Approvata lo scorso 4 e 5 dicembre al Roma la G7 ACT – Agenda on Circular Textiles and fashion, un'Agenda volontaria comune per la Circolarità del settore tessile e della moda tra governi, imprese, stakeholder e partner.
La G7 ACT intende guidare il settore verso un futuro più sostenibile, affrontando temi chiave, come la progettazione di prodotti più duraturi e riciclabili, l’adozione di materiali innovativi e riciclati e lo sviluppo di infrastrutture per il riciclo e la gestione dei rifiuti. Promuovendo trasparenza lungo l’intera catena del valore e favorendo modelli di business circolari, l’Agenda punta a costruire un sistema produttivo che integri sostenibilità ed equità. L’iniziativa si fonda su un approccio collaborativo e volontario per incentivare azioni concrete e condivise.
Tra le priorità chiave dell'Agenda, centrale è anche l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza e tracciabilità lungo le catene del valore, non solo come risposta al greenwashing, ma anche per tutelare i diritti dei lavoratori e assicurare condizioni di lavoro dignitose. L’Agenda pone, inoltre, l’accento sull’impiego di materiali innovativi e riciclati, supportato da incentivi volti a ridurre la dipendenza da materie prime non sostenibili. A completare questo quadro, grande rilevanza è data allo sviluppo di infrastrutture adeguate al riciclo e alla creazione di sistemi più efficienti per la gestione dei rifiuti tessili, con l’obiettivo di trasformare il settore in un modello di economia circolare.
All’evento, che si svolto a Roma, sono intervenuti il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha evidenziato l’importanza di “valorizzare il design sostenibile, depotenziare il modello fast fashion e ridurre la produzione di rifiuti e l’inquinamento” rimarcando la necessità di garantire la chiarezza, la trasparenza e la tracciabilità di informazioni su prodotti e materiali per contrastare il greenwashing e il lavoro minorile e la Viceministra Vannia Gava, che ha sottolineato “la rilevanza degli strumenti attuativi, tra cui la responsabilità estesa del produttore, e della cooperazione internazionale”.
Ai lavori tecnici per lo scambio di buone pratiche a livello nazionale fra i membri G7 ha partecipato anche UNIRAU con un proprio intervento e altre realtà tra cui Sistema Moda Italia, Federmoda CNA, Confartigianato Imprese delle Moda, Tecnica Group, EU-Reuse e EuRic.
La Vice Presidente UNIRAU, Karin Bolin, nel suo intervento “Come rendere il settore tessile circolare” (v. presentazione in allegato), ha evidenziato come ogni anno, in Europa, vengono raccolte e trattate oltre 2 milioni di tonnellate di tessuti post-consumo, che rappresentano il 20-25% degli articoli immessi sul mercato. In Italia, la quantità di materiale raccolto e avviato a riutilizzo o riciclo raggiunge le 160.000 tonnellate. Questi numeri dimostrano che il comparto del tessile post-consumo è un settore attivo e ricco di competenze, che sino ad ora si è sostenuto senza alcun sostegno economico. La delicata fase che sta attraversando, soprattutto dal punto di vista economico, sottolinea la necessità di nuovi modelli e strumenti che possano sostenere un settore storico che genera impatti positivi dal punto di vista ambientale e sociale, come attestano i seguenti dati:
Il prossimo passo verso un settore tessile circolare richiede una stretta collaborazione tra tutte le parti interessate, per costruire su quanto di positivo è stato fatto finora.
Questi temi continueranno a essere al centro del dialogo internazionale, anche dopo la Presidenza italiana, grazie al ruolo della G7 Alliance for Resource Efficiency, che opererà come piattaforma per lo scambio di buone pratiche e per il coordinamento di azioni concrete su scala globale.