AssoAmbiente

Circolari

091/2019/PE

Lo scorso 20 giugno, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, è stato presentato il “Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese” predisposto dall’ISTAT, che evidenzia l’interazione tra dotazioni di risorse, fragilità, resilienza del “Sistema Italia” e le opportunità per creare una crescita robusta, inclusiva e sostenibile.

Più in particolare, vengono approfondite le caratteristiche dello sviluppo recente dell’economia e della società, le dimensioni e la qualità delle risorse naturali e produttive del Paese, le tendenze demografiche e i percorsi di vita, il capitale umano e il potenziale di sviluppo del mercato del lavoro, effettuando un’analisi integrata degli aspetti di competitività e crescita e di quelli relativi al benessere, all’equità e alla sostenibilità.

Per quanto d’interesse, si rileva che, al capitolo 2, il documento analizza le opportunità del nostro Paese per uno sviluppo sostenibile, prendendo come riferimento l’Agenda 2030 sottoscritta dall’Italia (vedi circolare associativa n. 068/2019), che rappresenta un quadro strategico di riferimento per coniugare la crescita economica con la salvaguardia dell’am­biente e l’inclusione sociale. A tal proposito il rapporto evidenzia che:

  • per l’obiettivo volto a promuovere modelli di produzione e consumo sosteni­bile, in Italia si registra una progressiva riduzione del consumo di risorse naturali. Sebbene an­cora lontani da un ideale disaccoppiamento tra sviluppo delle attività economiche e pressioni sugli ecosistemi, il rapporto tra consumo di materiale interno e Pil si riduce, tra il 2000 e il 2017, di circa il 50%, risultato a cui sembrano aver contribuito sia il complessivo rallentamento dell’attività produttiva, sia una maggiore attenzione all’efficienza dei processi produttivi;
  • rispetto a importanti priorità delle politiche europee e nazionali quali l’obiettivo di ridurre gli impatti sul clima legati al consumo interno lordo di energia e sviluppare fonti energetiche rinnovabili, l’Italia ha raggiunto risultati di rilievo, raggiungendo fin dal 2014 il target del 17% di consumi coperti da fonte rinnovabile, obiettivo assegnatole entro il 2020 dal pacchetto Clima-Energia dell’UE, collocandosi quindi sopra la media europea;
  • la riduzione delle pressioni antropiche sull’ambiente non implica solo il contenimento dei prelievi di risorse naturali, ma anche delle restituzioni all’ambiente, nel breve e nel lungo periodo, di rifiuti, emissioni atmosferiche, inquinanti e altre sostanze nocive per gli ecosistemi e per la salute umana;
  • l’Italia è in grave ritardo sulle criticità legate alla disponibilità di acqua, essendo la prima in Europa per ammontare del prelievo di acqua per usi civili e pertinenti alle attività produttive delle imprese fino a 5 addetti.

Nel rapporto inoltre si effettua un’analisi approfondita su come l’azione di tutela ambientale costituisce d’altra parte un’attività che genera importanti impatti produttivi, come lo sviluppo delle ecoindustrie, individuate come possibile volano di un’economia sostenibile. In Italia, si legge, tale settore genera circa 36 miliardi di euro, ovvero il 2,3 per cento del Pil, un valore lievemente superiore alla media europea (che non arriva al 2 per cento).

Nel rinviare al rapporto, allegato alla presente, rimaniamo a disposizione per ogni informazione e aggiornamento in materia.

» 24.06.2019
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