La Corte di Cassazione con Sentenza n. 21369 del 16 maggio 2019, ha condannato il titolare di un’impresa sorpreso a smaltire illegalmente rifiuti da demolizione per gestione non autorizzata di rifiuti e abbandono di rifiuti non pericolosi (articolo 256, commi 1 e 2).
In particolare la Suprema Corte ha affermato il principio che il reato di gestione illecita di rifiuti, si perfeziona anche se il soggetto ha interrotto l’azione prima di aver portato a compimento i propri propositi (nel caso di specie il soggetto, pedinato, era stato bloccato dagli agenti proprio nel momento in cui si accingeva a scaricare i detriti contenuti nel camion in una discarica abusiva).
La Corte da un lato ha ritenuto sufficiente l’accertamento del reato di trasporto illecito (in assenza di formulario) dei rifiuti fino alla discarica abusiva, che costituisce una delle fattispecie che integrano la gestione, dall’altro ha tenuto in considerazione gli smaltimenti dello stesso materiale attraverso carichi precedenti comprovati dalla presenza di rifiuti all'interno della discarica abusiva della stessa specie di quelli oggetto della contestazione, dalla vicinanza dell'area all’abitazione del soggetto condannato ed alle modalità della condotta che, “attesa la sicurezza con cui vi si era diretto, lasciavano supporre la pregressa conoscenza da parte dell'imputato della discarica, non visibile dalla strada e chiusa da un cancello, fossero indici di una condotta abituale, rispetto alla quale non rileva il mancato accertamento dei singoli sversamenti”.
Nel rimandare al testo della sentenza, in allegato alla presente, per maggiori approfondimenti, rimaniamo a disposizione per informazioni ed aggiornamenti.