La Corte di Cassazione, con la sentenza 18438/2025, ha stabilito che l’azienda che affida a terzi le operazioni di pulizia del proprio termovalorizzatore è tenuta a individuare e definire i rischi per la sicurezza sul lavoro conseguenti al coinvolgimento, anche in tempi diversi, di più imprese.
La sentenza rientra nell'ambito di un procedimento penale a carico del dirigente di una società che gestiva alcuni termovalorizzatori e che aveva appaltato a tre imprese le operazioni di pulizia della caldaia di uno degli inceneritori. Il Procedimento era stato avviato a seguito dell'infortunio di un dipendente di una delle tre ditte occorso durante le operazioni appaltate.
All'imputato veniva contestata la mancata elaborazione del Documento Unico di Valutazione dei Rischi (DUVRI), richiesto dall'articolo 26 (“Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione”) del D.lgs. n. 81/2008 nel caso di coinvolgimento di più imprese nel medesimo contesto aziendale (cd. rischio interferenziale).
Nella sentenza la Cassazione ha evidenziato che l'interferenza vada intesa in senso funzionale, non solo come compresenza di lavoratori, ma come coesistenza nello stesso contesto lavorativo di più organizzazioni "le cui attività, come nella specie, convergevano nella esecuzione di un compito unitario". Viene quindi chiarito come non sia necessaria la compresenza dei lavoratori "nel medesimo contesto spaziale o temporale".
In particolare, per quanto riguarda la vicenda, le attività poste in essere dalle imprese appaltatrici venivano svolte in successione tra loro ed erano finalizzate alla pulizia. Pertanto, secondo quanto concluso dal Collegio, l'imputato avrebbe dovuto definire in un unico documento le misure volte a eliminare o ridurre al minimo i rischi da interferenze.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo della sentenza in allegato.