AssoAmbiente

Circolari

170/2014/PE

A)           STUDIO 2014 DELL’OSSERVATORIO SUI COSTI DEL NON FARE

Lo scorso 2 dicembre si è svolto a Roma il workshop suLe nuove frontiere dello sviluppo infrastrutturale” nell’ambito del quale è stato presentato lo “Studio 2014 dell’Osservatorio sui Costi del Non Fare”.

Lo Studio esamina vari settori economici, tra i quali quello dei rifiuti, stimando per quest’ultimo un costo del “non fare”, correlato alla carenza di 33 impianti di termovalorizzazione ritenuti necessari per soddisfare le esigenze di una adeguata gestione dei rifiuti urbani nel nostro Paese, pari a 4,1 Mld di euro relativi al periodo 2014-20130, (di cui 1,6 Mld per quelli in aree di emergenza).

Lo Studio, rispetto agli anni precedenti, ha considerato una riduzione del fabbisogno di tali impianti, sia per lo sviluppo di ulteriori forme di smaltimento (es: trattamento meccanico biologico), sia per una maggiore efficienza degli impianti di trattamento (minori sovvalli).

L’esigenza della realizzazione di impianti di termovalorizzazione oggi è supportata anche da quanto previsto dall’art. 35 dal DL 133/2014 (convertito con Legge 164/2014) che individua questi impianti tra le opere strategiche del Paese.

Il Rapporto ha anche analizzato le esigenze nei vari settori considerati per il “miglioramento delle performance” riguardanti  l’ammodernamento e l’upgrading delle infrastrutture esistenti, considerato strategico per soddisfare con efficienza ed economicità i servizi erogati, viste le scarse risorse e  le richieste del mercato per il contenimento dei costi.

Per il settore dei rifiuti l’intervento considerato riguarda l’immissione del biometano nella rete del gas naturale dal trattamento della FORSU, con sostituzione di 6 Mld di metri cubi di importazione di gas nel periodo 2014-2020, con un beneficio netto di circa 2,3 Mld in 17 anni.

Il Rapporto contiene inoltre una breve analisi su “Il mercato globale delle infrastrutture” con una valutazione sui Progetti e deal 2014 nel mercato internazionale” e sul“Fabbisogno finanziario per lo sviluppo delle infrastrutture”.

Nel corso dell’iniziativa è stata dai relatori concordemente evidenziata la fondamentale esigenza del rilancio della domanda interna, per soddisfare le esigenze strutturali, congiunturali e di competitività che richiedono stabilità della regolamentazione, semplificazione amministrativa, certezza dei tempi autorizzativi, adeguato controllo e, non ultimi, tempi della giustizia più vicini alle esigenze imprenditoriali e introduzione di efficaci strumenti finanziari a sostegno della competizione e dei possibili investimenti.

Lo Studio non è scaricabile on line, ma acquistabile sul sito dell’AGICI al link: http://publishing.agici.it/negozio/cnf-2014/; è possibile invece scaricare e consultare il comunicato stampa al seguente link: http://www.agici.it/wp-content/uploads/downloads/2014/12/Comunicato-stampa-CNF-2014.pdf

B)           RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI URBANI IN ITALIA

Il 3 dicembre u.s. è stato presentato a Roma il “Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia - 2014” realizzato da ISPRA e Federambiente.

Il Rapporto, partendo da un inquadramento relativamente ai numeri del sistema di gestione dei RU in Europa e a livello nazionale, nonché al quadro normativo di riferimento per quanto attiene l’incenerimento dei rifiuti urbani, analizza, a seguito di mirata indagine sui singoli impianti, i dati tecnico operativi degli stessi.

L’indagine, svolta nell’anno in corso, ha censito 45 impiantidi trattamento termico di rifiuti urbani e di alcune categorie di rifiuti speciali, con capacità nominale complessiva di 21.970 t/g e ne ha esaminato le caratteristiche e le performance in relazione alla termovalorizzazione effettuata nell’anno 2013.

La tecnologia di trattamento più utilizzata (84%) è quella dei forni a griglia, il restante è suddiviso tra letto fluido e tamburo rotante. Sul complessivo degli impianti, 24 hanno una capacità di trattamento superiore a 300 ton/g. Il recupero energetico è effettuato nella totalità degli impianti, in tutti i casi con produzione di energia. Solo 13 impianti, su base essenzialmente stagionale e al Nord Italia, producono energia termica con modalità cogenerativa.

Relativamente ai sistemi di trattamento fumi (rimozione polveri e gas acidi), le tecnologie maggiormente adottate sono quelle “a secco” e quelle ”multistadio”, adottate rispettivamente in 43 e 37 delle 88 linee complessive degli impianti censiti. Dati sono riportati anche per altri inquinanti e tecnologie/modalità di abbattimento (ossidi di azoto, microinquinanti organici e inorganici) e relative modalità di monitoraggio e controllo.

Dall’indagine emerge che tutti gli impianti rispettano i valori limiti fissati dalla normativa per l’incenerimento, compresi quindi i 17 impianti  autorizzati come coincenerimento.

Il quantitativo di rifiuti complessivamente trattato è di circa 5,81 milioni di tonnellate di cui 44% indifferenziati e 49% da flussi derivati da frazione secca e CSS, mentre gli speciali, comprese biomasse e rifiuti sanitari, rappresentano il 7%.

Per quanto attiene la produzione di energia, tali impianti hanno generato 4.193 GWh e prodotto 1.508 GWh di energia termica.

I rifiuti da trattamento fumi, pari a 389.000 ton sono principalmente smaltiti in discarica, mentre le scorie 993.000 ton sono recuperate per l’82%.

In sintesi, dall’indagine emerge che, anche grazie all’ottimizzazione delle prestazioni ambientali degli impianti, il sistema impiantistico nazionale di trattamento termico di rifiuti urbani risulta essere in posizione di avanguardia  a livello europeo”.

Per ulteriori informazioni rimandiamo al testo del Rapporto, disponibile al sito web: http://www.federambiente.it/Primopiano/Rapporto_ISPRA_FA_2014/Il%20rapporto%20DEFINITIVO%20web.pdf

Cordiali saluti.

» 05.12.2014

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