Quattro associazioni europee di imprese di gestione dei rifiuti - FEAD (a cui è associata Assoambiente), CEWEP (Confederazione europea degli impianti di termovalorizzazione); RDF Industry Group e DWMA (Associazione olandese della gestione dei rifiuti) - hanno recentemente presentato i risultati dello Studio intitolato “Il potenziale di riduzione della CO2 nel settore europeo della gestione dei rifiuti”, commissionato a Prognos e CE Delft, due importanti istituti di ricerca e consulenza.
Lo Studio (v. Allegato 1) mira ad evidenziare il contributo del settore della gestione dei rifiuti al raggiungimento degli obiettivi climatici definiti a livello europeo, in particolare rispetto all’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 del Green Deal europeo, tenendo conto delle emissioni di CO2 evitate per 10 flussi di rifiuti: carta, vetro, plastica, metalli ferrosi, alluminio, legno, tessili, PFU, rifiuti organici e rifiuti residui/combustibili da rifiuti che, complessivamente, costituiscono il 19% del totale dei rifiuti generati nell’EU27+UK, pari a 505 Mt (2018).
Lo Studio, per rappresentare il contributo del settore della gestione dei rifiuti nella riduzione delle emissioni di CO2, definisce, per i flussi di rifiuti selezionati e considerati costanti nelle proiezioni per garantire uniformità, 3 possibili scenari:
Nella figura di seguito vengono riportati i risultati dello Studio mostrando le emissioni nette di CO2 per i 3 scenari, come somma delle emissioni dirette generate dal trattamento dei rifiuti e di quelle evitate, comprendendo anche l'uso dei materiali riciclati impiegati nel settore manifatturiero.
Lo Studio evidenzia come già nel 2018 il settore del trattamento dei rifiuti sia quasi neutrale in termini di emissioni di CO2 che si attestano intorno a 13 Mt; se si considerassero poi solo i flussi di rifiuti selezionati, le emissioni nette scenderebbero a -96 Mt. Per quanto riguarda invece i due scenari al 2035, applicando con successo l’attuale legislazione sui rifiuti (proiezione 1), il potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 migliora significativamente portandosi a -137 Mt, con un risparmio di 150 Mt CO2eq. Tale potenziale di risparmio sarebbe quasi raddoppiato nella più ambiziosa proiezione 2 in cui l'attuale carico di emissioni nette di 13 Mt potrebbe scendere a -283 Mt traducendosi in un risparmio di 296 Mt di CO2eq.
Il riciclo dei metalli e dell’alluminio è l’operazione che, grazie alla sostituzione della materia prima in fase di produzione, assicura il maggior quantitativo di emissioni di CO2 evitate. Per quanto riguarda il ricorso alla discarica lo Studio mostra come i maggiori guadagni, in termini di risparmio di emissioni, si otterrebbero riducendo lo smaltimento in discarica dei rifiuti organici, tra cui anche carta e cartone, arrivando ad una riduzione di 120 Mt di CO2eq. Ulteriori significative riduzioni potrebbero essere garantite dal recupero energetico dei rifiuti residui.
Lo studio nelle sue conclusioni sottolinea come:
Nel corso dell’evento di presentazione dello studio il Presidente FEAD, Peter Kurth, ha evidenziato come sia necessario, per avere dal settore dei rifiuti il massimo contributo per il perseguimento degli obiettivi climatici, garantire la piena attuazione degli obiettivi di riciclo e smaltimento in discarica oltre che ottenere dal legislatore ulteriori segnali normativi, tra cui un contenuto riciclato obbligatorio nei nuovi prodotti, ecodesign rafforzato, regole di tassonomia positive per il recupero di energia dai rifiuti residui, regole efficienti per le spedizioni di rifiuti all'interno dell'UE per il recupero e il riciclo e un forte sostegno pubblico alla raccolta differenziata.
Per maggiori informazioni, oltre al testo dello Studio, si rimanda al comunicato stampa dell’evento di presentazione (v Allegato 2) e al flyer con i dati di sintesi (v. Allegato 3) in allegato alla presente.