cesaretti@fise.org. La scadenza per l’invio dei contributi è fissata per il 23 giugno 2025 (questionario numero 1) e al 22 agosto 2025 (questionari 2 e 3). Sarà poi cura della struttura trasmettere ad EuRIC quanto raccolto affinché possa essere preso in considerazione nella stesura della risposta di MTR alla consultazione.
Nel rimanere a disposizione per informazioni, rimandiamo al contenuto dei questionari allegati alla presente per ulteriori dettagli.
La Fondazione Nazionale Sicurezza Rubes Triva ha pubblicato il bando relativo alla VIII Edizione del Premio Rubes Triva, destinato a valorizzare le migliori tesi di laurea magistrale o di dottorato in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre le ore 24.00 del 30 settembre 2025, secondo le modalità indicate nel bando, disponibile sul sito della Fondazione.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/218/SAEC-COM/PE del 12.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Fondazione Nazionale Sicurezza Rubes Triva ha pubblicato il bando relativo alla VIII Edizione del Premio Rubes Triva, destinato a valorizzare le migliori tesi di laurea magistrale o di dottorato in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il concorso è rivolto ai dipendenti delle aziende aderenti alla Fondazione per l’anno 2025 e ai loro parenti di primo e secondo grado che abbiano conseguito il titolo di studio o presentato un elaborato scientifico tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2024, su tematiche attinenti alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in relazione alla comunicazione, all’ambiente o ai sistemi integrati.
Sono previsti 6 premi da 3.000 euro ciascuno, al lordo delle ritenute di legge.
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre le ore 24.00 del 30 settembre 2025, secondo le modalità indicate nel bando, disponibile sul sito della Fondazione.
Per ulteriori dettagli si rimanda al bando.
GSA – E-Gazette – Fleetime – Adriaeco – Eco dalle Città – InterMediaChannel - Lulop Magazine – Notiziario degli Autodemolitori
Tutti i Master FAD asincroni di TuttoAmbiente aggiornatissimi - l'alta formazione su Rifiuti, HSE, Gestione e Diritto - da seguire dove e quando vuoi, da qualsiasi device e senza vincoli di orari, sono scontati del 20% per tutto il mese di giugno.
In allegato Brochure.
Per maggiori informazioni si rimanda al seguente link: https://www.tuttoambiente.it/news/master-ambientali-e-learning-scontati-e-aggiornati-approfitta-dellofferta/.
Si rende disponibile in allegato la Newsletter n. 222 del 10 giugno 2025.
Buona lettura.
Pubblicate sul sito RENTRi alcune nuove FAQ recanti indicazioni per gli operatori in merito a:
- Obblighi per i soggetti iscritti alla sottocategoria 2 ter dell'Albo nazionale gestori ambientali,
- Variazione del numero dei dipendenti,
- Variazione della ragione sociale,
- Variazione dell’autorizzazione per l’attività di raccolta e trasporto rifiuti o di intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione o di gestione del centro di raccolta,
- Variazione di un’autorizzazione per attività di recupero o smaltimento rifiuti,
- Inserimento di una nuova attività svolta nell’unità locale o cancellazione di un’attività precedentemente inserita,
- Variazione di un indirizzo a seguito di aggiornamento della toponomastica,
- Variazione del rappresentante dell’operatore.
Pubblicato calendario prossimi webinar formativi dedicati ai produttori di rifiuti pericolosi e non pericolosi con più di 10 e fino a 50 dipendenti per i quali, si ricorda, dal 15 giugno prossimo ed entro il al 14 agosto 2025 decorre l’obbligo di iscrizione al RENTRi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/217/SAEC-NOT/LE del 10.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Sul portale RENTRi sono state pubblicate le seguenti FAQ che forniscono ciascuna indicazioni puntuali e procedure operative in merito a:
Cogliamo l’occasione per informare che, nell’ambito delle attività di supporto tecnico-operativo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), l’Albo Nazionale Gestori Ambientali, con il supporto di Unioncamere, ha avviato il quinto ciclo formativo rivolto a imprese ed enti che utilizzano i servizi di supporto messi a disposizione gratuitamente dal RENTRi.
Evidenziamo che il Calendario, che prevede quattro webinar che si svolgeranno nei mesi di giugno e luglio 2025 è, principalmente, dedicato ai produttori di rifiuti pericolosi e non pericolosi con più di 10 e fino a 50 dipendenti per i quali, si ricorda, dal 15/06/2025 ed entro il 14/08/2025 decorre l’obbligo di iscrizione al RENTRi ed è finalizzato a fornire indicazioni sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti e sui servizi di supporto messi a disposizione dal RENTRi.
Per ogni approfondimento in materia e per quanti interessati a conoscere le principali attività che il MASE, con la collaborazione di Ecocerved e dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, sta portando avanti in materia di RENTRi, (tra cui la revisione del decreto direttoriale recante le istruzioni per la compilazione dei nuovi modelli di registri di carico e scarico e formulario dei rifiuti e l’implementazione della piattaforma del FIR digitale che entrerà in vigore, per tutti i soggetti iscritti al RENTRi, a partire dal 13 febbraio 2026), rimandiamo alla precedente comunicazione associativa (v. circolare Assoambiente n. 210/2025).
Nel rimanere a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, rimandiamo a successive comunicazioni per ogni aggiornamento o iniziativa associativa in materia.
Sul sito del Ministero dell'interno - Dipartimento per gli affari interni e territoriali – è stato pubblicato il decreto 9 maggio 2025 (disponibile qui) su riparto delle risorse del fondo in favore dei comuni colpiti da eventi alluvionali relativi alle dichiarazioni di stato di emergenza deliberate dal Consiglio dei Ministri il 28 agosto 2023, per un importo pari a 115 milioni di euro per l’anno 2025 e a 120 milioni di euro per l’anno 2026.
Nell’Allegato A sono definiti, per ciascun Comune, gli interventi identificati tramite CUP e le relative risorse ripartite per ciascuna delle annualità 2025 e 2026.
Per gli interventi ancora da realizzare è necessario che l’affidamento dei lavori o i servizi avvenga entro la prima annualità in cui viene finanziato l’intervento, pena la revoca del contributo.
la Repubblica – La Stampa – Ricicla News - Staffetta Rifiuti – Agenzia di Stampa Oltre Energia – Agenzia di Stampa AGEEI – AgenParl – Recycling Industry – Euroborsa – il Giornale dell’Aftermarket – PneusNews – GreenReport – Canale Energia – il Giornale del Meccanico - Rinnovabili
Il settore del fine vita dei veicoli si sta preparando a vivere una nuova svolta con il prossimo Regolamento europeo che estende la responsabilità del recupero dei produttori e impone il raggiungimento degli obiettivi ai singoli impianti di trattamento. Sarà fondamentale una crescente sinergia tra case automobilistiche e autodemolitori.
Sono questi i principali spunti emersi nel corso dell’evento “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, promosso a Roma dall’ADA (l’Associazione Demolitori di Autoveicoli che aderisce ad Assoambiente).
Nel corso dell’iniziativa sono state analizzate le implicazioni del nuovo Regolamento ELV che sarà emanato dall’Unione Europea e che è destinato a cambiare l’operatività di un intero settore,
Momento clou dell’evento è stato il video intervento di Paulius Saudargas, Relatore della proposta di Regolamento ELV del Parlamento Europeo, che ha evidenziato come: “Obiettivo del Regolamento è sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050. Uno dei target centrali è preservare le materie prime critiche di cui l’Europa è povera e rafforzare la nostra industria del riciclaggio. Il Regolamento dovrebbe contestualmente contrastare il cambiamento climatico e sostenere la competitività del nostro settore dell’auto. In particolare, la progettazione dei veicoli dovrà tenere contro degli obiettivi relativi al successivo riciclo attraverso l’ecodesign che dovrà rendere più semplice disassemblare i veicoli e avviarli a recupero. Gli eventuali contributi versati dal produttore dovranno coprire i costi sostenuti dagli operatori della gestione rifiuti per la raccolta e il trattamento nella misura i cui non siano già coperti dai ricavi provenienti dalla rivendita dei pezzi di ricambio usati o dalle materie prime secondarie riciclate. Il nuovo Regolamento porrà attenzione anche ai fenomeni dell’esportazione e dello smantellamento illegale dei veicoli e al mercato nero dei pezzi di ricambio”.
“Il settore è oggi davanti a un passaggio importante, in primis perché la normativa richiede ad ogni operatore all’interno del proprio impianto di raggiungere tra cinque anni la quota dell’85% di recupero del veicolo demolito. Solo chi raggiungerà questo target potrà restare sul mercato. Il testo del nuovo Regolamento tiene conto delle osservazioni sollevate dalla nostra Associazione nel corso del dibattito, anche grazie al sostegno dei Parlamentari italiani Cavedagna, Maran e Sardone che hanno condiviso le nostre proposte, molto però resta ancora da fare.”, ha osservato Anselmo Calò, Presidente ADA, che ha aggiunto: “E’ importante, in particolare, che sia garantita la presenza di tutti i componenti della filiera nell’autorità di monitoraggio dell’attuazione dell’EPR. Guardando al prossimo futuro è fondamentale promuovere una maggiore collaborazione con le Case automobilistiche, che si basi su un dialogo leale e su un efficace partenariato”.
Matteo Mussini, Direttore di MUST & Partners, ha evidenziato i cinque punti fondamentali della nuova cornice regolatoria su cui si sono focalizzati maggiori sforzi dell’Associazione: definire chiaramente il concetto di "impianto autorizzato", al fine di evitare ambiguità interpretative; evitare asimmetrie di potere tra gli impianti di trattamento (ATF) e i produttori; garantire una rappresentanza adeguata degli ATF negli organi di governance e controllo; distinguere adeguatamente il ruolo degli ATF rispetto a quello dei punti di raccolta, evitando sovrapposizioni o interferenze; limitare l’obbligo di rimozione delle parti, per un’applicazione proporzionata della norma.
È poi intervenuto Stefano Cavedagna, Deputato Parlamento Europeo: “Abbiamo lavorato in sede europea per tutelare le piccole e medie imprese del settore della demolizione, talvolta anche micro-imprese a carattere familiare. Per questo abbiamo evitato un ulteriore rafforzamento della burocrazia che avrebbe messo fuori mercato proprio queste aziende. Tra i principali risultati raggiunti nel dibattito europeo va rimarcato il riconoscimento della differenza tra demolitore e frantumatore, inizialmente non previsto”.
Gli ha fatto eco Pierfrancesco Maran, Deputato Parlamento Europeo: “Nel confronto con i relatori del Regolamento siamo riusciti a far riconoscere l’attività dei demolitori di auto come un anello centrale dell’economia circolare. Nell’analisi del provvedimento abbiamo dato massima attenzione ai 3 milioni di veicoli a fine vita che ogni anno in Europa spariscono nel nulla. Oggi siamo arrivati a una stesura della norma più che attenta a frenare l’esportazione dei veicoli al di fuori dei confini europei e a ridurre anche le esportazioni al di là dei confini nazionali”.
Un segnale di forte attenzione da parte dei costruttori è arrivato dalla partecipazione alla tavola rotonda di Xavier Kaufman, vice Presidente di “The future is neutral” – Renault, che ha offerto spunti concreti sul ruolo delle case automobilistiche nella gestione sostenibile del fine vita dei veicoli e sulle prospettive aperte dalla nuova proposta di Regolamento ELV e sulla collaborazione con gli impianti di demolizione dei veicoli.
Si è svolta a Perugia presso il polo impiantistico della società Gesenu, in occasione della “Giornata mondiale dell’Ambiente”, la nuova tappa della campagna “Impianti Aperti on the Road. Il viaggio per la sostenibilità”.
In occasione dell’appuntamento il polo impiantistico di Ponte Rio (Perugia) ha aperto i cancelli a istituzioni, associazioni, studenti e cittadinanza, per le visite guidate nelle diverse aree dedicate in cui si svolgono le operazioni di gestione e trattamento dei rifiuti e in particolare di: selezione meccanica dei rifiuti urbani indifferenziati e dei rifiuti speciali non pericolosi che può contare su una potenzialità massima di 188.000 tonnellate/anno; recupero dei materiali plastici mediante suddivisione in due frazioni, contenitori per liquidi e imballaggi plastici, da una parte e film plastici e traccianti, dall’altra; trattamento dei rifiuti organici da raccolta differenziata, in grado di trattare fino a 25.000 Nm3/ora.
L’evento è stato anche occasione per promuovere un confronto presso il “Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo” di Ponte Felcino sul tema della corretta gestione rifiuti e sulle necessità impiantistiche del nostro Paese, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di rappresentanti della Regione Umbria, del comune di Perugia e dell’Arpa Umbria.
“L’obiettivo di Gesenu – hanno affermato i rappresentanti dell’azienda GESENU - è quello di superare, attraverso attività come quella di stamattina e le visite guidate all’interno del Polo Impiantistico che effettuiamo durante tutto l’anno, pregiudizi e stereotipi, aumentando la conoscenza e la consapevolezza della cittadinanza e mostrando i meccanismi ed il funzionamento delle attività di trattamento e gestione dei rifiuti. Anche per questo, Gesenu apre le porte del Polo e partecipa a Impianti Aperti”.
La campagna ASSOAMBIENTE “Impianti Aperti” sulla corretta e sostenibile gestione dei rifiuti è realizzata con il patrocinio del MASE e di ISPRA SNPA.
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Il Messaggero, GSA, Staffetta Quotidiana, Lulop Magazine
Con la consultazione 235/2025/R/RIF ARERA ha illustrato i sui orientamenti finali per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani e per le semplificazioni del TQRIF (Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani).
Il documento di consultazione si inquadra nell’ambito del procedimento avviato con la deliberazione 23/2025/R/RIF per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani e della deliberazione 15/2022/R/RIF.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/216/SA-ARE/TO del 06.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
Con il documento di consultazione 235/2025/R/RIF ARERA ha illustrato i sui orientamenti finali per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani e per le semplificazioni del TQRIF (Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani).
Il documento di consultazione si inquadra nell’ambito del procedimento avviato con la deliberazione 23/2025/R/RIF per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore dei rifiuti urbani e della deliberazione 15/2022/R/RIF.
Nel precedente documento per la consultazione del 1° aprile 2025, 147/2025/R/RIF, l’Autorità aveva illustrato – a partire dagli elementi di inquadramento generale in ordine agli obiettivi dell’intervento – i primi orientamenti dell’Autorità in merito all’estensione del set di indicatori introdotto con la deliberazione 387/2023/R/RIF. Rispetto a tale consultazione Assoambiente ha fornito come sempre, e grazie al contributo del gruppo di lavoro associativo, indicazioni utili sia di carattere sistematico che tecnico.
Con il documento in oggetto si sottopongono ora a consultazione gli orientamenti finali in merito all’estensione del citato set di indicatori, con particolare riferimento alla metodologia di calcolo del macro-indicatore R3, nonché alcune ipotesi di semplificazione del TQRIF.
Segnalando l’importanza della consultazione, l’Associazione intende definire un proprio contributo e a riguardo chiediamo una vostra attiva collaborazione facendo pervenire (email l.tosto@fise.org) osservazioni puntuali sul DCO (compilando gli specifici box in allegato) entro e non oltre mercoledì 2 luglio 2025.
Nel far rinvio al DCO ARERA e al file con i quesiti, in allegato alla presente, rimaniamo in attesa di contributi ed a disposizione per informazioni.
La Commissione europea ha pubblicato una bozza di Regolamento sulla verifica/certificazione degli assorbimenti di carbonio recante le regole sui processi di certificazione, sugli organismi di certificazione e sulle modalità di conduzione degli audit. Tale bozza di Regolamento è stata posta in consultazione a tutti i soggetti interessati fino al 1° luglio 2025. Attesi contributi.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/215/SAEC-EUR/CS del 06.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
La Commissione europea ha pubblicato una bozza di Regolamento sulla verifica/certificazione degli assorbimenti di carbonio recante le regole sui processi di certificazione, sugli organismi di certificazione e sulle modalità di conduzione degli audit. Tale bozza di Regolamento è stata posta in consultazione a tutti i soggetti interessati fino al 1° luglio 2025.
In particolare la bozza di Regolamento individua e descrive:
Di particolare rilevanza per il settore rappresentato si segnala il contenuto dei piani di attività e di monitoraggio e lo schema minimo dei rapporti di audit, riportati negli allegati alla bozza di Regolamento.
Nell’ottica di definire un contributo associativo, anche al fine di supportare la FEAD nella scrittura del proprio position paper sul tema, per rispondere alla consultazione della Commissione, Vi chiediamo gentilmente di inviare eventuali vostre osservazioni e commenti a d.cesaretti@fise.org entro il prossimo 23 giugno 2025.
La bozza di Regolamento è disponibile qui.
L’Albo conforma la sua disciplina a quanto disposto dalla Legge n. 166/2024 secondo la quale “le operazioni di deposito preliminare alla raccolta e di trasporto effettuate dal distributore e dal soggetto da esso incaricato non sono subordinate all’iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali, di cui all’articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” e abroga tutti i riferimenti relativi alla categoria 3-bis contenuti in suoi precedenti provvedimenti.
Per maggiori informazioni si rimanda alla Circolare 2025/214/SAEC-ALB/LE del 06.06.2025 pubblicata sul sito ASSOAMBIENTE.
L’Albo Gestori Ambientali ha pubblicato sul sito istituzionale le seguenti due delibere:
1. DELIBERAZIONE N. 4 DEL 20 MAGGIO 2025 recante “Criteri per l’applicazione dell’articolo 8, comma 2, del decreto 3 giugno 2014, n. 120, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti.
Con la presente Deliberazione, disponibile qui, l’Albo sostituisce la Deliberazione n. 5 del 19 dicembre 2024 per integrare in un unico atto anche le modifiche apportate con la Deliberazione n. 3 del 15 ottobre 2015 e adeguare la disciplina a quanto disposto dalla Legge n. 166/2024 che ha stabilito che “le operazioni di deposito preliminare alla raccolta e di trasporto effettuate dal distributore e dal soggetto da esso incaricato non sono subordinate all’iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali, di cui all’articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”
La Deliberazione in oggetto stabilisce quindi che:
L’impresa autorizzata all’esercizio della professione di autotrasportatore per conto di terzi e munita di veicoli immatricolati ad uso di terzi che intende iscriversi nella categoria 5 può, trasportare:
L’impresa munita di veicoli immatricolati ad uso proprio o presi in locazione per uso proprio ai sensi dell’articolo 84, comma 4, lettera a) del Codice della Strada, che intende iscriversi nella categoria 5 può trasportare:
L’impresa autorizzata all’esercizio della professione di autotrasportatore per conto di terzi e munita di veicoli immatricolati ad uso di terzi che intende iscriversi nella categoria 4 può, trasportare:
L’impresa munita di veicoli immatricolati ad uso proprio o presi in locazione per uso proprio ai sensi dell’articolo 84, comma 4, lettera a) del Codice della Strada, che intende iscriversi nella categoria4 può trasportare:
Per quanto riguarda le ultime disposizioni la Deliberazione in oggetto prevede:
2. DELIBERAZIONE N. 5 DEL 20 MAGGIO 2025recante “Aggiornamento della modulistica di cui alle deliberazioni n. 5 del 3 settembre 2014, n. 7 del 25 novembre 2014 e n. 2 del 22 febbraio 2017 in relazione all’abrogazione della categoria 3-bis”.
Con la presente Deliberazione, disponibile qui, l’Albo ha provveduto ad abrogare tutti i riferimenti relativi alla categoria 3-bis contenuti in suoi precedenti provvedimenti, per tener conto dell’abrogazione della categoria 3-bis, operata dall’Albo stesso con la Deliberazione n. 4 del 19 dicembre 2024.
E’ stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 119 del 24 maggio scorso il nuovo accordo Stato-Regioni e Province autonome, finalizzato alla individuazione della durata e dei contenuti minimi dei percorsi formativi in materia di salute e sicurezza ai sensi dell’articolo 37, comma 2, del d. lgs. 9 aprile 2008, n. 81.
L’emanazione dell’Accordo, che abroga e sostituisce il previgente del 21 dicembre 2011 nonché gli altri connessi, era stata prevista inizialmente dall’articolo 13 del decreto-legge n. 146/2021 (poi convertito in legge n. 215/2021), che ha modificato l’articolo 37 del d. lgs. n. 81/2008 delegando la Conferenza Stato Regioni all’individuazione di un accordo finalizzato ad accorpare, modificare e rivisitare gli accordi attuativi in materia di formazione, “in modo da garantire:
a) l'individuazione della durata, dei contenuti minimi e delle modalità della formazione obbligatoria a carico del datore di lavoro;
b) l'individuazione delle modalità della verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento obbligatori in materia di salute e sicurezza sul lavoro e delle modalità delle verifiche di efficacia della formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa;
b-bis) il monitoraggio dell’applicazione degli accordi in materia di formazione, nonché il controllo sulle attività formative e sul rispetto della normativa di riferimento, sia da parte dei soggetti che erogano la formazione, sia da parte dei soggetti destinatari della stessa”.
Pur essendo prevista l’emanazione dell’intesa entro il 30 giugno 2022, il testo ha visto la luce solo il 17 aprile scorso, con quasi tre anni di ritardo.