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082/2015/CS

Siamo ad informare che l’UNU (Università delle Nazioni Unite), attraverso l’Istituto di Studi Avanzati sulla Sostenibilità, ha predisposto e pubblicato il Rapporto, che trasmettiamo in allegato, dal titoloThe Global E-Waste Monitoring 2014 – Quantities, flows and resources”.

Il documento, in lingua inglese, è organizzato in modo da fornire un quadro esaustivo sulla gestione dei RAEE a livello mondiale. Viene illustrata la modalità adottata per la misurazione dei flussi di RAEE generati e fornita, quindi, una stima sui quantitativi di RAEE prodotti nel Mondo. Dal rapporto emerge che a livello globale, nel 2014, sono state prodotte 41,8 milioni di ton. di RAEE, (trend in costante crescita dal 2010) pari a 5,9 kg per abitante, delle quali circa 12,8 milioni di ton. sono costituite da apparecchiature di piccole dimensioni, seguite da quelle di grandi dimensioni (11,8 milioni di ton.), da apparecchiature per lo scambio termico (7 milioni di ton.), schermi (6,3 milioni di ton.), apparecchiature di telecomunicazione (3 milioni di ton.)e lampade (1 milione di ton.). Il continente con la maggior produzione di RAEE, 16 milioni di ton., è l’Asia seguita da America (11,7 milioni di ton.), Europa (11,6 milioni di ton.), Africa (1,9 milioni di ton.) e Oceania (0,6 milioni di ton.).

Il lavoro passa poi a mostrare le differenti modalità di gestione dei RAEE intorno al Mondo (presentando 4 possibili scenari: 1. raccolta dei RAEE tramite sistemi collettivi ufficiali, 2. smaltimento attraverso i rifiuti urbani senza raccolta dedicata e trattamento, 3. raccolta dei RAEE fuori dai sistemi collettivi ufficialiapplicata in Paesi in via di sviluppo - e 4. raccolta e riciclaggio informaleapplicata in Paesi in via di sviluppo -) con un focus relativo ai 5 continenti.

Infine viene riservato un capitolo alle opportunità che il trattamento dei RAEE può riservare evidenziando che questi potrebbero trasformarsi, se correttamente gestiti, in una miniera urbana in grado di fruttare, grazie alle sostanze in essi contenute, fino a 48 miliardi di euro; oppure, al contrario, in una miniera tossica con considerevoli problemi per l’ambiente e la salute umana.

Nel rimandare al contenuto del lavoro per un maggiore approfondimento porgiamo cordiali saluti.

» 23.04.2015
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