AssoAmbiente

Circolari

207/2020/CS

Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha pubblicato la delibera 29 settembre 2020, n. 55 recante l’approvazione dell’atto di indirizzo previsto all’articolo 64 (“Semplificazioni per il rilascio delle garanzie sui finanziamenti a favore di progetti del green new deal”) del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020 (vd. circolare associativa n. 164/2020).

Con il citato articolo 64 il Legislatore ha specificato gli ambiti di applicazione delle garanzie finanziarie che il MiSE può concedere al fine di sostenere programmi specifici di investimento e operazioni finalizzati a realizzare progetti economicamente sostenibili e che abbiano come obiettivo, tra gli altri, la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, la riduzione dell’uso della plastica e la sostituzione della plastica con materiali alternativi. Tali garanzie possono riguardare, in particolare:

  • progetti tesi ad agevolare la transizione verso un’economia pulita e circolare e ad integrare cicli produttivi con le tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili;
  • progetti tesi ad accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile ed intelligente, con particolare riferimento a progetti volti a favorire l’avvento di mobilità multimodale automatizzata e connessa, idonei a ridurre l’inquinamento e l’entità delle emissioni inquinanti, anche attraverso lo sviluppo di sistemi intelligenti di gestione del traffico, resi possibili dalla digitalizzazione.

Le garanzie sono assunte da Sace S.p.a. nel limite di 2.500 milioni di euro per l’anno 2020 e per gli anni successivi, conformemente ai termini e alle condizioni previsti nella convenzione stipulata tra il Ministero dell’economia e delle finanze e Sace S.p.a. Tale convenzione disciplina l’attività istruttoria delle operazioni, anche con riferimento alla selezione e alla valutazione in termini di rispondenza agli obiettivi sopraelencati e l’efficacia degli interventi in relazione ai medesimi obiettivi.

Pertanto il CIPE, ai fini del rilascio della garanzia ai sensi dell’art. 64, ha pubblicato degli indirizzi utili per la selezione dei progetti e la valutazione del loro grado di corrispondenza ai principi e agli obiettivi ambientali stabiliti nell’ordinamento nazionale e in quello dell’Unione europea. Nel documento ha chiarito i principali obiettivi da raggiungere in ambito nazionale, anche ai sensi del citato DL 76 del 2020:

  1. transizione verso un’economia pulita e circolare;
  2. integrazione dei cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili;
  3. accelerazione della transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente;
  4. promozione di una mobilità multimodale automatizzata e connessa idonea a ridurre l’inquinamento e l’entità delle emissioni inquinanti;
  5. sviluppo di sistemi intelligenti di gestione del traffico, mediante progetti di digitalizzazione.

I primi due obiettivi sono riferibili alla lettera a) sopra riportata (art. 64, comma 1), mentre gli altri tre si ricavano da quanto previsto alla lettera b). A loro volta, tali obiettivi sono strettamente connessi ad una serie di obiettivi definiti dall’Unione europea nel contesto delle proprie politiche per il Green Deal europeo e costituiscono la cornice di riferimento per gli interventi da promuovere (in particolare, l’obiettivo i) è da collegare alla comunicazione della Commissione europea relativa al Green Deal europeo che indica gli obiettivi di transizione verso una economia pulita e circolare).

Il documento del CIPE evidenzia come siano riconducibili al tema dell’economia circolare (obiettivo i)) le seguenti attività:

  • ecodesign, ecoinnovazione, re-manifacturing, reingegnerizzazione dei processi produttivi, ri-design, ricondizionamento dei prodotti, estensione del ciclo di vita, recupero di materie prime, rigenerazione volti a raggiungere target di minore consumo di materie prime, maggiore efficienza nell’uso delle materie prime e significativa minore produzione di rifiuti;
  • simbiosi industriale, bioeconomia circolare, collaborazione territoriale volta alla creazione di ecosistemi/distretti economici/comunità circolari;
  • sostituzione dei processi o significativi utilizzi di materie prime rinnovabili, riciclabili o biodegradabili;
  • «prodotto come servizio» e modalità di «sharing».

Il documento chiarisce poi che l’obiettivo ii) è da collegare, in primo luogo, agli obiettivi europei in tema di clima ed energia al 2030 (riduzione di almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra; raggiungimento di una quota di almeno il 32% di energia rinnovabile; miglioramento di almeno il 32,5% dell’efficienza energetica), da cui poi derivano anche gli obiettivi del PNIEC (Piano nazionale integrato energia e clima italiano), pubblicato il 21 gennaio 2020 (vd. circolare associativa n. 015/2020):

  • quota di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali lordi di energia pari al 30%;
  • quota di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali lordi di energia nei trasporti del 22% (a fronte del 14% previsto dall’Unione europea);
  • riduzione dei consumi di energia primaria del 43%;
  • riduzione dei «gas serra» dei settori non ETS del 33% rispetto al 2005.

Il documento, alla luce del quadro normativo sopra descritto, riporta quindi una tabella dove individua, con maggior dettaglio tecnico, gli specifici ambiti di attinenza dei progetti suscettibili di beneficiare delle garanzie rilasciate da Sace S.p.a.; indicando per ognuno l’obiettivo che deve perseguire e l’indicatore del risultato. Tra gli ambiti di interesse si evidenziano economia circolare ed investimenti green. Per quanto riguarda l’economia circolare l’obiettivo è definito come l’aumento della capacità di creare valore economico in modo ambientalmente sostenibile aumentando il grado di circolarità dei prodotti, mentre gli indicatori definiti per misurarne il risultato sono:

  • incremento ciclo di vita prodotto;
  • incremento quota delle MPS usate come input;
  • riduzione della quota di scarto della produzione inviato a smaltimento;
  • valorizzazione della frazione organica dei rifiuti urbani.

Rispetto agli investimenti green l’obiettivo è indicato come il miglioramento in almeno uno delle sei dimensioni della metrica della sostenibilità degli investimenti green rispettando il principio unionale del do not harm. Gli indicatori per una misurazione del risultato sono: water footprint; carbon footprint; uso di energia non rinnovabile per unità di prodotto; emissioni inquinanti; grado circolarità prodotti; quota energia da fonti rinnovabili.

Nel far rinvio al documento del CIPE, in allegato alla presente, rimaniamo a disposizione per informazioni.

» 11.11.2020
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