MASE e MIT hanno trasmesso alla Commissione europea la versione definitiva del Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC).
Il MASE, come riportato nel proprio comunicato stampa (disponibile qui) conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta del PNIEC trasmessa a giugno 2023, “superando in alcuni casi anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili (131 GW rinnovabili al 2030, nucleare 8 GW al 2050 per coprire l’11% della richiesta nazionale)”.
Per elaborare il Piano, il MASE ha lavorato con le altre amministrazioni competenti, coinvolgendo MEF, MIT, MIMIT, MUR e MASAF, avvalendosi del supporto tecnico di ENEA, GSE, RSE per la simulazione degli scenari energetici e di ISPRA per quelli emissivi e della collaborazione del Politecnico di Torino e di Milano per la parte di ricerca e innovazione.
Il MASE ha evidenziato che “nell’aggiornamento del Piano è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori”. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su:
Nello specifico:
Il PNIEC prevede infine, per la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile: il nucleare da fissione, e nel lungo termine da fusione, potrebbero fornire al 2050 circa l’11% dell’energia elettrica totale richiesta, con una possibile proiezione verso il 22%.
Per quanto riguarda i rifiuti, tra i documenti rilevanti sono richiamati il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (PNGR) e la Strategia Nazionale per l'Economia Circolare (SNEC). Le emissioni per quanto riguarda il settore dei rifiuti sono “connesse soprattutto alla quantità totale prodotta, alla quota di sostanze biodegradabili conferite in discarica e alle percentuali di recupero del metano dal gas di discarica”. In questo caso è attesa una riduzione relativamente significativa delle emissioni che dovrebbe realizzarsi con la progressiva implementazione di obiettivi e piani di gestione rifiuti già approvati.
Per quanto riguarda la produzione di biometano da rifiuti organici urbani (FORSU) – che “consente di valorizzare la frazione organica dei rifiuti ottenendo da essi da un lato una forma di energia rinnovabile e dall’altro di utilizzare la CO2 prodotta dalla depurazione del biogas per usi industriali” - si registra una continua crescita per quanto riguarda l’immesso in rete. Nel 2023 si raggiungono i 300 milioni di metri cubi.
Ricordiamo che Assoambiente ha partecipato alla consultazione per l’aggiornamento del PNIEC avviata dal MASE lo scorso 26 febbraio evidenziando che dai rifiuti può e deve arrivare anche parte della soluzione al problema energia e che occorre mettere anche questo settore al centro dell’agenda nazionale.
Il PNIEC definito trasmesso alla Commissione UE è disponibile sul sito del MASE, qui