Eurostat ha aggiornato al 2024 i dati relativi all’indicatore di circolarità nell’uso dei materiali. Tale indice serve a misurare la percentuale di materiali provenienti da riciclo impiegati in economia rispetto al totale dei materiali. Fornisce pertanto, più di altri indicatori, la misura e l’efficacia delle normative europee finalizzate a supportare la transizione verso l’economia circolare.
Stando ai dati pubblicati il tasso di circolarità dei materiali in Europa nel 2024 si attesta al 12.2%, pari ad un incremento del solo lo 0,1% rispetto al 2023. La crescita dell’indicatore è molto lenta anche tornando indietro di 10 anni visto che nel 2015 questo si attestava all’11,2% appena un punto percentuale in meno. Questo andamento non consentirà all’Europa di conseguire l’obiettivo (non vincolante) che si è data col Clean Industrial Deal, quello di raddoppiare al 2030 il dato del 2020, arrivando al 23,2%.
Va comunque evidenziato che la media europea del 12,2% è frutto di performance molto differenti dei singoli Stati membri. Come riportato nella tabella sottostante il tasso di circolarità dal 2015 al 2024, è aumentato in 21 Paesi europei: Malta (+14%), Estonia (+ 9,1%), Repubblica Ceca (+7,9%), Slovacchia (+7,2%), e Olanda (+5,3%) registrano l’aumento più significativo. Nel medesimo periodo l’indice cala in 6 Paesi, fra cui Polonia (-4,2%) e Finlandia (-3,2%).
A livello assoluto l’Italia conferma il suo terzo posto con un tasso di circolarità del 21,6% nel 2024 (+0,5% rispetto al 2023). In classifica è preceduta dal Belgio, con il 22,7%, e dall’Olanda con il 32,7%. I tassi più bassi sono quelli di Romania (1;3%), Finlandia e Irlanda (2 %) e Portogallo (3%).
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina internet di Eurostat dedicata ai dati e disponibile qui.