AssoAmbiente

Circolari

032/2019/TO

Lo scorso 30 gennaio, il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele Cantone, è stato audito dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati.

Oggetto dell’audizione sono state le verifiche compiute dall’ANAC sulle gare per l’assegnazione di appalti di servizi nell’ambito del ciclo dei rifiuti e delle bonifiche in Italia. Al riguardo – ha affermato Cantone - il settore dei rifiuti è un ambito particolarmente delicato e complesso che presenta problematiche che interessano tutte le realtà territoriali italiane sia al Nord, sia al Centro che al Sud. In molte regioni, infatti, la gestione dei rifiuti versa in condizioni fortemente critiche ed è attuata con meccanismi ben lontani dal sistema integrato voluto dal legislatore con il Codice dell’ambiente.

Anche per queste ragioni – ha ricordato il Presidente dell’ANAC - fra i compiti demandati all’Autorità, una particolare attenzione è stata dedicata all’attività di vigilanza – nelle sue varie forme - sulle procedure di affidamento di servizi inerenti il ciclo dei rifiuti che, nel quadro dei servizi di pubblica utilità, sono caratterizzati da un elevato impatto economico, tali da essere suscettibili di ripercussioni negative a carico della collettività e da suscitare, come confermato da numerose vicende, gli interessi delle organizzazioni criminali.

Nella relazione presentata, Cantone ha riepilogato le più diffuse anomalie riscontrate riguardo le varie fasi di attuazione dei servizi attinenti il ciclo dei rifiuti. In sintesi:

Criticità nella fase di programmazione del ciclo dei rifiuti:

  • modesto grado di aggregazione delle procedure di affidamento dei servizi per enti locali di caratteristiche territoriali e demografiche omogenee per la mancata operatività degli ATO e degli ARO previsti dalla normativa vigente;
  • ricorso a ordinanze emergenziali per far fronte a problematiche connesse con una carente programmazione nell’ambito del piano regionale dei rifiuti;
  • uso distorto dell'in house providing in luogo delle ordinarie modalità di approvvigionamento del servizio con gara di evidenza pubblica, con conseguenti disfunzioni ed inefficienze registrate nella gestione del servizio rifiuti da parte di società in house appositamente costituite;
  • elevato grado di eterogeneità dell’onere economico imposto all’utenza a parità di condizioni del servizio erogato;
  • mancato raggiungimento ed elevata disomogeneità fra le varie realtà geografiche nazionali ad alto tasso demografico del grado di raccolta differenziata attuato con conseguente riflesso nelle scelte strategiche e tecniche adottate per lo smaltimento dei rifiuti;
  • carenze di impianti in grado di assolvere al compito del trattamento dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata;

Criticità nella fase di gara e di aggiudicazione dei servizi:

  • ripetute proroghe e rinnovi, in deroga all’obbligo di affidare i servizi mediante gara ad evidenza pubblica, nonché ricorso a sub-affidamenti del servizio rifiuti, in difformità a quanto disposto dalle vigenti disposizioni di legge e dalle lex specialis;
  • ricorso alle ordinanze contingibili e urgenti per la gestione dei servizi ai sensi dell’art. 191 del d.lgs. n. 152/2006, spesso accompagnato dalla reiterazione di proroghe continue nelle more di indizione e di aggiudicazione delle gare ad evidenza pubblica;
  • scarsa partecipazione alle gare, rispetto alle quali alcuni esponenti ipotizzano accordi collusivi tra le poche imprese offerenti;
  • artificioso frazionamento degli appalti per ricondurre gli affidamenti al di sotto delle soglie entro cui sono ammesse procedure in economia a discapito dell’evidenza pubblica;
  • affidamento dei servizi in via di urgenza mediante procedura ristretta ex art. 36, comma 2, lett. b), del d.lgs. n. 50/2016;
  • requisiti estremamente selettivi/sproporzionati e anticoncorrenziali (sovradimensionamento e/o inadeguatezza dei requisiti di partecipazione);
  • elevati tassi di contenzioso caratterizzanti le procedure di affidamento centralizzate che conducono all’adozione sistematica di proroghe delle gestioni in essere;
  • elevato impatto delle interdittive di varia tipologia ricadenti sugli operatori economici aggiudicatari sui tempi e di espletamento e sugli esiti delle procedure di affidamento;
  • frequenti esclusioni in sede di verifica dei requisiti di operatori economici aggiudicatari per carenza in particolare dei requisiti di ordine generale.

Criticità in fase di esecuzione del contratto:

  • livelli di qualità del servizio difformi rispetto alle previsioni contrattuali;
  • interessi delle associazioni criminali, non di rado di stampo mafioso, in considerazione del rilevante impatto economico del settore con frequente ricorso al subappalto non palesato ovvero non autorizzato secondo le previsioni di legge;
  • mancati o ritardati trasferimenti da parte delle Regioni delle risorse finanziarie ai soggetti competenti nella gestione dei servizi;
  • mancati o ritardati pagamenti a favore degli Operatori Economici affidatari dei servizi con conseguenti ricadute sulla continuità e qualità del servizio nonché di impatto sociale sugli addetti.

Nel rimandare alla relazione presentata nel corso dell’audizione, allegata alla presente, per ulteriori approfondimenti, restiamo a disposizione per ogni informazione e aggiornamento in materia.

» 31.01.2019
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