AssoAmbiente

Circolari

153/2020/CS

Lo scorso 3 settembre si è tenuto un incontro con i rappresentati delle Autorità italiane per illustrare la posizione delle imprese del trattamento dei PFU relativamente alla proposta di restrizione avanzata da ECHA sull’utilizzo delle microplastiche (in cui viene fatto rientrare anche il granulo da PFU utilizzato come intaso) e sensibilizzarle sugli impatti che tale restrizione avrebbe per l’industria del trattamento dei PFU.

All’incontro erano presenti, in rappresentanza delle imprese, i componenti del gruppo di lavoro UNIRIGOM dedicato alle microplastiche e il Presidente UNIRIGOM; i funzionari della sezione MTR di EuRIC, di ESTC (Associazione europea delle imprese di costruzione delle superfici sportive), di Waste and Chemicals (società di consulenza incaricata di portare avanti uno studio sugli impatti del divieto di utilizzo degli intasi provenienti da PFU) e di EPPA (società di consulenza europea che sta coordinando l’attività di lobby intrapresa). Per quanto riguarda le Autorità italiane hanno partecipato i rappresentanti di tutte le Istituzioni coinvolte nel processo decisionale che dovrà portare all’adozione della proposta di restrizione: MiSE; ENEA; ISPRA e ISS.

L’incontro si è aperto con i rappresentanti europei delle imprese del trattamento che hanno fornito, con la presentazione allegata, una panoramica del settore in Europa indicando i quantitativi di PFU gestiti annualmente e le tonnellate di granulo impiegate. Hanno poi illustrato come vengono costruiti i campi in erba artificiale e i benefici legati all’utilizzo del granulo da PFU rispetto ad altri intasi. Quindi si sono soffermati sui pareri rilasciati dai comitati di ECHA, RAC (Comitato per la valutazione del rischio ambientale) e SEAC (Comitato per la valutazione del rischio socio economico), sulla restrizione evidenziando come quello del RAC (ban completo all’uso del granulo) sia estremamente dannoso per l’industria e anche per l’ambiente. Condivisibile invece l’opzione 4 del SEAC che prevede una deroga per il granulo da utilizzare come intaso, purchè nella costruzione dell’impianto vengano utilizzate misure di prevenzione del rischio (per le quali esistono anche norme CEN di riferimento) (in allegato trasmettiamo anche la risposta di EuRIC MTR, che anche UNIRIGOM ha contribuito a predisporre, alla consultazione del SEAC). Infine nel loro intervento si sono soffermati sull’illustrazione dei vantaggi economici e ambientali dell’utilizzo del granulo rispetto ad altri intasi nonché sui costi legati allo smantellamento di tutti i campi esistenti e già realizzati con tale tecnologia, nel caso venisse approvato il divieto di utilizzo.

Il Presidente e i componenti del gruppo di lavoro UNIRIGOM, nel loro intervento, hanno sintetizzato quanto riportato nel position paper di UNIRIGOM sul tema (in allegato). In particolare è stato evidenziato come il settore del trattamento dei PFU, negli ultimi 22 anni (tempo trascorso da quando si è iniziato ad utilizzare il granulo come intaso), abbia affrontato numerose criticità (conformità REACH, presenza IPA) superandole sempre con investimenti in qualità e ricerca. Inoltre, con il recente decreto EOW, viene anche garantito un controllo per ogni lotto di granulo prodotto, a testimonianza della qualità del materiale. Infine è stato evidenziato come l’adozione delle misure di prevenzione del rischio sia sufficiente a ridurre la dispersione di granulo per un impianto a livelli minimi (tra 0 e 50 kg). Al contrario il divieto all’uso del granulo come materiale da intaso avrebbe risvolti drammatici (il 70% del granulo prodotto finisce ad intaso), vanificando gli investimenti fatti, portando ad un esubero del 60% dei dipendenti e ad un drastico calo del fatturato.

Al termine dell’incontro hanno preso la parola i rappresentanti delle Autorità. Il MiSE ha condiviso le conclusioni e le raccomandazioni delle imprese del trattamento dei PFU, ritenendo che i dati forniti siano esaustivi e sufficienti a sostenere la proposta di deroga per il granulo come intaso nei confronti delle istituzioni europee, in particolare del Comitato REACH, a cui partecipa il MATTM (assente per una riunione REACH in contemporanea), che dovrà discutere la proposta definitiva di ECHA nei prossimi mesi, confidando che anche il MATTM, una volta acquisiti gli elementi di conoscenza presentati nella riunione, condivida tale avviso.

Il rappresentante di ENEA ha sottolineato come anche a livello del SEAC siano favorevoli alla deroga per l’uso del granulo in presenza di misure per la gestione del rischio. Esistono tuttavia differenti punti di vista e studi sull’argomento e, considerando anche il parere opposto del RAC, si ritiene che la decisione finale verrà presa dalla Commissione europea nella prossima fase del processo decisionale.

La rappresentante di Waste and Chemicals ha fornito un quadro della situazione italiana dei campi da gioco evidenziando che i proprietari, nella maggior parte dei casi, sono i Comuni che hanno aperto dei mutui a 15 anni per finanziarne la costruzione e che quasi tutte le infrastrutture sono già state costruite con la maggior parte delle misure di prevenzione del rischio implementate. Un loro adeguamento sarebbe pertanto fattibile con un piccolissimo aumento dei canoni di locazione mentre il loro rifacimento, a seguito del divieto, sarebbe impossibile da finanziare ( in quanto occorrerebbe attendere il termine del mutuo).

Infine le Autorità presenti hanno chiesto dei chiarimenti in merito alla gestione del fine vita dei campi da gioco e alla loro manutenzione. In risposta è stato evidenziato che al termine del ciclo di vita di un campo da gioco esistono già sistemi di recupero dei tappeti erbosi mentre il granulo può essere riciclato fino al 78%. Rispetto invece alla manutenzione ordinaria non è necessario un refill per evitare il compattamento del granulo ma si può ricorrere a macchinari che ripristinano la normale consistenza dell’intaso.

Cogliamo l’occasione per inviare in allegato i pareri sull’argomento di due importanti istituzioni quali UEFA ed EEB (European Environmental Bureau). Entrambe ritengono la posizione del RAC troppo drastica e chiedono alle Istituzioni europee di prevedere una deroga all’uso del granulo come intaso, anche in considerazione delle sue caratteristiche prestazionali a tutela della salute dei fruitori.

Per quanto riguarda la tabella di marcia del provvedimento si evidenzia come, entro la fine del 2020, l’ECHA fornirà la propria posizione consolidata (che terrà conto dei pareri di RAC e SEAC). Questa, prima di giungere all’approvazione definitiva di eventuali restrizioni ai fini REACH, verrà sottoposta alla Commissione europea e all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo.

Nel rinviare alla lettura dei documenti allegati per ulteriori approfondimenti ci riserviamo di fornire appena disponibili ulteriori sviluppi.

» 04.09.2020
Documenti allegati

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