AssoAmbiente

Circolari

057/2018/CS-TO

L'EPSU, Unione Europea dei Servizi Pubblici, ha pubblicato uno studio intitolato "Waste Management in Europe. Good Jobs in the Circular Economy?” che fornisce una panoramica sul settore della gestione dei rifiuti in Europa nel 2017, analizzando i possibili impatti dell'economia circolare per il settore e i lavoratori impiegati.

Nello studio è presente anche un capitolo dedicato alle gestioni pubbliche/private, dove viene confermato come permanga in modo significativo una loro suddivisione. Il rapporto evidenzia come in alcuni Stati membri, specialmente Germania, Regno Unito, Francia e Spagna, vengano avviati processi di espansione delle aziende pubbliche. Lo studio riporta poi tre casi (Regno Unito, Spagna e Polonia) riguardanti il coinvolgimento del settore privato nei servizi di gestione dei rifiuti.

Di seguito si sintetizzano gli aspetti principali evidenziati dal rapporto:

  • il pacchetto sull'economia circolare porterà ad un'ulteriore riduzione dei quantitativi di rifiuti in discarica, con un contemporaneo aumento di quelli avviati al riciclo e all’incenerimento. Tale transizione modificherà in modo significativo l'occupazione nel settore dei rifiuti;
  • l'occupazione nel settore della gestione dei rifiuti è in aumento. Nel 2014 gli occupati erano circa 1,1 milioni (equivalenti a tempo pieno), con un incremento del 36% rispetto al 2000;
  • l'occupazione è distribuita in modo irregolare tra i Paesi UE. Quelli in cui il tasso è maggiore sono Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. Si prevede che proprio tali Paesi saranno quelli che beneficeranno maggiormente dell’incremento di occupazione previsto con la transizione verso l’economia circolare;
  • la raccolta è quel segmento dell’intero settore della gestione dei rifiuti che fornisce il maggior numero di posti di lavoro, mentre molte meno opportunità si trovano nel segmento del riciclo. Sembra anche che all'aumento dei quantitativi dei rifiuti riciclati non corrisponda una crescita significativa dei posti di lavoro, tanto che sono meno di 200.000 le persone occupate nel recupero di materia con una crescita di appena l'1,3% tra l'inizio del 2013 e la fine del 2014. Tale quadro cambia drasticamente se si tiene conto del mercato sommerso: si stima infatti che in Europa, in tale contesto, operano circa un milione di addetti;
  • ad oggi si registra una quantità piuttosto scarsa e non significativa di ricerche sulle condizioni di lavoro degli occupati nel settore della gestione dei rifiuti;
  • l'economia circolare sarà anche portatrice di sfide e opportunità per i sindacati. Viene raccomandata una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro negli impianti di riciclaggio in quanto, da una prima analisi svolta nelle fabbriche operative del centro e nord Europa, queste sembrano scarse, con bassa contribuzione e forza lavoro principalmente straniera;
  • un'altra importante sfida che dovrebbe essere colta in base ai principi che guidano la transizione verso l’economia circolare è quella di garantire una regolarizzazione dei lavoratori che operano nel mercato sommerso.

Nel rimandare allo studio, disponibile qui, per maggiori informazioni, rimaniamo a disposizione per ogni informazione.

» 16.03.2018

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