AssoAmbiente

Circolari

230/2020/CS

Lo scorso 8 dicembre il Comitato per la valutazione socio-economica (SEAC) dell’ECHA ha approvato ufficialmente il proprio parere (vd. allegato) sulla proposta di restrizione all’utilizzo di microplastiche avanzata da ECHA. In tale parere, il SEAC ha dichiarato la propria impossibilità ad una scelta netta tra le diverse opzioni sul destino del granulo da PFU (Art. 2, Par. 6, lett. j della proposta del SEAC – vd. pagina 7 del documento), considerandole entrambe proporzionate:

  • Opzione A - deroga al divieto di immissione per il granulo proveniente da PFU per l’utilizzo come intaso per superfici sportive purchè vengano adottate obbligatoriamente misure di gestione del rischio (RMM) tali da assicurare un rilascio annuale di microplastiche non superiore a 7 mg/m2;
  • Opzione B - divieto di impiego del granulo da PFU come intaso per superfici sportive a partire dal sesto anno dall’entrata in vigore del regolamento.

L’incontro dello scorso 8 dicembre, a cui ha preso parte anche MTR (la branca di EuRIC che rappresenta le imprese del riciclo meccanico dei PFU), è stata l’occasione per illustrare nuovamente al SEAC la posizione (vd. in allegato il contributo orale presentato) delle imprese europee del trattamento dei PFU e le conseguenze di un bando all’impiego del granulo come intaso per l’intero settore. Inoltre, l’azione di MTR ha portato anche a modificare il documento di accompagnamento alla posizione del SEAC in cui aveva stimato (su indicazioni errate) in 100.000 t/a a livello europeo i quantitativi di PFU trattati e impiegati come intaso per superfici sportive. Tale valore, sulla base delle informazioni e dei dati raccolti ed elaborati da MTR, risultava infatti fortemente sottostimato (così come, di conseguenza, gli impatti sul settore) e pertanto è stato modificato indicando 100.000 t/a come quantitativo minimo.

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti della Commissione europea, che avrà l’ultima parola sulla proposta di restrizione per le microplastiche, i quali hanno evidenziato, alla luce delle numerosissime raccomandazioni, opzioni di restrizioni e incertezze emerse nel dibattito, la necessità di maggiore chiarezza da parte del SEAC. Il Comitato ha però sottolineato come il contributo da lui portato è quanto di meglio possibile sulla base delle informazioni ricevute. Pertanto, in uno scenario così poco chiaro, la Commissione europea avrà un ruolo fondamentale sulle restrizioni per le microplastiche e relative deroghe da adottare.

Purtuttavia, sebbene il SEAC come detto non abbia preso una posizione ben precisa circa la possibile deroga all’utilizzo del granulo da PFU come intaso bisogna evidenziare che, anche a seguito dei confronti avuti con EuRIC/MTR, il Comitato ha svolto le seguenti considerazioni circa gli impatti socio economici dei possibili scenari (vd. pagina 64 della proposta):

  1. Rispetto all'economia circolare - non è noto in che misura i possibili mercati alternativi e le applicazioni per i materiali ottenuti dal trattamento dei PFU potrebbero assorbire il granulo in eccesso derivante dal mancato utilizzato nei campi artificiali. Non è quindi chiaro se e in quale misura i mancati benefici derivanti dall’impiego come intaso possano risultare un fattore significativo dal punto di vista dei costi. Su tale argomento, nel corso della riunione finale, il SEAC ha ribadito che le eventuali ricadute a livello di economia circolare dovranno comunque essere considerate e valutate dalla Commissione europea;
  2. Sulle misure di gestione del rischio – ridurrebbero il rilascio medio annuale di microplastiche a livello europeo in un range compreso tra le 1.600 e le 480 t. (3% delle emissioni originali), se le RMM previste nella norma CEN/TR 17519 fossero applicate rigorosamente. Sulla base dello studio commissionato dall'ESTC, i relatori del RAC (il Comitato di ECHA per la valutazione del rischio che ha già fornito un parere piuttosto restrittivo) hanno informalmente indicato al SEAC come l’applicazione della norma CEN/TR 17519 possa limitare la dispersione dell’intaso. A livello di Comitato permangono però forti dubbi circa la reale attuazione della norma in quanto questa non rientra nel campo di applicazione dei regolamenti;
  3. Sulle alternative al riempimento polimerico - durante la consultazione sulla bozza di parere del SEAC ulteriori prove hanno dimostrato la disponibilità di diverse alternative non microplastiche agli intasi in granulo nonché, in alcuni casi, la rispondenza agli elevati requisiti tecnici richiesti per il gioco professionale (come il sughero). Va evidenziato però che la maggior parte di questi materiali di riempimento alternativi sono attualmente molto più costosi, ad eccezione del sughero, che però di contro non è disponibile in quantità sufficienti a soddisfare la domanda di materiale da intaso dell'UE. Su questo punto anche l’UEFA, nel suo intervento nel corso della riunione conclusiva del SEAC, ha sottolineato come il granulo da PFU sia il materiale di riempimento più utilizzato e, sebbene esistano alternative non ne è certa la disponibilità e l'idoneità per una sostituzione completa;
  4. Sulla restrizione ibrida – il SEAC ha scartato la possibile opzione ibrida di restrizione proposta dal RAC in cui i campi esistenti costruiti con granulo da PFU possono continuare ad essere utilizzati per la loro durata residua a fronte dell’applicazione delle RMM e che, al termine del loro ciclo di vita, vengano sostituiti con campi con intasi alternativi al granulo.

Pertanto, a seguito di quanto sopra, l’attività di lobby e sensibilizzazione di MTR sulle necessità dell’industria del trattamento dei PFU si concentrerà ora sulla Commissione europea e sugli Stati membri che avranno poi un ruolo centrale nell’approvazione della proposta della Commissione a livello di Consiglio e Parlamento.

Cogliamo infine l’occasione per inviarvi in allegato la Brochure, predisposta da EuRIC/MTR con il contributo delle proprie associate tra cui UNIRIGOM, dove vengono presentati gli aspetti chiave del riciclo meccanico dei PFU. La brochure descrive lo stato attuale della gestione dei PFU in Europa e riporta le raccomandazioni per superare le sfide che l'industria europea del riciclo dei PFU deve affrontare, siano esse dovute alla normativa, ai fallimenti del mercato o alla progettazione. Nella Brochure vengono presentati i numeri che delineano l'importanza economica del settore del riciclo dei PFU, nonché i vantaggi apportati all'ambiente e alla società.

La Brochure evidenzia la necessità di aumentare il recupero dei materiali dai PFU in quanto la gomma naturale è una materia prima fondamentale per l’Europa e il divieto di smaltimento in discarica dei PFU da solo è lungi dall'essere sufficiente per aumentare la circolarità degli pneumatici. L'UE dovrebbe infatti prendere in considerazione ulteriori misure per chiudere il ciclo degli pneumatici, in particolare:

  • Incentivi che premino i benefici del riciclo dei PFU e obiettivi per un contenuto minimo di materiale riciclato in certe applicazioni (asfalti gommati, costruzioni ecc.) per stimolare la domanda di materiali provenienti dai PFU;
  • Criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto per i PFU a livello europeo. Infatti, sebbene criteri nazionali (vd. quelli italiani) siano fortemente raccomandati, l'armonizzazione a livello europeo è fondamentale per il buon funzionamento del mercato interno delle materie prime seconde;
  • Progettazione sostenibile degli pneumatici per aumentarne la riciclabilità.

Per maggiori informazioni si rimanda ai documenti allegati.

» 14.12.2020
Documenti allegati

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