Come anticipato con la circolare n. 202 del 10 luglio 2024, in occasione della collazione del testo contrattuale sottoscritta il 9 luglio 2024, è stata chiarita la questione relativa al riproporzionamento, per i lavoratori assunti a tempo parziale, delle quote fisse di contribuzione al Fondo Previambiente (articolo 65).
Come noto, la divergenza interpretativa tra Organizzazioni Sindacali e parte delle Associazioni Datoriali si è risolta con il riconoscimento delle quote fisse in misura integrale anche per i lavoratori a tempo parziale, ma solo a partire dalla data del primo versamento successivo alla firma della collazione, senza ripercussioni sul pregresso (cfr. “Dichiarazione a verbale” in calce all’articolo 65 del CCNL).
Trattasi quindi non delle quote stabilite in percentuale (il 2,033% e l’1,30% di cui all’articolo 65, comma 5) che rimangono tali, bensì dei 22 euro di cui al comma 5, lettera “e” degli aderenti volontari, oltre che dei 10 euro dei lavoratori iscritti “contrattuali” e taciti.
In sede di Consiglio di Amministrazione del Fondo riunitosi lo scorso 29 gennaio è emerso che il sistema di gestione del Fondo potrebbe generare richieste di rivalutazione delle posizioni individuali dei lavoratori iscritti, ricalcolando anche gli arretrati e i relativi rendimenti, sugli arretrati, della gestione finanziaria; il CdA ha recepito l’interpretazione delle Parti stipulanti il CCNL per cui la decorrenza degli importi non riproporzionati non è retroattiva, e si considera dovuta a partire dal primo versamento successivo al 9 luglio 2024; si invitano le aziende, che rilevassero criticità sul punto, a rivolgersi all’Associazione.
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Con l’occasione si forniscono i dati relativi alla gestione finanziaria del 2024:
comparto bilanciato + 8,5%,
comparto azionario + 12%,
comparto garantito + 3,1%,
registrando in termini assoluti il miglior rendimento tra tutti i Fondi Pensione negoziali nel comparto azionario, e tra i primissimi nel comparto bilanciato.
Si precisa che nel medesimo periodo il TFR, ai sensi di legge, ha registrato una rivalutazione netta pari all’1,93%.
Il brillante risultato supera di poco la già ottima performance del 2023, andando così definitivamente a recuperare il risultato fortemente negativo del 2022, dovuto come noto al crollo dei mercati causato dalle note vicende belliche, all’impennata improvvisa dell’inflazione e alla crisi energetica.
Cordiali saluti.