Lo scorso 17 gennaio la Corte dei Conti europea (CCE) ha pubblicato una analisi sui rifiuti pericolosi in UE evidenziando che nonostante le misure adottate per ridurli, la quantità di rifiuti pericolosi prodotti a livello europeo dal 2004 ad oggi è costantemente aumentata e per affrontare il problema sollecita l’UE a “migliorarne la classificazione, assicurarne la tracciabilità, aumentarne il riciclo e contrastarne il traffico illecito, che continua a rappresentare un’attività lucrativa”.
L’analisi (attualmente disponibile solo in inglese qui) evidenzia che:
La Corte sottolinea che classificare e tracciare adeguatamente i rifiuti pericolosi “aiuterebbe a prevenire trattamenti impropri e scorciatoie illecite, pur rilevando che i rifiuti pericolosi vengono classificati in modi differenti negli Stati membri”. Secondo la Corte, inoltre, laCommissione europea potrebbe intensificare i propri sforzi per armonizzare la normativa UE applicabile: allineare i registri elettronici nazionali dei rifiuti pericolosi al registro europeo previsto per la spedizione dei rifiutiaiuterebbe a tracciarli con maggiore efficacia durante tutto il loro ciclo di vita. Il ricorso alla digitalizzazione per meglio tracciare i rifiuti pericolosi e contrastare le false dichiarazioni, oltre a un sistema di sanzioni più dissuasivo, potrebbe secondo CCE limitare le possibilità di praticare il traffico illecito. Anche un divietosu tutte le spedizioni di rifiuti da smaltire, proposto dalla Commissione nel 2021, potrebbe contribuire acontenere tale tipo di traffico.
Nel rimandare all’analisi della CCE per ulteriori dettagli, si allega alla presente il Comunicato stampa di FEAD in materia.
Per quanti interessati segnaliamo precedenti pubblicazioni della CCE in merito a: