L'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) ha pubblicato un Report su "Inquinamento da Pfas nelle acque europee" dove fornisce una panoramica dello stato delle acque in UE che risultano contaminate da alti livelli di poli e perfluoroalchiliche (Pfas).
Nel Report, l’EEA si è focalizzata in particolare su una sostanza della grande famiglia dei Pfas, l'acido perfluoroottansulfonico (Pfos), elemento usato per la fabbricazione di pentole, smacchiatori, indumenti antipioggia o per le schiume degli estintori.
Il Report evidenzia come nel 2022, sulla base dei dati provenienti dalle circa 1.300 aree di monitoraggio in Europa, il 59% dei siti nei fiumi, il 35% dei siti nei laghi e il 100% dei siti nelle acque di transizione e costiere hanno superato lo standard di qualità ambientale previsto per i Pfos.
Secondo il Report servirà ampliare l’attività di monitoraggio per fornire maggiori informazioni su una più vasta gamma di Pfas in un'area geografica più ampia. Da migliorare, per l’EEA, anche i metodi analitici per la rilevazione del Pfas, che dovrebbero essere maggiormente sensibili.
Ciò dovrà servire a migliorare la situazione di questo tipo di inquinamento, anche in considerazione degli obiettivi UE di inquinamento zero al 2050. In questa direzione, secondo l’EEA, vanno sia la proposta di direttiva europea quadro sulle acque, in discussione in Europa, che prevede un monitoraggio più attento su alcune famiglie dei Pfas, sia la direttiva 2020/2184/UE specifica per le acque potabili, che dal 2026 impone ai gestori delle acque di rispettare i limiti per determinate sostanze della famiglia dei Pfas.
Per maggiori informazioni si rimanda al Report EEA, disponibile qui.