AssoAmbiente

Circolari

168/2019/MI

Come anticipato nella circolare n. 154/2019 del 10 giugno u.s., il 24 giugno si sono incontrate le Associazioni Datoriali e le Organizzazioni Sindacali di categoria per proseguire la discussione intorno alla possibile revisione dell’Accordo 1.3.2001 in oggetto, ed in particolare sul tema delle prestazioni indispensabili.

Come si ricorderà, infatti, la stessa Commissione di Garanzia ha avallato quanto sostenuto dalle Associazioni Datoriali in ordine alla necessità di adeguare alle mutate esigenze e innovazioni di sistema le prestazioni minime previste dall’Accordo di oltre 18 anni fa.

Sul tema, come noto, le Associazioni Datoriali hanno avanzato una proposta scritta, cui le Organizzazioni Sindacali hanno replicato con altra proposta peggiorativa del vigente Accordo.

Trattandosi tuttavia di un tema realmente sostanziale per le imprese rispetto ad altri aspetti procedurali che sono stati oggetto di discussione, obiettivamente meno impattanti, la delegazione datoriale ha sottolineato la preminente importanza di una soluzione concordata su tale argomento rispetto agli altri punti del negoziato.

In tale ottica, la delegazione ha illustrato la proposta, evidenziando anche i margini su cui poter negoziare e gli ambiti imprescindibili: in particolare, ribadendo la necessità di una completa raccolta dei rifiuti organici e dei servizi di trasporto negli impianti e relativo trattamento, con eliminazione della iniziale previsione di una totale raccolta dei rifiuti derivanti da utenze commerciali.

Le Organizzazioni Sindacali, dal canto loro, hanno ribadito come la quasi totalità degli scioperi sia riconducibile a proteste anche spontanee legate a ritardati pagamenti di retribuzioni e conseguenti stati di agitazione del personale; iniziative, quindi, che sfuggono anche alle regole ordinarie.

Infine hanno evidenziato che in ogni caso non è accettabile che in alcuni ambiti il diritto di sciopero sia quasi del tutto compresso, stante la necessità di garantire prestazioni sostanzialmente ordinarie anche in caso di astensione dal lavoro.

Hanno quindi ribadito la volontà di procedere ad una intesa in sede negoziale, in ottemperanza agli auspici della Commissione di Garanzia in occasione del prossimo 11 luglio o, più probabilmente, in una successiva data tra l’11 e il 31 luglio, termine indicato dalla Commissione alle Parti per il raggiungimento di un’intesa.

***

Come di consueto, la Commissione di Garanzia per il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali ha ufficialmente presentato la Relazione Annuale che riepiloga, per ciascun comparto, l’andamento degli scioperi e le iniziative adottate dalla Commissione stessa nel corso dell’anno precedente.

Come si può leggere nell’allegato, estratto della Relazione riferito al solo settore dell’igiene ambientale, la Commissione ribadisce ancora una volta quanto ormai noto a tutti: ovvero che la quasi totalità degli scioperi vengono proclamati ed effettuati in piccoli Comuni del Sud Italia (o aree limitrofe a grandi città), nei confronti di piccole e medie aziende del settore e la motivazione è il mancato o ritardato pagamento delle retribuzioni ai dipendenti a causa di forti ritardi nei pagamenti dei canoni da parte di Comuni o enti appaltanti in difficoltà finanziarie se non addirittura in dissesto tecnico.

 E, a loro volta, i Comuni motivano le loro difficoltà a garantire regolari pagamenti stante la difficoltà di coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti con le tariffe versate dagli utenti.

L’altra motivazione che ha portato ad alcuni scioperi nell’Italia Settentrionale, in misura comunque decisamente minore, è invece riconducibile all’applicazione di CCNL diversi da quelli specifici del settore ambiente, nell’ambito di appalti e subappalti.

In particolare, oltre al “fiorire di cooperative sociali che operano con manodopera a basso costo”, la Commissione di Garanzia sottolinea una questione sempre più pericolosa nel settore, ovvero l’applicazione del “CCNL pulizie e multiservizi” definito nella Relazione come “totalmente estraneo alle mansioni effettivamente svolte dai lavoratori” nel settore della raccolta rifiuti.

Riguardo le astensioni spontanee dei lavoratori, fenomeno in aumento, la Commissione considera che, in presenza di mancato pagamento per oltre sei mensilità di stipendio, i lavoratori possano legittimamente ricorrere ad autotutela non prestando attività lavorativa, ricorrendo i presupposti civilistici dell’eccezione di inadempimento (articolo 1460 codice civile:”Nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l’altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria”).

Infine, la Commissione dedica un intero paragrafo alla revisione dell’Accordo di settore dell’1.3.2001 ed agli argomenti già oggetto della presente e di diverse informative da Assoambiente alle aziende associate.

Particolare attenzione va dedicata al passaggio finale, in cui la Commissione sottolinea “una più puntuale definizione dei servizi minimi che debbono essere garantiti negli impianti di trattamento dei rifiuti, punto critico dell’intero ciclo”, in sede di revisione dell’Accordo.

La Commissione considera infatti “particolarmente arduo” riuscire a contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con i diritti dei cittadini/utenti del servizio qualora la raccolta ed il trattamento dei rifiuti siano affidati a soggetti imprenditoriali diversi.

Nel rinviare alla lettura dell’allegato per maggiori approfondimenti, si ricorda che l’intera Relazione Annuale è eventualmente disponibile al link https://www.cgsse.it/web/guest/visualizza-pdf?uuid=8b5c5d80-a4c3-4570-a1fa-a1901270ba99 .

Quanto alla Relazione del Presidente della Commissione, Giuseppe Santoro Passarelli, reperibile al seguente link https://www.cgsse.it/web/guest/visualizza-pdf?uuid=ebc6f40d-e025-4870-980b-ed0dc909755b, viene indicata come una delle cause dell’elevata contenziosità del settore l’eccessiva frammentazione delle rappresentanze, sia datoriali (sei) che sindacali (oltre trenta).

Come noto tuttavia, la rappresentanza datoriale è storicamente fondata su due Associazioni largamente rappresentative (Federambiente, oggi Utiilitalia, e Assoambiente) e solo di recente hanno acquisito il rango di stipulanti il CCNL Utilitalia le tre organizzazioni del mondo cooperativo (due delle quali sono comunque poco rappresentative, se non nulle) e la componente Cisambiente.

Quanto alle oltre trenta Organizzazioni Sindacali, in realtà gli esiti delle elezioni delle RSU nelle aziende riportano una rappresentanza di circa il 90% in favore delle sigle stipulanti il CCNL di categoria.

» 27.06.2019
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