AssoAmbiente

Circolari

113/2016/CS

In data 6 luglio 2016 è stato presentato presso l’Auditorium del Ministero dell’Ambiente il Rapporto Rifiuti Speciali 2016 predisposto da ISPRA. L’evento di presentazione ha visto gli interventi del Presidente ISPRA, Bernardo De Bernardinis, del Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, On. Barbara Degani, del Direttore Generale ISPRA, Stefano Laporta, del Direttore Generale Arpa Lazio, Marco Lupo, e del Presidente ASSOARPA, Luca Marchesi, ed è terminato con una tavola rotonda, moderata dal Presidente ISPRA, alla quale hanno preso parte il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, il Vice Direttore delle Politiche Industriali di Confindustria, Massimo Beccarello, la Coordinatrice Politiche Ambientali di CNA, Barbara Gatto, il Presidente FISE Assoambiente, Giulio Manzini, il Vice Presidente Utilitalia, Filippo Brandolini, e per Legambiente, Antonio Pergolizzi.

Dal Rapporto emerge che i rifiuti speciali prodotti in Italia sono 130,6 milioni di tonnellate (oltre quattro volte superiori a quelli urbani) con un consistente aumento nella produzione totale, pari ad un +5% (oltre 6,1 milioni di tonnellate) rispetto al 2013. La crescita è imputabile prevalentemente ai rifiuti speciali non pericolosi da C&D, mentre i rifiuti speciali pericolosi si mantengono stabili (+0,3%). Le attività che producono più rifiuti speciali sono quelle di costruzione e demolizione (39,7%), quelle del trattamento dei rifiuti e del risanamento ambientale (27,4%), il settore manifatturiero (20,5%), quello dei servizi, commercio e trasporti (5%), il settore dell’acqua e reti fognarie (3,5%), quello dell’energia, gas, vapore e aria (2,5%), mentre le altre attività partecipano per l’1,4%.

Nel 2014 sono state gestite 133,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali con un aumento del 3,3% rispetto al 2013. Il recupero di materia si conferma la forma di gestione più utilizzata (62,4%) e, nonostante la diminuzione rispetto al 2013 (-737 mila tonnellate, attribuibile per lo più a “spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia), il dato conferma le buone performance dell’Italia rispetto a quanto avviene nel resto dell’UE, dove la media è del 45,7%. Il recupero di materia è costituito soprattutto dall’operazione di riciclo/recupero di altre sostanze inorganicheche incide per il 47,1% del totale e i cui rifiuti derivano, perlopiù, da attività di costruzione e demolizione.

Si registra una lieve diminuzione (-4,7% rispetto al 2013) nell’utilizzo dei rifiuti speciali per la produzione di energia che, nel 2014, sono 2,1 milioni di tonnellate. Tra le risorse più utilizzate, il biogas (36,3%); seguito dai rifiuti della lavorazione del legno, carta ed affini (33,5%); dal trattamento meccanico di rifiuti (11,1%) e dai rifiuti combustibili (6,4%). Sono soprattutto 7 le regioni italiane a trasformare in energia i rifiuti speciali (insieme arrivano al 78,5%): Lombardia (23,3% del totale), Emilia Romagna (15,7%), Piemonte con (10,7%), Veneto (8,0%), Umbria (7,2%), Puglia (7,1%), Friuli Venezia Giulia (6,5%).

Gli impianti di incenerimento in esercizio nel 2014, che hanno trattato rifiuti speciali, sono stati 85, di cui 43 destinati principalmente al trattamento di rifiuti urbani. La gran parte degli inceneritori è localizzata al Nord (51), al Centro sono presenti 11 impianti e al Sud 23. L’incenerimento dei rifiuti speciali interessa complessivamente, considerando anche quelli trattati in impianti per rifiuti urbani, circa 1,4 milioni di tonnellate, con un incremento di circa 540 mila tonnellate da attribuirsi prevalentemente a due tipologie di rifiuti (quelli prodotti dal trattamento dei rifiuti stessi e i rifiuti combustibili).

Per quanto riguarda le discariche il Rapporto evidenza che, nel 2014, ne diminuisce il numero ma aumentano i rifiuti. Infatti quelle destinate ai rifiuti speciali passano dalle 404 del 2013 alle 392 del 2014. Ciò non è attribuibile esclusivamente alla chiusura definitiva degli impianti, ma anche alla temporanea non operatività di discariche soprattutto di medie e piccole dimensioni (di cui in larga parte destinate a rifiuti inerti). La maggior parte delle discariche è localizzata al Nord con 228 impianti, seguito dal Sud, con 106, e dal Centro (58). Però, nonostante diminuisca il numero di discariche, cresce la quantità smaltita a livello nazionale che raggiunge 11,4 milioni di tonnellate, con un aumento di 460 mila tonnellate rispetto al 2013 (+4,2%). L’88,9% dei rifiuti totali smaltiti in discarica sono non pericolosi (10,1 milioni di tonnellate) e il restante 11,1% sono pericolosi (1,3 milioni di tonnellate).

Il Rapporto poi evidenzia che la quantità totale di rifiuti speciali esportata diminuisce del 4,7% rispetto al 2013, passando da 3,4 a 3,2 milioni di tonnellate, mentre i rifiuti speciali importati in Italia nel 2014, circa 6,2 milioni di tonnellate, aumentano del 7,6% rispetto al 2013.Delle oltre 3 milioni di tonnellate esportate, 889 mila (27,7%), in prevalenza pericolose, vanno in Germania destinate alle miniere di sale dove vengono utilizzati per la messa in sicurezza delle cavità a seguito dell'attività estrattiva. Per quanto attiene la Cina, nel 2014, l’importazione dall’Italia, pari a 278 mila tonnellate (-11% rispetto al 2013), è costituita dai soli rifiuti non pericolosi. I rifiuti maggiormente esportati sono rifiuti di carta e cartone prodotti dal trattamento meccanico di rifiuti (79 mila tonnellate). Significativa è anche l’esportazione dei rifiuti verso la Grecia, oltre 242 mila tonnellate, costituite per il 98% da ceneri leggere di carbone destinate ai cementifici, dove vengono utilizzati, al posto della sabbia, per creare materiali edili cementizi.

Nel Rapporto sono infine presenti tre approfondimenti relativi a specifiche filiere quali: gli pneumatici fuori uso dove viene evidenziato l’eccessivo ricorso all’export (25%) come tipologia di gestione; l’amianto, che fa registrare un calo significativo (-36%); i veicoli fuori uso che, sebbene la produzione si mantenga stabile, con una percentuale di reimpiego e riciclaggio pari all’83%, a cui va aggiunto il 2% di recupero energetico, sono ancora lontani dall’obiettivo del 95%, relativo a reimpiego e recupero, previsto dalla norma a partire dalgennaio 2015.

Nel corso della Tavola Rotonda il Presidente di FISE Assoambiente, Giulio Manzini, nell’esprimere particolare apprezzamento per l’annuale lavoro svolto dall’Ispra, ha sottolineato la necessità di una lettura attenta dei dati forniti anche per una efficace programmazione impiantistica, così come negli altri Paesi europei. Il Presidente ha quindi evidenziato la necessità di un intervento in materia di assimilazione, da tempo atteso, e sull’urgenza di porre fine alla più volte denunciata proliferazione normativa, che impedisce la definizione di un contesto normativo stabile e certo, necessario non solo a garanzia di un corretto mercato ma soprattutto per la programmazione degli investimenti da parte del comparto privato..

Il Rapporto è disponibile, sia in versione completa che come estratto, al sito http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2016-estratto.

Nel rimandare al contenuto del Rapporto per maggiori approfondimenti, porgiamo cordiali saluti.

» 07.07.2016

Recenti

02 Luglio 2025
2025/247/SAEC-FIN/PE
Regione Lombardia – Pubblicato Bando Ri.Circo.Lo su filiera costruzioni e bonifiche
Leggi di +
02 Luglio 2025
2025/246/SAEC-COM/PE
Master TuttoAmbiente WASTE MANAGER 23 settembre - 11 novembre 2025 live streaming
Leggi di +
02 Luglio 2025
2025/245/SA-LAV/MI
CCNL Servizi Ambientali 18 maggio 2022 – Confluenza “ERAP” nei minimi retributivi.
Leggi di +
01 Luglio 2025
2025/244/SA-GIU/TO
Proroghe di fatto al concessionario – sanzioni
Leggi di +
01 Luglio 2025
2025/243/SAEC-EUR/CS
Bozza di Regolamento UE elenco prodotti CRM
Leggi di +
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Inserisci la tua email
Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere gli aggiornamenti su AssoAmbiente
e altre utili informazioni
INSERISCI LA TUA EMAIL