Il Tar Lazio, con sentenza n. 4987 del 26 aprile 2022, ha statuito che la Presidenza del Consiglio debba necessariamente attivarsi per emanare il Dpcm con la mappatura del fabbisogno regionale dei termovalorizzatori di rifiuti, dopo l’annullamento del Dpcm 10/8/2016 (il decreto attuativo dell’articolo 35 del D.l. c.d. “Sblocca Italia”).
Più in dettaglio, il Tar Lazio ha ordinato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di ottemperare al giudicato della sentenza 6 ottobre 2020, n. 10088, sentenza che aveva annullato – perché carente di VAS - il Dpcm 10 agosto 2016, il quale ai sensi dell'articolo 35 dello “Sblocca Italia” aveva originariamente mappato il fabbisogno regionale dei termovalorizzatori di rifiuti, considerato “strategico” e nelle competenze nazionali. Anche alla luce della pronuncia della Corte di Giustizia UE che si è espressa con sentenza dell’8 maggio 2019, causa C-305/18 sul contrasto o meno della normativa italiana con la direttiva 2001/42/CE sulla VAS, il quadro normativo vigente consente dunque allo Stato di effettuare la mappatura del fabbisogno territoriale degli inceneritori dichiarati di “rilevanza strategica nazionale”, ma con obbligo di previa valutazione ambientale strategica.
Il Tar del Lazio, quindi, chiede alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) “un nuovo Dpcm previo esperimento della VAS statale” da adottare entro 180 giorni dalla notifica della sentenza, quindi entro la fine di ottobre. In caso di inadempienza, scrivono i giudici, “è nominato fin d’ora quale Commissario ad acta il Capo di Gabinetto del Ministero della Transizione Ecologica”, che avrà a sua volta 90 giorni di tempo per emanare il provvedimento.
La sentenza ha una rilevanza particolare perché di fatto impone al MiTE di adottare un provvedimento che va nella direzione contraria rispetto quella indicata (solo pochi giorni fa) nella proposta di Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR): mentre il Piano prevede solo criteri e linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi per allineare i propri piani di gestione agli obiettivi europei di riciclo e riduzione dei conferimenti in discarica - senza dire quali e quanti impianti costruire – il pronunciamento del Tar prevede che il MiTE si sostituisca alle amministrazioni regionali nella valutazione del fabbisogno di recupero energetico da soddisfare.
Nel rinviare alla sentenza in allegato, per gli opportuni approfondimenti, rimaniamo a disposizione per ogni informazione e aggiornamento in materia.